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E’ tempo di giochi di bosco e di animali

Amilcare Acerbi

Formatore, pedagogista


Avete visto con quale copertina di un libro di Bruno Munari Diana Penso ha accompagnato la sua bella riflessione sui temi dello Zero-Sei e lo sfondo psicopedagogico su cui ancorare le attività con i bambini ? Magnifico Munari! … Chi era costui? Recentemente parlando con alcune neo laureate, pronte a fare le educatrici, l’ho citato, ma non lo conoscevano… magnifica la nostra università che ignora i grandi ! Invece Munari è fondamentale per comprendere appieno come un educatore debba governare e utilizzare la dimensione ludica nella natura seguendo il filone munariano del “Giocare con l’arte”.

Sabato 9 maggio 2015 a Pavia ci si è confrontati con alcune esperienze di gioco in natura, in occasione della festa al Bosco Grande per i 20 anni dell’Associazione Amici dei Boschi.

 

 

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E’ stato organizzato un Workshop di notevole effetto, intitolato “Esperienze artistiche nel bosco”, con Micaela Coralli e Laura Silvotti. E’ stata riproposta agli adulti iscritti un’attività ormai ben rodata che si svolge ogni sabato mattina, con i bambini che si iscrivono per la “Scuola di Bosco”. Durante la settimana questa è una delle attività che vengono proposte alle classi in visita o alle scuole che aderiscono per svilupparla nei parchi vicini.

 

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Come si è svolto questo Workshop che ricalca una parte delle azioni offerte ai bambini ? L’animatore col gruppo si è inoltrato nel bosco percorrendo per alcune centinaia di metri un sentiero abbastanza ampio, d’improvviso ha rilevato un passaggio tra cespugli e alberi fitti che conduceva ad una radura, sotto un ampio ombrello di fronde, terra soffice calpestata con poche foglie secche e rametti e pezzi di legno sparsi, con resti di tronchi di alberi morti, grosse radici, rami secchi, molti ricoperti di muschio altri scortecciati, alcuni seminascosti tra le ondulazioni del terreno un tempo fossi e solchi per irrigare un vivaio. Si è trattato di immaginare quel luogo appartato, silenzioso, pieno di ombre e forme strane, come il paese degli gnomi, dove essi vivono e giocano, in mezzo, forse, ad animali fantastici. Ebbene a gruppetti o individualmente si sono progettate case sparse, nascondigli, campi gioco degli gnomi e si sono composti animali fantastici, utilizzando i rilievi o gli incavi tra tronchi e terreno. Per costruirli ci si è serviti dei materiali raccolti nel bosco, rametti, cortecce, erbe, foglie, aiutandosi con spago, cordini, fili di lana colorata, ciuffi di stoffa, ausili disponibili in una grande cesta di vimini portata dall’animatrice.

 

Una coppia in azione: Il campo giochi degli gnomi:
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La villa di campagna degli gnomi: Il drago:
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Un secondo Workshop è stato condotto da Marta Angelotti, naturalista di Torino, “Corde, terra, dondolare, raccogliere, esperienze all’aria aperta” il titolo.
Una pluralità di esercizi con le corde statiche di cotone o poliammide, per imparare i nodi giusti per costruire tra gli alberi scalette, altalene, ponti, passaggi oscillanti, ad altezze abbordabili da parte anche di bambini molto giovani. (vedi il testo “Giocare tra gli alberi” di Alexandra Schawrzer, edizioni Il leone verde)

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I festeggiamenti sono proseguiti con la presentazione di alcune esperienze delle scuole dell’infanzia pavesi e con la storia delle Forest Schools inglesi presentata da Mel Mc Cree, dell’Università di Plymouth. Ci si è confrontati sulla “pedagogia del bosco”, le regole per i bambini e per gli educatori, le varie forme di gioco, l’educazione sociale, il gioco libero e il rapporto con i giocattoli.
La scuola nel bosco è un modello di educazione ecologica indiretta, imparare la natura vivendola, raccogliendo emozioni ed esperienze con tutti i sensi: i bambini che frequentano la Scuola di Bosco hanno la natura come parte di sé. A Pavia al Bosco Grande si lavora ispirandosi al Waldkindergarten nord europeo e alla Forest School inglese.

