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Finalmente… si può smettere di parlare di nidi

Finalmente qualche differenza su chi sono i bambini inizia a serpeggiare: ci sono quelli italiani, nati da italiani, che sono altro da quelli che arrivano da là, fuori Italia (ma anche gli americani? I neozelandesi? altri?) e da quelli che proprio non sono stati direttamente fecondati da papà e mamma durante un naturale rapporto sessuale. Che, va detto, purchè sia stato pensato e voluto con finalità del concepimento, altrimenti il lato puramente voluttuoso o libidinoso dell’atto potrebbe produrre, attraverso un rapido mutamento epigenetico, una genia malamente rivolta al piacere, fisico ed estetico, con ciò minando alla base la formazione di una gioventù che invece deve tendere a quel tasso di insoddisfazione progressiva necessaria al “soccorso attraverso il consumo” per sentirsi realizzata.

Salvate almeno i bambini 0/3

Riprendiamo per il nostro editoriale il titolo ed i contenuti che Dario Missaglia, presidente nazionale dell’Associazione Proteo Fare Sapere ha dedicato al tema dell’infanzia all’interno del PNRR sottolineando rischi e urgenze nell’attuale momento politico.

Il consiglio UE approva una garanzia europea per l’infanzia

Nell’intervista a cura di Ferruccio Cremaschi, la senatrice Anna Serafini sottolinea come le risorse del PNRR finalizzate ad affermare il diritto all’accesso a un sistema di servizi integrati di qualità, debbano essere “accompagnate da una strategia molto forte, da una guida molto forte che riguarda per esempio la costruzione, la gestione, la custodia, l’aiuto nelle località del Sud del Paese, nel guidare la programmazione dei nidi, nel guidare la programmazione non soltanto la costruzione dei nidi, ma anche l’impianto pedagogico dei nidi”. Ci si pone l’ambizioso obiettivo della frequenza del nido al 50 % dei bambini in età (rispetto all’attuale 33%), a questo si affianca il tema della gratuità del servizio.


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Priorità e prospettiva

Stiamo vivendo un momento strano nel campo dei servizi educativi.
Come non mai avvenuto in passato, si è creata una disponibilità di risorse economiche mai vista. Ma quali risultati effettivi potremo raggiungere?

Gli Asili Nido in Italia non sono tutti uguali

Intervista a Giuseppina Princi a cura di Ferruccio Cremaschi

Il nostro interesse nasce dalla lettura di un articolo dell’Huffington Post del 26 novembre 2022: “Gli asili Nido in Italia non sono tutti uguali: il PNRR rischia di aumentare il gap tra Nord e Sud”.
Nell’articolo Teresa Bellanova e Davide Faraone evidenziano il perenne corto circuito dei Nidi, dove sia gli interventi previsti dal PNRR, ma, soprattutto i progetti di autonomia differenziata, attraverso la certificazione della spesa storica sembrano portare a una cristallizzazione del divario nord-sud.
Abbiamo interpellato direttamente uno dei soggetti protagonisti di questa vicenda: la vicepresidente della Regione Calabria, pere entrare nel vivo dei problemi e delle dinamiche in essere.

La meta-pedagogia negli occhi curiosi di un bimbo

A 105 anni Francesco De Bartolomeis avanza proposte divergenti: puntare sulla scuola dell’infanzia, rovesciare le cronologie (dall’oggi ai Sumeri), una geografia che vada dal “locale” ai dati satellitari, scienze e matematica come “astrazione che spiega la concretezza”. Imparare a imparare e insegnare a insegnare nella prolusione del rettore del Politecnico di Torino

Piero Bianucci – La Stampa 20 Gennaio 2023

La scuola al contrario

Piero Bianucci – La Stampa – 06 Dicembre 2022

 

L’Istruzione ha perso l’aggettivo “pubblica”, 700 scuole spariranno, soldi tolti alla formazione per darli a scuole private e burocrazia. Due libri invitano a ragionare sulle “scienze della formazione”, parole che Umberto Margiotta sostituì a “pedagogia”. Francesco De Bartolomeis a 104 anni pubblica un libro sull’importanza di esporre all’arte i bambini da 3 a 6 anni. Mai semplificare ciò che è complesso. D’Azeglio batte Cavour.

La nuova denominazione “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, una uscita infelice del suo titolare Giuseppe Valditara, il taglio di finanziamenti alla scuola e l’Eduscopio 2022 della Fondazione Agnelli suggeriscono qualche riflessione a proposito della disciplina che una volta si chiamava Pedagogia (era così al tempo dei miei esami con Luigi Pareyson e Pietro Chiodi all’Università di Torino) e ora si chiama Scienze della Formazione…

Scuola, perché il merito va fatto fiorire

Chiara Saraceno parla di merito, di quanto sia una forza democratica che contrasta discriminazioni e privilegi. Ma prima di essere riconosciuto va alimentato. Il ministero dell’Istruzione dovrà costruire le condizioni perché a tutti i bambini, a partire dai più svantaggiati, sia garantito il diritto costituzionale ad avere le risorse per il pieno sviluppo della personalità, capacità incluse.

Facciamo il punto sullo zerosei

Gianluca Lombardo, in questa intervista a cura di Ferruccio Cremaschi, racconta il processo che ha portato all’elaborazione delle Linee pedagogiche, uno dei punti cardine dell’attuazione del sistema integrato 0-6 (decreto legislativo 65/2017), in quanto avviano il percorso di costruzione di un curricolo nazionale. Delinea, in chiusura, l’orizzonte futuro, “la costruzione di forme di supporto strutturato per le Regioni e i coordinamenti pedagogici territoriali e un canale di dialogo continuo con i territori per la qualificazione di tutto il sistema integrato zerosei”


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In viaggio con Amilcare

  Con la pubblicazione di questo speciale fascicolo, a un anno dalla scomparsa, abbiamo voluto ricordare Amilcare Acerbi, un amico, un educatore, un ricercatore il cui percorso si è intrecciato…

Contributo alle scuole per abbonamenti a riviste

Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha pubblicato due nuovi avvisi per l’anno 2021 destinati alle istituzioni scolastiche statali e paritarie che prevedono la possibilità di accedere ad un contributo fino al 90% della spesa per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore, in formato cartaceo o digitale.

Per usufruire di tale contributo, è necessaria la delibera del Collegio dei docenti e di Istituto che individua, nell’ambito dei prodotti editoriali ammessi al contributo le testate riconosciute come utili ai fini didattici.
Zeroseiup ha le caratteristiche richieste per rientrare nella scelta: iscrizione presso il Tribunale di Bergamo n. 1963/2015 reg. stampa 14 del 26/05/2015

Anno nuovo, questioni “vecchie”

Ferruccio Cremaschi

È iniziato un nuovo anno educativo, con molte speranze ma ancora tra molte incertezze e ombre. Prevedere come sarà, dipende da troppe variabili non facili da gestire e da governare. Dobbiamo tutti esprimere un grande grazie e un grande incoraggiamento a educatrici e insegnanti che rimettono in gioco tutto il loro impegno e la loro passione a favore e insieme a bambine e bambini che vivono la loro crescita in questo momento particolarmente difficile.

