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Una proposta pedagogico scientifica

Nel 2012 nasce l’Associazione B.M.F. con l’intento di riunire esperti di varie scienze e discipline per focalizzare l’attenzione sull’ambito educativo. La pedagogia viene posta al centro e le altre scienze convergenti con l’intento di offrire il loro contributo: psicologia, sociologia, neuroscienze, medicina, matematica, scienze motorie, filosofia….

Le azioni dell’Associazione sono: studiare, ricercare, sperimentare, progettare e realizzare, informare e formare. Tutto questo insieme attraverso scambi di idee, opinioni, conoscenze, ipotesi.

Una operatività condivisa ma anche un affetto professionale che man mano cementa il gruppo.

 

Il pensiero di alcuni soci esperti espresso all’avvio del progetto

Mauro Bonali

Docente di TTD sport di squadra calcio e Elementi di pediatria e metodi per l’attività motoria nell’infanzia, presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

“La proposta B.M.F. pone l’attenzione sulla dimensione corporea, cognitivo-motoria, sui movimenti funzionali finalizzati che il soggetto compie per apprendere e per adattarsi alle situazioni ambientali. L’agire consapevole e intenzionale verso il raggiungimento di autonomia e gestione di sé. In particolare il periodo da prendere in considerazione è l’età evolutiva, terreno fertile per la notevole plasticità del cervello riguardo alla relazione e all’operatività. Occorre recuperare modalità naturali di apprendimento e perseguire forme evolute di competenza in ambiti esecutivi e conoscitivi. BMF è l’acronimo di Bussola della Mente Funzionale, la metafora che rappresenta il concetto base del nostro metodo”.

 

Lina Stefanini

Elementi di pediatria e metodi per l’attività motoria nell’infanzia, presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

“La Bussola della Mente Funzionale è un progetto pedagogico che pone il bambino in condizione di sollecitare la propria neurofunzionalità in risposta alle richieste delle situazionali ambientali. La modalità individuata per reclutare la funzionalità adeguata è l’orientamento dell’attenzione da parte del soggetto. L’immagine della bussola rende l’idea del concetto alla base del nostro Metodo. L’ago della bussola indica l’oggetto dell’attenzione che spazia da sé all’ambiente, dallo scopo alla procedura. Abbiamo bisogno di avere un riferimento pedagogico affidabile e stabile per pianificare le nostre azioni formative. Una pedagogia educativo-didattica rivolta alle scuole e allo sport per trasformare le esperienze in competenze”.

 

Leonardo Fogassi

Docente di Fisiologia, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Parma. Gruppo ricerca neuroni specchio.

“La nostra mente, quando deve comprendere la realtà (sia fisica che sociale), si appoggia a un sistema cerebrale in cui sono codificati i significati delle nostre azioni. Prioritaria, nella comprensione del mondo, non è quindi la sensorialità ma la motricità: noi capiamo ciò che ci sta attorno perché implicitamente riproduciamo le azioni che noi compiremmo in quella situazione. Anche il linguaggio, un’altra funzione mentale di ordine superiore, è strettamente collegato a precisi processi di elaborazione a base cerebrale. Lo scopo del sistema motorio non è solo quelle di eseguire dei movimenti. Il sistema motorio è fondamentale per la comprensione del mondo”.

 

Giuseppe Pea

Docente di Statistica e Informatica presso il Corso di Laurea di Medicina e chirurgia, Università degli Studi di Brescia.

“I concetti astratti che la scuola cerca di far apprendere agli alunni e agli studenti traggono sempre origine da esperienze motorie; se non c’è alla base l’azione diretta sulla realtà l’insegnamento rischia di ridursi a mero apprendimento nozionistico, senza l’effettiva comprensione dei fenomeni. La comprensione di tutti gli oggetti matematici è legata al dominio delle categorie mentali ritenute primitive: lo spazio, il tempo e la logica. Queste categorie mentali che reggono tutto il pensiero matematico-scientifico-cognitivo si possono apprendere solo ed esclusivamente attraverso le proprie esperienze personali e non attraverso la spiegazione degli altri”.

 

Alessandro Antonietti

Professore ordinario di Psicologia Generale e Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

“Quotidianamente si riscontra il problema che tecniche e procedure di consolidata efficacia oggi non hanno più presa sulle nuove generazioni. C’è quindi nel mondo educativo una forte richiesta di prospettive nuove che permettano di ingaggiare i giovani in un processo che li faccia crescere e permetta loro di raggiungere importanti obiettivi per lo sviluppo personale e sociale. Oggi per l’apprendimento viene utilizzato un codice di pensiero e di espressione astratto in cui il rapporto tra i simboli e i loro referenti passa attraverso mediazioni concettuali che non si riescono a padroneggiare. Dobbiamo allora recuperare modalità naturali e spontanee ripartendo dalle matrici motorie del pensiero e del linguaggio per giungere a scopi conoscitivi e comunicativi”.

