TOY: young children and senior citizens learning and developing in intergenerational community spaces
Ente capofila: ICDI – International Child Development Initiative (Paesi Bassi)
Enti partner: Dublin Institute of Technology (Irlanda), Educational Research Institute (Slovenia), Lunaria (Italia), Comenius Foundation (Polonia), Università di Leida (Spagna), Municipalità di Leida (Spagna), Università di Aveiro (Portogallo), Azienda Speciale Retesalute (Italia)
Partner associati: Eurochild (Belgio), VBJK – Centre for Innovation in Early Years (Belgio)
Durata: 2012-2014
Finanziato da: Commissione Europea – Programma Lifelong Learning /Grundtvig
Le attività di apprendimento intergenerazionale sono iniziative che favoriscono l’incontro di persone di varie età e appartenenti quindi a generazioni diverse. Svolgendo attività insieme, imparano, arrivano a capirsi meglio e si divertono. La maggior parte delle iniziative di apprendimento intergenerazionale coinvolgono persone anziane e bambini e giovani di età compresa tra i 9 e i 25 anni. Finora, solo poche attività intergenerazionali hanno coinvolto i bambini da 0 a 8 anni di età. Le possibilità di apprendimento intergenerazionale che si avrebbero con la partecipazione dei bambini più piccoli e i cittadini senior sono ancora inesplorate e TOY ha sondato questo territorio. I bambini fino a 8 anni di età, contrariamente a quanto spesso si pensa, sono discenti attivi e creativi che possono insegnare ai senior a guardare con occhi nuovi alla realtà. I senior invece possono insegnare ai bambini alcuni saperi tecnici, aiutare gli educatori e trasmettere aspetti importanti del patrimonio storico e culturale. Inoltre, i cittadini senior hanno spesso tempo libero e possono essere volontari attivi nelle proprie comunità.
Questi sono tutti elementi importanti per la pratica intergenerazionale al di fuori della sfera famigliare.
In Europa, i cambiamenti sociali stanno influenzando le vite, le relazioni e le opportunità di apprendimento delle persone anziane e dei bambini più piccoli. Le persone anziane vivono generalmente più a lungo, ma spesso vivono isolate dal resto della famiglia e dalle giovani generazioni a causa di migrazioni o disgregazione del nucleo familiare. I bambini crescono in famiglie più piccole e hanno sempre meno opportunità di contatto con generazioni diverse. Inoltre, giocano sempre meno all’aperto, dove potrebbero incontrare cittadini senior. Causa della crescente separazione tra generazioni è anche la diffusione di istituzioni e spazi pensati per età omogenee, come asili nido, doposcuola e case di riposo.
Frequentando questi servizi, i bambini più piccoli e gli anziani non hanno molte opportunità di incontrarsi, interagire e imparare gli uni dagli altri. Tuttavia mentre i bambini e gli adulti più anziani hanno meno probabilità di incontrarsi e socializzare al di fuori della famiglia, i legami tra nonni e nipoti sembrano essere ora più forti rispetto a qualche decennio fa. Secondo i dati che abbiamo analizzato nel corso della nostra attività di ricerca, il ruolo dei nonni è sempre più importante nelle famiglie europee.
Questi danno amore e sicurezza, si prendono cura dei bambini e trasmettono i valori e le storie della famiglia alle generazioni più giovani. Inoltre, i nonni sono una risorsa importante non solo per i propri nipoti, ma anche per gli altri bambini.
Ricerca scientifica
Il progetto ha preso avvio con una fase di ricerca che ha analizzato le relazioni intergenerazionali nell’Europa contemporanea, sullo sfondo dei cambiamenti sociali, economici, culturali e demografici che hanno contribuito a modificare la struttura e le abitudini familiari nel corso degli ultimi decenni portando ad una crescente separazione tra le generazioni. Partendo da una rassegna della letteratura esistente, l’analisi si è altresì concentrata sui benefici che possono derivare dai contatti e dai rapporti intergenerazionali, anche al di fuori del contesto familiare. Tra i principali benefici individuati, l’opportunità di apprendimento intergenerazionale (apprendere gli uni degli altri, gli uni dagli altri e gli uni con gli altri), la trasmissione del patrimonio storico e culturale, la valorizzazione della figura del “nonno”, la costruzione di solidarietà tra le generazioni e di maggiore coesione sociale.