Linee pedagogiche per il sistema integrato – Le dirette

Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, in occasione della consultazione lanciata dal M.I.U.R. sulle Linee pedagogiche presentate il 31 marzo dalla Commissione Nazionale organizza, attraverso i propri Gruppi Territoriali, una serie di incontri di discussione e approfondimento.

Registrazioni degli incontri, i materiali presentati in diretta, approfondimenti e interviste.

Sistema integrato qualcosa si muove

Dopo diverse vicissitudini legate al cambio dei Ministri competenti negli ultimi anni, la Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, istituita ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, ha approvato le Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”. Avviamo anche da parte nostra una riflessione chiedendo ad autorevoli protagonisti della politica educativa, dell’amministrazione e della vita delle istituzioni di intervenire su diverse questioni aperte dal documento. Apriamo il nostro percorso interpellando la dottoressa Maria Rosa Silvestro, dirigente tecnico del Ministero dell’istruzione e componente della Commissione.

A cura di Ferruccio Cremaschi

Sistema integrato: qualcosa si muove

Dopo diverse vicissitudine legate al cambio dei Ministri competenti negli ultimi anni, la Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, istituita ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, ha approvato le Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”.

Incominciamo da parte nostra una riflessione chiedendo ad autorevoli protagonisti della politica educativa, dell’amministrazione e della vita delle istituzioni di intervenire su diverse questioni aperte dal documento.

Apriamo il nostro percorso interpellando la dottoressa Maria Rosa Silvestro dirigente tecnico del Ministero dell’istruzione in servizio presso la d.g. per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione.

Restituiamo la parola a bambini e ragazzi – Rodari al tempo del Covid 19

Amilcare Acerbi

Maestre e professori sono tornati in cattedra ed hanno riavuto anche la loro pedana. Da lì sopra, grazie alla DAD, hanno impartito lezioni per tre mesi ai loro scolari/alunni e grazie a Whats app, Skipe, Zoom e altre piattaforme hanno tentato di raccogliere i risultati individuali delle proprie indicazioni. Nessun brusio, nessuno scambio di nascosto tra gli allievi, tanto meno risultati di lavori di gruppo. Con un’unica tacita promessa di fondo: alla fine dell’anno “saremo buoni”.

Il vecchio dottore

Dario Arkel

IL VECCHIO DOTTORE, edito da Zeroseiup, è un libro prezioso, perché leggendolo ci troviamo proprio di fronte alla genuinità di Korczak che parla finalmente in modo diretto con i bambini; la cosa veramente preziosa è che come parla Korczak ai piccoli dovremmo imparare noi genitori e insegnanti a farlo: la lotta di Korczak è proprio tra il bambino e l’adulto e aggiungerei tra il bambino e le istituzioni. Vale a dire, manca per il bambino una emancipazione diretta ad essere il fulcro della società, talvolta direi anche preso in considerazione dalla società.

E adesso da dove si riprende?

Nell’intervista a Donatella Savio, a cura di Ferruccio Cremaschi, vengono alla luce le profonde implicazioni pedagogiche che hanno sui bambini, oltre che sugli adulti, le scelte organizzative necessarie per il contenimento della pandemia. Si riflette su possibili correttivi per attenuare le conseguenze di una comunicazione educativa “deformata” dalle norme di distanziamento.


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Non chiamiamola solo DAD

Il tempo della distanza La sospensione dei servizi educativi e formativi  causata dal Covid 19, ha determinato una situazione grave e difficile, per tutti, bambini e bambine,  famiglie, maestri e…

Ma alla famiglia servono anche i nidi

Chiara Saraceno e Giorgio Tamburlini

Un’importante novità della manovra finanziaria è l’istituzione del Fondo famiglia. Vi confluiranno i diversi bonus che in questi anni sono stati introdotti a sostegno di chi ha un bimbo piccolo – dal bonus bebè al bonus nido – cui vengono aggiunti 600 milioni di euro.

Se uguaglianza non fa rima con libertà

Luigi Manconi e Valeria Fiorillo
Per i giudici lasciare che ciascuno consumi il proprio pasto familiare vorrebbe dire accettare disparità tra gli alunni.

Le vite di chi cerca rifugio in Europa hanno un valore diverso e inferiore rispetto alle vite di coloro che vengono da realtà favorite.

Educazione è politica

Ferruccio Cremaschi

“La pedagogia è sempre una questione politica indipendentemente da quanto ne siamo consapevoli … Significa chiaramente affrontare scelte politiche.”

(Loris Malaguzzi)

Abbi cura di te

Le patologie di origine professionali nelle lavoratrici e nei lavoratori dei nidi e delle scuole dell’infanzia. Il 50% lamenta problemi di schiena e aggressioni verbali ai danni delle lavoratrici

La nostra scuola non educa

Umberto Galimberti

Perché non è in grado di seguire i processi emotivi e sentimentali degli studenti attraverso i quali si forma un uomo.

Che fa la scuola per l’educazione dei sentimenti? Nulla.

La condivisione di attività e di attenzione fra i bambini nella prima infanzia: la dimensione spaziale nel setting pedagogico e il ruolo dell’educatore

Lo studio propone un’analisi dei processi attraverso i quali gli aspetti materiali e simbolici dell’ambiente interagiscono con le attività dell’educatore, determinando l’esperienza del bambino in un centro per la prima infanzia. Quest’analisi riveste un interesse particolare sia per la pratica educativa sia per la comprensione dei processi di sviluppo nel secondo anno di vita dei bambini. In questo periodo avvengono dei cambiamenti importanti nell’interazione dei bambini con la componente fisica e sociale dell’ambiente circostante, per quanto riguarda il loro sviluppo cognitivo e l’acquisizione della capacità di muoversi autonomamente.

Gli aiuti alle mamme
I mille giorni decisivi per i bambini

Chiara Saraceno

Le disuguaglianze sociali colpiscono già alla nascita e proseguono nell’infanzia, con conseguenze per tutta la vita.

Incidono sulle condizioni di salute con cui si viene al mondo, sulle chances di sopravvivenza nel primo anno di vita. Come mostrano ricerche fatte nei paesi sviluppati rispetto ai bambini nati da genitori non poveri, quelli nati da genitori poveri hanno probabilità quasi doppie di nascere sotto peso e di morire nel primo anno di vita, e doppie di sperimentare una breve ospedalizzazione nel primo anno di vita.

Zerosei: lo stato dell’arte

Per provare a delineare lo stato dell’arte del decreto legislativo n°65/2017 sul sistema integrato di educazione e istruzione 0/6 è opportuno che anticipiamo una veloce carrellata di tutti i provvedimenti…

Imparare da piccoli e piccolissimi

Come imparano i bambini piccoli?

