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Arte in gioco

Amilcare Acerbi

Formatore, pedagogista


L’arte oggi ha assunto una forte influenza sulla comunicazione e nella pubblicità.

L’uno e l’altra entrano prepotentemente nelle famiglie e nell’universo culturale infantile e adolescenziale.

Alcune forme ludiche sono in grado di garantire acquisizioni di competenze altrimenti non raggiungibili, però abilità manuali e motorie, di orientamento nello spazio e nel tempo, capacità di osservazione e di concentrazione, un tempo frutto dell’esercizio nell’ambiente quotidiano, bambini e ragazzi non le acquisiscono più a causa del prolungamento del loro vivere in casa e dell’utilizzo di computer e videogiochi.

Si tratta comunque di abilità necessarie, anche in forme più raffinate di un tempo.

Ci si chiede se non sia necessario inserire stabilmente nel percorso scolastico modalità adeguate di scoperta ed esercizio, forse aiutandosi e sfruttando il rapporto arte e gioco.

E’ un terreno da sperimentare e da calibrare secondo gli ordini di scuola. In Basilicata, facendo base nel Museo A.R.C.A. GIO’ ( www.museogiocattolopovero.it) , di Albano di Lucania si è avviato un esperimento e si conta di poterlo estendere, con l’ausilio di GioNa, l’associazione dei comuni e delle città in gioco (www.ludens.it), per verificare la funzionalità del connubio <arte e gioco>. Il Museo raccoglie non solo centinaia di giocattoli della tradizione rurale lucana, ma anche opere di artisti contemporanei, non solo italiani, ispirate a gioco e giocattoli; attualmente ne possiede ben 250.

Si tratta di un accostamento possibile, quello tra gioco e arte: vi sono numerose affinità quando l’individuo svolge o l’una o l’altra attività, soprattutto se si prendono in considerazione esperienze artistiche dell’ultimo secolo. Valga il richiamo agli artisti futuristi, o quelli della Bauhaus, a Paul klee o a Picasso. Munari certamente è stato un fecondo esempio italiano.

Già kant aveva sostenuto che l’arte ha in comune col gioco la libertà e il disinteresse.

Nel ‘900 la dimensione ludica ha pervaso e influenzato anche l’architettura.

Ora arte e gioco si influenzano costantemente e si intrecciano nei videogiochi, espressività e regole compongono un unico prodotto, determinando interessi e comportamenti.

Il gioco è in urto con la regola (consente di condividere la trasformazione della regola), fa comprendere che la diversità si può studiare, è ammissibile, è frutto di confronto: così come l’arte contemporanea. L’arte crea evento, spinge all’attenzione, allo scambio, alla condivisione o alla critica. Il gioco pone lo spettatore in continuo allarme, ovvero richiede applicazione e attenzione, produce emozione.

Regole ed eventi permeano la quotidianità di tutti gli individui, sottoponendoli a continue pressioni psicologiche, a stimoli positivi e negativi, da governare, accettare, superare.

Educare all’autonomia e alla capacità di analisi e di giudizio su comportamenti e messaggi visivi è divenuto fondamentale per far crescere individui liberi. L’esercizio ludico e l’esercizio artistico consentono di sperimentarsi nell’autonomia.

La capacità logica e inventiva, nei primi anni di vita, ha come terreno fondamentale di scoperta ed esercizio l’attività manuale: il gioco, così come l’arte contemporanea, prevede un’attivazione intensa del corpo per elaborare e condurre strategie, attività e raggiungere risultati soddisfacenti.

Le capacità di comunicazione e di relazione stanno alla base dell’una e dell’altra azione; arte e gioco, nelle loro forme non speculative, sono fenomeni basati sulla socialità, il gruppo, la comunità.

E per comunità si intende non solo le persone (oggi una moltitudine, in spazi esigui, nelle città) ma anche il complesso di edifici, con le loro storie e funzioni disparate: è necessario scoprirne il significato, incuriosirsene, appassionarsene, per potersi rapportare con sicurezza al molto che i media offrono con quotidiana ossessione, in forma virtuale. Ed esercitarsi a confrontare virtuale e reale.

Il gruppo che ha condotto il primo esperimento con ragazzi e insegnanti era composto da docenti provenienti da varie città italiane, tutti autori e conduttori di significative esperienze ove arte e gioco si rapportano strettamente; tutti hanno lunga e profonda consuetudine con bambini, ragazzi, insegnanti. L’assunto di richiamo è stato Arte in gioco: modernità del gesto e essenzialità della comunicazione. Convinti, i conduttori , che il gioco oggi è una indiscutibile dimensione di apprendimento ma altrettanto una poderosa macchina economica, talvolta perversa. Bambini e artisti, però, il gioco lo interpretano in altro modo. Per loro è terreno di avventura e di esplorazione, di sé e del mondo, dove corpo e mente inseguono l’attimo della completezza. Dove con l’azione si compone il sogno e ne scaturisce un confronto, una vittoria, un oggetto, un disegno, dentro cui mettere tutto se stessi. Dove anche se si perde o si sbaglia, non è tragedia. Perché si può riprovare.

I titoli degli atelier, in buona parte svoltisi all’aperto, nelle piazzette della cittadina, sono stati < Dal gioco al racconto di sé, con Pietro Turano, dell’Accademia dei Giochi tradizionali, di Cosenza, Giochi dell’oca e altri percorsi, con Paola Maestroni e Furio Ferri, Associazione Animum ludendo Coles, di Lodi, Cartunia, il grande gioco dell’architetto, Amilcare Acerbi, atelier pedagogico, di Monticelli, PC, Città segreta: I segni nascosti, con Giulio De Mitri, Accademia di Catanzaro e Fondazione Rocco Spani di Taranto, Giocattoli per l’Arca, con Mario Giuffrida, dell’Associazione Città invisibili di Catania, Wall drawings, con Anna Pironti e Paola Zanini del Dipartimento educazione del Museo d’arte Contemporanea Castello di Rivoli, Tanti saluti e baci … con Cristina Visintini, del laboratorio – ludoteca del Polivalente, di Gorizia >.

Come si vede si tratta di contesti e abilità sempre connesse con l’emozione e con interessi personali ed intimi, dunque affrontabili e acquisibili più facilmente con l’esercizio che con lo studio.

 

Fortunato Depero – Marionette dei balli plastici

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Paul Klee – Puppet Theater

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Otto Dix – Karneval

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Giocattolo componibile – progettista Georg Kellner – Catalogo Hoffmann, Bologna

Famiglie di giocattoli – Ditta Zolo – Catalogo Hoffmann, Bologna

 

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Giocattoli per l’arca, laboratorio di Mario Giuffrida, ispirato a Christò,

artista che utilizzava l’impacchettamento come maniera per rendere più evidente il mistero che avvolge l’oggetto nella nostra civiltà. blog acerbin 06.08.2015 arte in gioco_html_37e72c2

 

 

 

 

 

 

 

 

Giocattoli per l’arca, attività in corso

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