Riprendendo un tema che già era stato centrale nello sviluppo degli argomenti legati non solo alla Staffetta, ma alla programmazione Bimed dello scorso anno, il focus proposto sul 2019/2020 si incentra sull’ambiente, sulla sua conoscenza, sul suo rispetto, e su come concretamente si può agire per la sua salvaguardia, inserendo il lavoro delle classi su una riflessione globale che riguarda anche cambiamenti climatici.
Nella Staffetta di Scrittura per la Cittadinanza e la Legalità la tematica generale è naturalmente declinata tenendo conto delle classi a cui si rivolge, dell’età dei ragazzi e, soprattutto, degli Obiettivi Nazionali di Apprendimento ministeriali.
Proprio in questo senso va sottolineato che il lavoro di scrittura come è inteso nella Staffetta non mira a comprendere e valorizzare solo l’area e le competenze che riguardano quali materie l’italiano e le lingue straniere, ma anche gli ambiti logico-matematici, scientifici, storici, geografici, fino alle aree di educazione motoria, educazione musicale, educazione all’immagine.
Tutte le aree didattiche e tutti gli obiettivi richiesti sono toccati dall’idea progettuale e dagli argomenti focus che ogni anno vengono scelti da Bimed e proposti per la Staffetta.
Sì, ma fatta questa doverosa premessa a livello di ambito didattico, entrando nel dettaglio, che cosa si intende per Staffetta di Scrittura?
Uno degli ambiti di maggiore attenzione di questo programma è proprio l’uso della lingua. Scrivere implica sapersi esprimere correttamente, o meglio, il saper usare correttamente la lingua in tutte le sue sfumature, il significato dei vocaboli, il lessico, persino il tono usato nelle diverse situazioni. Etimologicamente il termine “staffetta” deriva da stàffa e riporta all’antico tedesco, modernamente riconducibile al termine Stapfe, orma, passo. Avere un piede nella staffa significa essere pronto a partire. La staffetta un tempo si spostava velocemente a cavallo per portare un messaggio.
La Staffetta di Scrittura Bimed è facilmente rappresentabile come la staffetta a noi nota in atletica o nel nuoto, pur con un senso di competizione minore tra una squadra e l’altra, se non nell’ottica del lavoro da svolgere bene in quanto partecipante al premio ScriviAmo che determina, attraverso tre giurie diversificate per competenze ed età, quella che più è attinente al tema e che risulta più “racconto”. Nella Staffetta di Scrittura, composta da dieci classi, ciascuna delle quali può essere intesa come uno degli atleti della stessa squadra, ci si “passa il testimone” composto da un capitolo. Partendo dall’incipit sviluppato da un autore o un’autrice, le classi, suddivise tra le varie regioni d’Italia, ma anche di scuole italiane all’estero, condividono l’obiettivo di raggiungere bene un traguardo, costituito dalla realizzazione di un libro, e ciascuna percorre uno spazio. Scrive, cioè, il proprio capitolo, che deve tenere conto dei precedenti, ma anche del tema dato, tende a dare il meglio di sé per recuperare eventuali “intoppi” di ritmo o narrazione, e, pur lasciando aperte le porte alla decisione di come proseguire, cerca di favorire chi seguirà, fornendo anche eventuali suggerimenti a come proseguire il racconto.
Dunque, è chiarissimo come l’uso della lingua, il riconoscere gli elementi del testo, l’attenzione alle tecniche argomentative e di scrittura, le strategia di comprensione di quanto scritto precedentemente e di quanto si sta scrivendo, l’approfondimento del significato delle parole e anche delle loro modificazioni e del loro utilizzo siano centrali in un lavoro di questo genere. Ma allo stesso tempo è necessario formulare tesi, utilizzare procedimenti logici, sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalla tecnologia: tutti obiettivi della sfera matematica. Si tocca la storia, perché i focus scelti chiedono, qualsiasi sia l’ordine scolastico coinvolto, di documentarsi, di verificare le fonti, di paragonare la documentazione. Ma invitano anche a confrontarsi con quella che è stata Storia vissuta da se stessi, dalla propria comunità o da quelle dove si trovano le altre classi compagne di staffetta. E in questo senso viene inglobato anche l’argomento geografico: molto difficile che ci siano nella stessa staffetta due scuole dello stesso istituto: i dieci capitoli cercano di coinvolgere in maniera equilibrata scuole di diverse parti d’Italia così che sia interessante anche scoprire dove sono gli altri, come è l’ambiente dove vivono, quali abitudini hanno. Il fatto poi che le sezioni Minor (scuola dell’infanzia e biennio della primaria) in particolar modo, ma anche Maior (triennio della primaria) e Medie debbano accompagnare la loro narrazione con disegni va a toccare l’ambito dell’immagine. Senza dimenticare che alla Staffetta di Scrittura si affianca da qualche anno una Staffetta Musicale dove è appunto la musica a tracciare la storia.