Durante l’analisi della letteratura scientifica sull’apprendimento intergenerazionale, sono stati individuati i seguenti cinque obiettivi che caratterizzano le attività che coinvolgono cittadini senior e bambini piccoli:
1. Incontrarsi per costruire nuove relazioni
La pratica intergenerazionale può arricchire le relazioni interpersonali e contrastare gli stereotipi negativi e l’isolamento delle persone anziane. Uno dei modi migliori per costruire relazioni con i bambini più piccoli è attraverso l’organizzazione di attività comuni. Trascorrere del tempo insieme, facendo semplici attività creative, come realizzare lavori artistici oppure cucinare insieme e divertirsi. Questi sono gli ingredienti fondamentali di molti progetti intergenerazionali di successo che coinvolgono i bambini più piccoli.
2. Migliorare la coesione sociale
Si assiste ad un contatto intergenerazionale particolarmente interessante ed innovativo quando diversi gruppi di età condividono lo stesso spazio. Bambini e anziani possono spendere del tempo nello stesso edificio o in uno spazio all’aperto ed essere coinvolti in attività di incontro e di apprendimento, come succede ad esempio se un asilo nido e una casa di riposo si trovano negli stessi locali.
3. Custodire e trasmettere il patrimonio storico e culturale
Il ruolo delle persone anziane come custodi della storia, delle tradizioni e delle abilità pratiche è fondamentale in una società della conoscenza come la nostra. Gli anziani sono un collegamento vitale con il nostro passato, riuscendo a dare ai bambini un senso di identità e di prospettiva storica. Si può pensare ad esempio ad alcuni progetti in cui le persone anziane fanno da cantastorie raccontando ai bambini piccoli alcuni eventi del passato e leggende locali. Oppure attività in cui i cittadini più anziani coinvolgono i bambini in giochi ormai poco diffusi e raccontano della propria infanzia.
4. Riconoscere il ruolo dei nonni
I nonni si prendono cura dei nipoti e contribuiscono ai loro processi di socializzazione. Il ruolo dei nonni come ascoltatori, narratori, depositari della memoria collettiva e della storia di famiglia è visto come complementare al ruolo dei genitori. Questo può essere particolarmente rilevante quando un genitore è assente o non disponibile per lunghi periodi, a causa, per esempio, della separazione della famiglia, del lavoro, di una malattia o della necessità di emigrare. I nonni sono i protagonisti di molte attività intergenerazionali negli asili, nelle scuole materne e primarie.
5. Promuovere i processi di apprendimento dei bambini e degli anziani
L’apprendimento intergenerazionale è un approccio innovativo in ambito educativo soprattutto nel caso in cui bambini e anziani siano coinvolti attivamente nello scambio di conoscenza e nella
produzione comune di contenuti culturali. I processi educativi intergenerazionali sono una dimostrazione pratica del concetto di educazione permanente o lungo tutto l’arco della vita. Per favorire l’espressione delle potenzialità dell’apprendimento intergenerazionale è importante creare momenti di crescita non formali, in cui i ruoli – insegnante e discente – siano fluidi e magari intercambiabili. Ciò può accadere ad esempio durante una visita guidata o nello svolgimento di attività artistiche, come il disegno, la musica o la danza. Ma si può anche osservare in attività organizzate all’aria aperta, come il giardinaggio e l’educazione ambientale negli orti urbani, nei giardini scolastici e delle case di riposo.
Il Progetto TOY si è proposto di rafforzare le capacità di chi lavora con anziani e bambini affinché si organizzino più attività di apprendimento intergenerazionale e di migliore qualità. Per questo, TOY ha favorito la creazione di reti, promosso lo scambio di buone pratiche e di strumenti innovativi che sono state messe a disposizione del terzo settore, delle scuole, dei comitati di quartiere, delle autorità locali, delle case di riposo. Oltre a coinvolgere le persone anziane e i bambini piccoli, TOY ha coinvolto anche la ‘generazione di mezzo’, come i genitori, gli educatori, gli insegnanti, e i diversi operatori impegnati nella cura degli anziani. Gli asili nido, le scuole, i centri e le organizzazioni per anziani, i centri sociali, le organizzazioni culturali e artistiche e i Comuni sono stati incoraggiati a sviluppare ulteriori opportunità di apprendimento intergenerazionale all’interno della comunità.
Ricerca – azione
In secondo luogo, il progetto si è concentrato sulla ricerca – secondo l’approccio della devianza positiva – di iniziative intergenerazionali già realizzate nei Paesi Europei. In particolare, sono state analizzate e studiate alcune esperienze di successo che hanno coinvolto bambini e anziani, in una varietà di spazi comunitari: biblioteche, giardini urbani, scuole, asili nido, centri diurni e centri ricreativi.