 

Elisabetta Genovese

Docente di Audiologia presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

“Possediamo un sistema specializzato nell’analisi dei messaggi uditivi linguistici che, se non correttamente sviluppato, compromette una serie di abilità di comprensione e di produzione delle parole. Occorre in primo luogo essere consapevoli del quadro difficile in cui le agenzie educative operano. La percezione verbale non coinvolge solo l’aspetto puro della decodifica del messaggio, ma coinvolge una serie di altre abilità cognitive, mnesiche, attentive. Abbiamo così disturbi specifici del linguaggio, di concentrazione e attenzione, di apprendimento, iperattività. Molto spesso abbiamo una comorbilità tra disturbo del processamento uditivo e ADHD. Una grossa percentuale di bambini hanno disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento e di iperattività”.

 

Marco Bonali

Medico otorinolaringoiatra e ricercatore presso l’ospedale di Modena.

“Abbiamo spesso a che fare con i principali organi di senso e con gli effetti che questi hanno sullo sviluppo del bambino. A partire dall’alterazione di un organo o di un apparato andiamo a ritroso per capire meglio il loro meccanismo di funzionamento. Se pensiamo alla sordità neo-sensoriale pre-verbale che si instaura prima e durante l’acquisizione da parte del bambino di strutture linguistiche sintattico grammaticali, vediamo che il malfunzionamento ha ripercussioni a livello globale e in tutti gli ambiti della persona. Con gli impianti cocleari i bambini con sordità profonda recuperano almeno in parte la sensibilità uditiva, ma occorre anche avvalersi di strategie educative per l’acquisizione di capacità comunicative linguistiche e l’apprendimento di nuove abilità e competenze. L’educazione cognitivo-motoria si applica molto bene anche a soggetti con problemi specifici”.

 

Daniele Tolomini

Docente di scienze motorie in diversi livelli scolastici di Cremona e tecnico di ginnastica artistica.

L’intelligenza è il meccanismo attraverso il quale il nostro cervello gestisce gli aspetti che lo caratterizzano: comprensioni e scelte, emozioni, pensieri d’azione e di riflessione, problemi da risolvere. Un corpo intelligente, partendo dall’unitarietà della persona, affronta le situazioni in modo efficace e migliora la gestione di sé. La funzionalità cognitivo-motoria applicata al movimento, chiede al corpo disponibilità, qualità e intensità non solo nello sport ma in tutte le esperienze della vita quotidiana. Nella ginnastica artistica occorre sapersi proiettare e orientare nello spazio, volteggiare in modo acrobatico ma in sicurezza, riorganizzare gli equilibri. Agilità, rapidità, eleganza, nel rapporto del corpo con sé stesso, con piccoli attrezzi da controllare, su grandi attrezzi”.

 

Una equipe di lavoro

Il tema centrale pedagogico che ci accomuna si declina in tre quesiti:

  • come si comportano i bambini sul piano relazionale operativo?
  • quale neurofunzionamento occorre attivare?
  • quale educazione proporre?

I contesti privilegiati nei quali intervenire, interpretati nelle loro varie problematicità, sono l’ambiente scolastico e l’ambiente sportivo.

 

“La bussola della mente funzionale”

La nostra è una proposta pedagogico-scientifica che studia e propone interventi coerenti con il percorso naturale di sviluppo del bambino e rispetta l’unitarietà della persona.

Il cervello è caratterizzato da un insieme di funzioni che si attivano nel dialogo con l’ambiente. Si tratta di un sistema già presente e predisposto alla nascita e continua a svilupparsi in seguito.

È un sistema aperto in stato di veglia: significa che con modalità cosciente e non cosciente gestisce le informazioni che provengono da sé e dall’ambiente e si modifica in base alle esperienze.

Un sistema che possiede un meccanismo capace di rispondere alle esigenze proprie e ambientali in rapporto al tempo a disposizione: a volte occorre risolvere le situazioni in breve tempo e la risposta deve essere immediata, altre volte abbiamo la possibilità di approfondirle senza fretta perché la risposta sia più “pensata”.

Se osserviamo ora la società attuale, notiamo che ha esigenze diverse da quelle di un passato seppur recente.

Chi ha vissuto il prima e il dopo si accorge del cambiamento, mentre i bambini vivono in questo momento sociale ed è di questo, come educatori, che dobbiamo prendere atto.

Quali sono le richieste sociali oggi? Come possono i bambini rispondere a tali richieste?

