La scuola Casa del Sole è stata invitata a partecipare attivamente al Convegno Educazione, terra e natura Io abito qui – io abito il mondo, svoltosi alla Facoltà di Scienze della Formazione di Bressanone dal 29/11 al 1/12/ 2018.
Il workshop – Chi ha abitato qui? – è stato realizzato e condotto da Elena Veraldi e Liliana Milani, insegnanti della scuola dell’infanzia comunale Casa del Sole, situata in via Valgioie 10, Torino; la scuola ospita tre classi di 25 bambini omogenee per età.
Maria Grazia Tiozzo
(Responsabile pedagogica Servizi Educativi della Città di Torino)
Io abito qui
Un percorso di valorizzazione della scuola a partire dalla sua storia: il Museo Scolastico della Casa del Sole.
La scuola è un grande laboratorio sociale e culturale dove si dialoga e si dibatte intorno ai diritti dei bambini e alla loro educazione, un luogo di vita in continua evoluzione dove il presente e il passato convivono, dove spazi e oggetti, se interrogati, ci parlano e ci raccontano la storia, quella storia che è la memoria del nostro divenire, che costruisce comunità e che è impronta per la nostra identità.
È intorno a questo pensiero che ha inizio il progetto “Vuoi costruire il tuo museo scolastico?” con l’obiettivo di far diventare la nostra scuola un luogo di scoperta e di memoria.
Ogni luogo che noi percorriamo o abitiamo ha una sua storia, spesso sconosciuta… ma basta la curiosità di voler scoprire il cosa c’era prima di noi, perché davanti a noi si apra un mondo di scoperte, di risposte, di significati che ci fanno comprendere la nostra medesima attualità… questo è un po’ quello che è successo a noi adulti e bambini della Casa del Sole.
La storia
Quella che ora è la Casa del Sole, alla fine dell’Ottocento, era una cascina denominata La Torre, posta in un’area agricola di circa 10.000 metri quadrati e collegata allo Stradone di Francia.
Nel 1910 fu acquistata dal barone austriaco Hans von Kuelmer, un’importante diplomatico dell’Impero austro-ungarico presso la Corte Regia, che la trasformò in una villa per poter porre la sua residenza abituale.
Dopo pochi anni, con lo scoppio della prima guerra mondiale, il barone si allontanò da Torino in quanto cittadino di una nazione nemica, e la villa venne posta sotto sequestro cautelativo da parte dello Stato italiano.
Durante il conflitto per iniziativa di Paola Carrara Lombroso alcune ville cittadine, fra le quali Villa Kuelmer, vengono adattate ad ospitare fino a 1500 bambini, figli di soldati richiamati in guerra e privi di altro aiuto familiare. La Croce Rossa Americana finanziò l’operazione e la villa del barone divenne Villa Gioia.
Finita la guerra, Paola Carrara propose e ottenne che Villa Gioia restasse aperta per i figli di malati di tubercolosi affinché una vita sana, all’aria aperta, con vitto abbondante e una vigilanza affettuosa li aiutasse a non contrarre la malattia. Allora la villa accoglieva 72 bambini e prese il nome propiziatorio di Casa del Sole.
Improvvisamente nell’ottobre del ’22, un provvedimento governativo, dispose la restituzione degli immobili sequestrati ai precedenti proprietari, quindi la villa sarebbe dovuta tornare al barone, il quale non era in Italia, né mai vi ritornò. Intervenne a questo punto un munifico benefattore, Isaia Levi che la acquistò e ne fece dono all’istituzione, in memoria della sua unica figlia, Giorgina, deceduta poco più che adolescente: la Casa del Sole diviene Villa Giorgina.
Paola Carrara ‘governa’ la Casa del Sole dall’inizio (1918-19) fino al 1953, cioè quasi alla sua morte, eccetto che nel periodo compreso tra il 1935 e il 1945, quando il regime fascista la sostituì forzatamente con un commissario prefettizio.
