Liliana Rizzati
Funzionario dei Servizi Educativi – Responsabile Unità Educativa 48, Settore Servizi All’Infanzia – Comune di Milano
Quella del responsabile è la storia di un ruolo in continua evoluzione che si è trasformato nel corso degli anni in modo evidente e significativo, fin da quando i servizi per la prima infanzia vennero progressivamente caratterizzati come istituzioni educative e non solo assistenziali.
Questa evoluzione, riscontrata su tutto il territorio nazionale, ha visto una crescita disomogenea di questi servizi e solo dove gli enti locali hanno operato scelte politiche di investimento si è riscontrato uno sviluppo sia quantitativo che qualitativo dei servizi per i più piccoli. Il graduale affermarsi di una nuova visione dell’infanzia è stato particolarmente visibile a Milano data la sua peculiare caratteristica di avere un altissimo numero di nidi e scuole. Le scelte operate nel corso degli anni, hanno reso la città una delle avanguardie nel panorama nazionale dove gli investimenti per l’apertura di nuovi servizi hanno risposto sia ai bisogni di tutela dell’infanzia che di sostegno alla genitorialità. Anche a Milano i servizi all’infanzia hanno quindi avuto nel tempo un’evoluzione storica che li ha caratterizzati come istituzioni educative. Questo, grazie alla comprensione di quanto fosse importante valorizzare gli aspetti gestionali e organizzativi del servizio, dando contemporaneamente risalto al valore delle progettualità educative e alla formazione del personale.
A questo scopo, negli anni 70, gli asili nido, che non prevedevano quella figura del “dirigente” già presente invece alla scuola dell’infanzia, videro infine la nascita della figura del coordinatore. Nella nostra città, per lungo tempo, le figure dei responsabili hanno avuto ambiti di intervento e di gestione specifici e separati. Tale processo coinvolgeva in maniera speculare anche gli educatori: storicamente anch’essi provenivano, come le responsabili, da profili professionali differenti a causa dei quali, ancora oggi, alcuni di loro non sentono riconosciuto pienamente, ed in modo paritetico, il proprio valore educativo.
Pur intrecciando rapporti ed esperienze condivise, le due figure di coordinamento, al pari dei loro servizi di competenza, viaggiarono parallelamente fino ai primi anni 2000, quando si decise che uno stesso responsabile potesse gestire contemporaneamente sia nidi che scuole. La nuova figura del responsabile nasce quindi dal diverso assetto organizzativo dei Servizi all’Infanzia attuato nel 2004 che ha dato vita al profilo del “funzionario dei servizi educativi”, un’unica figura per entrambe le tipologie dei servizi.
Il ruolo del responsabile unico 0/6 evolve nella costante ricerca di un equilibrio fra disponibilità di risorse ed esigenze operative. Al di là delle mere scelte politiche ed economiche, a sostegno del valore del cambiamento vi è anche l’esigenza di valorizzare e promuovere un modello educativo in continuità. Questa è la nuova figura di sistema che affronta questioni di ordine gestionale, amministrativo e socio-educativo che si presentano quotidianamente nei nidi e nelle scuole dell’Unità Educativa di riferimento. È un ruolo complesso che richiede competenze specifiche sia per svolgere le attività amministrative e burocratiche, previste dalla gestione dei servizi territoriali, sia le competenze pedagogiche necessarie per affiancare e sostenere l’attività progettuale degli educatori, in tutte le sue fasi: di elaborazione, di realizzazione e di verifica.
Questa complessità è uno dei nodi critici, essa richiede al responsabile particolari abilità per evitare di interpretare il proprio ruolo come una sorta di “tuttologo”, che vuole e deve “arrivare” ovunque ma fatica ad intervenire sempre in modo efficace. Non va dimenticata l’importanza del lavoro di coordinamento dei servizi; la quotidiana valorizzazione delle risorse umane nella costante ricerca di soluzioni alle difficoltà; la costante interazione con gli educatori, il personale amministrativo, le famiglie, la comunità sociale e gli operatori socio sanitari del territorio.
Interventi necessari, che richiedono non solo spazi di relazione ma soprattutto tempo, quel tempo che troppo spesso manca. Andrebbe ri-analizzato e ricordato il concetto de “ il tempo come variabile educativa” allo scopo di riconoscere quali siano le reali priorità. Tuttavia solo la continua ricerca di soluzioni migliorative dell’apparato centrale, amministrativo e pedagogico, possono dare sostegno alle attività di chi opera nei servizi del territorio. Dal quadro sino ad ora presentato si evidenziano quali e quante siano le funzioni e le responsabilità attribuite a questa nuova figura di coordinamento. Il nuovo responsabile non funge unicamente da solitario ammortizzatore di contraddizioni e non limita il proprio agire alla cura esclusiva degli aspetti organizzativi e gestionali ma promuove anche la tenuta della tensione morale, etica e professionale degli educatori. Emerge quindi il volto nuovo di questa figura di sistema, a cui si richiede la capacità di far confluire i differenti sguardi di tutti i soggetti coinvolti, in una visione unitaria al fine di sostenere e attivare la connessione dei servizi in un’ottica di concreta continuità educativa.
