
Francesco Tonucci
In una ricerca sul concetto di vivente e di animale chiedevamo a bambini di diverse età, fra l’altro, di dividere un mazzo di carte che rappresentavano animali, vegetali e oggetti inanimati, in due mucchi: i viventi e i non viventi. Successivamente chiedevamo di dividere i viventi in animali e non animali. Un piccolo gruppo dei bambini più piccoli (6-7 anni) scelse dal mazzo gli oggetti ina-nimati, il sasso e lo sgabello e li mise nel mucchio dei viventi. Altri ricercatori, in altri paesi avevano ottenuto lo stesso risultato e questo rendeva interessante il fenomeno e in particolare le mo-tivazioni che i bambini portavano per spiegarlo. “Il sasso è vivo perché non muore mai”, spiegano i bambini, dimostrando di avere in testa una vera teoria scientifica, anche se diversa da quella di noi adulti.
Per noi vivente è opposto a ‘non – vivente’, per questi bambini invece vivente è opposto a ‘morto’. Il bambino non può avere esperienza e quindi conoscenza di ‘non – vivente’ che è un concetto negativo, astratto. Ha invece precocemente esperienza di morte: animaletti che muoiono, persone, anche a lui vicine, che muoiono.
A questo punto, con il rigore dello scienziato (ma ci ricorda un po’ anche il rigore dei filosofi greci), applica la sua teoria con la più rigorosa logica del sillogismo classico, coerentemente fino al paradosso: se la morte si oppone alla vita, chi non può morire sarà vivente per eccellenza, quindi il sasso, che non può morire, sarà più di ogni altro essere vivo.
Questa riflessione dimostra due cose. Da una parte quanto ricco è il pensiero del bambino, ricco non di sogni e fantasie ma di conoscenze e di vere e proprie teorie, in base alle quali lui valuta e organizza il mondo. Sono teorie soggettive, non ancora confrontate con quelle degli altri, non ancora sottoposte al dibattito del gruppo, e questo è il compito principale della scuola: portare gli allievi, attraverso il confronto, il dibattito, a passare dalle conoscenze soggettive a conoscenze sempre più vaste e vicine a quelle della scienza adulta.
La seconda riflessione riguarda la povertà di molti comportamenti educativi, che di fronte ad una frase come quella riportata condannerebbero il bambino con un definitivo “sbagliato” obbligandolo a credere passivamente e ripetere ogni volta che sarà richiesto che il creato si divide in tre regni e che viventi sono piante ed animali mentre non viventi sono i minerali.
Tratto da l’Unità