Tutti concordiamo sul fatto che nei primi 3-4 anni di vita il bambino “impara” molto di più che in qualunque periodo successivo, e quest’apprendimento avviene in una serie di campi molto diversi fra loro. Ma… come imparano i bambini tutte queste cose? Siamo abituati a pensare che gli adulti insegnino ai bambini, e abbiamo una certa idea di cosa vuol dire insegnare. Però molto poco di quello che i bambini imparano in questi anni dipende da un insegnamento esplicito, formale da parte degli adulti: come si insegna a un bambino a camminare? E a parlare? Certamente, possiamo “stimolare” in tanti modi l’apprendimento del linguaggio, ma chi e come insegna ai bambini l’accento locale con cui parlano l’italiano (o qualunque altra lingua)? Eppure tutti lo imparano!

Condizioni che influenzano lo sviluppo motorio

Come assicurare al bambino il sostegno dell’adulto in questo “cammino verso il cammino”, organizzando fin dall’inizio del suo percorso verso questa momento cruciale di sviluppo, risposte e condizioni adatte a un agire libero e indipendente? Quale immagine di bambino è sottesa alle pratiche del “ movimento libero” fin dalla nascita ? Su questo tema la ricerca e la pratica di Emmi Pikler hanno lasciato il segno nella storia della psicopedagogia infantile. I suoi principi e riflessioni, sia per educatori sia per genitori, relativi allo sviluppo autonomo dei movimenti nei primi anni di vita del bambino, sono stati ripresi e reinterpretati da moltissimi servizi educativi a livello nazionale e internazionale, andando a costituire uno dei fondamentali tasselli della cultura pedagogica d’infanzia, in particolare per la fascia dei lattanti.

Ciao Irene

Dedichiamo il primo numero della rivista 2019 al ricordo di una grande amica che ha sostenuto per tutta la vita battaglie impegnate per la democrazia e l’educazione. Ha partecipato da…

Mamma me lo compri?

I BAMBINI IMPARANO FIN DA PICCOLISSIMI A CHIEDERE (E OTTENERE). VA BENE? NO. PERCHÈ IL SENSO DI SÈ DEVE ANDARE OLTRE IL POSSESSO DEGLI OGGETTI di Rita Balestrero Circolano su…

La scuola impreparata

Chiara Saraceno

La disorganizzazione e la perdita di tempo danno a ragazzi e genitori l’idea che l’istruzione non sia una cosa seria.

Cambiano i governi e i ministri della Pubblica istruzione, ma l’inizio dell’anno scolastico nel nostro Paese si presenta sempre come un fenomeno emergenziale. Come se fosse qualcosa di imprevisto e ingovernabile, cui non si può arrivare davvero preparati, in modo che dal primo giorno le lezioni si svolgano regolarmente, con gli insegnanti al loro posto, il tempo pieno, ove previsto, funzionante, il servizio mensa attivo, le palestre agibili.

Cari insegnanti, ripensiamo il nostro ruolo per costruire il dialogo

Cari insegnanti, ripensiamo il nostro ruolo per costruire il dialogo

Lettera aperta di Franco Lorenzoni, maestro elementare, per una scuola che contribuisca alla costruzione di una società aperta
di FRANCO LORENZONI

Care colleghe e colleghi insegnanti,
come tanti, mi domando in questi mesi cosa sia possibile fare per arginare la crescente intolleranza verso chi emigra nel nostro Paese. Il clima sociale sta mutando a una velocità impressionante. La mentalità intollerante e razzista sta crescendo intorno a noi: è un dato di fatto. Come educatore, non posso accettare che una ragazza di Milano che ha il padre africano confessi a sua madre di aver paura a uscire di casa. Credo che, per contrastare il veleno del razzismo, noi insegnanti siamo chiamati a ripensare il nostro ruolo. Abbiamo responsabilità ineludibili riguardo alla difficile costruzione di una società aperta.

Garantire i diritti

In una società “liquida” come sta diventando l’Italia, non basta affermare i diritti (in questo caso di tutti i bambini a frequentare la scuola senza rinunciare avere una scuola di alta qualità).

Situazioni critiche si presentano continuamente e richiedono una riflessione attenta per dare risposte adeguate alle specifiche realtà. Non esiste un’unica soluzione, non sono i bambini che debbono adattarsi alle strutture, ma va rimessa in discussione questa organizzazione se non risponde ai “diritti” di bambini e bambine concreti e reali.

Oggi alla ribalte delle cronaca è la situazione di Monfalcone (che documentiamo con un articolo del Corriere della sera, la lettera del garante e una lettera del movimento nato in risposta al’iniziativa dell’Amministrazione locale), ma molte sono le città già investite dal problema o che saranno coinvolte nel prossimo futuro.

COME SI E TRASFORMATA LA NOSTRA SCUOLA?

Umberto Galimberti Ha abbandonato ogni intento formativo per limitarsi alla valutazione delle prestazioni oggettive. I tratti che la nostra scuola va assumendo, e che individuiamo nella pianificazione, nell’imprenditorialità, nell’organizzazione, nella…

Essere mamme Ribelli oggi

di Giada Sundas Essere mamme Ribelli oggi vuol dire essere donne libere. Non abbiate paura di essere madri Ribelli perché in realtà vuol dire solamente essere madri normali, umane, disposte…

Gioco della sabbia: tanto per capire qualcosa

Lella Ravasi Bellocchio

Nasce da un test inglese, “il gioco del mondo”, della pediatra Loewenfeld, negli anni Trenta, questo gioco-costruzione delle immagini come rappresentazione simbolica. Viene poi raccolto, arricchito e in qualche modo reinventato da Dora Kalff, allieva di Carl Gustav ed Emma Jung. Con il timbro pionieristico di cui era capace, Dora Kalff collaborava con il Kantonsspital di Zurigo, lavorando in particolare con pazienti intrattabili con cure normali, sofferenti di malattie psicosomatiche, risolvendo casi impossibili. La cosa mi interessava molto. Ero affascinata dalle immagini, dalle diapositive che Dora Kalff mostrava raccontando la patologia e la cura, come lo ero dal suo studio ricavato all’interno di una casa del Seicento vicino a Zurigo, una casa con un’impronta, un’aria quasi “magica”, come ancor più mi appare oggi che so, da poco, che lì aveva vissuto Goethe. Un altro mondo.

La felicità matematica

AVERE I NUMERI Intervista al filosofo Alain Badiou che ha scritto l’Elogio delle matematiche a cura di Chiara Valerio.   Alain Badiou è uno dei grandi filosofi viventi, il suo…

Come raccontare la paura

Le parole giuste per non turbare i più piccoli. Da sempre bambini e adolescenti sono stati testimoni silenziosi e impauriti delle violenze degli adulti. Eppure dare loro delle risposte si…

Se il papà cambia pelle

Diventano padri sempre più tardi, ma sono padri sempre più coinvolti. Il primo Rapporto sulla paternità in Italia, offre uno spaccato di come stia cambiando anche in Italia, come in altri Paesi sviluppati, il modo di essere e fare i padri.

