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La scuola impreparata

Chiara Saraceno

La disorganizzazione e la perdita di tempo danno a ragazzi e genitori l’idea che l’istruzione non sia una cosa seria.

Cambiano i governi e i ministri della Pubblica istruzione, ma l’inizio dell’anno scolastico nel nostro Paese si presenta sempre come un fenomeno emergenziale. Come se fosse qualcosa di imprevisto e ingovernabile, cui non si può arrivare davvero preparati, in modo che dal primo giorno le lezioni si svolgano regolarmente, con gli insegnanti al loro posto, il tempo pieno, ove previsto, funzionante, il servizio mensa attivo, le palestre agibili.

Cari insegnanti, ripensiamo il nostro ruolo per costruire il dialogo

Cari insegnanti, ripensiamo il nostro ruolo per costruire il dialogo

Lettera aperta di Franco Lorenzoni, maestro elementare, per una scuola che contribuisca alla costruzione di una società aperta
di FRANCO LORENZONI

Care colleghe e colleghi insegnanti,
come tanti, mi domando in questi mesi cosa sia possibile fare per arginare la crescente intolleranza verso chi emigra nel nostro Paese. Il clima sociale sta mutando a una velocità impressionante. La mentalità intollerante e razzista sta crescendo intorno a noi: è un dato di fatto. Come educatore, non posso accettare che una ragazza di Milano che ha il padre africano confessi a sua madre di aver paura a uscire di casa. Credo che, per contrastare il veleno del razzismo, noi insegnanti siamo chiamati a ripensare il nostro ruolo. Abbiamo responsabilità ineludibili riguardo alla difficile costruzione di una società aperta.

COME SI E TRASFORMATA LA NOSTRA SCUOLA?

Umberto Galimberti Ha abbandonato ogni intento formativo per limitarsi alla valutazione delle prestazioni oggettive. I tratti che la nostra scuola va assumendo, e che individuiamo nella pianificazione, nell’imprenditorialità, nell’organizzazione, nella programmazione, nell’occupazione del tempo e nella disciplina da adottare nella creazione del lavoro, mi pare che riguardino solo gli insegnanti.

Che orrore tutta quella femminilità

Elasti (Claudia De Lillo) “Bellissime” è il libro inchiesta di Flavia Piccinni: un viaggio inquietante fra sfilate e concorsi di bellezza per piccole donne (poco bambine) UN GIORNO, DA PICCOLA, domandai a mia madre se potessi colorarmi le unghie di rosso. Lei arricciò il naso: «Che orrore!». Sono dovuti passare