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L'istruzione finisce nelle classi scolastiche, ma l'educazione finisce solo con la vita.

Frederick William Robertson

Segnalazione esperienze


La cultura dell’educazione cresce attraverso le buone pratiche e le esperienze, ma soprattutto attraverso la condivisione del lavoro, dei risultati, della valutazioni.

La sezione Didattica è uno spazio aperto che cresce attraverso il contributo di tutti i lettori.

Segnala la documentazione che desideri mettere in rete e condividere con i/le colleghi/e.


Didattica 0-6 anni

La Neuropedagogia

La pedagogia può servirsi degli interessanti spunti che le vengono dalle neuroscienze e modellarli sul banco di prova dell’insegnamento-apprendimento; Asteria Bramati ne porta alcuni esempi.

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Lo sport educativo

sensibilizzazione ludico-sportiva rivolta a bambini di 4-7 anni

“...lo sport non ha per sua natura la caratteristica di essere educativo, è chi lo gestisce che può renderlo tale e fare in modo che assuma un ruolo importante nel periodo dell’età evolutiva” nel presente contributo
Mauro Bonali e Lina Stefanini suggeriscono, attraverso il Metodo BMF, come impostare attività sportive e di gioco che mettano i bambini nelle condizioni di migliorare la propria operatività e le relazioni


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L’albo illustrato “Che rabbia”

Antonella Panchetti

L’insegnante può rivestire un ruolo importante nell’accompagnare il bambino nel difficile percorso di una malattia che richieda l’ospedalizzazione. L’attività del docente si sviluppa sia nella creazione di una rete di sostegno intorno al minore e alla sua famiglia, sia nella relazione educativa con il bambino stesso. L’utilizzo di un albo illustrato conduce passo dopo passo, con apparente naturalezza, ad affrontare gli aspetti problematici dell’esperienza delle cure in ambiente ospedaliero.


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Gioco e attività ludiforme

Samantha Righi

È di fondamentale importanza che gli educatori e gli insegnanti siano consapevoli del basilare e irrinunciabile ruolo del gioco e delle attività ludiformi nel percorso di apprendimento dei bambini. Solo a partire da questa convinzione la progettazione didattica ed educativa potrà essere rispondente alle necessità dei bambini oltre che proficua rispetto al conseguimento di conoscenze e competenze.


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Oggetti parlanti

Laura Malavasi, Roberta Pucci

Piccoli oggetti, solo apparentemente insignificanti, divengono veri e propri mediatori didattici capaci di stimolare la creatività e il pensiero divergente dei bambini, e in definitiva di produrre apprendimenti significativi.

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Musica Sviluppare la mente attraverso il corpo

Alessandro Antonietti argomenta sui modi in cui lo studio della musica è utile allo sviluppo della mente: nel potenziare la memoria di lavoro, nel fornire un riscontro immediato nell’ascolto del brano eseguito e nel provocare l’esperienza corporea propria e altrui.

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Educazione Arte e Cultura

Le esperienze riferite da Maria Gabriella Celentano muovono dall’intento di “mettere a disposizione del pensiero e dell’agire dei bambini elementi culturali da elaborare in modo originale e creativo, di costruire contesti che consentano alla creatività ‘di esistere, di esprimersi, di comunicare e di rendersi visibile nella scuola, in ogni luogo e in ogni momento’”; rappresentano buone pratiche nella direzione dello sviluppo del pensiero creativo, della conoscenza e valorizzazione del territorio e dell’opportunità di abitare e vivere la cultura.


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La cura nel lavoro educativo al Nido

Lidia Magistrati, Elisa Cimonetti, Michela Pedrinolla

Il lavoro educativo al nido si caratterizza come una professione di cura, un’esperienza che tiene insieme aspetti pedagogici strettamente intrecciati con aspetti di attenzione e rispetto alle persone con cui si entra in relazione e di cui ci si prende cura. Rispettare per essere rispettati.

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I test di percezione verbale nel rumore in ambito pediatrico

Elisabetta Genovese, Concetta D’Adamo, Federico Artioli

Le difficili condizioni acustiche di un ambiente incidono sulle possibilità di apprendimento dei bambini dei bambini normodotati, ma soprattutto hanno effetti negativi sui bambini con deficit uditivo e su quelli non di madre lingua.