È un ruolo complesso e talvolta faticoso che si sviluppa quindi in un coordinamento di gruppo e di rete. Con le sue azioni organizzative e le sue funzioni pedagogiche e relazionali, il responsabile agisce e condivide con gli educatori, in un curricolo integrato, un percorso che vuole intrecciare non solo le esperienze ed i bisogni di bambini e famiglie ma anche di tutti i soggetti istituzionali coinvolti nello 0/6 e oltre. Questo percorso si rende ancor più necessario in questo particolare periodo storico dove le emergenze umanitarie amplificano i problemi già presenti nella nostra città e richiedono di essere ancor più capaci di accogliere soggetti portatori di storie, culture e bisogni differenti.
Una società in permanente evoluzione che vive profondi e rapidi mutamenti economici, culturali e sociali, costringe chi opera nei nidi e nelle scuole a individuare quali nuove necessità generino questi cambiamenti e a ricercare, talvolta con difficoltà, risposte adeguate ai molteplici bisogni che gli utenti portano nei servizi. La sfida è quindi quella di affrontare situazioni diverse con le risorse a disposizione, talvolta derivate da partner inaspettati ( forme di associazionismo, volontariato, famiglie, etc.) cercando comunque di sviluppare buone relazioni e coesione fra soggetti differenti, vicini ma spesso diversi per condizioni sociali, economiche e culturali. I nidi e le scuole, sono luoghi sociali che favoriscono l’avvicinamento di tutte le famiglie e nei quali si devono organizzare attività e momenti di incontro allo scopo di promuovere la costruzione di una reale comunità educante. Una realtà con utenti visti non solo come portatori di bisogni e problemi ma anche come fonti di soluzioni e risorse.
Così facendo ogni bambino e ogni famiglia potranno partecipare in modo attivo alla costruzione del loro/nostro progetto educativo e non esserne esclusivamente fruitori passivi. Si parla quindi di un’alleanza educativa che si sviluppa attraverso la predisposizione di contesti accoglienti ove agire confronto e attivare processi di cambiamento. Per questo la figura di sistema deve, più degli altri, avere uno sguardo allargato, deve individuare e suggerire interventi corretti ed efficaci ed essere capace di favorire l’intreccio dei rapporti e lo sviluppo delle relazioni fra i soggetti. Con uno sguardo anche fuori dai propri servizi deve cercare di rafforzare i collegamenti già esistenti con le diverse istanze e gli operatori presenti sul territorio.
È in questo contesto, ricco di contraddizioni, che diviene urgente unificare, intrecciare e fondere i saperi maturati dalle molteplici esperienze realizzate nei nidi e nelle scuole per ri-conoscere dal punto di vista pedagogico la persona come valore. La cultura dei nostri servizi, come anche dichiarato nella nostra carta dei servizi, si è formata in tanti anni di esperienza e di pratiche educative che costituiscono la nostra cornice di riferimento e che ci danno una particolare fisionomia.
Un sistema articolato di servizi, non solo a gestione diretta, che svolgono la propria attività con una forte attenzione alle forme relazionali, organizzative e didattiche. Forme e modalità che gli educatori scelgono per consentire ai bambini l’incontro con i saperi formalizzati, allestendo nella quotidianità situazioni motivanti e coinvolgenti ed incentivando l’uso dei diversi linguaggi culturali. I nidi e le scuole quindi luoghi del “fare” ma soprattutto dello “stare” in una condizione di benessere, in cui si dà particolare attenzione ai momenti e alle opportunità di relazione e interazione.
Bisogna intervenire e operare scelte educative che favoriscano il superamento di quello che oggi viene definito analfabetismo emotivo e relazionale. Un “io” e un “noi” capaci di intrecciare relazioni, saperi ed esperienze riconoscendo sé stessi e gli altri, superando gli individualismi, collegati al contesto comunitario e sociale.
È nei diversi contesti che il responsabile incentiva e sostiene la riflessione per far comprendere a tutti i soggetti coinvolti che l’educazione richiede una sempre maggiore responsabilizzazione perché il processo educativo è un lungo cammino, è una ricerca che si sviluppa attraverso diverse forme di dialogo e con l’attivazione di buone pratiche. Riguarda tutti i soggetti che a vario titolo sono coinvolti nei servizi 0/6.
Per questo vi è sempre più la necessità di intrecciare saperi ed esperienze maturati nei nostri servizi con quelli che possiamo incontrare rapportandoci alle altre agenzie educative e socio/sanitarie, perché solo tramite la conoscenza reciproca possono operarsi scelte coerenti.
L’attenzione e la dedizione da soli però non bastano, le figure educative devono trovare sostegno nelle scelte politiche e di investimento economico, di formazione e di risorse a vario titolo. Scelte necessarie che l’Ente/lo Stato dovrà opportunamente fare in quanto istituzione che si occupa di cittadini e di educazione perché sua è la responsabilità di tracciare le linee del progetto politico che riguarda i futuri cittadini.