Quella figlia perduta

Chiara Saraceno Qual è il diritto da privilegiare nel decidere con chi deve stare un bambino, quello alla stabilità affettiva e identitaria di una bambina che non conosce altri genitori…

Hanno vinto i bambini. Perché nessuno nasce di serie B

“Padri gay, via libera all’adozione”. La rivoluzione scritta dai giudici.

Il Tribunale di Firenze riconosce il diritto a due coppie: è la prima volta in Italia.

Michela Marzano

Il riconoscimento da parte del Tribunale per i minorenni di Firenze dell’adozione di due bambini da parte di una coppia gay non è soltanto un passo avanti nel riconoscimento dei pari diritti per le coppie eterosessuali e omosessuali.

Mai come in questo periodo sentiamo parlare di vaccini…qualche riflessione sul tema.

Un’approfondita riflessione di Loredana Bondi sull’obbligatorietà o meno dei vaccini.

Di fronte al vasto movimento di opinione che mette in discussione la validità ed efficacia dei vaccini, evidenziandone i rischi per la salute dei bambini, l’articolo fornisce accurate informazioni storiche e legislative sul tema, sui risultati della ricerca medica in merito al rapporto rischi/ benefici e analizza i provvedimenti normativi vaccinali a livello regionale, nazionale ed europeo.

L’obiettivo “vero” del Gruppo di Firenze e della lettera dei 600 ovvero la petizione a orologeria.

Cinzia Mion

Ho intenzione anch’io di intervenire in merito al “Gruppo di Firenze” che ha promosso la tristemente famosa petizione “Contro il declino dell’italiano a scuola-Lettera aperta di 600 docenti universitari” su cui sono intervenute molte persone competenti, linguisti, docenti, associazioni professionali, ex-sottosegretari: tutti altamente legittimati a dire la loro in una specie di contro-petizione che ha messo insieme delle stimolanti e quanto mai adeguate nonché raffinate argomentazioni al fine di depotenziare il velenoso documento.

Sbatti l’asilo in prima pagina

Il commento di Arturo Ghinelli su due recenti casi nazionali che coinvolgono gli asili nido e chiamano ancora una volta in causa la scarsa “cultura dell’infanzia” che caratterizza il nostro Paese e i rischi che corre .

L’alternanza Scuola-lavoro e il binomio Capire/Riuscire.

In questi giorni nel mondo educativo ed istituzionale delle scuole superiori si è acceso il dibattito sulla importanza dell’imparare “dentro e fuori la scuola”

Cinzia Mion ci introduce nel suo contributo ad autori e teorie cognitive che si offrono come sfondo alla connessione Capire /Riuscire e ci aiutano a comprendere gli orientamenti in grado di sostenere e accompagnare la proposta della alternanza scuola-lavoro.

Almanacchi e lunari

Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi? Almanacchi per l’anno nuovo? Sì signore. Credete che sarà felice quest’anno nuovo? Oh illustrissimo sì, certo. Come quest’anno passato? Più più assai….

Le scorciatoie portano sempre alla meta?

Mirella Castagnoli
II panino da casa è una scorciatoia che salta tutti i valori solidali, applica il “ciascuno per sé”, non garantisce di fatto la qualità, pone problemi d’igiene, di salubrità (un panino al giorno toglie il medico di torno?), di panino freddo /vivanda da scaldare, ecc.

Parenting

Essere genitori non è un mestiere ed è sbagliato voler determinare il destino dei figli, Che vanno accompagnati ma poi lasciati andare. La psicologa Alison Gopnik demolisce le tendenze educative a base di “sostegno e controllo”.

L’amore non si conta in ore

Umberto Galimberti

I bambini non hanno bisogno di tempo “di qualità”. Ma di tanto tempo trascorso con loro. Perché è così che imparano a distinguere il bene dal male.

Ogni tanto mi chiedo se nella nostra civiltà, tutt’altro che liquida, perché cementata dalle regole ferree dell’economia, sia ancora possibile mettere al mondo bambini e prestar loro quell’attenzione di cui necessitano per costruire un’identità positiva che garantisce una sicurezza di base per tutta la vita.

Se serve il giudice per affermare un diritto di tutti

Chiara Saraceno

Tutti i bambini dall’anno in su in Germania hanno in linea di principio diritto ad avere un posto al nido. Questo diritto è stato introdotto nel 2013 non solo per favorire l’occupazione delle madri e il loro ritorno al lavoro dopo 1’anno di congedo ben remunerato cui hanno diritto dal 2007, ma per ridurre le disuguaglianze di partenza tra bambini, offrendo a tutti, indipendentemente dalla condizione lavorativa della madre e dalle condizioni famigliari, pari opportunità educative.

Telecamere 1

Arturo Ghinelli

Il pedagogista Daniele Novara boccia come «follia» la legge appena approvata dalla Camera, che consente l’installazione di telecamere di videosorveglianza in asili, scuole, istituti per anziani e disabili allo scopo di prevenire abusi e maltrattamenti. «I bambini sono sicuri quando hanno buone maestre. Bisogna ripartire dalla selezione e dalla formazione, le telecamere sono una scorciatoia. I maltrattamenti capitano in tutto il mondo, noi siamo i primi a pensare di risolverli con le telecamere: o siamo i più furbi o siamo i più cretini»

La crociata di Bergoglio contro la teoria gender

Chiara Saraceno

I nemici del matrimonio non sono la povertà e più in generale le ristrettezze economiche che non consentono di fare progetti per il futuro, la disuguaglianza tra uomo e donna dentro e fuori la famiglia, un’organizzazione del lavoro che lascia poco spazio alla vita privata. Non lo sono neppure i matrimoni forzati e precoci, con il loro seguito di sesso imposto a quasi-bambine e gravidanze precoci.

Se il gender a scuola aiuta a combattere le discriminazioni

Michela Marzano

“Una cosa è la persona che ha una tendenza omosessuale o anche che cambia sesso”, ha detto l’altro giorno Papa Francesco per spiegare quanto dichiarato in Georgia a proposito dell’ideologia gender. “Un’altra è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica”, ha concluso il Pontefice. Ma a quali insegnamenti si riferisce esattamente Papa Francesco? Che cosa vuol dire “cambiare la mentalità”? Cos’è questo benedetto “gender” di cui tanto si parla e che, di fatto, è solo il termine inglese per il quale esiste ovviamente una traduzione italiana, ossia l’espressione “genere”?

Le due madri

Ho letto con empatia e risonanza emotiva molto forte la lettera rimasta anonima.”Io, mamma lavoratrice, non ce l’ho fatta”, indirizzata a Beppe Severgnini, apparsa alcuni giorni fa sul Corriere della…

Bambini: non è più tempo di favole.