Per saperne di più su come i bambini e gli anziani possono trarre beneficio dall’imparare insieme, i partner del progetto hanno analizzato 21 iniziative, raccolte in sette Paesi europei, incontrando i partecipanti per parlare con loro delle diverse esperienze.
Le persone senior hanno dichiarato che, attraverso nuovi e frequenti contatti con i bambini, si sentono valorizzate e sentono di poter dare un proprio contributo alla società. Questa sensazione porta loro anche nuove energie e migliora la salute e il benessere in generale. Entrambe le generazioni si divertono e si sentono gratificate facendo delle attività insieme ed è attraverso questa interazione che imparano ognuno qualcosa sul “mondo” dell’altro e sfidano gli stereotipi culturali su temi come l’età o il genere.
La solidarietà tra le generazioni è uno dei principali benefici che si sviluppa grazie ad esperienze comuni di apprendimento. Questo è un processo che richiede tempo. Nelle iniziative studiate si è giunti ad una stessa valutazione condivisa: le istituzioni dovrebbero essere più aperte alla comunità in modo che le attività come le visite dei bambini presso le case di riposo diventino una prassi comune.
Trasferire le proprie competenze e condividere passioni, come avvicinare i bambini alla storia locale attraverso l’esame di manufatti, il giardinaggio, la produzione di cibo e l’arte di cucinare, mette in risalto quanto possa essere preziosa per i bambini l’esperienza delle persone anziane.
Non vi è alcun dubbio circa il valore della figura dei nonni per l’apprendimento e la crescita dei bambini. Le persone più anziane coinvolte nelle iniziative intergenerazionali analizzate sentono che attraverso queste attività possono offrire affetto, tempo e attenzione ai bambini.
I risultati della ricerca del progetto TOY suggeriscono l’importanza di allargare il concetto di apprendimento includendo il contributo dei bambini e degli anziani. Attraverso interazioni e relazioni reciproche, bambini e anziani possono, infatti, essere co-costruttori di conoscenza e imparare gli uni dagli altri.
Coordinatori, professionisti e volontari sono in vario modo coinvolti in attività intergenerazionali e sono aperti ad un’idea innovativa di apprendimento. Si dimostrano flessibili, sono pronti al gioco e hanno un atteggiamento libero da pregiudizi: tutti elementi cruciali per la buona riuscita di un progetto di apprendimento intergenerazionale. Di fondamentale importanza sono anche le fasi di pianificazione e preparazione delle attività. In queste fasi è importante coinvolgere i due gruppi per capire cosa si aspettano l’uno dall’altro e riflettere sull’esperienza di apprendimento. Infatti, se si tiene conto delle aspettative dei bambini e degli anziani nella programmazione delle attività, si avrà poi una maggiore e più gratificante partecipazione. I mediatori, come gli educatori, gli operatori sociali, gli insegnanti, i volontari senior, i genitori, sono degli interpreti, che costruiscono un ponte tra le generazioni. Essi devono favorire il contatto, essere una guida, proporre attività che possano andare bene ad entrambi i gruppi di età e conoscere gli interessi, le abilità e i percorsi di crescita delle due generazioni.
Capacity building
A seguito della fase di ricerca, in Italia, Olanda, Spagna, Polonia e Portogallo sono stati realizzati dei workshop come momento di formazione, informazione e confronto con gli attori locali. Hanno partecipato – in particolare – psicologi, pedagogisti, educatori e animatori, operatori e coordinatori di servizi sociali, volontari e persone “senior”.
A Merate (LC), il workshop si è tenuto il 19 e 26 febbraio 2014. In occasione della seconda sessione, Elena Giagosti della cooperativa UNIONCOOP di Piacenza ha portato la testimonianza del progetto ABI – Anziani e Bambini Insieme, realizzato a Piacenza in una struttura in cui “convivono” un asilo nido, un centro diurno e una casa di riposo per anziani.
Azioni pilota
Dalla primavera 2014, il progetto ha promosso la realizzazione di azioni sperimentali intergenerazionali.
