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Pensieri su cui pensare per fare

Francesco De Bartolomeis

Pedagogista, critico d’arte e politico italiano


Nei pensieri offerti alla riflessione mi sento implicato e sono “uno dei tanti”, anzi sono io il primo destinatario della esortazione a indagare i problemi. Spesso s’impongono all’improvviso e ci attraggono nel disorientamento e nell’incertezza, perché questo è il terreno su cui lavorare. Tra i problemi che ci interessano un particolare rilievo hanno quelli che riguardano fatti da cambiare; un’operazione collaborativa che non si sa se e quanto può andare oltre la formulazione di idee, di intuizioni, di progetti approssimativi, di ipotesi. In ogni caso non c’è piccolo problema che non risenta dall’essere nella complessità, sempre misteriosa.

L’intelligenza ci fa individuare tracce su cui è possibile muoversi in modo creativo.

Per non profittare di ampliamenti dispersivi dobbiamo insistere sulla ricerca di dimensioni praticabili. Riferendoci al sistema formativo riconosciamo che per quanto si sia esigenti nella innovazione, non possiamo negare che molte cose importanti sono state attuate anche se scarsamente conosciute. È un impegno obbligatorio il collegare il pensare al fare, senza perdersi in critiche generiche sostitutive di analisi attendibili.

Del rinnovamento formativo il merito principale è di dirigenti, di insegnanti, di pedagogisti, di amministratori pubbliche che hanno ritenuto di impegnarsi per le fasce educative di loro competenza. Non è detto che la politica formativa non possa cambiare così che le dimensioni dell’innovazione siano nazionali con profitto anche della vita economica.

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