Nel corso degli anni ’50, grazie al potenziamento delle organizzazioni profilattiche antitubercolari, si abbassa notevolmente il numero di bambini bisognosi di cure preventive, ma non la necessità di assistenza a bambini che hanno problemi di salute e condizioni familiari modeste.
Nel maggio del 1963 il Consiglio Direttivo dell’Ente, vista la minore necessità della funzione di preventorio antitubercolare e la crescente importanza che sta assumendo l’assistenza ai bambini spastici, seguiti a Torino dalla neonata sezione locale dell’AIAS (Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici), decide di iniziare a partire dall’autunno successivo una collaborazione con l’AIAS mettendo a disposizione i locali del pianterreno per le cure di rieducazione degli spastici.
Le due associazioni (Casa del Sole-Paola Carrara Lombroso e AIAS) proseguono la loro collaborazione fino allo scioglimento della prima.
Nel dicembre del 1965 si ha l’apertura di un centro diurno che ospita bambini spastici dalle 9 alle 17 provvedendo alle cure fisioterapiche, alle refezione e all’istruzione.
Il 16 giugno 1976 La Casa del sole – Paola Carrara Lombroso concede in uso gratuito alla Città l’immobile di sua proprietà sito in via Valgioie 10 e viene così aperta la scuola per l’infanzia.
Il progetto e la sua realizzazione
Nell’anno scolastico 2015-16 i bambini della sezione dei 5 anni hanno lavorato intorno alla ricostruzione storica della scuola partendo dal personaggio di Giorgina Levi a cui era stato intitolato in origine l’edificio. I bambini hanno intitolato la loro ricerca: La vera storia di questa scuola. Una scuola che nasconde un segreto di 100 anni fa.
I bambini hanno lavorato alla scoperta della famiglia di Giorgina, e ipotizzato che Giorgina avesse abitato nella scuola. Restituiamo qui la loro ricostruzione attraverso le loro parole e i loro dialoghi: è impressionante vedere come i bambini, pur non conoscendo la storia, siano stati in grado di fare ipotesi ed interpretazioni molto vicine alla realtà; di come abbiano perfettamente capito cos’è la storia pur non avendo ancora il senso del tempo trascorso così lontano da loro, e di come abbiano capito il valore di quello che il tempo ci lascia in termini di oggetti, materiali, ma anche narrazioni.
Lorenzo: «100 anni fa in questa scuola viveva Giorgina Levi, una bambina come noi!»
Alessio: «Poi tu ci hai fatto vedere anche due foto di Giorgina!»
Chiara: «Era una foto antica, era in bianco e nero, mica aveva i colori!»
Maia: «Giorgina nelle foto aveva i capelli tagliati come Gloria, a me è piaciuto il vestito, tutto bianco con una cosa tutta di tulle con disegnati piccoli fiori!»
Riccardo: «Delle ricercatrici hanno fatto una grande scoperta, hanno trovato, non so dove, una foto del papà, una del nonno e anche delle foto di Giorgina, però non abbiamo visto quella della mamma perché non l’hanno trovata da nessuna parte!»
Lorenzo: «Abbiamo scoperto che il papà di Giorgina era il padrone di una fabbrica che si chiamava Aurora dove si facevano le penne!»
Nell’anno scolastico 2017/18 il progetto prosegue con la realizzazione e l’apertura del Museo Scolastico.
I percorsi di ricerca che si sviluppano hanno la centralità del concetto di ‘esperienza’ e il protagonismo dei bambini e degli adulti impegnati nella scoperta, nella raccolta e nella catalogazione degli oggetti ritrovati all’interno della scuola: aule, saloni, corridoi, scale e nella diffusione territoriale del museo in quanto patrimonio culturale da conoscere, condividere e conservare.
Il progetto tiene presenti, quasi come simboli di ciò che è stato, alcuni oggetti conservati nel tempo nell’edificio scolastico: scatole, telefoni e libri.
Per introdurre l’idea del museo si propone ai bambini la lettura di Kubbe fa un museo.
Questo libro narra la vicenda di Kubbe che raccoglie oggetti e costruisce il suo museo.