Quando negli anni ottanta avevo avviato il laboratorio d’arte nel Bosco Grande, dopo le esplorazioni, proponevo ai bambini ed ai ragazzi di ripensare e rielaborare quanto scoprivano nel bosco e nei prati alla maniera di Bruno Munari. Mettevo a disposizione  Disegnare un albero, Disegnare il sole, Un fiore con amore.
Si creava così un flusso costante di bambini e bambine, in uscita e in entrata dal laboratorio, per tornare ad osservare meglio piante, fiori, cielo, e riportarli su fogli, con pastelli a cera o acquerelli.

 

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Dunque suggerisco, tornati in classe dopo un’esplorazione in cortile, o nel campo giochi vicino, oppure da una gita in campagna, di utilizzare ancora le idee munariane. I libretti citati sono ancora in commercio, stampati da Corraini editore, di Mantova.

Alcuni giochi

Per attività in classe proporrei di prendere in considerazione ora alcuni giochi con marchio “Italiantoy” della cooperativa sociale Zaffiria di Rimini, inventati da un gruppo di giovani progettiste italiane coraggiose e innovative (si possono ordinare … www.italiantoy.net ).

 

Il primo gioco si chiama Carlo Elle.carlo elle

Carlo Elle è dedicato a Linneo, è un tavolo di cartone con alberi, foglie e cortecce stampate in rilievo. I bambini, con colori a cera o pastelli, catturano le texture degli alberi, col sistema del frottage (si appoggia il foglio alla tavola, si prende un pastello o un colore a cera e si comincia a sfregare la superficie stampata in rilievo). Con questo gioco si riconoscono le ramificazione e si possono studiare le caratteristiche delle foglie, con le loro nervature e bordi. Si può disegnare una foresta, fare un libro o progettare un filare di piante. Per bambini e bambine dai 4 anni in su. In questo caso si può anche sfruttare un app. per osservare altre forme da riportare su fogli.

 

 

 

Il secondo gioco si chiama Flora Zu. flora zu

Flora Zu è’ un gioco da svolgere su tavolo o su pedana: composto da due serie di immagini, di fiori e di insetti, da utilizzare in una sfida che prevede di raggiungere la meta dalla parte opposta rispetto alla partenza. Vince chi riesce a portare più pedine dall’altra parte. È un gioco di logica e strategia. Va detto però che le tesserine sono stampate in rilievo e perciò i bambini possono utilizzarle anche in altro modo e con la tecnica del frottage disegnare fiori e insetti per creare prati o altre composizioni; suggerisco che si accompagnino con disegni o ritagli di carta da fissare a collage, magari accanto a fiori veri, foglie d’erba e steli raccolti all’aperto.

 

 

 

Terzo gioco di Italiantoy Gregor Sa.

 

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Gregor Sa si compone di quattro tavole stampate in rilievo con le texture di insetti come la coccinella, il bruco, la libellula, la farfalla. Per catturare le texture si usa la tecnica del frottage. Il bambino può disegnare gli insetti con gli stencil.

 

Si può fare una prima classificazione o inventare nuovi insetti “misti” come coccinella/bruco, mescolando le forme. Elementi per svolgere storie o giochi. Raccogliendo le immagini si può preparare il primo album scientifico.gregor sa 2

 

 

 

Con il quarto gioco Bruno Emme si ripropone un’esperienza munariana.

Bruno Emme è un gioco composto da un pacchetto di “pareti” (10 muri e 3 trapezi) da assemblare e con cui i bambini possono comporre una serie di ambienti, dentro cui inserire oggetti, piccoli manufatti, disegni, realizzati o raccolti in cortile o nel bosco.