«C’era una volta…». Così iniziavano le favole… Ma oggi, al tempo di internet, app e televisione, i nostri bambini leggono ancora le favole che hanno per protagonisti eroi pronti a tutto per far trionfare il bene? Negli Stati Uniti la National Rifle Association, un’organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco, sul suo blog ha iniziato a riscrivere i classici per bambini mettendo in mano ai protagonisti fucili e pistole. E che dire delle favole “gender” che sono state al centro di polemiche in alcune scuole in Veneto e in Toscana?

Bravi maestri si diventa

The economist, Regno Unito

Saper insegnare non è un talento innato. E non s’impara neanche con una laurea in pedagogia: a fare la differenza è il lavoro in classe e il confronto con gli altri.

Per gli studenti di undici e dodici anni della sua classe di matematica Jimmy Cavanagh è un insegnante nato. È affettuoso ma determinato. Ha la voce forte. Quando la risposta è corretta sorride. L’80 per cento dei suoi alunni alla North star academy di Newark, nel New ]ersey, viene da famiglie che hanno bisogno di aiuto per pagare la mensa scolastica.

La scuola dei bambini

Arturo Ghinelli
Omran, che avrà 20 anni nel 2030, chissà se potrà andare a scuola, correre, giocare con i suoi fratelli. Se imparassimo la lezione che ci ha detto, potrebbe accadere.

La moltiplicazione dei genitori

Gustavo Pietropolli Charmett, psichiatra e psicoterapeuta

La sempre più frequente rottura del patto coniugale impone una ridefinizione dei ruoli degli adulti e dei loro rapporti con i figli: entrano in campo figure che devono giostrarsi tra bisogno di mostrare autorevolezza e i rischi di rifiuto.

Non è soltanto la biologia a determinare le funzioni della madre e del padre: lo dimostra il vissuto delle nuove famiglie.

L’altra metà del lavoro

Più cresce l’occupazione delle donne, più si crea reddito e più si fanno figli.
Ma pesa il divario “domestico” di genere: la fatica non retribuita è distribuita male. In particolare in Italia.
Va ricompensato e inquadrato il lavoro di cura femminile ?
E’ cambiato e come il modello di cura dei figli nelle società avanzate?
Quali nuove trappole per donne e uomini di nuova generazione alle prese con gli impegni genitoriali e il lavoro ?
L’ inchiesta di Elisabetta Muriti, giornalista di Ddonna La Repubblica, mette a confronto dati, voci internazionali, analisi, ricerche, proposte: dal lavoro femminile di cura retribuito, al part time e monte ore di cura non retribuito per tutti, fino agli investimenti per asili nido di qualità, per terminare con le solite “donne forti” che, bando ai sensi di colpa, alla fine ce la fanno sempre a gestire tempi, figli e lavoro.

Co-costruire per realizzare servizi efficaci per i bambini e le famiglie

Franca Manoukian, psicologa Studio A.P.S.

Ritrovo in questo seminario tante persone che conosco perché negli anni scorsi ho condiviso con loro dei percorsi formativi, animati da un impegno a ricercare modalità organizzative e operative più adeguate: ci univa e ci sosteneva l’obiettivo di realizzare dei servizi sempre più rispondenti alle esigenze e alle domande dei bambini e delle loro famiglie, misurandosi con le risorse e con i vincoli istituzionali, economici, culturali, con le fatiche e le difficoltà inevitabilmente inscritte nelle quotidianità delle interazioni.

Delle telecamere e del sospetto

Arturo Ghinelli
Tornando alle maestre che maltrattano i bambini, difenderle proprio non si può; però, forse, si può capire perchè raggiungono un tale livello di disumanità.
Una spiegazione possibile è che sono stressate…

La ricerca dei percorsi di integrazione per i bambini con handicap

Carla Gaddi, psicologa

Il tema dell’integrazione è complesso ed appassionante: i livelli di inclusione di persone diverse per origini, storia e caratteristiche individuali costituiscono infatti un indicatore significativo dei livelli di civiltà raggiunti; è possibile apprezzare, leggere la fisionomia etica di un contesto sociale, di una nazione, di un popolo, di una città a seconda di come la questione dell’integrazione viene elaborata ed affrontata.

Due importanti progetti di continuità educativa: la formazione con l’osservazione e le sezioni di raccordo nido-materna

Mimma Noziglia, psicologa , Milano

Ho scelto di parlare di “continuità educativa”, non soltanto per ricordare due importanti momenti di formazione rivolti alle educatrici dei Nidi e delle Scuole dell’infanzia, ma per sottolineare come il bambino per crescere abbia bisogno di una continuità di cure, di relazioni – all`interno della propria famiglia e con le altre persone cui viene affidato, nel nostro caso le educatrici.

Educazione, formazione, istruzione

Fulvio Scaparro, psicologo e psicoterapeuta

Sono felice per l’elezione di Obama ma non condivido e anzi trovo pericolose e controproducenti le attese messianiche sintetizzate in titoli a tutta pagina nei quotidiani di oggi, del tipo “Il mondo è cambiato”, “Il mondo è a una svolta” e simili. Questa mia opinione serve a entrare direttamente nel tema attorno al quale stiamo oggi discutendo.

Assistenza o educazione? I bisogni dei bambini come base per pensare ai servizi per I’infanzia


Ida Finzi, psicologa e psicoterapeuta

Ho cercato di pensare al tema di oggi partendo da quello che è stato il mio percorso e quindi dall’angolatura della psicologia dell’infanzia. Ho lavorato per più di trent`anni nei servizi pubblici di Milano nell’area della psicologia materno-infantile; ero prima nei Servizi Medico-Psico-Pedagogici Comunali, poi Ussl poi Asl; ho fatto tutto il percorso dei Servizi Territoriali e ripensando a partire da questa esperienza mi sono venute in mente alcune osservazioni.

Entrare in anticipo per uscire in ritardo

Arturo Ghinelli

Come vecchio maestro non posso che confermare queste affermazioni e augurarmi che ogni disposizione di legge che attualmente prevede l’iscrizione anticipata alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria venga cancellata per salvaguardare i diritti dei bambini, naturalmente abbassando di pari passo notevolmente le rette degli asili nido e delle scuole dell’infanzia.

Educhiamo i nostri figli a stare dalla parte delle bambine

Matteo Bussola

Ai maschi, da bambini insegnano che le femmine non si picchiano neanche con un fiore. Da piccolo mi chiedevo il perché, visto che alle bambine il contrario non lo insegnano mica. Se ci educano da subito a non esercitare aggressività sull’altra metà del cielo è forse un indizio: l’idea che un germe di violenza abiti dentro ogni maschio, o questa cosa non avrebbe motivo di esser detta, nemmeno scomodando i fiori.

