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A Montpellier il museo Fabre e i più piccoli

Dal 2007 il museo Fabre, in collaborazione con la Direzione dell’Infanzia e altri partner, sviluppa numerosi progetti rivolti al pubblico dei più piccoli.
Marion Bouteiller, Isabelle Facoltoso E Lamia Abou Saada descrivono un’esperienza sperimentale di approccio al museo da parte dei più piccoli.
Accostato con metodologie attive e in ascolto dei bambini risulta un luogo ricco di stimoli per le sensazioni, le emozioni, le scoperte che provoca.

Padri genitori secondari dei vostri figli

Jan Peeters rileva l’urgente necessità di modificare il concetto deficitario di paternità rafforzato, purtroppo, da studi del passato anche recente. Sostiene, in seguito alle sue ricerche ed esperienze personali, che “per sostituire questo pensiero deficitario sulla figura paterna, la ricerca e i progetti innovativi dovrebbero focalizzarsi su ciò che promuove il cambiamento nel lavoro con i padri, e ciò che facilita il coinvolgimento del padre. I progetti innovativi devono sostenere gli educatori in modo che possano generare maggiori immagini positive su come ‘essere padri.’”


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Infanzia in Lituania

Emilia Restiglian

Nell’ambito del progetto Arqus European University Alliance alcune studentesse universitarie italiane e lituane, insieme a docenti, dottorande di ricerca e una tutor organizzatrice di tirocinio, hanno comparato le strutture educative lituane e italiane, per quanto attiene la metodologia e documentazione, gli spazi interni ed esterni e l’inclusione di bambini e famiglie. Ne risulta il profilo di 5 scuole d’infanzia differenti per spazi e proposte ma che negli “spazi, tempi, materiali, scelte pedagogiche e nella predisposizione del setting educativo/didattico derivano da un’idea di infanzia intesa come “arco di tempo unitario” contrassegnato da una visione olistica del bambino che in modo continuativo, fin dalla nascita, sviluppa le sue potenzialità e conoscenze”.


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Educare. Superare la distinzione tra apprendimenti e cura
Esperienze di bambini, genitori e educatori

Katrien Van Laere, Brecht Peleman

Il contributo è frutto di due ricerche volte ad approfondire il significato attribuito dai genitori e agli operatori dell’educazione alla cura e all’apprendimento dei bambini tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni e il vissuto dei bambini nel passaggio dal Nido d’Infanzia alla Scuola dell’Infanzia. Emerge come “la distinzione tra apprendimenti e cura va contro il sentire di molti genitori e operatori” e l’imparare a vivere e educare dei bambini siano, per alcuni, questioni prioritarie. La conferma giugne dalla letteratura internazionale nella quale “questo approccio pedagogico è noto col nome di “educare”: la cura è apprendimento e l’apprendimento è cura”.


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Gioco libero con vincoli

Marine Schmoll, psicologa clinica in asili nido e membro dell’ANAPSY.p.e. (Associazione Nazionale degli Psicologi per la prima infanzia - Francia), osserva che i protocolli sanitari hanno modificato le regole della vita negli asili e in particolar modo quelle cui è sottoposto il gioco.

La domanda che si pone è la seguente: ne deriva una riduzione delle libertà dei bambini e degli adulti, genitori e educatori, che li circondano?


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La democrazia dei bambini

Herdis Toft

Nel gioco bambine e bambini applicano in maniera diretta e pratica i principi della democrazia. In Danimarca si sviluppa un ricco spazio di discussione su «come» bambine e bambini possono diventare protagonisti attivi della propria infanzia.


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I bambini nella società svedese

Tratto da: In Svezia com   La Svezia ha una popolazione che si aggira attorno ai nove milioni di individui, di cui quasi due milioni hanno meno di 18 anni. La maggior parte di questi dà per scontato alcuni privilegi come l’istruzione gratuita, una vita sociale piena, l’accesso facile ad