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I bambini possono giocare anche alle “proiezioni dirette” inventate da Bruno Munari: sulle le pareti trasparenti realizzare composizioni con foglie, piccoli pezzi di carta, materiale riciclato, da osservare controluce o da illuminare con una pila. Le pareti sono facili da lavare.

Può essere utile sapere che la Cascina Bosco Grande è meta di gite o di corsi di formazione, gestiti dall’associazione Amici dei boschi.

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Bosco Grande è un podere di 20 ettari con cascina, bosco, campi, riservati all’educazione ambientale e all’agricoltura. E’ situato a 5 km dalla città, lungo l’argine maestro del fiume Ticino. Le prime esperienze di attività per il tempo libero estivo sono iniziate nel 1977 e con le classi nel 1981 direttamente svolte dal Comune di Pavia.
“ L’obiettivo educativo principe è quello di far svolgere un’esperienza, ricca e piacevole e mettere a disposizione degli insegnanti e dei ragazzi occasioni attive e ricche di stimoli scientifici e culturali (esplorazioni, brevi esperimenti, incontri con esperti, analisi di reperti e di documentazioni visive e grafiche), situazioni piene di coinvolgimento emotivo (scoperta, stupore, gioia), attraverso l’agire in svariatissimi giochi sensoriali e motorii, esperienze di rielaborazione espressiva. L’episodicità di una visita in un ambiente naturale, per chi proviene da un ambiente urbano, deve essere controbilanciata adeguatamente con contenuti emotivamente forti, perché lasci un segno significativo; altrimenti si riduce ad esperienza “consumistica” o “museale”. tronchiboscoChi fa educazione ambientale, al contrario, aspira a favorire cambiamenti nei comportamenti affinché l’individuo sia consapevole e rispettoso. Al Bosco Grande si propone la scoperta, l’esplorazione, la conoscenza attraverso due approcci, scientifico/avventuroso e ludico/espressivo, in successione nella stessa giornata. Le due esperienze esplorative, quella a predominanza scientifica e quella a prevalenza ludica, devono venire condotte con molta intensità; i visitatori devono provare prima emozioni positive poi ” nostalgia”. Il bosco, con i suoi abitanti, si rispetta e si protegge, perché si capisce che ciò è necessario per il benessere; il bosco lo si affronta con attenzione dopo che si è scoperto che è un organismo vivo. E’ dimostrato, infatti, che la piacevolezza e l’emozione sono componenti fondamentali nei processi di apprendimento e di memorizzazione. Giocare è un’ esperienza basilare e fondamentale per ogni individuo; con il gioco si facilità il coinvolgimento, si suscita interesse e si fanno nascere emozioni e passioni. Il gioco toglie prevenzioni e preoccupazioni e predispone al rapporto con ambienti nuovi, materiali poco noti, persone sconosciute. Tanto il gioco che l’avventura e le informazioni scientifiche vengono graduate secondo l’età, i programmi delle scuole e dei gruppi, la quantità di tempo che i visitatori dedicano al Centro Bosco Grande. Per raggiungere questi obiettivi ci si avvale di due figure professionali, che accolgono e seguono i bambini, quella del naturalista e quella dell’animatore; gli adulti accompagnatori del gruppo vengono aiutati ad assumere un ruolo funzionale al miglior possibile utilizzo delle risorse ambientali e dell’occasione.

(da “Bosco Grande – Laboratorio natura” Progetto a cura di Amilcare Acerbi – Edizione Comune di Pavia – 1977)

Dal 1995 il Bosco Grande è gestito, in convenzione col Comune di Pavia, dall’Associazione Amici dei Boschi che ne ha implementato le modalità d’uso ed ha avviato dal 2008 anche l’esperienza “A scuola di bosco” facendone il proprio progetto caratterizzante e mettendo a punto una serie di approcci tra bambini e natura e tra asili nido, scuole dell’infanzia e ambienti boschivi, anche urbani.

(Associazione Amici dei Boschi Onlus – e-mail: info@amicideiboschi.itwww.amicideiboschi.it Telefono: 0382 303793)

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