Ricordo di J. Bruner

Cinzia Mion

Correva l’anno 1963 ed io mi ero appena iscritta al Movimento di Cooperazione Educativa sull’onda di un illuminante incontro con una docente del movimento, incontro che a suo tempo ho già raccontato nel ricordo di Mario Lodi. Era il mio secondo anno di ruolo come docente alla scuola elementare. Fu durante una riunione del gruppo di Treviso che Ines Casanova arrivò con un libro tenuto come una reliquia. Era di un autore nuovo, un tale Bruner, dal titolo “Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture” della casa editrice Armando Armando.

Gli spettri dell’ambivalenza

Lea Melandri

TEMPI PRESENTI.
Il lavoro di cura e domestico, la centralità delle donne nella vita pubblica segnalano alcune contraddizioni delle teorie sull’emancipazione femminile. Una lettura sulla trasformazione delle relazioni tra i sessi

Bambini trattati male

recensione di Paola Marchesin

Il saggio breve di Paolo Perticari, dal titolo “ Bambini trattati male”, si offre al lettore nella forma di libro intervista, a corredo del volume “Katharina Rutschky, Pedagogia Nera.Fonti storiche dell’educazione civile”, curato ed introdotto dallo stesso.

Lingua madre

Arturo Ghinelli

“Do legui is mei che uan”. Quanto dovranno aspettare questi ragazzi, anche quelli nati in Italia, per poter studiare e formarsi in un ambiente non monolingue?

Anton nella presentazione che ha scritto, da condividere con i compagni del gruppo di L2, dice di sè: “Ho 15 anni, sono moldavo, sono in Italia da sei mesi. Faccio la scuola Cavour in 2A. Parlo moldavo, russo e l’italiano, studio inglese e francese. Abito a Modena”.

FIGLI 3 x 2: PRENDI TRE PAGHI DUE

Arturo Ghinelli

 

Se farai due figli prenderai tre volte gli 80 euro, la bellezza di ben 240 euro!

Al primo figlio per la verità ti toccherà solo un due per uno: due volte gli 80 euro, cioè 160 euro.

È la ricchezza dei figli, bellezza!

Il governo ha scoperto che l’Italia ha smesso di fare bambini (alla buonora!) e pertanto con un cambiamento di verso ha deciso di raddoppiare il bonus bebè per i primi tre anni di vita.

Rette record e posti vuoti
La grande fuga dagli asili nido

Repubblica, mercoledì 5 maggio, ha dedicato un paginone inchiesta all’asilo nido con una presentazione del futuro come un disastro annunciato.

Abbiamo intervistato telefonicamente Aldo Fortunati, Direttore AREA EDUCATIVA dell’Istituto degli Innocenti di Firenze chiedendogli elementi più concreti per la lettura del fenomeno.

E alle mamme gli facciam la festa

Arturo Ghinelli

Save the Children ha preparato un rapporto sulle mamme in Italia 2016, e le ha chiamate “Le equilibriste”. Equilibriste loro malgrado perché l’accesso al mercato del lavoro delle mamme dipende dalla possibilità di trovare un equilibrio soddisfacente tra la loro vita personale e la vita lavorativa.

Non è l’anatomia a rendere capaci di fare i genitori

La differenza sessuale garantisce la salute psichica dei figli? Non si direbbe …

Umberto Galimberti

Ora che le decisioni sono state prese e il clima su questo non è più infuocato, approfitto per tornare sul tema delle adozioni, discutendo in termini “quasi scientifici”, dal momento che la psicoanalisi a cui lei fa riferimento non è una scienza, e le neuroscienze sanno ancora troppo poco dell’anima e anche, se mi permette, del corpo.

La bolla del silenzio

Arturo Ghinelli

La maggioranza dei residenti nel condominio di Via Anfossi 36 a Milano ha fatto causa al nido “La locomotiva di Momo“che ha sede in quel condominio perché se ne vada e in primo grado ha vinto.

Finalmente è stata trovata una strada per chiudere i nidi: laddove non riescono i sindaci possono riuscire i condomini!

A colloquio con Penny Ritscher

A colloquio con Penny Ritscher

“Il tempo vuoto dei bambini è stato riempito, ma un tempo riempito non è sinonimo di un tempo vissuto pienamente, anzi. Più il tempo viene imbottito di appuntamenti e più si rischia di viverlo in modo superficiale, di corsa, senza godere le cose in profondità. […] Un tempo riempito rischia di lasciarci a mani vuote”.

Niente baci (di cioccolato) ai bambini

Federico Rampini

Il divieto è scattato a scuola: pericolo allergie. È solo un esempio dell’ultima mania degli Usa: proteggere i piccoli da (quasi) tutto.

È severamente vietato portare i Baci Perugina a scuola. Non sta proprio scritto su un cartello all’ingresso, ma è come se. La scuola di New York dove lavora mia moglie ha diramato ai prof un lungo elenco di prodotti pericolosissimi, che devono stare alla larga dal perimetro dell’istituto. I Baci Perugina sono tra quelli. Contengono nocciole, e chi ha un’allergia o comunque un’insofferenza alimentare…

Calo delle nascite

Arturo Ghinelli

In merito alla chiusura dell’Asilo nido”Rubens Triva”nel novembre scorso avevo scritto al Garante per l’Infanzia dell’Emilia-Romagna, Luigi Fadiga, perché intervenisse sull’Amministrazione comunale di Modena che aveva intenzione di chiudere dal prossimo anno scolastico il primo Asilo nido d’Italia.

Sono passati due anni

Mario Lodi raccoglieva e conservava gli elaborati degli alunni, da cui traeva stimoli e riflessioni e che studiava e interpretava con estrema acutezza. Molti ce li ha messi a disposizione attraverso le sue mostre e le sue pubblicazioni. La Casa delle arti e del gioco, una splendida cascina padana a Drizzona, in provincia di Cremona, è diventata lo scrigno dove si conserva il suo tesoro pedagogico, che grazie alla figlia Cosetta e ad un gruppo di collaboratori, è ancora disponibile. Qualsiasi educatore che vi si voglia avvicinare potrà conoscere metodo, stile e consapevolezza del valore della relazione biunivoca adulto-bambino e trarre così linfa per la crescita del suo patrimonio professionale.
Ripubblichiamo un’intervista rilasciata a Repubblica per i suoi 90 anni.
Di SIMONETTA FIORI

Su la testa!

Ferruccio Cremaschi

Negli incontri che si succedono in questo periodo il discorso cade spesso, e non a caso, sui temi della delega contenuta nella 107 e sulle prospettive dei servizi dell’infanzia.

L’atteggiamento più diffuso tra le educatrici è di preoccupazione per il futuro. La domanda ricorrente è: che cosa faranno di noi? Quale sarà il nostro futuro? Che cosa decideranno?