Anche noi, come Kubbe, andiamo alla scoperta di oggetti che potrebbero essere preziosi tesori all’interno della nostra scuola.
Tra gli oggetti ‘antichi’ all’interno della scuola, abbiamo trovato una vecchia scatola di biscotti in metallo.
Olivia: «A me piace quella scatola, maestra lo sai che quando ero piccola avevo una scatola come quella ed è caduta a terra»
Le scatole saranno i “contenuti” delle esperienze per i bambini di 3 anni.
Ciascuna di esse sarà riempita con racconti, oggetti, fotografie che rappresentano alcuni momenti significativi.
Le insegnanti della sezione dei bambini di 4 anni propongono una caccia al tesoro: trovare nei locali della scuola dei telefoni antichi.
Lo scopo, dopo averli individuati, è di osservarli e notare le loro particolarità, il loro modo di utilizzo, le differenze rispetto ai telefoni moderni.
Ci immergiamo nelle parole della comunicazione, nei numeri e nei fili (elementi del telefono segnalati dai bambini stessi.
Alessio: «Là nel muro del corridoio c’è un telefono nero!»
Antonio: «Tutti i numeri vanno avanti e indietro e non finiscono per sempre!»
Il telefono come mezzo di comunicazione ha permesso di avviare attività di educazione linguistica
(attraverso l’uso di parole) e di educazione matematica (attraverso l’uso di numeri).
Il filo del telefono, invece, è stato lo spunto per parlare del tempo che passa e realizzare un diario di classe o collegarsi alla mitologia greca, avere spunti per l’orientamento o ancora creare unità misura.
Lucio: «Con questi fili si può creare un mondo!»
Attraverso la scoperta di alcuni libri contenuti in un vecchio armadio i bambini di 5 anni hanno condotto ricerche sfogliando i libri guardando segni grafici, simboli, iconografie, provando tecniche grafiche, pittoriche giocando con le lettere, sperimentandosi con la voce, il corpo, il gesto scoprendo simboli e tracciando segni.
Camilla: «Faccio la ‘O’ con le gambe»
Ascoltando le storie i bambini ne inventano altre, imparano i codici, scrivono le emozioni e realizzano libri personali e collettivi.
Agnese: «Con i libri mia nonna o mia madre mi hanno insegnato a fare, a imparare a leggere con un libro, e mi è piaciuto molto, però non ho ancora imparato a leggere bene però un po’ ho imparato»
Giulia: «Con i libri si può leggerli e imparare a scrivere o a leggere»
Elisa: «Il libro di mamma oca con le lettere per me è importante ed è un gioiello»
Alla fine l’armadio ospita una nuova storia.
Lara: «Nell’armadio ci possiamo mettere le cose preziose»
Alessandro: «Possiamo mettere dei personaggi di Pinocchio»
Dopo essere stati scoperti, catalogati e descritti oggetti, simboli e siti di interesse vengono inseriti all’interno di una mappa.
L’elenco degli oggetti e delle iconografie che i bambini hanno scoperto è il seguente:
- Una R presente sulla facciata esterna della scuola
- Il volto in ceramica di Giorgina Levi
- Il sole con la scritta Casa del Sole presente sulla facciata della scuola
- La campana della scuola
- Un telefono a muro con rotella, di colore grigio
- Un camino di legno
- Un soffitto con affreschi
- Un telefono a muro a gettoni
- Un armadio in legno, contenente vecchi libri
- Una scala con mancorrente interamente in legno
- Alcune scatole di latta decorate
- Una macchina da scrivere e una lampada da tavolo
- Un telefono a muro con rotella di colore nero
- Una scultura a muro raffigurante due angioletti
- Uno scaldavivande inserito in un termosifone
La mappa museale è posizionata al piano terra.
Nella prima sala dedicata all’esposizione della storia sono collocate, su pallet, quattro mappe distinte: esterno scuola, piano terra, primo piano, secondo piano.
Bambini e bambine hanno lavorato alla realizzazione delle rappresentazioni degli spazi della scuola e del giardino in cui vengono evidenziati i ‘tesori del tempo’ ritrovati all’interno dell’edificio.
