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QUIsSI CRESCE! Un percorso di comunità educante che ha il respiro di una visione

Anna Pisani - Responsabile comunicazione QUIsSI CRESCE!

A Macerata istituzioni, genitori, insegnanti e educatori riprogettano e trasformano insieme gli spazi esterni come luoghi di connessione tra i servizi educativi e la città, ampliano i servizi educativi e integrativi per famiglie anche fuori dai circuiti educativi classici, privilegiando il dialogo intergenerazionale. Il progetto QUIsSI CRESCE! è sostenuto da Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile


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Progetto in vitro per piccoli grandi lettori

Maria Grazia Mariani

Come far divenire la lettura una buona e sana abitudine? Un possibile modo è mostrato dal progetto “In vitro”, partecipato dalle province di Biella, Ravenna, Nuoro, Lecce e Siracusa e dalla regione Umbria.

Le attività di lettura, proposte con metodologie diverse e intraprese già dalla primissima infanzia,intendono ridurre lo svantaggio socio-culturale e promuovere benessere nei bambini, fino a tendere alla prevenzione del disagio adolescenziale.

Bambini: non è più tempo di favole.

«C’era una volta…». Così iniziavano le favole… Ma oggi, al tempo di internet, app e televisione, i nostri bambini leggono ancora le favole che hanno per protagonisti eroi pronti a tutto per far trionfare il bene? Negli Stati Uniti la National Rifle Association, un’organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco, sul suo blog ha iniziato a riscrivere i classici per bambini mettendo in mano ai protagonisti fucili e pistole. E che dire delle favole “gender” che sono state al centro di polemiche in alcune scuole in Veneto e in Toscana?

A case for using indigenous children’s literature for emotion socialization in schools (seconda parte)

Il legame tra i luoghi e le persone può evocare, e spesso è associato, a forti emozioni nel mondo materiale. Questo può anche essere visto, ed è rappresentato, nel mondo della finzione dei libri per bambini. La ricercatrice di letteratura infantile, Clara Bradford spiega che i luoghi sono strettamente intrisi di significati; sono legati con la politica, le ideologie e le pratiche sociali e identitarie, e ciò è osservabile in Fiddler Dancer. Io propongo che questi sono fortemente investiti anche dalle emozioni. Quando incontriamo Nolin per la prima volta, lui sta sorridendo e mostra speranza da una parte e dall’altra e prova a imitare la danza di suo nonno e di altri a un evento di fine anno Mètis. Nolin è collocato in mezzo ai suoi fratelli, e stanno partecipando a un’attività collettiva.

A case for using indigenous children’s literature for emotion socialization in schools (prima parte)

Un caso di utilizzo di letteratura per l’infanzia per la socializzazione emotiva nelle scuole

 

Barbara McNeil, Faculty of Education, University of Regina, Canada.
Basato sulle teorie dello sviluppo, questo articolo sostiene che la scuola è un luogo significativo per l’acquisizione della cultura e per il processo di socializzazione emotiva, e, attraverso i libri, in particolare i libri di favole, i bambini sono facilitati nell’apprendimento, nell’identificazione delle emozioni e nella conoscenza del funzionamento del loro contesto relazionale. L’autrice parte dalla prospettiva che insegnare e imparare circa le emozioni non è mai un processo neutro; esse infatti possono essere descritte come un costrutto complesso, dialettico e influenzabile dalla storia, dalle relazioni di potere e da altri fattori come la razza, la classe, il genere, e il linguaggio. Come mezzo per contrastare la svalutazione sociale, l’esclusione e la marginalizzazione, questo articolo propone un caso nel quale sono stati utilizzati testi per bambini che descrivono la cultura e i contesti familiari di un gruppo indigeno come i Métis del Canada. Questo mostra come è culturalmente rilevante e utile per lo sviluppo utilizzare libri di favole che siano ricchi di temi legati alle emozioni e un vocabolario che da utilizzare nelle scuole per insegnare le differenze culturali nel processo di socializzazione emotiva.

A case for using indigenous children’s literature for emotion socialization in schools

Un caso di utilizzo di letteratura per l’infanzia per la socializzazione emotiva nelle scuole

 

Barbara McNeil, Faculty of Education, University of Regina, Canada.
Basato sulle teorie dello sviluppo, questo articolo sostiene che la scuola è un luogo significativo per l’acquisizione della cultura e per il processo di socializzazione emotiva, e, attraverso i libri, in particolare i libri di favole, i bambini sono facilitati nell’apprendimento, nell’identificazione delle emozioni e nella conoscenza del funzionamento del loro contesto relazionale. L’autrice parte dalla prospettiva che insegnare e imparare circa le emozioni non è mai un processo neutro; esse infatti possono essere descritte come un costrutto complesso, dialettico e influenzabile dalla storia, dalle relazioni di potere e da altri fattori come la razza, la classe, il genere, e il linguaggio. Come mezzo per contrastare la svalutazione sociale, l’esclusione e la marginalizzazione, questo articolo propone un caso nel quale sono stati utilizzati testi per bambini che descrivono la cultura e i contesti familiari di un gruppo indigeno come i Métis del Canada. Questo mostra come è culturalmente rilevante e utile per lo sviluppo utilizzare libri di favole che siano ricchi di temi legati alle emozioni e un vocabolario che da utilizzare nelle scuole per insegnare le differenze culturali nel processo di socializzazione emotiva.

Perché dobbiamo raccontare storie ai nostri bambini

Massimo Ammanniti

Una ricerca americana conferma che i piccoli a cui gli adulti leggono favole, sviluppano maggiori capacità intellettive

Per generazioni e generazioni i genitori hanno giocato con i figli che iniziano a comprendere le parole, insegnando le parole delle illustrazioni dei libri che vengono poi ripetute dai bambini. Quando poi i bambini crescono i genitori raccontano oppure leggono delle storie o delle favole. Sono giochi che i genitori fanno spontaneamente e che ripropongono anche perché i bambini si divertono molto nell’interloquire con i genitori. Forse oggi qualcosa sta cambiando, i bambini hanno una specie di attrazione magnetica per lo schermo del cellulare o del tablet e dimostrano fin dai primi anni una particolare abilità nel maneggiarli. Sono giochi molto più solitari in cui viene stimolata e messa alla prova l’abilità personale, ma si perde lo scambio con i genitori.

Inventare giocando – Intervista a Roberto Denti

  – La creatività è una caratteristica innata nel bambino? La creatività, così come altre capacità, va incoraggiata e aiutata. Il bambino non nasce creativo, lo diventa se ha stimoli e apporti adeguati e a seconda delle possibilità che l’ambiente offre e delle conoscenze che lui stesso attiva. – I…...


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Laboratori – Tutto inizia con una storia…

Accompagnamento e supporto nella progettazione di percorsi di lettura per bambini e bambine da 0 a 5 anni.FinalitàCostruire linee guida per la progettazione di laboratori di lettura per la fascia 0-5 anni Obiettivi / Contenuti Leggere ai bambini e alle bambine non solo perché non sanno leggere. Leggere come strumento