Costruiamo reti di resilienza creativa per uscire dalla crisi e dare nuovo impulso alle modalità di esercizio della cittadinanza
La Scuola chiusa e il venir meno del suo funzionamento ordinario ci sta permettendo di banalizzare l’ovvio e di vedere con chiarezza quanto la scuola sia importante nella vita di ciascuno, in quella familiare e sociale”. [1]
Stiamo ancora vivendo una situazione estraniante, in cui cosuetudini, comportamenti abituali e rassicuranti, punti di riferimento sono venuti improvvisamente a mancare. Sono messe a dura prova le capacità di resilienza degli adulti, a resistenza allo stress.
Ma ancor più ne soffrono bambine e bambini sottratti alle sicurezza delle routines, alla frequentazione di amici, a tempi e spazi di socialità, educazione, apprendimento. Tanto più in situazioni di disagio in cui viene mancare la possibilità di essere sottratti, anche se per un tempo limitato, alla precarietà, all’abbandono educativo, al disagio familiare.
A queste difficoltà c’è stata una pronta risposta da parte delle educatrici e delle insegnati con grande impegno utilizzando le risorse delle tecnologie (non sempre sufficiente e adeguate) per non abbandonare il rapporto con i bambini e con le famiglie.
Un fiorire di iniziative su cui dovremo riflettere per cogliere il valore reale, per salvare e sviluppare il positivo. [2]
Come pensare al rientro? Quando ritorneremo a un’ipotetica normalità (con molti dubbi sul quando e sulla “normalità”) la ripartenza dovrà essere dedicata all’elaborazione del periodo intercorso, senza nessuna rimozione del dramma che l’umanità globalmente ha attraversato, si dovrà far leva sulle capacità di reciproco ascolto, sull’emersione dei vissuti, sul racconto delle esperienze e degli apprendimenti acquisiti nella fase di chiusura per elaborare e intraprendere nuovi percorsi di apprendimento condiviso.
Dovremo evitare il rischio di precipitarci a ristabilire l’ordine delle cose. Potrà (e dovrà) diventare l’occasione per le persone di buona volontà di ripensare all’esistente per cogliere possibilità e opportunità di migliorare, di cambiare un retaggio che si è troppo spesso seduto sul già fatto, che ha perso il mordente dell’innovazione. Sarà l’occasione, se veramente lo desidereremo, di passare dal parlare di povertà educativa, all’assumere iniziative vere di contrasto nel quotidiano con tutti e per tutti.
Piccola nota interna
Come vedete, abbiamo cambiato veste. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni che il formato della rivista, per quanto suggestivo, rendeva difficile la lettura, che gli articoli erano spesso troppo lunghi e impegnativi.Raccogliamo la sfida e la scommessa. Ma allarghiamo anche il discorso: una rivista è fatta soprattutto dai lettori.
La redazione può dare forma (più o meno accattivante) alle proposte, ma è solo il dialogo con i lettori e la collaborazione della comunità che condivide le idee e l’impegno redazionale a dare vita a una rivista.
Aspettiamo, in forma ancor più concreta e pressante del passato, le vostre idee, i vostri suggerimenti, i vostri contributi.
Buon incontro e buona lettura.
Per contatti: magazine@zeroseiup.eu
[1] Lettera aperta del Movimento di Cooperazione Educativa “ “Un’analisi della scuola e dei suoi bisogni ai tempi del Covid 19”:
[2] Alcune riflessioni iniziali sono sviluppate da Ornella Martini nell’articolo “Didattica. Presente!”, ma richiederanno sviluppi e approfondimenti.
il tema della resilienza, che mai come in questi tempi andrebbe indagato e valorizzato nel suo significato più autentico, può diventare strumento di interventi di inclusione e formazione continua. Credo che essere resilienti non si fermi alla flessibilità o adattabilità dell’individuo al cambiamento ma al creare nuove opportunità di crescita per sé e per gli altri. Mi piacerebbe discutere di questo tema con professionisti in ambito educativo, come me, per pensare a nuove strategie e progetti da proporre alla scuola per non perdersi in questo momento di criticità ed emergenza sanitaria ma soprattutto educativa.