In provincia di Lecco, Retesalute ha promosso due iniziative intergenerazionali:
1) Anziani e bambini insieme: i 5 sensi in gioco
Realizzata in collaborazione con la cooperativa sociale L’Arcobaleno e la cooperativa sociale Sineresi, l’iniziativa si è svolta presso l’asilo nido Casa Vincenza di Lecco. Tra aprile e luglio 2014, 5 bambini del nido e 5 anziani del Centro Diurno Integrato Laser di Lecco sono stati coinvolti in una serie di attività ludico-ricreative: giochi con i palloncini, manipolazione della pasta di pane, pittura con le tempere, giardinaggio, musica e altre attività legate alla scoperta (e ri-scoperta) dei cinque sensi. L’azione si è conclusa con una festa finale con una merenda intergenerazionale che ha riunito bambini, anziani, genitori e familiari.
2) Centro Estivo Multigenerazionale Sperimentale “Di Segni e di Sogni”
Promosso grazie alla collaborazione tra La Creche s.n.c., titolare dell’Asilo Nido Cipì, e la Residenza per Anziani Hotel Adda di Paderno d’Adda, il centro estivo è stato aperto dal 1 luglio all’8 agosto, ospitato all’interno degli spazi di Hotel Adda. Nell’arco delle 6 settimane di apertura, il centro estivo ha accolto complessivamente 57 bambini di età compresa tra i 4 e i 9 anni (con un massimo di 30 bambini a settimana). I bambini sono stati quotidianamente coinvolti in attività intergenerazionali con gli anziani ospiti di Hotel Adda (24 sono stati i partecipanti più attivi e costanti). Sono state proposte attività di giardinaggio, pittura, cucito e riciclo creativo, giochi da tavola e giochi con l’acqua, laboratori fotografici, pranzi e merende intergenerazionali. L’esperienza si è conclusa con una mostra finale di fotografie e manufatti aperta alle famiglie e agli amministratori locali.
Una questione chiave per tutto il progetto TOY è stata quella di comprendere meglio le condizioni che servono per lavorare in pratiche intergenerazionali, cioè scoprire di più circa le competenze, leattitudini e le strategie delle persone coinvolte, che possono essere gli organizzatori delle attività, i volontari anziani o i mediatori (volontari o professionisti).
Caratteristiche personali
Le persone che guidano e coordinano le attività debbano avere alcune caratteristiche personali: impegno, entusiasmo e motivazione, espresse qualche volta come “appassionati” delle pratiche intergenerazionali. Inoltre, sono importanti l’apertura all’innovazione nell’apprendimento e nell’insegnamento ed avere buone abilità comunicative incluso un buon ascolto. Anche avere idee originali contribuisce al successo del lavoro intergenerazionale.
Capacità di pianificazione e di organizzazione
Questo significa cose differenti in differenti attività di pratica intergenerazionale: essere in grado di riunire una varietà di attori nelle progettazione attraverso le attività e la cooperazione nella loro attuazione; organizzare uno spazio fisico per consentire l’interazione informale tra i bambini e gli anziani. La capacità di organizzazione e pianificazione comporta anche il garantire la protezione dei bambini e le linee guida e i protocolli che ne derivano avendo cura di giorno in giorno della logistica assicurandosi che ci sia tutto il materiale. Preparare sia i bambini che gli anziani riguardo a ciò che li aspetta dall’altro gruppo e riflettere, successivamente al contatto, su cosa è piaciuto, su ciò che è stato speciale e su cosa no.
Conoscenza di entrambe le generazioni
È molto importante per i promotori, i coordinatori e i facilitatori delle attività intergenerazionali avere una conoscenza su entrambe le generazioni. E’ necessaria una visione di sviluppo di entrambe le generazioni (psicologia dello sviluppo, psicologia dell’invecchiamento); l’importanza di essere consapevoli su cosa è interessante e piacevole per entrambe le generazioni in termini di attività, per esempio: quali tipi di attività artistiche piacciono, le canzoni che loro conoscono. I coordinatori e i mediatori devono combinare le aspettative degli anziani da una parte e i bisogni e gli interessi dei bambini dall’altra e viceversa.