Entrando nello specifico sui focus tematici pensati per l’anno scolastico 2019/2020, l’attenzione all’ambiente e la riflessione sui cambiamenti climatici sono al centro del progetto.

Di Andrea Tabacco
Il tema della categoria Maior, dalla III alla V classe della scuola primaria è “Il mondo cambia con le cose che cambiano il mondo”: si tratta di affrontare la meraviglia della scoperta andando a costruire la biografia delle cose, con uno sguardo attento agli oggetti così da comprenderne i vantaggi inserendoli nella società a cui appartengono e della quale cui ci rivelano sempre qualcosa.
La categoria Medie, per la scuola secondaria di primo grado, affronta “L’Arca di Koè”, un invito a reinterpretare il passato per determinare la bellezza del futuro attraverso scelte che a poco a poco porteranno a selezionare le cose veramente importanti.

Di Andrea Tabacco
Il biennio delle scuole secondarie di secondo grado è nella categoria “Junior” la quale da qualche anno si cimenta in un duplice compito: oltre al tema portante, deve scrivere un giallo, o una spy story, unendo dunque alla ricerca focalizzata sull’argomento anche le tecniche di scrittura di un thriller. Il tema di quest’anno è “Terre rare”, focus che richiede una particolare attenzione documentaristica, puntando alla conoscenza e al bisogno di energie ma anche di materiali alternativi
Il triennio della scuola secondaria di secondo grado si inserisce nella categoria “Senior”: qui la classe viene vista come comunità chiamata all’autodeterminazione per la difesa della Terra in una sorta di “Woodstock Climate Tribù”.

Di Andrea Tabacco
Più dettagliatamente, qui, lo spazio vuole però essere dedicato alla categoria “Minor”, quella che riguarda la scuola per l’Infanzia e il biennio della primaria, la fascia d’età 3/6 anni, insomma, per la quale la modalità di staffetta tradizionale con quattro disegni accompagnati da frasi di massimo 250 parole si affianca a quella, in alcuni casi, di creare invece un “quasi-silent book”, dove didascalie di lunghezza compresa tra le 20 e le 200 parole sono un accompagnamento alle immagini che fanno la storia in sé. L’utilità e le potenzialità dei silent in età prescolare e non solo è nota: l’immaginazione, seppur guidata dalle immagini, è quella che determina lo sviluppo di una storia che può mutare, che si racconta e viene raccontata diversamente, diventando in un certo senso interattiva. Il tema “Di cognome faccio Sauro! E di nome son… DINO” è il focus di quest’anno della Staffetta: un tema altamente affascinante per i più piccoli, per vari motivi. Il paleontologo statunitense Robert Thomas Bakker ha definito i dinosauri “draghi reali” e questa espressione, che accompagna anche la presentazione che Bimed ha inviato ai docenti sulle caratteristiche e sui perché della scelta di questo argomento, è molto significativa. Innanzitutto, dal punto di vista narrativo e immaginifico, porta a concretizzare come realmente esistite creature che altrimenti resterebbero confinate alle fiabe, mondo frequentato moltissimo nell’età 0/6 anni.
E dunque l’avere scelto di far accompagnare nel viaggio della Staffetta i più piccoli da un amico che arriva da lontano, un dinosauro, appunto, non solo offre lo spunto per iniziare ad affrontare un argomento che poi, dal punto di vista storico, sarà oggetto di didattica più avanti, ma a immergerli in una realtà che sembra davvero un racconto, una storia, un libro da farsi leggere. Un libro che sono loro a scrivere e che altri poi leggeranno e leggeranno loro. L’essere protagonista di un evento importante come quello di scrivere un libro, per questa fascia d’età, è ancor più sottolineato e globalizzante proprio perché loro ne fanno parte.
La struttura della Staffetta è tale da sposare e in qualche modo anche offrire strumenti in grado di ampliare le opportunità didattiche legate, come accennato, agli Obiettivi Nazionali di Apprendimento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per l’attuazione delle Indicazioni Nazionali e il miglioramento continuo dell’insegnamento di cui al decreto ministeriale 537 del 2017 con integrazione numero 910 dello stesso anno. Oltre agli ambiti già accennati, che puntano alle competenze linguistiche e logico matematiche, oltre che relative all’educazione all’immagine e musicale, particolare attenzione è data, come anticipato dal nome della Staffetta che si riconduce alla Legalità e alla Cittadinanza, proprio all’aspetto, nelle Minor come nelle altre sezioni, del rapporto tra sé e l’altro, “allenando” alla democrazia e alla relazione con gli altri.