I bambini di 3 anni hanno lavorato sul primo piano.
Questo lavoro ha rappresentato un’opportunità di avvicinamento, attraverso l’esperienza pratica al concetto di spazialità e di dimensione.
Facciamo di nuovo come Kubbe ma questa volta per fotografare le cose e gli oggetti che, secondo noi, sono più importanti e preziosi.
Ogni bambino ha le proprie conoscenze e competenze sulle mappe e le racconta…
Pietro: «La mappa è dove c’è una strada»
Lea: «È una mappa che quando hai trovato la strada questa la riarrotoli e vai alla strada giusta»
I bambini di 4 anni hanno realizzato la mappa del piano terra e del giardino.
Anche loro attraverso l’esperienza pratica, si sono avvicinati alla misurabilità degli spazi, all’astrazione numerica (quanti passi da qui a lì), alla costruzione di un percorso, all’osservazione della realtà.
Alessio: «Andiamo dritto, dritto fino alla porta della scuola per entrare dentro!»
(80 passi fino alla porta di ingresso)
Emma: «Andiamo dritto poi giri dopo un pò e vai nell’orto!» (95 passi fino all’orto)
Emma: «Abbiamo girato tutto intorno alla scuola con un filo verde per misurare lo spazio,
ma prima abbiamo contato i nostri passi»
Cloe: «Abbiamo srotolato il filo intorno alla scuola e qualcuno teneva fermo il filo e qualcuno lo srotolava fino alla fine e poi tagliato il filo verde»
I bambini di 5 anni suddivisi in piccoli gruppi autonomi, hanno selezionato gli oggetti che caratterizzavano i vari ambienti del secondo piano tra cui i disegni degli oggetti e arredi storici.
Li hanno disegnati, poi posizionati all’interno della mappa.
All’aumentare dell’età corrisponde un progressivo e importante affinamento delle capacità di astrazione nel passaggio dallo spazio reale a quello bidimensionale, che si traduce in una maggiore sicurezza e precisione nella collocazione degli oggetti sulla mappa.
Ultimato l’allestimento e definito il percorso, il Museo Scolastico è stato inaugurato il 15 giugno 2018. Aperto al territorio il Museo può essere visitato, su prenotazione, con la guida dei bambini.
Alla realizzazione del progetto hanno partecipato le bambine e i bambini della Scuola dell’Infanzia Comunale Casa del Sole di via Valgioie 10 a Torino.
Un grande merito viene riconosciuto alle insegnanti Monica Amprimo, Enza Balluardo, Teresa Cimalando, Eena Veraldi, Elena Ferrero, Nadia Fidestri, Liliana Milani che hanno saputo sviluppare il progetto coinvolgendo con interesse i bambini e le famiglie.
Bibliografia
Ashild kanstad Johnsen, Kubbe fa un museo, Mondadori Electa, Milano 2013
Keri Smith, Come diventare esploratore del mondo, Corraini Edizioni, Mantova 2014
Anna Bondioli, Monica Ferrari, Valerio Ferrari, Elena Mignosi, Donatella Savio, Quaderni d’infanzia- Leggere le Indicazioni, Junior Spaggiari, Parma 2013
Jerome Bruner, La mente a più dimensioni, Laterza, Bari 1988
Benedetta Tobagi, La scuola salvata dai bambini, Rizzoli, Milano 2016
Marc Bloch, Che cosa chiedere alla storia?, Castelvecchi Editore, Roma 2014
Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina, Milano 2001
Zygmunt Bauman, Intervista sull’identità, a cura di Benedetto Vecchi, Laterza, Bari 2003
A cura Coordinamento Pedagogico Città di Torino, Crescere 0-6. Principi e pratiche educative, Torino 2013
A cura Coordinamento Pedagogico Città di Torino, Io, noi, comunità, Torino 2010
A cura di Maria Grazia Tiozzo, Isabella De Gaspari, Alessio Bottai, La casa del sole. Storia di una istituzione torinese, Città di Torino 2018