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Le bambine e i bambini del bosco

Progetto di immersione libera nella natura autogestito di “Fuori dalla scuola”

 

Il nostro progetto

L’Associazione di Promozione Sociale Fuori dalla scuola nasce nel 2015 dal percorso di un gruppo di famiglie che erano alla ricerca di proposte educative rispondenti ai valori dell’alto contatto, della comunicazione empatica e razionale, della connessione con il mondo naturale.

L’”Asilo nel Bosco” è il suo progetto principale, nato sul modello dei percorsi di origine tedesca e danese[1] di libera immersione nella natura durante tutto il corso dell’anno, ancora poco presente in Italia[2]. Lo scopo del progetto è sperimentare la pratica della pedagogia nel bosco per sostenerne la diffusione anche nel nostro paese grazie al materiale di documentazione e la riflessione pedagogica che scaturisce dalla nostra esperienza e dal confronto continuo all’interno della comunità educante.

La base d’incontro del nostro progetto è una yurta in un giardino ai confini del Parco Regionale di Montevecchia e della valle del Curone, in Brianza. Ci incontriamo dal lunedì al venerdì da settembre a giugno, la frequenza è riservata ai figli dei soci che di mese in mese possono scegliere quanti giorni alla settimana portare i propri bambini.

Figura 1 La yurta e il cerchio del fuoco sono il cuore del nostro campo base.

Il nostro progetto non è una scuola nè un servizio, ma un percorso per le famiglie che diventando socie dell’Associazione ne sposano i valori e gli obiettivi e contribuiscono attivamente alla sua realizzazione. Le finalità generali delle attività sono stabilite e monitorate dall’Assemblea dei soci, e due mamme con competenze educative (Selima Negro e Alessandra Fossati) hanno il ruolo di referenti pedagogiche con il compito di sostenere la riflessione sul senso e la coerenza dell’agire educativo. I genitori partecipano al progetto in quanto volontari nelle giornate del nostro “Asilo nel bosco”, contribuiscono alla documentazione e prendono parte a riunioni mensili di confronto. Inoltre sostengono la realizzazione di molte delle altre attività che Fuori dalla scuola porta avanti, come gli incontri mensili delle Famiglie nel bosco, i corsi di formazione, la pubblicazione di articoli sul nostro sito[3] e su riviste etc.

La pedagogia del bosco

Sono 5 i pilastri su cui si fonda la nostra esperienza nel bosco con i bambini:

  1. Stare fuori: la pioggia, la nebbia, il buio, il sole, modificano e arricchiscono la nostra esperienza del mondo, le nostre percezioni, il nostro sentire. Come si modificano i colori, i materiali, i suoni nelle stagioni e con diversi tempi atmosferici? Uscire solo con il sole è come rinunciare a conoscere il nsotro mondo nella sua varietà e ricchezza, è vedere solo un lato delle cose e rimanere ciechi a tutto il resto.
  2. Essere liberi, liberi di proporre, sperimentare, sbagliare, farsi male, oziare, arrabbiarsi, ripetere, cambiare… di prendersi la responsabilità delle proprie scelte.
  3. Fare esperienza diretta: troppo spesso i nostri bambini imparano il mondo per formule preconfezionate, lasciamo invece intatta la gioia della scoperta, la libertà dell’interpretazione…
  4. Accogliere, chi va piano e chi corre sempre, chi è timido e chi è fracassone: nel bosco c’è spazio per tutti.
  5. Rischiare: di non sapere come va a finire, di lasciar fare, di cambiare idea, di non avere il controllo, di condividere le scelte. Accogliere l’imprevisto, l’avventura, la sorpresa, e anche la paura.

Due precondizioni necessarie per la pedagogia del bosco sono infatti:

– l’accesso a una natura selvatica: un ambiente complesso, variabile, non antropizzato per offrire l’”universo esperienziale illimitato”[4] che può sostenere al meglio l’apprendimento dei bambini;

– la continuità: perchè i bambini possano godere appieno dei vantaggi dell’esperienza libera in natura deve essere un’esperienza che si ripete nel tempo, consolidata, non occasionale ma costante.

Figura 2 I bambini, con l’equipaggiamento giusto, esplorano e giocano anche sotto la pioggia.

 

All’”Asilo nel bosco” le attività sono sempre proposte e mai imposte. Si favorisce il lavoro in piccoli gruppi, formati secondo gli interessi e gli scopi comuni tra bambini e non a tavolino. Non c’è un programma didattico da rispettare, ogni bambino apprende secondo le opportunità dell’ambiente e la propria motivazione intrinseca. C’è grande spazio per il gioco spontaneo, che viene riconosciuto come primo e più efficace strumento per l’apprendimento guidato dal bambino[5].

La programmazione tipica della pedagogia del bosco è “emergente[6], cioè non viene decisa a priori ma nasce organicamente dal processo di interazione tra interessi dei bambini e rilanci degli adulti.

Figura 3 I luoghi ideali per ospitare l’esperienza dell’Asilo nel bosco dovrebbero
presentare una varietà  di caratteristiche ambientali sufficiente a offrire ai bambini
ampia possibilità di scelta per le loro esplorazioni
(fossi, torrenti, prati, boschi, campi, sentieri, rocce etc.).