La condivisione di un obiettivo comune, la visione del sé come protagonista del fare e del come fare, relazionandosi con il resto del gruppo classe, ma anche con le altre scuole, il confrontarsi nel pensiero e nelle azioni sono alla base dei principi di cittadinanza enunciati tra gli obiettivi primari della Staffetta. Nello specifico, anche attraverso l’argomento scelto quale focus, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e il primo biennio della primaria, tutto questo vuole anche essere raggiunto attraverso la raccolta delle esperienze didattiche e ludiche che hanno accompagnato la stesura dei capitoli del racconto.
Quest’anno è stato proposto un kit didattico con quaderno di attività di gioco sostenibile che, tenendo quali cardini le tematiche focus, invita a prendersi cura dell’altro e a conoscere la diversità (rappresentata comunque anche dalla figura del dinosauro che diventa un vero e proprio compagno di viaggio) nel rispetto di questa e dell’ambiente dove si sviluppa e dove si vive. Il kit propone una raccolta dei passaggi, attraverso immagini e sensazioni, che hanno accompagnato il percorso di scrittura e di illustrazione del capitolo, ma anche una serie di giochi mirati alla conoscenza, quindi all’abbattimento della diffidenza e all’inserimento anche dei più timidi nel gruppo, favorendo la relazione e la collaborazione, ma anche progetti ludico-didattici laboratoriali e una serie di quiz e di indovinelli per poter avere un “feedback” sulle competenze di comprensione del testo stesso.
Sì, ma a fronte di questa programmazione e di questa offerta, com’è la risposta dei ragazzi, dei bambini, della scuola? Da un primo riscontro, quest’anno come nei precedenti, avuto dal tutoraggio delle Staffette, l’entusiasmo e la voglia di fare nelle classi è forte. Soprattutto nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie la creatività dei bambini e la simbiosi con le loro insegnanti portano a idee che vanno anche oltre, arrivando a creare strutture e racconti interessanti. Quello su cui occorre fare attenzione, per loro come per tutti gli studenti coinvolti, è proprio questo: evitare di scambiare il concetto di creatività con quello di “va tutto bene”. Il grosso compito degli insegnanti, oltre che quello di coordinamento del progetto non semplicemente sul singolo capitolo, ma nella visione d’insieme, e l’inserimento del percorso Staffetta nella programmazione e nello svolgimento del programma, è proprio quello di riuscire a “incanalare” le idee dei ragazzi per evitare incongruenze con il resto della narrazione, ma anche con il senso stesso dello scrivere e del narrare. Perché creare non è, appunto, andare a ruota libera, ma è comunicare, è fare un patto con chi ci legge per dare qualcosa di nuovo, di originale, ma anche di concreto: è non prenderlo in giro e rispettarlo. Tanto più se chi legge è il “compagno di Staffetta” che dovrà ricevere il nostro testimone ed è anche il “compagno di Staffetta” che questo testimone ce l’ha passato.
Questo spesso risulta essere il passo più forte e anche più complesso: perché scrivere un capitolo della Staffetta non è solo cercare le parole, la forma, ma anche avere ben presente che innanzitutto non siamo soli e non possiamo vanificare il lavoro degli altri, ma anche che si ha un tema e si hanno indicazioni da rispettare. Regole, appunto, proprio come in una corsa, uno sport.
Avere come punti fissi il rispetto dell’ambiente e un personaggio come un dinosauro, per soffermarsi ancora a titolo di esempio sui focus Minor, significa riuscire a capire come viveva un dinosauro e come per un dinosauro tornare oggi sulla terra significhi vivere un cambiamento che un bambino deve ripercorrere per entrare in empatia con il protagonista. Nutrire oggi un dinosauro significa pensare anche all’ambito dell’educazione alimentare, significa per un docente ampliare il tema scrittura e disegno a tanti altri ambiti, anche quotidiani, che emergono con le idee dei suoi alunni. Con i più piccoli, ma anche, a maggior ragione, con i più grandi.
La grande sfida della Staffetta, già iniziata ma che deve ancora e può ancora migliorare, è proprio questa: capire che scrivere non è “buttare giù” idee come ci vengono, ma coordinarle, informarsi, documentarsi. Fare “fatica”, per semplificare il concetto in poche parole. Ascoltare gli altri, accettare idee anche differenti dalla propria, fidarsi di chi ci può insegnare qualcosa, come gli autori degli incipit che, in linea di massima, sono disponibili a dare consigli e suggerimenti, così come i tutor. Negoziare soluzioni condivise e abbracciare il concetto di umiltà, nel senso di capacità di accogliere, di ascoltare, di mettere in comune le esperienze.

Di Andrea Tabacco