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“Tutti a bordo” una progettazione per bambini attivi nel territorio

Le attività narrate nel contributo da Martina Giandonati, Elena Goti, Elisa Matani, Claudia Perillo del team educativo del nido d’infanzia “Gufo Martino” riportano un modo concreto e attivo di attuare il principio che i bambini sono cittadini a tutti gli effetti e partecipano alla vita sociale del territorio in cui vivono.


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bambina che soffia le bolle

Proprietà cognitive del sistema motorio

Leonardo Fogassi

Il ruolo dell’esperienza motoria nello sviluppo è da tempo riconosciuto da psicologici e pedagogisti; tuttavia è stato messo in secondo piano, “soprattutto per quello che riguarda l’educazione scolare, a favore di apprendimenti basati sul ragionamento astratto e sull’uso del linguaggio per il trasferimento dei concetti. Pur non negando l’importanza dell’astrazione nella costruzione della conoscenza, gli studi neurofisiologici presentano oggi un nuovo quadro, che mostra come la nostra conoscenza del mondo derivi in primis dal sistema motorio, da un patrimonio motorio che ci permette di ‘leggere il mondo’ in un formato non astratto ma costruito con l’esperienza”.

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Appunti di educazione ambientale

Marisa Minoia condivide, in forma di appunti, la sua esperienza e le sue riflessioni sull’Educazione ambientale con i bambini della Scuola dell’infanzia.


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Agire la matematica

Giuseppe Pea, con esempi e argomentazioni, dimostra che “matematica, motoria e tecnica sono discipline che si apprendono affrontando problemi e, sempre per tentativi ed errori, nell’“inventare” un modo per strutturarli e risolverli”. si giunge, grazie a queste discipline a concepire “nuovi concetti, nuovi nessi, nuovi oggetti mentali astratti, nuovi schemi e nuove regole che sono indispensabili per reinterpretare e riorganizzare la rappresentazione del reale e (…) per tutte le altre discipline”.

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Esperienze in natura nella scuola dell’infanzia

Il percorso educativo – didattico narrato nel contributo di Teresa Garaffo, nato nel difficile periodo pandemico, riporta di un’esperienza di connessione e cura «tra alberi e alberi, tra alberi e acqua, o aria, o fuoco. Tra alberi e uomini. E anche tra uomini e uomini. […] siamo completamente e costantemente immersi negli ecosistemi che ci danno la vita. Siamo in relazione con ogni loro elemento» (Vacchiano); lascia intravedere l’importanza dell’educazione all’aperto come percorso dalla nascita in poi.


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Una proposta pedagogico scientifica

Lina Stefanini e Marco Bonali, oltre ad esporre il pensiero rispetto al progetto di alcuni soci esperti, presentano una sintetica spiegazione del il metodo della Bussola della mente funzionale (BMF).
Il tema centrale dal quale scaturisce il progetto si declina in questi tre quesiti:

“- come si comportano i bambini sul piano relazionale operativo?

– quale neurofunzionamento occorre attivare?

– quale educazione proporre?”.

La ricerca si dirige a delineare i tratti di una “pedagogia scientifica che proponga metodi di intervento educativo funzionale”

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La terra, tra indoor e outdoor, per un’educazione ecologica

I bambini amano giocare con la terra, fin da piccolissimi appena possono la toccano, l’afferrano, scavano, fanno mucchi, entrano con le mani dentro a questo materiale eterogeneo dalle consistenze così varie, che invitano al gioco delle manipolazioni, delle sperimentazioni e delle trasformazioni, come quando scoprono che bagnando la terra con l’acqua si forma il fango e iniziano a immergerci le mani e saltarci dentro coi piedi

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Gli spazi della Scuola d’infanzia Pallanca (AR): una progettazione condivisa a partire dall’autonomia del bambino

Pietro Lupi presenta la realizzazione di un percorso condiviso per re-interpretare gli spazi della scuola d’infanzia Pallanza (AR) in chiave montessoriana, che mette al centro il bambino e la sua autonomia


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Ri-flettersi: l’eredità educativa davanti ad una pandemia

Nel contributo di Jessica Omizzolo si può ritrovare il lavorìo, ancor prima interiore che relazionale ed organizzativo, che la riapertura dopo il confinamento ha richiesto agli educatori ed insegnanti della fascia 0 – 6.


