Ai musei Picasso di Antibes e Bonnard di Le Cannet
Nathalie Gossiaux e Fanny Lejay
Nelle Alpi Marittime, alcuni musei si aprono ai più piccoli, alle loro famiglie e alle operatrici della prima infanzia…
Internazionale dell’educazione
Nathalie Gossiaux e Fanny Lejay
Nelle Alpi Marittime, alcuni musei si aprono ai più piccoli, alle loro famiglie e alle operatrici della prima infanzia…
Dal 2007 il museo Fabre, in collaborazione con la Direzione dell’Infanzia e altri partner, sviluppa numerosi progetti rivolti al pubblico dei più piccoli.
Marion Bouteiller, Isabelle Facoltoso E Lamia Abou Saada descrivono un’esperienza sperimentale di approccio al museo da parte dei più piccoli.
Accostato con metodologie attive e in ascolto dei bambini risulta un luogo ricco di stimoli per le sensazioni, le emozioni, le scoperte che provoca.
Jan Peeters rileva l’urgente necessità di modificare il concetto deficitario di paternità rafforzato, purtroppo, da studi del passato anche recente. Sostiene, in seguito alle sue ricerche ed esperienze personali, che “per sostituire questo pensiero deficitario sulla figura paterna, la ricerca e i progetti innovativi dovrebbero focalizzarsi su ciò che promuove il cambiamento nel lavoro con i padri, e ciò che facilita il coinvolgimento del padre. I progetti innovativi devono sostenere gli educatori in modo che possano generare maggiori immagini positive su come ‘essere padri.’”
Emilia Restiglian
Nell’ambito del progetto Arqus European University Alliance alcune studentesse universitarie italiane e lituane, insieme a docenti, dottorande di ricerca e una tutor organizzatrice di tirocinio, hanno comparato le strutture educative lituane e italiane, per quanto attiene la metodologia e documentazione, gli spazi interni ed esterni e l’inclusione di bambini e famiglie. Ne risulta il profilo di 5 scuole d’infanzia differenti per spazi e proposte ma che negli “spazi, tempi, materiali, scelte pedagogiche e nella predisposizione del setting educativo/didattico derivano da un’idea di infanzia intesa come “arco di tempo unitario” contrassegnato da una visione olistica del bambino che in modo continuativo, fin dalla nascita, sviluppa le sue potenzialità e conoscenze”.
La prospettiva nordica nei servizi educativi per l’infanzia, il rapporto tra indoor and outdoor e uno sguardo alla cultura e all’ arte a disposizione per tutti all’interno della città.
Katrien Van Laere, Brecht Peleman Il contributo è frutto di due ricerche volte ad approfondire il significato attribuito dai genitori e agli operatori dell’educazione alla cura e all’apprendimento dei bambini tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni e il vissuto dei bambini nel passaggio dal Nido d’Infanzia alla Scuola dell’Infanzia. Emerge come “la distinzione tra apprendimenti e cura va contro il sentire di molti genitori e operatori” e l’imparare a vivere e educare dei bambini siano, per alcuni, questioni prioritarie. La conferma giugne dalla letteratura internazionale nella quale “questo approccio pedagogico è noto col nome di “educare”: la cura è apprendimento e l’apprendimento è cura”.
Marine Schmoll, psicologa clinica in asili nido e membro dell’ANAPSY.p.e. (Associazione Nazionale degli Psicologi per la prima infanzia - Francia), osserva che i protocolli sanitari hanno modificato le regole della vita negli asili e in particolar modo quelle cui è sottoposto il gioco.
La domanda che si pone è la seguente: ne deriva una riduzione delle libertà dei bambini e degli adulti, genitori e educatori, che li circondano?
Herdis Toft
Nel gioco bambine e bambini applicano in maniera diretta e pratica i principi della democrazia. In Danimarca si sviluppa un ricco spazio di discussione su «come» bambine e bambini possono diventare protagonisti attivi della propria infanzia.
Tratto da: In Svezia com La Svezia ha una popolazione che si aggira attorno ai nove milioni di individui, di cui quasi due milioni hanno meno di 18 anni. La maggior parte di questi dà per scontato alcuni privilegi come l’istruzione gratuita, una vita sociale piena, l’accesso facile ad
Centro Educativo Di Bruxelles e Servizio per le famiglie a. Cornice di riferimento I bambini piccoli (0-6 anni) crescono in vari contesti: a casa, possibilmente in strutture per l’infanzia e nella scuola dell’infanzia. A Bruxelles, sfide sociali come la diversità, la disuguaglianza sociale e la povertà hanno anche un