Metti una mattina a Brescia

Mirella Castagnoli

Nella mattinata di sabato 23 gennaio nell’Aula Magna dell’Istituto Tartaglia-Olivieri di Brescia una folta platea di circa 200 insegnanti/educatori ha ascoltato ed ha interagito con i tre relatori: Giovanna Zunino (Comitato scientifico di Proteo Fare Sapere nazionale); Lorenzo Campioni (Gruppo nazionale Nidi-Infanzia), Mario Maviglia (Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia) sul tema “Il percorso 0-6 nel sistema di istruzione. Riflessioni tra difficoltà e potenzialità”, incontro organizzato dal CIDI di Brescia e da Proteo Fare Sapere di Brescia.

Scopo dell’incontro: non era “convincere”, ma “informare”.

La scuola paritaria dell’infanzia e i suoi contratti

Massimo Mari

La legge di parità scolastica ha introdotto modifiche sostanziali al nostro ordinamento stabilendo che il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, comma 2 della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali, con l’ obiettivo prioritario per la Repubblica di espandere l’offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall’infanzia lungo tutto l’arco della vita.

Nel sancire tali principi il legislatore ha voluto declinare le condizioni minime essenziali necessarie alle scuole paritarie per poter entrare a far parte del sistema nazionale di istruzione.

“Ogni 8 minuti”

Cinzia Mion
Sono reduce dall’aver assistito a una rappresentazione teatrale contro il femminicidio, ad opera degli studenti del liceo Cornaro di Padova, con la regia di A. Riello, dal titolo “ogni 8 minuti” e desidero comunicare a quelli che leggono queste note la mia ammirazione, da estendere alla responsabile del progetto Prof.ssa Manuelita Masia.
Si tratta di una rappresentazione di una potenza folgorante, che interpella profondamente tutti quelli che hanno avuto l’opportunità di assistervi, ragazzi, ragazze e adulti.

I bambini sono i miei datori di lavoro

Alex Corlazzoli

Quando mi chiedono: “Tu cosa insegni?”, io rispondo sempre: “La vita”.
Le mie materie cambiano di anno in anno perché il precario deve essere sempre pronto a tutto. In cinque anni ho insegnato storia, geografia, informatica, educazione all’immagine, educazione motoria e scienze in quinta, in quarta, in terza e in seconda. Ho fatto l’insegnante di sostegno non specializzato per un bambino di prima elementare affetto da autismo; lo faccio ancora per altri due ragazzini, la cui diagnosi non mi è stata spiegata chiaramente.

I luoghi del crescere. Nidi e Sezioni Primavera: esperienze a confronto

Milena Manini

I primi anni del nuovo secolo hanno ricollocato in primo piano, dal punto di vista politico culturale e legislativo, il tema dell’educazione dell’infanzia da zero a sei anni, questione rimasta tendenzialmente in ombra dopo l’esaurimento dell’imprinting progettuale ed economico della legge n. 285/1997. Le sue deliberazioni permisero il riconoscimento e il consolidamento del sistema dei servizi secondo una duplice direzione: una educativa, caratterizzata dalla compresenza di nidi, scuole dell’infanzia, tipologie integrative e tipologie sperimentali ed una politica organizzativa di con-correnza gestionale tra sistema pubblico e sistemi privati.

Un impegno non solo pedagogico ma squisitamente politico

Loris Malaguzzi

É importante e molto utile per tutti, soprattutto per i giovani che lavorano nel nido, cercare di riagganciare la loro storia a quel po’ di storia che, avendoli preceduti, ha consentito il superamento e il conseguimento di una serie di studi e di obiettivi; ed è per questo che e stato possibile avere nel nostro paese un’istituzione cosi nuova, cosi isolata anche sul piano della cultura nazionale, rispetto e in confronto al livello europeo e mondiale; un’istituzione cosi concretamente importante, luogo di ulteriore conferma di molte ipotesi e di molte speranze. I nidi vengono dopo una lunga storia, non nascono all’improvviso, hanno dietro di loro un lungo processo, un duro e travagliato processo di avanzamento e di maturazione.

Senza le lotte, le battaglie che, dal Sessanta-Settanta ininterrottamente, il mondo femminile soprattutto e poi le organizzazioni sindacali e i partiti hanno saputo compiere, difficilmente il nostro paese avrebbe potuto conseguire nel 1971 la 1044, istitutiva finalmente dell’asilo nido.

Più teoria per lavorare meglio

Laura Benigni

Contrariamente a quello che si sente ripetere, ciò di cui il nido manca di più è la teoria; più teoria serve a chi lavora dentro il nido, e a chi fa della ricerca, anche se c’è controversia su certi termini: per esempio su ciò che è “scientifico” oppure no. Comunque la mia sensazione è che ci vuole più teoria per gli amministratori, per chi lavora dentro il nido; più teoria e più condivisione di ruoli anche all’interno di circoli specifici, di mestieri chiamati a produrre ricerca sull’infanzia

Un’utopia dell’educazione

Marc Augè

È su questa base che si dovrebbe costruire ciò che, a volte, ho definito una “utopia dell’educazione”. Passo dopo passo, ma senza mai perdere di vista la finalità alla quale essa vorrebbe rispondere.
In questo settore, è importante non accontentarsi delle chiacchiere. Le affermazioni e le statistiche (per esempio, quelle che riguardano il tasso di scolarizzazione) non sono sufficienti; possono perfino servire da alibi alle inerzie più colpevoli. Certo, è importante che i ragazzi siano scolarizzati, ma è altrettanto importante che non vengano insegnate loro delle sciocchezze. Tenerli in classe senza prepararli a nulla, o imprigionarli per indottrinarli, non deve essere confuso con l’ideale dell’educazione per tutti.

Ogni passaporto è una promessa

Jhumpa Lahiri
Due mesi fa, all’aeroporto di Fiumicino, ci siamo accorti che il passaporto di nostra figlia era scaduto. Era arrivato il giorno fatidico: eravamo all’accettazione, in partenza per NewYork. “Il documento della bimba non è valido”, ha detto l’impiegata dell’Alitalia. Sono rimasta esterrefatta, schiacciata da un senso di colpa. In pena per il viaggio, presa da mille dettagli, avevo dimenticato di controllare la cosa più importante.

Verso un servizio per la fascia zero-sei

Anna Bondioli
Le “ ragioni” della continuità nido-materna
Già da alcuni anni – sulle riviste specializzate, da parte di chi opera nei servizi per l’infanzia prescolastica, nei convegni del settore – il tema dei rapporti tra asilo nido e scuola materna appare rilevante per le discussioni e i confronti che suscita. Poche, però, se non quasi inesistenti, sono, a livello italiano, le esperienze di effettivo raccordo tra le due agenzie educative, da cui partire e con cui confrontarsi nella prospettiva della progettazione di un servizio per l’infanzia zero-sei.
Le ragioni che spingono verso la continuità dei due servizi sono molteplici e spesso intrecciate tra loro (a considerazioni educative si aggiungono prese di posizione politiche e a queste si sommano esigenze amministrative e sindacali). (…)

Continuità educativa

Elena Tavoni intervista Nice Terzi
Se parliamo di continuità educativa tra Nido d’infanzia e scuola dell’infanzia, quali possono essere gli intenti progettuali?
Se si parla di continuità educativa, più che analizzare e confrontare progetti educativi mi sembra necessario fare lo sforzo di esplicitare le intenzioni educative che li motivano, di mettere queste a confronto e di cercare in esse quella continuità che mantiene una coerenza educativa pur nella diversificazione delle scelte e dei progetti.
È questo un impegno metodologico importante che sta alla base della progettazione e del lavoro di gruppo del nido e della scuola dell’infanzia all’insegna di ciò che amo chiamare “coerenza educativa”.

