La Staffetta di Scrittura per la Cittadinanza e la Legalità promossa da BIMED rappresenta, senza dubbio, un’importante occasione offerta ai bambini e alle bambine di asili nido e scuole dell’infanzia e agli studenti e alle studentesse delle scuole di ogni ordine e grado per confrontarsi con i propri coetanei, mettere alla prova se stessi all’interno del gruppo dei pari e attivare strategie di negoziazione tra sé e gli altri, tra situazioni conosciute e altre tutte da scoprire, attraverso la creatività.
L’idea di fare parte di un progetto condiviso, di un gruppo ampio disseminato lungo tutto il territorio italiano, di incontrare, anche se virtualmente, persone della stessa età, ma con esperienze diverse, stimola il confronto, spinge a dare il meglio di sé, a collaborare con i compagni e ad accettare sfide impegnative. Ma quello che unisce davvero, la forza propulsiva del progetto, è la condivisione di una storia che è al tempo stesso narrazione, autodisciplina – i veri narratori sono ben consapevoli della struttura entro la quale inserire il proprio racconto e lo calibrano a partire da regole che non rappresentano solo costrizioni, ma opportunità – confronto, apertura al possibile.
Le storie, infatti, sono un potente catalizzatore di conoscenza, di reciprocità, di appartenenza; creano legami forti, portano a confrontarsi, a scambiarsi opinioni e consigli, a suggerire rimandi, connessioni, contaminazioni. Se questo avviene già a partire dalla lettura di un romanzo, di un fumetto, di un albo illustrato, oppure dalla visione di uno stesso film, serie tv o cartone animato o dall’interazione con un videogioco, la scrittura condivisa, se ben progettata e coordinata, ne amplifica, potenzialmente, la portata. La scrittura condivisa, infatti, consente di avere un approccio più profondo e sentito ai temi proposti dall’incipit; temi che permettono, di anno in anno, di riflettere su questioni fondamentali della nostra contemporaneità delle quali, fin da piccoli, occorre imparare a essere consapevoli: non distaccati osservatori, ma cittadini partecipi e preparati, a partire dalla prima infanzia.
Se, probabilmente, risulta chiara l’importanza che la Staffetta può ricoprire nei processi di apprendimento e di confronto con la realtà di chi vi è coinvolto direttamente – bambini/e e ragazzi/e – meno evidente, ma altrettanto fondamentale, risulta quella relativa alla formazione degli/delle insegnanti che accompagnano le classi in quell’avventura. La Staffetta, infatti, può offrire a educatori/trici e docenti opportunità straordinarie per un rinnovamento consapevole e attivo del proprio ruolo e della propria posizione all’interno del setting educativo di riferimento, in primo luogo dal punto di vista didattico e di innovazione delle strategie e delle metodologie attuate in classe. Non è pensabile, e neppure auspicabile, condividere la filosofia del progetto promosso da BIMED senza mettere in discussione i metodi “tradizionali” di insegnamento o quanto meno arricchirli con proposte laboratoriali e sperimentando nuovi approcci. In questa stessa direzione, d’altra parte, si muove una recentissima indagine condotta da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa) in collaborazione con Simone Borra, docente di Statistica all’Università di Roma Tor Vergata, la quale pare confermare, in termini statistici, l’assunto che le scuole più innovative – quelle che adottano strategie all’avanguardia, nelle quali la didattica frontale viene sostituita o, quanto meno integrata, da quella partecipativa – siano anche quelle che ottengono risultati migliori anche in termini di valutazione.
Partecipare davvero alla Staffetta, dunque, richiede – e forse, nella migliore delle ipotesi, catalizza – un profondo, radicale cambiamento dell’approccio alla didattica e una formazione (e auto-formazione) dinamica, aperta e creativa del corpo docente.
A partire da queste premesse pare indubitabile che, nella gestione della classe, almeno per quanto riguarda il progetto BIMED – ma sarebbe interessante e stimolante estendere questo approccio a più vasti consessi didattici – l’insegnante e l’educatore/trice prendano montessorianamente le distanze dal proprio ruolo: predisponendo il setting (ovviamente tenendo in considerazione le caratteristiche della classe che si trovano a coordinare) e osservando ciò che avviene tenendosi ai margini dell’evento, pur restando pronti a intervenire in caso di necessità. Soprattutto quando chi partecipa alla Staffetta è in età prescolare o ha da poco intrapreso la scuola dell’obbligo, l’attenzione deve essere massima, ma l’intervento personale dell’insegnante dovrebbe essere il meno assertivo e impositivo possibile. La tentazione di una prestazione ad alto livello dovrebbe cedere il posto alle necessità espressive della classe, senza mai perdere di vista gli obiettivi del progetto e le strategie per portare a termine una narrazione condivisa.
Altro punto fondamentale che riguarda la formazione degli insegnanti e degli educatori/trici che partecipano alla Staffetta è dato dalla possibilità di sperimentare un approccio interdisciplinare, suggerendo approfondimenti, impostando correlazioni, stimolando connessioni con docenti di altre discipline e confrontandosi con quelli provenienti da altri contesti geografici e socio-culturali. La narrazione si rivela, infatti, tra le altre cose, un potentissimo strumento di sintesi tra saperi diversi e di rielaborazione critico-creativa di conoscenze e competenze.
Anche a livello curricolare il progetto promosso da BIMED si pone in linea con le Indicazioni Nazionali e potrebbe diventare un’occasione privilegiata per sperimentare buone prassi per quanto riguarda l’approccio alla scrittura e, a ben guardare, anche stimolare il piacere di leggere. Per partecipare nel migliore dei modi alla Staffetta, infatti, non è solo indispensabile leggere l’incipit e i capitoli che precedono quello che ogni singola classe deve redigere, ma confrontarsi attivamente con le bibliografie narrative di riferimento, capaci, attraverso il suggerimento di titoli interessanti, di coinvolgere bambini/e e ragazzi/e in un fantastico viaggio alla scoperta dei temi e degli argomenti che, di anno in anno, vanno a definire il corpus delle produzioni narrative delle classi coinvolte.
Dal momento che la partecipazione diretta e il coinvolgimento personale sono le situazioni che permettono di capire meglio i meccanismi che regolano i processi conoscitivi – oltre a quelli educativi – sarebbe interessante coinvolgere in una Staffetta gli stessi insegnanti che partecipano al progetto con le loro classi per poi procedere, assieme a loro, a una meta-riflessione che li porti a interrogarsi sulle motivazioni e sulla coerenza delle scelte operate, sia a livello logico che sintattico-narrativo, confrontando il proprio capitolo con quello realizzato dalla classe per rintracciare costanti o dissonanze e per aprire un confronto su temi, argomenti e atteggiamenti che ricorrono e instaurare un dibattito, all’interno della comunità educante, su quale sia davvero la portata di un progetto volto a promuovere, come fine ultimo, esperienze di cittadinanza attiva e di legalità.