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Due progetti educativi tra “micro” e “macro”, elementi in comune e prospettive diverse

Enrica Fontani

 

Dall’esame di alcuni punti di contatto e di altrettanti elementi di differenza tra due progetti, rivolti ai bambini di scuola dell’infanzia e di nido, scaturiscono alcuni ragionamenti sui bisogni dai quali prendono l’avvio le due proposte, sui destinatari ai quali si rivolgono, sul modo di procedere e di documentare le iniziative. Questo ci fa riflettere sul fatto che un progetto, se ben concepito e condotto, sia qualcosa di “vivo” e rispondente al contesto in cui si svolge e ai protagonisti che lo animano.


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Lo spazio nel progetto educativo: il ruolo dell’educatore

Il tema dell’ambiente inteso come spazio è un elemento fondamentale nella definizione del progetto educativo che si intende realizzare. Secondo una teoria socio-costruttivista dell’apprendimento le strutture, la scelta dei materiali e il modo in cui vengono messi a disposizione dei bambini costituiscono un invito all’esplorazione e alla comunicazione con l’ambiente e tra le persone presenti nello spazio educativo.

(Introduzione ai percorsi formativi operativi per nidi -“Progettare per i piccolissimi”- e scuole d’infanzia -“Dalla progettazione alla giornata Educativa” – del Comune di Genova).

Piccoli scienziati crescono

Esperienze di educazione scientifica alla scuola dell’infanzia di Ponte Arche

a cura delle insegnanti di Ponte Arche (TN): Doriana Artini, Liana Comai, Cecilia Donini, Erina Onorati, Chiara Tonidandel

L’idea di proporre ai bambini della nostra scuola un percorso di esplorazione di tipo scientifico è nata da un insieme di fattori, promossi e sostenuti dalla formazione, che hanno portato noi insegnanti a modificare nel profondo sia il nostro pensiero nei confronti dei bambini, sia il modo con il quale ci accingiamo a proporre le esperienze e le sviluppiamo con loro.

Progetto “Eat with your mind”

Il Comune di Genova da tempo si pone come obiettivi: favorire l’adozione di abitudini alimentari corrette per la promozione della salute, garantire attraverso il Servizio Ristorazione la sicurezza alimentare delle mense scolastiche, incentivare l’adesione a progetti di corretta gestione dei rifiuti e lotta agli sprechi. Dunque sensibilizzare la cittadinanza all’importanza del mangiar sano, del recupero dei vecchi sapori e dei piatti tradizionali ed oggi ritiene che si debba fare un ulteriore passo che coinvolga i grandi, ma soprattutto i piccoli: modificare le abitudini alimentari quotidiane cercando di accostarle ai concetti del “buono”, “pulito” e “giusto”.

Perché un orto a scuola?

Le insegnanti della scuola dell’Infanzia G. Rodari hanno scelto di aderire al progetto “Orto in condotta
(L’iniziativa è promossa da Slow Food) a partire dal 2008, cogliendo la possibilità di “investire” di una maggiore intenzionalità educativa, una parte dello spazio verde esterno alla scuola che, pur essendo molto ampio, non veniva utilizzato in tutta la sua potenzialità.
L’orto si è infatti dimostrato una straordinaria “porta aperta” sul mondo della natura capace di avvicinare il bambino sollecitandone la curiosità ed educandone i sensi, offrendo la possibilità di mettere “le mani in pasta”, di fare davvero esperienza diretta in un contesto che muta ogni giorno.


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Documentare per ricercare strategie come metodo d’azione

Enrica Fontani
 
La documentazione nel sistema educativo si compone di numerose raccolte, predisposte in banche dati strutturate o come repertori tematici, organizzate in singole esperienze oppure in veri e propri centri di documentazione. Questa molteplicità dell’offerta di selezioni di attività didattico -educative è giustificata dal ruolo che riveste il documentazione e la diffusione delle buone pratiche per l’educatore e l’insegnante? Proviamo a ripercorrere e verificare le ragioni a sostegno della documentazione come azione che possa indurre miglioramento professionale.

“Il veterinario, il dottore, gli animali e la famiglia”

Scuola dell’Infanzia statale “G. Rodari”, Fossano (CN).

Il percorso educativo-didattico qui presentato, è narrato attraverso l’utilizzo di una documentazione ri-costruita con i bambini attraverso fotografie, disegni, cartelloni, frasi significative e nodi concettuali messi in evidenza dall’insegnante.

L’esperienza ha coinvolto un gruppo di 17 bambini, di cui n.11 di quattro anni e n.6 di cinque anni, che si è denominato:“Il veterinario, il dottore, gli animali e la famiglia “ sulla base dei giochi e degli interessi che li hanno accomunati. Il percorso che è scaturito dal gioco del far finta dei bambini, ha impegnato i bambini e l’insegnante per un periodo esteso (da gennaio a giugno) con tempi “slow” in cui si intrecciavano esperienze di gioco e di ricerca generando nuovi saperi e crescita relazionale nel gruppo e nei singoli.


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Il primo giorno di scuola

La scuola per il bambino

Che cosa è la scuola per il bambino? È prima di tutto l’inizio di un’esperienza sociale. Un’esperienza che oggi la famiglia non riesce a far vivere al bambino. La città viene vissuta sempre di più come un grande nemico, le famiglie si chiudono negli appartamenti sempre più piccoli, sempre più comodi, sempre più autosufficienti: contengono le macchine per lavare, per cucinare, per stirare, per conservare a lungo i cibi, per divertirsi… si potrebbe uscire anche solo una volta al mese. Bisogna proteggersi dalla strada, dal rumore, dal gas, dai vicini…

Nella scuola il bambino può incontrare finalmente altri bambini, conoscerli, vivere insieme a loro. Non possiamo correre il rischio di perdere questa occasione, come è ormai nella tradizione della nostra scuola elementare dove i bambini entrano anonimi, nascosti nei grembiuli, restano seduti in silenzio… Per loro la scuola rischia di non essere mai un’esperienza sociale.