Ruolo dei volontari anziani
I coordinatori hanno un ruolo importante nella motivazione dei volontari: li aiutano nella costruzione o nell’ulteriore sviluppo di hobbies, abilità e interessi nel loro lavoro con i bambini. Le abilità di base includono: comunicazione con i bambini, pazienza, adattabilità e attitudini giocose; l’avere rispetto e il non giudicare soprattutto nei contesti di lavoro con i bambini e le famiglie provenienti da differenti contesti culturali. È importante anche la curiosità e l’apertura all’apprendimento: questo significa essere aperti ad imparare di più circa l’interazione con i gruppi di bambini ed essere interessati ad un ulteriore sviluppo delle proprie abilità e dei propri hobbies. Il ruolo chiave dei mediatori è di agire da ponte o da interprete tra le generazioni in modo che le interazioni proseguano in modo lineare. Quali conoscenze professionali siano necessarie circa le persone anziane e quali circa i bambini piccoli, possono essere ottenute da una lavoro collaborativo. Un supporto tra pari all’interno del gruppo dei volontari anziani, facilitato da un mentore, è un’importante struttura di supporto.
Condizioni generali
Altre condizioni generali, sommate alle abilità personali e pedagogiche già menzionate, sono: avere idee originali; supporto nei contenuti da istituzioni esperte; supporto finanziario e priorità del sindaco e del comune; supporto e riconoscimento dalla scuola; riconoscimento dell’importanza delle pratiche intergenerazionali nell’offrire delle uscite sociali alle persone anziane; supporto e coinvolgimento dei genitori e degli altri membri della famiglia.
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Oggigiorno, con la mutazione di strutture sociali fondamentali come la famiglia, si rischia di perdere il valore sostanziale delle relazioni sociali e affettive tra generazioni, a volte non solo cronologicamente lontane tra loro. Fino a qualche decennio fa, il ciclo della vita cominciava e si concludeva in famiglie allargate dove convivevano nella stessa abitazione nonni, genitori e figli. In tali circostanze le esperienze venivano condivise e gli insegnamenti tramandati da una generazione all’altra. Oggi, invece, questo prezioso corollario di possibilita affettive e sociali di cui ogni adulto o bambino potrebbe godere e messo a dura prova. Sulla scia di queste riflessioni e grazie al riscontro fortemente positivo avuto da bambini e nonni durante gli spazi insieme svolti al nido, abbiamo deciso in questo anno educativo di focalizzare la nostra attenzione proprio sul legame intergenerazionale anziani-bambini e di ricreare settimanalmente occasioni di incontro e scambio tra queste due generazioni. Numerosi studi individuano nella relazione anziani-bambini un fattore “protettivo” per il benessere psichico di entrambi. Bambini e anziani hanno indubbiamente qualcosa in comune, qualcosa che permette loro di “riconoscersi”, di interagire e di stare bene insieme. La vulnerabilita innanzitutto, e poi talora quel desiderio e quella curiosita, definita “infantile” appunto, verso tutto e tutti, anche verso cio che ancora non esiste o non e mai esistito, e forse mai esistera.
Per il sociale e l’educazione permanente diamo uno slancio in più, perché i giovani come me hanno voglia di lavorare.
Buongiorno siamo un gruppo di persone che vorrebbe realizzare una struttura in cui gli anziani soli e i ragazzi orfani possono crescere insieme fino alla maggiore età
Capienza circa 100 anziani e 200 giovani
Avendo già l immobili con circa 100 ettari di terreno circostante
È possibile trovare finanziamenti per la realizzazione?
Visto che alla fine dovrebbe essere una struttura senza scopo di lucro.
Grazie a chiunque possa essere utile
Sono un insegnante della scuola dell’infanzia di Bordighera. Il prossimo anno vorremmo festeggiare 10 anni di collaborazione della nostra scuola con la casa di riposo della città. In tutti questi anni bambini e nonni si sono incontrati una volta a settimana per tutto l’anno scolastico e insieme hanno fatto lavori manuali e non finalizzati anche alle festività. Hanno festeggiato insieme e condiviso uscite sul territorio. Per il prossimo anno mi piacerebbe poter fare qualcosa di ancora più speciale e magari poterci inserire in qualche progetto più grande. Grazie
Ciao Simonetta. Posso chiederti che tipo di progetto avrete fatto per fare questa bellissima attività di incontro, di una vita a settimana? Avete avuto spese?
Buongiorno, sono un educatore che lavora in servizi che hanno contatto sia con junior (0 – 10 anni), sia con senior (over 60 anni).
E’ possibile ricevere o visionare il materiale prodotto e/o la documentazione di chiusura del progetto TOY?
Grazie
Caro Ferruccio, puoi trovare tutto il materiale relativo a TOY (anche in italiano) su sito http://www.toyproject.net oppure contattare ReteSalute (autore di questo articolo) http://www.retesalute.net per maggiori informazioni sulle attivita’ svoltesi in Italia nel 2014, 2015 e 2016.