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Il laboratorio scientifico e la corresponsabilità educativa
Quali incontri possibili?

Alessandra Bai e Monica Chiara Onida

Il percorso formativo riportato dalle autrici nel presente contributo porta alla luce alcuni punti focali dell’educazione: la necessità di introdurre l’educazione scientifica in età precoce e l’opportunità di apprendere insieme ai compagni, in modo da mettere il bambino in condizioni di comprendere meglio la realtà e di agire in collaborazione con gli altri; il contributo illustra come poter realizzare un laboratorio scientifico secondo una metodologia pedagogicamente fondata e che richiami gli adulti alla corresponsabilità educativa.


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La staffetta di scrittura creativa: un’esperienza formativa per bambini e ragazzi

Maria Agostini

Partire da un tema comune, controverso ma concreto, che fa riflettere anche i più piccoli sulla loro quotidianità e sul loro futuro – quest’anno il tema è il cambiamento climatico – che va oltre le singole discipline di studio, rappresenta una sfida anche per i docenti che lavorano su questo argomento in maniera trasversale.

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Una casa per i bambini da uno a sei anni

Silvia Marchesini

L’articolo è il seguito di un primo contributo (Zeroseiup online 1, 2019) che presenta la realizzazione, da parte del Nido Cornocchio (PR) della Sperimentazione promossa dalla Regione Emilia Romagna di un sistema educativo integrato dagli 0 ai 6 anni.

Nel primo articolo è presentata la fase di avvio dei lavori e di individuazione degli elementi su cui riflettere ed agire.


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I materiali naturali nella pancia della Balena

La Borsa di Bo, biblioteca dei materiali naturali a Bologna

Juan Crus e Corrado Bosello

Juan Crus vive nel mondo dell’arte, è uno scultore ed è tutta una vita che lavora sui materiali; Corrado Bosello, pedagogista dei servizi educativi per l’infanzia, dallo stesso tempo pratica l’educazione all’aperto. In forma di dialogo entrano con noi nella pancia della balena: nome in codice della Borsa di Bo.

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I castelli non esistono

“I castelli non esistono” è un libro di immagini disegnato da Manuel Baglieri e curato da Beatrice Vitali, che descrive il gioco dei bambini al nido “Il cavallino a dondolo” e alla scuola dell’infanzia “Al cinema!” della Fondazione Gualandi a Bologna.

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Riflessioni pedagogiche sul gruppo misto al nido: opportunità e garanzie

Donatella Savio affronta il tema dell’organizzazione di gruppi misti per età al nido (dai 12 ai 36 mesi). Vengono innanzitutto proposte alcune prospettive teoriche che chiariscono perché il gruppo misto può rappresentare un’opportunità pedagogica. Su questo sfondo, si riportano i punti di vista di alcune educatrici riguardo alla loro esperienza di gruppo misto mettendo in evidenza gli aspetti pedagogicamente positivi, le possibili criticità e le condizioni di contesto che vanno garantite affinché tali criticità siano tenute sotto controllo.


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“Torino incontra Trieste”: viaggi studio di scambio e confronto

Vincenzo Simone

Il gruppo di lavoro”Scambi e Confronti” risulta essere un’occasione per gli educatori ed educatrici di mettersi in campo come “professionisti riflessivi”, tramite la narrazione del proprio lavoro e l’ascolto dell’operato di colleghi di altri servizi.


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Noi parliamo tante lingue

Vincenzo Simone

Il programma «Noi parliamo tante lingue» testimonia il ruolo nodale dei Servizi per l’infanzia e, più in generale della scuola, nel processo di integrazione interculturale, non solo delle nuove generazioni ma delle famiglie d’origine. L’autore ripercorre le azioni compiute, riferisce della partecipazione dei soggetti e della ricaduta dell’intervento.