Le mamme un tempo raccomandavano di fare una cosa alla volta per poterla fare bene. Ora, invece, è necessario saper alternare l’attenzione su più “cose” contemporaneamente: seduti alla scrivania di fronte al computer, abbiamo posto a destra l’agenda, a sinistra un libro aperto alla pagina che ci interessa, di sottofondo una buona musica o il televisore a basso volume. Occorre allora riorganizzare il sistema educativo attraverso una pedagogia adeguata?

Ma torniamo al funzionamento del nostro bambino. Alla nascita è dotato di un corredo genetico che gli permette di avvertire i pericoli, di provare piacere e dispiacere, di apprendere, di adattarsi alle situazioni e di risolvere in seguito anche quelle più problematiche. Questa dotazione non è subito pronta ed efficace ma ha bisogno di tempo per maturare progressivamente i propri meccanismi funzionali.

Siamo dotati di plasticità sinaptica, cioè il nostro sistema nervoso è in grado di modificare la propria struttura funzionale in rapporto alle esperienze. Siamo “dinamici” ed alla base dei nostri comportamenti c’è l’azione finalizzata.

La funzionalità cognitivo-motoria permette la lettura di sé e delle situazioni ambientali, al presente, nel ricordo del passato e proiettata nel futuro; permette di comprendere e fare scelte. La “lettura delle situazioni ambientali” è la capacità di percepire e rappresentare mentalmente l’ambiente, in modo globale e nei particolari (un quadro, un giocattolo …); la “lettura di sé” invece avviene per interiorizzazione cioè attraverso la percezione di sé (le parti del proprio corpo, il proprio stato di tensione o di rilassamento …). Ma percepire, cioè prendere coscienza, è facoltativo. A volte risulta efficace farlo altre volte meglio risolvere le situazioni spontaneamente. Se il millepiedi pensasse a come coordinare i propri movimenti andrebbe in crisi. Riguardo alla risposta motoria le strutture sotto-corticali permettono di agire rapidamente in situazioni che lo esigano come quelle d’emergenza: se un bambino attraversa improvvisamente la strada davanti alla nostra auto, riusciamo a frenare proprio per l’intervento di queste strutture.

Oltre agli aspetti cognitivo e motorio non dimentichiamo quelli emozionale e morale che se ben gestiti rendono socialmente accettabile il nostro comportamento.

Se consideriamo il bambino nella giornata scolastica tutti i momenti sono utili per l’intervento educativo-funzionale (durante le routine, nei momenti di cura, in circle time…). La scuola frequentemente chiede solo l’intervento della presa di coscienza soprattutto in rapporto alle conoscenze da acquisire. La razionalità necessita della coscienza, mentre l’intuizione giunge dalla non coscienza (è la “lampadina che si accende”); ma razionalità ed intuizione sono entrambe efficaci e complementari, dunque vanno alimentate entrambe.

Analizziamo ora la funzione simbolica. La realtà può essere rappresentata da simboli molto fedeli (una fotografia, un disegno), da simboli non fedeli ma che stabiliamo rappresentino una realtà (per esempio i tre colori che sulla bandiera rappresentano il nostro Paese) o da simboli talmente astratti che difficilmente si possano associare alla realtà (è il caso di complesse astrazioni matematiche). Pensate quante proposte educative possano permettere al bambino di comprendere l’associazione tra realtà e simboli. Ma occorre credere nell’agire come base fondamentale per il funzionamento di tutto il nostro sistema, comprese le più alte astrazioni simboliche, quelle matematiche.

Se poi prendiamo in esame la memoria passiamo da un trattenimento delle informazioni a brevissimo termine (le azioni di una partita di calcio), a quella denominata memoria di lavoro, fino alla memoria a medio e lungo termine. Anche in questo caso un buon metodo educativo può creare i presupposti per un’attivazione precisa e mirata.

Un altro tema importante è quello che riguarda l’aspetto energetico in relazione all’attenzione: energia troppo bassa determina scarsa attenzione; se sale il livello energetico sale anche l’attenzione fino ad un punto di equilibrio chiamato eutonia; se sale eccessivamente l’attenzione inizia a scendere.

Inoltre è indispensabile esporre il soggetto nel modo migliore alle caratteristiche di funzionamento del nostro pianeta e alle modalità relazionali interpersonali.

È straordinario come possiamo sollecitare tutte queste funzioni attraverso una pedagogia scientifica che proponga metodi di intervento educativo funzionale. Possiamo dirigere l’attenzione, orientarla su di noi e l’ambiente esterno, sugli scopi e sulle procedure, sullo spazio e sul tempo …

Ecco “la bussola della mente funzionale”.

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