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Sono stufa di dover rendere l’infanzia dei miei figli magica

Bunmi Laditan

autore di The Honest Toddler: A Child’s Guide to Life

Se le nostre nonne e bisnonne vedessero le attenzioni che le madri oggi si autoimpongono per crescere i loro figli penserebbero che siamo malate.

Da quando essere una buona madre significa trascorrere giornate facendo lavori manuali complicati per i bambini, trasformando le loro stanze in camerette con opere d’arte adatte alle copertine delle riviste Ikea, o vestendoli sempre con un abbigliamento all’ultima moda, sempre coordinati?

Non credo affatto che le madri moderne vogliano più bene ai figli rispetto a quanto non gliene volessero le loro bisnonne. Semplicemente, siamo obbligate a dimostrare il nostro amore con feste di compleanno ridicole e costosi dolcetti fatti in casa ripieni con 18 salse diverse e un sacco di regali.

In questi ultimi anni, sono stata travolta da questo modello genitoriale per cui qualunque cosa tu faccia, io posso fare meglio, che si basa sulla ricerca di idee su Pinterest, riprodurle alla perfezione attraverso delle foto da condividere con amici e sconosciuti attraverso blog e Facebook.

Improvvisamente mi sono resa conto: non abbiamo bisogno di rendere magica l’infanzia dei nostri figli. L’infanzia è già magica di per sé, anche quando non è perfetta. La mia infanzia non lo è stata: non provengo da una famiglia ricca ma adoravo i miei compleanni perché tutti i miei amici erano presenti. La cosa importante non erano né i regali né gli addobbi, niente di tutto questo. Ci bastava far scoppiare i palloncini, correre in cortile e mangiare la torta. Abbastanza semplice, ma magico. È quello che ricordo di quei momenti.

A Natale, i miei genitori ci compravano due regali a testa nonostante fossimo quattro figli e il loro reddito fosse limitato. Non c’erano dolci elaborati per le vacanze natalizie e pochi fronzoli, (ammesso che ne avessimo). Ciò che ci rendeva veramente felici era andare a letto sperando di poter sentire Babbo Natale scendere dal camino. Era divertente provare a stare svegli tutta la notte, chiacchieravamo, ridevamo insieme e desideravamo con ansia che arrivasse giorno. Era magico. Non ho mai sentito la mancanza di nulla.

Non ricordo nemmeno un’occasione in cui i miei genitori hanno fatto attività ricreative con me. Le attività manuali le facevamo a scuola. Le uniche attività ricreative che ricordo sono quelle che faceva mia madre nel suo tempo libero. Spesso il rumore della sua macchina da cucire mi cullava, mentre lei, sistemava i nostri pantaloni o trasformava un pezzo di stoffa in un accessorio per capelli che poi avrebbe venduto.

A casa giocavamo. Tutto il tempo. Dopo la scuola, tornavamo a piedi e alla fermata dell’autobus, lasciavamo lo zaino e nostra madre ci chiamava per salire. Restavamo fuori a giocare con i bambini del quartiere fino all’ora di cena. Erano altri tempi… Adesso, in poche lasciamo che i nostri figli restino fuori casa da soli. Inoltre, quando eravamo soli a casa, giocavamo per conto nostro. Avevamo i nostri giochi, costruivamo castelli con le coperte, guardavamo la televisione, guardavamo la televisione e percorrevamo le scale con i cuscini. I nostri genitori non erano i responsabili del nostro divertimento. Se ci sentivamo dire, sussurrare, “mi sto annoiano” ci davano una lista di cose da fare.

Guardo indietro, alla mia infanzia e sorrido. Ricordo ancora come fosse divertente e spensierato quel periodo.

I miei genitori si sono presi cura di noi nutrendoci, vestendoci e, occasionalmente, organizzavano alcune attività speciali per noi (un giro in pizza il venerdì sera era una tradizione), ma nel corso della giornata stavamo per conto nostro. Raramente giocavano con noi. A parte le tipica scatola di cartone vuota che trovavamo in qualsiasi negozio, non ricevevamo regali a meno che non fosse il nostro compleanno o una festa speciale. I nostri genitori erano lì ogni volta che avevamo bisogno di qualcosa, o in caso d’imprevisto, ma non erano la nostra principale fonte di divertimento.