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Non farà male tutto questo inglese?

Marcella Larosa

Le metodologie presentate, oltre a rendere piacevoli le attività di lingua inglese, contribuiscono ad un apprendimento della lingua più sicuro e autentico.


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Il gioco psicomotorio all’aria aperta: un setting sospeso tra natura e cultura

Alessandro Bortolotti

Attraverso il presente report intendo trattare alcune dimensioni relative al rapporto tra bambini e natura individuate grazie ad una ricerca ispirata allo Studio di Caso. Quest’ultimo riguarda un’esperienza didattica di carattere esplorativo attuata presso scuole dell’infanzia bolognesi dove i percorsi di attività psicomotoria vengono svolti in giardino, sperimentazione resa possibile da condizioni particolarmente favorevoli.

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Agire per Apprendere

L.Stefanini, M. Bonali

 

E' un dato ampiamente condiviso da parte di chi opera nella scuola e, più in generale, in ambito formativo- educativo, che le metodologie e gli approcci oggi impiegati nelle situazioni scolastiche e pre-scolari, non sempre producano gli stessi risultati che alcuni anni fa riuscivano ad assicurare. Si avverte, quindi, nel mondo educativo la necessità di coinvolgere i bambini in un processo che li faccia crescere e permetta loro di raggiungere gli obiettivi che gli adulti considerano importanti per lo sviluppo personale, educativo e sociale. Sono “sul mercato” molte proposte.


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La progettazione nella scuola dell’infanzia
prima parte

Giovanna Criscione ripercorre i passaggi culturali e documentali che portano all’attuale proposta di progettazione triennale, attraverso le Unità Formative, per la scuola dell’infanzia.


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Maneggiare con cura. Corpi, emozioni e pratiche di cura nei servizi educativi per la prima infanzia.

Simona Baratti, Gruppo 0-6, Movimento di Cooperazione Educativa

«Alle educatrici e agli adulti, in genere, spetta dare ascolto, capire veramente, espandere la voce dei bambini. L’ascolto è un gioco di specchi e di rimandi, è impostare un rapporto che sappia di emozioni che si traducono in linguaggio, l’ascolto è negoziazione di significati: è disponibilità ad esserci con i bambini, è avere lo sguardo sottile che registra il cambiamento, è restituzione ai bambini del senso della loro efficacia, è evitare, infine, che i bambini siano “figure di silenzio”


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Con-vivere una mattina speciale al nido

A cura di: Elisa Balducci, Mascia Contucci, Elisa Reggiani

(Educatrici Nido d’infanzia “Il Poggio dei Bimbi” di Poggio Torriana, RN)

Morena Garattoni

(Coordinatrice pedagogica, comune di Poggio Torriana)

L’esperienza riferita nel contributo rappresenta uno dei possibili modi di declinare, in modo operativo e concreto, la partecipazione delle famiglie alla vita del Nido.


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La lettura ad alta voce rivolta a bambine e bambini, una pratica che muove, lega e diverte
LeMileggiamè

a cura di Marianna Langella e le Mileggiamè

Le numerose e creative attività dei Mileggiamè sono raccontate con vivacità da alcune delle protagoniste del progetto.

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La Pimpa nell’armadietto

Alessandra Magini, Silvia Travaglini

Un’“esperienza adulta” di accoglienza e inserimento nell’ambiente di lavoro del Nido d’infanzia ci riporta all’“esperienza bambina” dell’accoglienza e inserimento dei nuovi piccoli …
"Sono arrivata al nido Tilde Bolzani di Anzola il 7 Gennaio 1996. Mi sono presentata con un gran sorriso ed un ciclamino rosa. Sorridevo, ma dentro di me, avevo un gran magone.


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Il giornalino delle notizie dei bambini

Michela Pluda, Emanuela Navarretta

La scrittura di un giornalino di classe offre la possibilità di valorizzare i vissuti dei bambini, di sviluppare la comunicazione con la comunità extrascolastica, oltre che decondizionare i partecipanti rispetto alla visione del mondo che possono ricavare dai mass media.


