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La pedagogia Reggio in Germania

Angelika von der Beek

 

I primi ad attirare l’attenzione della comunità dei pedagogisti sull’approccio Reggio in Germania, paese a quel tempo diviso, furono i consulenti presso le strutture di accoglienza per bambini di Berlino Ovest, che dei pedagogisti era diventata la Mecca dopo lo sviluppo del movimento anti-autoritario dei centri per l’infanzia e il tentativo di lanciare una “marcia attraverso le istituzioni”. In quel periodo vennero istituite delle équipe interdisciplinari di esperti in ogni quartiere della città. Nel quadro del “modello berlinese”, e spinta dallo slancio riformatore degli anni ‘70, la pedagogia della prima infanzia di Reggio ha esercitato una notevole influenza anche sui nidi e sulle strutture di accoglienza per bambini in quel contesto di deterioramento delle condizioni politiche che caratterizzò gli anni ‘80.

I consulenti si sono recati a Reggio Emilia per la prima volta nel 1981, per esaminarvi la concezione pedagogica applicata nei nidi e nei giardini d’infanzia e per sperimentarla nella pratica. Rimasero assolutamente entusiasmati da quell’approccio. Nella loro qualità di “moltiplicatori”, quei primi ospiti venuti in visita dalla Germania disponevano degli strumenti istituzionali necessari per trasmettere le loro esperienze agli/alle operatori/trici professionali del settore di tutta la città. Hanno quindi presentato le loro impressioni su Reggio utilizzando fotografie, registrazioni sonore e diapositive che sono poi state diffuse in molte altre città tedesche. Un meraviglioso rapporto illustrato pubblicato nel 1984 su quel primo viaggio ha avuto un’importanza determinante nella diffusione della pedagogia Reggio. Il vivissimo interesse suscitato da quell’approccio si è tradotto in nuovi e più prolungati soggiorni a Reggio, in cui educatrici ed educatori tedeschi sono stati accolti con cordialità e hanno seguito una “formazione continua” di qualità.

Nel 1984, la prima mostra su Reggio intitolata “Das Auge schläft, bis es der Geist mit einer Frage weckt » (“L’occhio se salta i muri” il titolo italiano) ha totalizzato 15.000 visitatori tra educatori, genitori, artisti, insegnanti della scuola primaria e giornalisti. La mostra è stata in seguito esposta a Francoforte, poi ad Amburgo, nel 1988, su iniziativa di un “gruppo di progetto Reggio”. Loris Malaguzzi, Eletta Bertani (ex-consigliera comunale), Carlina Rinaldi, Vea Vecchi, Mariano Dolci, educatrici ed educatori, pedagogisti ed « atelieristi » attivi nella pratica hanno assistito ai convegni che accompagnavano le mostre.

Il crescente numero di visite giunte a Reggio si è rivelato determinante per la diffusione della pedagogia Reggio. La mostra è stata anche ospite di altre iniziative promosse in diverse città tedesche. La seconda mostra berlinese, “Hundert Sprachen hat das Kind” (Il bambino ha cento linguaggi), tenutasi nel 1991, poco dopo la riunificazione, ha avuto un significato particolare, dando ‘l’occasione a pedagogisti dell’Est e dell’Ovest di incontrarsi, grazie al loro interesse per la pedagogia Reggio, intorno a un tema comune, al di là delle rispettive tradizioni di provenienza.

L’associazione Dialog Reggio Deutschland (Dialogo Reggio Germania), fondata nel 1995, ha contribuito all’applicazione della pedagogia Reggio, tanto nella pratica quanto sul versante della formazione continua di educatrici ed educatori. Se, dati il numero e la varietà delle strutture di accoglienza per bambini nei sedici Länder, che rispondono a regolamentazioni diverse, non si può parlare di un’assorbimento uniforme della pedagogia Reggio nelle pratiche in uso in Germania, dappertutto si riconosce la sua influenza. Possiamo osservare due effetti importanti: da un lato, la “nuova concezione” che considera il bambino come un ricercatore e come un attore del proprio sviluppo ha acquisito, grazie alla pedagogia Reggio, una base concettuale; dall’altro, il principio dello “spazio come terzo educatore” è diventato un vero e proprio modello.

È importante sottolineare come la legislazione sui giardini d’infanzia e i programmi di insegnamento di tutti i Länder riflettano le nuove concezioni di Reggio sul bambino. Il lavoro per progetti, l’osservazione e la documentazione o i partenariati con i genitori sono ormai tenuti in considerazione dappertutto. Un numero crescente di équipes, in tutta la Germania, si ispirano alla pedagogia Reggio e alle sue esigenze.

Per adattare la pedagogia Reggio alla situazione tedesca, una parte delle strutture di accoglienza per bambini lavora in modo “aperto” e adotta nuove modalità di organizzazione. Questo consente di colmare più efficacemente una lacuna della pedagogia Reggio: la stimolazione dell’attività fisica.

Se è impossibile ricorrere a figure professionali aggiuntive per un atelier, per un’attività teatrale o per animare lo spazio destinato al movimento, educatrici ed educatori si specializzano nel campo considerato concretizzando il “principio dell’esperto”.

 

Angelika von der Beek, autrice, formazione avanzata di educatrici ed educatori di giardini d’infanzia.

vonderbeek@t-online.de

Documentazione:

Amburgo, 20/24 novembre 2017

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