 

Gli adulti che partecipano alle attività infatti si pongono come accompagnatori, che sostengono i bambini nelle loro esperienze tramite una relazione di fiducia reciproca, fondata sull’accettazione e il dialogo. Diamo grande attenzione alla documentazione come strumento riflessivo, che ci aiuta a comprendere meglio i bisogni e i percorsi dei singoli bambini, per sostenere i loro interessi con rilanci progettuali che possano rispondere alla loro motivazione intrinseca ad apprendere. I rilanci progettuali possono consistere in una proposta di attività, in una visita a un luogo particolare, in un libro selezionato ad hoc, in nuovi materiali lasciati a disposizione, ma anche semplicemente nel dare attenzione ad alcuni aspetti specifici con domande generative e ascolto attivo. Tante volte ci troviamo ad essere testimoni di dialoghi significativi tra bambini, che siano enunciazione di ipotesi e teorie sul mondo, negoziazioni, racconti fantastici che meritano semplicemente di essere ascoltati e colti nella loro saggezza.

 

Sentirsi sicuri

Senza dubbio è responsabilità degli adulti evitare che i bambini si trovino in situazioni di pericolo senza i mezzi per proteggere la propria incolumità fisica e psicologica da danni gravi e irreversibili. Ma è altrettanto importante che sia garantita la possibilità ai bambini di esercitarsi nella gestione dei rischi, grazie alla libertà di sperimentarsi e di essere responsabili delle proprie scelte. La sfida dal punto di vista pedagogico è quella di non limitare nè deviare lo sviluppo dei bambini, non permettendo loro lo sviluppo di tutte quelle competenze che si esercitano nelle esperienze rischiose: competenze motorie, conoscenze del mondo fisico e naturale, creatività, resilienza, collaborazione. Nella nostra società non c’è fiducia nel fatto che i bambini possano riconoscere i loro limiti, e così non viene data loro possibilità di imparare a valutare autonomamente i rischi.[7]

Figura 4 Le attività che nascono spontaneamente dall’interazione tra i bambini
e le occasioni colte dall’ambiente circostante sono spesso le più interessanti.

 

Nel nostro “Asilo nel bosco” il ruolo dell’adulto non è quello di dare limiti esterni e artificiali al bambino (“non si fa” o “si fa in questo modo”) ma di accompagnarlo con le giuste informazioni e il giusto supporto emotivo alla scoperta delle strategie più adatte a raggiungere i suoi obiettivi, confrontandosi con i limiti oggettivi propri e degli altri. Onestà, chiarezza, disponibilità all’ascolto sono le chiavi per impostare una comunicazione efficace con i bambini, anche in materia di sicurezza.[8] Come adulti cerchiamo anche di non sostituirci al bambino, proponendo la nostra soluzione ai problemi che affronta, avendo la presunzione che sia la migliore possibile. Lasciamo invece che sia il bambino stesso a cercare, grazie al pensiero divergente, le risposte più adatte ai propri obiettivi, che spesso noi non abbiamo neanche compreso fino in fondo.

Alla base di questo atteggiamento c’è la convinzione che il bambino è una persona competente e naturalmente portata a una socialità positiva, che lasciata sperimentare arriva a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e a costruire una propria guida interiore su ciò che è giusto o sbagliato.

 

I bambini, la natura, il mondo

L’”Asilo nel bosco” è finalizzato allo sviluppo della persona nel suo insieme, alla valorizzazione delle sue risorse fisiche, mentali, caratteriali. Ogni bambino è accompagnato a scoprire se stesso e il mondo in cui vive, nel senso più ampio del termine: stagioni, elementi naturali, ciclo di vita di piante e animali (compresi noi), caratteristiche di diversi materiali, tecniche e abilità di base (tenere in mano un attrezzo, avvitare, intrecciare, annodare). Anche se la nostra vita contemporanea è fatta di molto di più di tutto questo, riteniamo che sia ancora fondamentale inziare da questa base, che ben acquisita nella prima infanzia sarà il fondamento per qualsiasi lavoro o percorso di vita si intraprenda. L’Asilo nel bosco è un’esperienza fondata proprio sull’incontro e la conoscenza del mondo reale e delle sue dinamiche sociali e ecologiche.

L’”Asilo nel bosco” favorisce nel bambini la capacità di auto-apprendimento e auto-valutazione, protegge la motivazione a conoscere e sperimentare, promuove una socialità basata sulla collaborazione e sul rispetto: queste basi sono indispensabili in qualsiasi percorso di crescita che guardi alla finalità a lungo termine di crescere adulti competenti e equilibrati, e non solo a obiettivi a breve termine legati a voti o giudizi esterni.

 

Figura 5 I bambini guidano lo svolgersi della giornata tipo dell’”Asilo nel bosco”
con la loro curiosità e fantasia.

 

 

Contatti:

Selima Negro 329 8926 297

fuoridallascuolabrianza@gmail.com

https://fuoridallascuola.wordpress.com/

https://www.facebook.com/fuoridallascuola/

 

Poster FdS

 

[1] Williams-Siegfredsen J., Understanding the Danish Forest School Approach, London, Routledge 2012

[2] Schenetti M., Salvaterra I., Rossini B., La scuola nel bosco. Pedagogia, didattica e natura,  Erickson, 2015

[3] https://fuoridallascuola.wordpress.com/

[4] Moore R. C., The need for nature: a childhood right, in Social Justice, vol. 24 n. 3, 1997, pp. 203-220

[5] Gray P., The varieties of play match requirements of human existence, Psycology Today, 2008 https://www.psychologytoday.com/blog/freedom-learn/200810/the-varieties-play-match-requirements-human-existence

[6] Nel nostro sito trovate la traduzione di un breve testo sul “Curriculum emergente”: https://fuoridallascuola.wordpress.com/2016/06/10/cosa-si-intende-per-programma-emergente/

[7] Kenny E., Forest Kindergartens. The Cedarsong Way, Cedarsong Nature School, 2013, p.52

[8] Lindon J., Too Safe for Their Own Good: Helping Children Learn About Risk and Lifeskills, London, National Children Boureau, 2011, p.19

 

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