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Il labirinto dei sensi

Silvana Audano, Amilcare Acerbi

La realizzazione del labirinto ha costituito un’intensa attività che ha portato adulti e bambini ad instaurare una collaborazione e una relazione autentica, a provare emozioni e ad apprendere un rapporto vivo con la natura.

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Alla scoperta della matematica nella scuola dell’infanzia

Claudia Ventura

Quanta matematica c’è nell’ambiente di apprendimento, e quanta nel quotidiano gioco libero del bambino?


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La PED-agògica musicale

Matteo Frasca pone come condizione del “fare musica” lo smantellamento degli stereotipi che ci accompagnano, la generica e diffusa affermazione di “non essere portati per la musica”. Un approccio connotato dall’autobiografia musicale porta il soggetto nel cuore della musica, gli permette di creare musica e di accompagnare i bambini nello stesso percorso.


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Una didattica per i bambini di cinque anni

Giovanna Criscione

Ogni adulto che si occupa di educazione, genitore, educatore, docente, dirigente o coordinatore, si è interrogato, almeno una volta, sulla possibilità dell’anticipo scolastico, sull’opportunità di intraprendere nel corso della scuola dell’infanzia percorsi formalizzati di insegnamento-apprendimento dell’italiano, sulla correttezza di azioni e progetti che “preparano” i bambini alla scuola primaria. L’autrice, con il suo sapere esperto, offre importanti elementi di riflessioni su questioni di non poco conto nel percorso educativo vissuto dai bambini dalla scuola dell’infanzia a quella primaria.


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“Il gioco della sabbia” è una cosa semplice…

Marianna Langella ripercorre la storia del “gioco della sabbia”, mette in luce le sue possibili valenze e ne illustra le fasi di preparazione, svolgimento e valorizzazione.


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Le lingue d’origine e l’italiano L2 al nido

Roberta Nepi

La varietà di lingue e culture in un ambiente educativo porta complessità e opportunità. Nepi Roberta presenta un esempio concreto di educazione interculturale e linguistica che conferma il ruolo del Nido come contesto privilegiato di confronto e apprendimento linguistico.

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Un laboratorio esperienziale: le parole del cibo

Il cibo è alimento ma è anche cultura, come abbiamo sperimentato durante le festività. Roberta Nepi propone un approccio interculturale al cibo, da sperimentare con i bambini, per apprendere l’italiano come seconda lingua.

L’attenzione alla creatività e la centralità del bambino, alla base della pedagogia nell’educazione alla prima infanzia, si uniscono in questo laboratorio con la fiducia nella didattica esperienziale, nel learning by doing, che attraverso la manipolazione, costruzione e realizzazione pratica coinvolge tutti i canali sensoriali, per passare poi gradualmente al livello astratto della lingua.

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Come i bambini scoprono le strategie di apprendimento e costruiscono i loro saperi e le loro teorie
Come gli adulti li accompagnano e come questo processo crea nuovi accessi alla conoscenza

Xkè? Il laboratorio della curiosità è un centro per la didattica delle scienze che dal 2011 svolge laboratori per le scuole primarie e secondarie di I grado, un progetto nato dalla Fondazione per la Scuola, su impulso della Compagnia di San Paolo.

Caterina Ginzburg presenta un percorso laboratoriale tematico nel quale i bambini costruiscono saperi e teorie, gli adulti li accompagnano e insieme creano nuovi accessi alla conoscenza.

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Visioni di culture dell’infanzia 0/6 e oltre

Il progetto di “Casa-Officina”, centro educativo interculturale, ci racconta come una risposta alle esigenze del territorio e della comunità possa arrivare dal privato sociale, in collaborazione col sistema pubblico.
Nell’esperienza di Palermo si realizza con l’attivazione di un servizio integrativo un centro di educazione sperimentale con specificità interculturali (biblioteca multilingue) ed ambientali (la coltivazione dell’orto).