Oggi, i genitori pensano che sia bene per i bambini stare costantemente con loro, mano nella mano, faccia a faccia: “Di che cosa hai bisogno tesoro? Cosa posso fare perché la tua infanzia sia incredibile?” Facendo un giro su Pinterest, è inevitabile non vedere le “100 idee per attività creativa per l’estate”, “200 attività casalinghe per l’inverno”, “600 cose che puoi fare con i tuoi figli in vacanza”, “12.000 milioni di strategie della Fatina dei Denti”, “400 mila idee per feste di compleanno a tema” eccetera eccetera eccetera.

I genitori non sono quelli che rendono l’infanzia magica. È chiaro che la violenza e l’abbandono possono rovinarla, ma in generale, la magia è inerente all’età. Vedere il mondo attraverso gli occhi innocenti di un bambino è magico. Giocare con la neve in inverno, quando hai cinque anni è magia. Perdersi tra i giocattoli sparsi sul pavimento è magia. Raccogliere pietre e metterle in tasca è magia. Camminare con un bastone è magia.

Non è nostra responsabilità creare e immortalare ricordi magici ogni giorno come se fosse un obbligo.

Niente di tutto questo nega l’importanza del tempo trascorso con la propria famiglia. Una cosa è, però, concentrarsi sul passare del tempo insieme e un’altra cosa, molto diversa, è quella di concentrarsi sulla costruzione di un attività. Uno può essere visto come qualcosa forzato, con un obiettivo predeterminato, mentre l’altro è qualcosa di più rilassato e naturale. I genitori si sentono così costretti a creare esperienze straordinarie per i loro figli che è percepibile la loro tensione nel riuscirci.

Mi è stato detto che quando avevo cinque anni siamo stati a Disneyland. Non mi ricordo di esserci stata, ma ho visto le foto. Comunque, mi ricordo che alla stessa età avevo un costume da pirata che adoravo, raccoglievo le susine dall’albero davanti casa, prendo susino di fronte a casa mia, mi piaceva arrampicarmi sulle rocce e giocare col mio cane sul pianerottolo.

Non mi ricordo della vacanza per la quale i miei genitori probabilmente hanno risparmiato mesi e mesi e sono sicura che fosse stato stressante per loro. Ma il posto più magico della mia infanzia non erano i parchi d’attrazione; era casa mia, il mio letto, la mia terrazza, i miei amici, la mia famiglia, i miei libri e la mia mente.

Quando facciamo della vita grande produzione, i nostri figli diventano il pubblico e alimentiamo il loro appetito per l’intrattenimento. Stiamo crescendo una generazione di persone capaci di apprezzare la bellezza superficiale?

Vogliamo insegnare ai nostri figli che la magia della vita è qualcosa che arriva in un bel pacchetto, o che la magia è qualcosa che ognuno deve scoprire da solo?

Pianificare ogni tipo di evento, lavoro manuale e costose vacanze non è dannoso per i nostri figli. Tuttavia, se il desiderio di voler fare di tutto deriva dalla pressione o dall’idea che tutto questo sia una parte indispensabile nell’infanzia di ciascuno, dobbiamo ripensare meglio le cose.

Anche un’infanzia senza i suggerimenti di Pinterest può comunque essere magica. Anche un’infanzia senza vacanze può essere magica. La magia di cui parliamo e che cerchiamo di far vivere ai nostri figli, non deriva dalla nostra creatività, non consiste in questo. Possiamo scoprire la tranquillità in un ruscello, in uno scivolo al parco e nella risata innocente di una nuova vita.

Sentiamo dire continuamente che i nostri figli non fanno abbastanza attività fisica; però, il muscolo che allenano meno è quello dell’immaginazione perché cerchiamo di trovare disperatamente la ricetta per qualcosa che esiste già.

 

Questo blog è stato pubblicato su HuffPost Spagna ed è stato tradotto da Lucia Gabani

 

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