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I castelli non esistono

“I castelli non esistono” è un libro di immagini disegnato da Manuel Baglieri e curato da Beatrice Vitali, che descrive il gioco dei bambini al nido “Il cavallino a dondolo” e alla scuola dell’infanzia “Al cinema!” della Fondazione Gualandi a Bologna.

Le conte magiche

Agostino melega

 

Nei dialetti italiani sono presenti alcune reliquie linguistiche particolari e curiose, che qui andremo a “spigolare” e a definire “conte magiche”. Esse sono le formule o filastrocche usate nei “preliminari di scelta”, messi in atto dai bambini all’inizio dei loro giochi.


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“Alle bambine regalate le bambole e il meccano: così io sono diventata la signora delle comete”.

CRISTINA NADOTII intervista Amalia Ercoli-Finzi Due minuti al telefono e di Amalia Ercoli-Finzi ci s’innamora. A 80 anni la prima ingegnera aerospaziale in Italia, la direttrice del progetto Rosetta per lo studio delle comete, ha il piglio travolgente di una giovane donna che cavalca il futuro. «Fa bene il Politecnico

Gioco della sabbia: tanto per capire qualcosa

Lella Ravasi Bellocchio

Nasce da un test inglese, “il gioco del mondo”, della pediatra Loewenfeld, negli anni Trenta, questo gioco-costruzione delle immagini come rappresentazione simbolica. Viene poi raccolto, arricchito e in qualche modo reinventato da Dora Kalff, allieva di Carl Gustav ed Emma Jung. Con il timbro pionieristico di cui era capace, Dora Kalff collaborava con il Kantonsspital di Zurigo, lavorando in particolare con pazienti intrattabili con cure normali, sofferenti di malattie psicosomatiche, risolvendo casi impossibili. La cosa mi interessava molto. Ero affascinata dalle immagini, dalle diapositive che Dora Kalff mostrava raccontando la patologia e la cura, come lo ero dal suo studio ricavato all’interno di una casa del Seicento vicino a Zurigo, una casa con un’impronta, un’aria quasi “magica”, come ancor più mi appare oggi che so, da poco, che lì aveva vissuto Goethe. Un altro mondo.

In cortile: gioco libero! Ma come? Libero da che cosa?

Amilcare Acerbi

Siamo sicuri che l’educazione alla sicurezza passi solo per divieti e raccomandazioni? Un uso “pensato” degli spazi aperti, dei cortili, dei giardini favorisce nel bambino l’educazione al rischio, l’esplorazione, l’autonomia, la conoscenza del proprio corpo, l’esercizio della socialità. L’autore propone alcuni esempi realizzabili per recuperare il senso del gioco all’aperto.

Il giardino creativo dei piccoli

Amilcare Acerbi

Le zone gioco illustrate sono progettate dai grandi per i piccoli con particolare attenzione innanzitutto al divertimento insieme alla motricità ed espressività vissute in modo creativo ed autonomo. L’ambiente è il contesto e, insieme, il protagonista dei giochi realizzati nel giardino creativo dei piccoli.


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