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Un progetto di formazione come buona pratica, dove l’esperienza è origine di nuova conoscenza

Enrica Fontani
Un progetto di formazione che risponda a determinati criteri è una buona pratica a tutti gli effetti e può portare alla costituzione o al consolidamento di una comunità di pratica; nell’articolo si ripercorrono alcune delle prerogative di una formazione che porti sviluppo professionale e miglioramento del servizio e della scuola. Si presenta, per sommi capi, un esempio di formazione operativa che ha coinvolto educatori di Nido e insegnanti di Scuola d’Infanzia in una proposta che ha richiesto di mettere in campo l’esperienza per ridefinire il loro ruolo, in merito agli spazi, nel progetto educativo.

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Abitare poeticamente la Terra

Concetta Monachello
Per quanto sappiano tutto sulla natura, i bambini del quartiere – e, più in generale, della città – difficilmente hanno l’opportunità di avere con essa un rapporto diretto: giocare all’aperto, mettere un seme sotto terra e seguirne le trasformazioni, approcciare un lombrico o osservare una rana, un ragno o una crisalide non sono esperienze alla loro portata. Inoltre, poiché vivono il mondo naturale come estraneo e pericoloso, in genere i loro genitori programmano in toto la loro vita con attività che si svolgono quasi sempre al chiuso o in ambienti totalmente antropizzati: casa, scuola, palestra, parco giochi.

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Fotografia ed educazione: quando le immagini diventano relazioni

Emanuela Cecotti

Nel presente contributo sono riportate alcune pratiche relative alla documentazione fotografica in ambito educativo nelle quali la fotografia diviene strumento per migliorare la relazione e approfondire la comprensione dei significati.

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Intercultourando: sguardi molteplici costruiscono un video-racconto di scuola

La scuola dell’infanzia di Fondo partecipa a un progetto di ricerca, intitolato “Scuola dell’infanzia, intercultura e comunità: come le sfide inclusive sviluppano le risorse sociali di un territorio”, promosso dalla Federazione e finanziato dalla Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, connotato come ricerca-intervento per la promozione di pratiche di sviluppo di comunità intese come l’insieme di tecniche di ricerca, intervento e formazione per la costruzione di strategie di cittadinanza attiva insieme agli attori sociali di una comunità, compresi quelli più periferici.

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Due passi nel bosco e nel borgo per condividere buone pratiche

di Tiziana Ceol e Luisa Fontanari
L’iniziativa, apparentemente semplice, di scambio di progetti didattici educativi realizzati nell’ambiente esterno alla scuola, racchiude e svela forti valenze educative in favore di tutti i partecipanti: per la comunità la riscoperta del territorio e della partecipazione, per i bambini l’occasione di instaurare relazioni e apprendimenti significativi, per gli insegnanti un’opportunità autentica per condividere buone pratiche.

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Due progetti educativi tra “micro” e “macro”, elementi in comune e prospettive diverse

Enrica Fontani

 

Dall’esame di alcuni punti di contatto e di altrettanti elementi di differenza tra due progetti, rivolti ai bambini di scuola dell’infanzia e di nido, scaturiscono alcuni ragionamenti sui bisogni dai quali prendono l’avvio le due proposte, sui destinatari ai quali si rivolgono, sul modo di procedere e di documentare le iniziative. Questo ci fa riflettere sul fatto che un progetto, se ben concepito e condotto, sia qualcosa di “vivo” e rispondente al contesto in cui si svolge e ai protagonisti che lo animano.


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Lo spazio nel progetto educativo: il ruolo dell’educatore

Il tema dell’ambiente inteso come spazio è un elemento fondamentale nella definizione del progetto educativo che si intende realizzare. Secondo una teoria socio-costruttivista dell’apprendimento le strutture, la scelta dei materiali e il modo in cui vengono messi a disposizione dei bambini costituiscono un invito all’esplorazione e alla comunicazione con l’ambiente e tra le persone presenti nello spazio educativo.

(Introduzione ai percorsi formativi operativi per nidi -“Progettare per i piccolissimi”- e scuole d’infanzia -“Dalla progettazione alla giornata Educativa” – del Comune di Genova).

