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I bambini e il sacro

Raffaele Mantegazza

Professore associato Pedagogia generale e sociale


Il tema del sacro è qualcosa di specificamente pedagogico. L’infanzia stessa è pensabile come territorio sacro, e tale è considerata, in senso ovviamente laico, da quello straordinario documento che è la Convenzione sui diritti del fanciullo.
In questa rubrica parleremo del rapporto del sacro con i bambini e le bambine, e viceversa, sotto il segno dell’educazione: inizieremo il nostro percorso chiarendo le dimensioni e i confini del sacro, il suo rapporto con la paura e con la speranza. Studieremo poi gli spazi sacri e i tempi sacri commisurando su di essi gli spazi e i tempi dell’educazione dei bambini e delle bambine. Successivamente cercheremo di mettere il concetto di sacro a confronto con le pratiche della quotidianità, educativa e non solo; affronteremo allora i rapporti complessi e intricati tra il sacro e l’abbigliamento, tra il sacro e l’alimentazione, tra il sacro e il gioco, tra il sacro e l’arte.
Un’attenzione del tutto particolare richiederà il tema della preghiera e del dialogo con il trascendente. In una situazione multiculturale o interculturale come quella che caratterizza sempre più i servizi per l’infanzia in Italia, il dialogo interculturale deve sempre più declinarsi come dialogo interreligioso.

 

La morte

Raffaele Mantegazza

“Raccontare la morte e raccontare la vita. Questo una società adulta dovrebbe fare con i bambini”, educare distaccandosi dall’idea che significhi presentare certezze assolute, rendendosi conto che “il bambino ha bisogno di certezza a proposito della presenza adulta più che degli oggetti che gli si presentano: certa deve essere la relazione, non necessariamente i suoi contenuti”.


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Il dolore

Raffaele Mantegazza

Il dolore delle persone, dei bambini in particolare, è connotato dall’impossibilità di essere comunicato e non risponde ai criteri del pensiero logico; l’autore ci suggerisce di parlare del dolore con i bambini accogliendolo con l’ascolto, di intraprendere insieme a loro una ricerca di senso anche attraverso la sua narrazione.


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La nascita e l’origine

“L’educazione dei piccoli e dei piccolissimi salvi quel che di umano c’è nell’inizio. Ovvero il mistero e il senso dello stupore, la consapevolezza che c’è ancora qualcosa che si sottrae, anche di un soffio, alle rapaci mani dell’homo tecnologicus”. Di fronte ai grandi cambiamenti apportati al concepimento e alla nascita dai percorsi medicalmente assistiti, Raffaele Mantegazza affida alla pedagogia il compito di valorizzare il profondo contatto e la relazione insiti nel desiderio, nel concepimento e nella nascita di un bambino.


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Cose da grandi?

I bambini e la nascita

La nascita è tipicamente una delle “cose da grandi”, argomenti che si reputano non adatti ai bambini, da accennare ai ragazzi e alle ragazze nei riti di passaggio. Per evitare che questi grandi temi, essenziali per la vita e la crescita delle persone, siano lasciati per sempre nell’ombra, l’autore propone uno svelarsi lento e graduale della verità e ci suggerisce come realizzarlo insieme al bambino.


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Il sacro e la preghiera

Raffaele Mantegazza

L’autore sostiene che in ambito educativo sia necessario conoscere le manifestazioni dello spirito, una fra queste è la preghiera. La preghiera, che sia di lode o di dialogo, sfugge alle logiche dell’utilità e dell’economicità, equivale a dire un “ti amo”.

Sollecita, inoltre, la conoscenza, il confronto e il rispetto in chiave interculturale delle preghiere di diverse religioni.

Il sacro e l’arte

Raffaele mantegazza
Sottrarsi alla categoria dell’utile, attribuire valore ad oggetti apparentemente inutili e trasformarli, difendere spazi e temi diversi dalla quotidianità, sono forme attraverso le quali si esprimono il gioco e il rito e possono quasi sovrapporsi. Che la difesa del gioco e del sacro siano due volti del tentativo di difendere l’uomo?

Il sacro e il gioco

Raffaele Mantegazza

Tra il sacro e il gioco vi sono innumerevoli punti di contatto, al punto che le forme del gioco e le forme del rito possono quasi essere sovrapposte. È certo che alcune attività di gioco fossero in origine gesti sacri, riti o azioni dotati di senso in un orizzonte religioso. Forse è anche vero il contrario, ovvero che alcuni gesti rituali in origine fossero fini a se stessi, puro gioco, libera espressione della creatività.

Il sacro e il cibo

Mantegazza propone un rapporto dei bambini con il cibo autenticamente costruttivo e, per questo, profondamente educativo. Nel richiamare la sacralità del cibo, l’autore valorizza persone e riti ad esso connessi, la relazione con se stessi e con il prossimo; propone, inoltre, la realizzazione di un’autobiografia gustativa nella quale il cibo da protagonista diviene mediatore della narrazione e della relazione.

 

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