La programmazione in asilo nido

Augusta Foni

La programmazione educativa si impone come uno dei nuclei centrali dell’attuale dibattito sul nido, con una onnipresenza nei contesti più diversi che rende spesso difficile l’identificazione di quello che è in realtà realizzata, aspirazione, prospettiva culturale, operazione tecnica ed esperienza di lavoro.
Mi propongo di dare qualche elemento per cogliere questi aspetti nella realtà del nido, a partire dall’elaborazione che negli anni scorsi ha portato gli operatori a enucleare alcuni temi e contenuti tipici e ad abbozzare gradatamente in rapporto ad essi un approccio più sistematico, in cui hanno incominciato ad articolarsi finalità, strumenti e procedure, modalità di verifica.

Bastano un paio di firme

Zygmunt Bauman
Bastano pochi minuti e un paio di firme per distruggere ciò che aveva richiesto migliaia di cervelli e un numero doppio di mani e molti anni per essere costruito. Questa fulmineità è, forse, il lato più attraente della distruzione, il più terrificante e infame, e nondimeno indomabile – benché in nessun’altra epoca questa tentazione sia risultata più irresistibile di quanto avvenga nelle nostre attuali vite di corsa e nel nostro mondo ossessionato dalla velocità.

Tremate bambini, arriva Renzi

Arturo Ghinelli
Renzi ha detto che in Italia c’è un milione di bambini poveri che vanno aiutati dal governo.
Poiché a suo tempo sono stato bambino povero anch’io, provo a ricordare come ho vissuto la mia povertà.

La giornata delle bambine

Il giorno 11 ottobre si celebra la Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze voluta dall’Onu quattro anni fa e che speriamo continui a essere ricordata non come una festa ma come un monito a sostenere e a rispettare le piccole donne, all’interno della più grande campagna per i diritti delle bambine, diritti ancora oggi non pienamente riconosciuti a livello di politiche e pianificazioni internazionali ma ancora di più calpestati a livello di culture antropologiche diverse e consuetudini tramandate.

In tante città del mondo questa data sarà celebrata con dibattiti, confronti, concerti, eventi di varia natura, tutti per ricordare a ognuno il valore della femminilità e come questa sia ancora in tutte le parti del mondo, anche nei paesi apparentemente civilizzati, vilipesa, violentata, sacrificata.

Un giorno all’anno

Francesco Caggio

Ci sono giorni qualunque?

“Come accade la vita? È una questione di cui mi sono preoccupata presto… La vita si compone di innumerevoli, microscopici frammenti temporali. . .? Strano allora che non riusciamo a coglierla Dobbiamo riconoscere che è qualcosa di più della somma degli attimi. Più anche della somma di ciascun giorno. A un certo punto inavvertitamente, tutti questi giorni si trasformano in tempo vissuto”… (1)
Così C. Wolf ci richiama e ci ricorda che viviamo vivendo giorni, uno dopo l’altro, forse senza sapere, inconsapevolmente, che questi ci fanno, che li facciamo definendoli e definendoci attraverso di essi, accecati, come ci ricorda l’autrice, dalla realtà stessa in cui siamo e che compartecipiamo a costruire in un circuito che si autoalimenta, spesso nel silenzio. E questo silenzio sui giorni vissuti, come se ogni giorno fosse lo stesso giorno di ogni giorno, ripetuto e ripetibile (e questo ovviamente tanto più rischia di accadere nelle istituzioni) trascina con sé soprattutto il quotidiano che io apprezzo tanto. Dove? Nell’oblio.

Perché dobbiamo raccontare storie ai nostri bambini

Massimo Ammanniti

Una ricerca americana conferma che i piccoli a cui gli adulti leggono favole, sviluppano maggiori capacità intellettive

Per generazioni e generazioni i genitori hanno giocato con i figli che iniziano a comprendere le parole, insegnando le parole delle illustrazioni dei libri che vengono poi ripetute dai bambini. Quando poi i bambini crescono i genitori raccontano oppure leggono delle storie o delle favole. Sono giochi che i genitori fanno spontaneamente e che ripropongono anche perché i bambini si divertono molto nell’interloquire con i genitori. Forse oggi qualcosa sta cambiando, i bambini hanno una specie di attrazione magnetica per lo schermo del cellulare o del tablet e dimostrano fin dai primi anni una particolare abilità nel maneggiarli. Sono giochi molto più solitari in cui viene stimolata e messa alla prova l’abilità personale, ma si perde lo scambio con i genitori.

Il ruolo della famiglia nel progetto educativo del nido

Loris Malaguzzi
Ogni riflessione che faccia riferimento all’asilo nido deve scontare difficoltà e limiti oggettivi che si connettono alla natura stessa dell`istituzione: per come è nata, come si è sviluppata, come ha mancato ai suoi obiettivi programmatici, dove si è distribuita e dove no, dove è stata trafugata e adattata ad altre destinazioni, dove sopravvive e cerca, come qui, il suo rafforzamento qualitativo, dove purtroppo ha smesso di funzionare, dove lo stato giuridico degli educatori è rispettato e dove no, dove il raccordo legislativo tra regioni e comuni funziona e dove no. E resta, come sua antica dannazione, quel suo essere classificato come servizio a domanda individuale – un atto blasfemo -che spesso inevitabilmente la conduce a una discriminazione dell’utenza e a una disattesa dello spirito della Legge 1044 del 1971.

E’ nato e chiede asilo.

Arturo Ghinelli
E’ nato un bambino.
Mamma e papà sono contenti. I nonni danno segni di smarrimento della ragione.
Le maestre gioiscono al pensiero che aumenta la materia prima del loro lavoro.

Una legge tutta da fare

Ferruccio Cremaschi
Della proposta di legge (prima 1260, poi “buona scuola” legge 107 del 13/07/2015) se n’è parlato molto. Ci si è impegnati moltissimo per cercare di inserire e conservare punti ritenuti qualificanti. Per oltre un anno c’è stato un grande impegno a molti livelli di cittadini/e attenti/e all’infanzia per sostenere un disegno di legge che si proponeva di aggiornare la normativa sul Nido (dopo oltre quarant’anni dalla legge istitutiva) e di avviare una prima riflessione sui diritti all’educazione dei bambini e delle bambine fin dalla nascita. Poi i testi ci sono cambiati tra le mani. Sembrava che … e poi sembrava …