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Piccoli scienziati crescono

Esperienze di educazione scientifica alla scuola dell’infanzia di Ponte Arche

a cura delle insegnanti di Ponte Arche (TN): Doriana Artini, Liana Comai, Cecilia Donini, Erina Onorati, Chiara Tonidandel

L’idea di proporre ai bambini della nostra scuola un percorso di esplorazione di tipo scientifico è nata da un insieme di fattori, promossi e sostenuti dalla formazione, che hanno portato noi insegnanti a modificare nel profondo sia il nostro pensiero nei confronti dei bambini, sia il modo con il quale ci accingiamo a proporre le esperienze e le sviluppiamo con loro.

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Progetto “Eat with your mind”

Il Comune di Genova da tempo si pone come obiettivi: favorire l’adozione di abitudini alimentari corrette per la promozione della salute, garantire attraverso il Servizio Ristorazione la sicurezza alimentare delle mense scolastiche, incentivare l’adesione a progetti di corretta gestione dei rifiuti e lotta agli sprechi. Dunque sensibilizzare la cittadinanza all’importanza del mangiar sano, del recupero dei vecchi sapori e dei piatti tradizionali ed oggi ritiene che si debba fare un ulteriore passo che coinvolga i grandi, ma soprattutto i piccoli: modificare le abitudini alimentari quotidiane cercando di accostarle ai concetti del “buono”, “pulito” e “giusto”.

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Perché un orto a scuola?

Le insegnanti della scuola dell’Infanzia G. Rodari hanno scelto di aderire al progetto “Orto in condotta
(L’iniziativa è promossa da Slow Food) a partire dal 2008, cogliendo la possibilità di “investire” di una maggiore intenzionalità educativa, una parte dello spazio verde esterno alla scuola che, pur essendo molto ampio, non veniva utilizzato in tutta la sua potenzialità.
L’orto si è infatti dimostrato una straordinaria “porta aperta” sul mondo della natura capace di avvicinare il bambino sollecitandone la curiosità ed educandone i sensi, offrendo la possibilità di mettere “le mani in pasta”, di fare davvero esperienza diretta in un contesto che muta ogni giorno.


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Documentare per ricercare strategie come metodo d’azione

Enrica Fontani
 
La documentazione nel sistema educativo si compone di numerose raccolte, predisposte in banche dati strutturate o come repertori tematici, organizzate in singole esperienze oppure in veri e propri centri di documentazione. Questa molteplicità dell’offerta di selezioni di attività didattico -educative è giustificata dal ruolo che riveste il documentazione e la diffusione delle buone pratiche per l’educatore e l’insegnante? Proviamo a ripercorrere e verificare le ragioni a sostegno della documentazione come azione che possa indurre miglioramento professionale.

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“Il veterinario, il dottore, gli animali e la famiglia”

Scuola dell’Infanzia statale “G. Rodari”, Fossano (CN).

Il percorso educativo-didattico qui presentato, è narrato attraverso l’utilizzo di una documentazione ri-costruita con i bambini attraverso fotografie, disegni, cartelloni, frasi significative e nodi concettuali messi in evidenza dall’insegnante.

L’esperienza ha coinvolto un gruppo di 17 bambini, di cui n.11 di quattro anni e n.6 di cinque anni, che si è denominato:“Il veterinario, il dottore, gli animali e la famiglia “ sulla base dei giochi e degli interessi che li hanno accomunati. Il percorso che è scaturito dal gioco del far finta dei bambini, ha impegnato i bambini e l’insegnante per un periodo esteso (da gennaio a giugno) con tempi “slow” in cui si intrecciavano esperienze di gioco e di ricerca generando nuovi saperi e crescita relazionale nel gruppo e nei singoli.


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Il primo giorno di scuola

FRancesco Tonucci

La scuola per il bambino

Che cosa è la scuola per il bambino? È prima di tutto l’inizio di un’esperienza sociale. Un’esperienza che oggi la famiglia non riesce a far vivere al bambino. La città viene vissuta sempre di più come un grande nemico, le famiglie si chiudono negli appartamenti sempre più piccoli, sempre più comodi, sempre più autosufficienti: contengono le macchine per lavare, per cucinare, per stirare, per conservare a lungo i cibi, per divertirsi… si potrebbe uscire anche solo una volta al mese. Bisogna proteggersi dalla strada, dal rumore, dal gas, dai vicini…

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