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Per un’educazione al digitale

Proseguiamo la rassegna di articoli che CED –Centro Educazione Digitale cura per la rivista di ZeroseiUp entrando nel vivo di uno dei temi che riguardano la diffusione dell’educazione digitale nel sistema educativo 06 (e non solo).
Per farlo ci poniamo alcune domande generatrici: Chi è responsabile dell’educazione al digitale nell’infanzia? Come può esserci una continuità trasversale di questa educazione nei vari ordini di scuola? Come realizzare un’educazione al digitale “in divenire” assieme agli insegnanti? Quali sono le strategie possibili di coinvolgimento delle famiglie? Quale ruolo possono svolgere i Comuni in questa difficile missione educativa?
Cominciamo.

Maestra, quante parole esistono?

Teresa Garaffo
Lo sviluppo del linguaggio è intrinsecamente connesso non solo con il contesto socio culturale di appartenenza del bambino ma anche con la qualità degli scambi comunicativi e delle relazioni da lui vissute. Negli ambienti educativi “il modello più tradizionale e diffuso tra insegnanti e studenti risulta formato da tre turni conversazionali. Viene definito I-R-E (Imitation – Reply – Evaluation) ed è così costituito: la domanda dell’insegnante, la risposta dell’allievo, il commento o la valutazione dell’insegnante” e produce modalità comunicative e di pensiero tendenzialmente standardizzate. L’autrice auspica che una conciliazione dei “tempi dell’apprendimento con quelli dell’esperienza comporta quindi la scelta di tempi più lenti e distesi. È in questa lentezza che nasce la parola”.


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Per un’educazione al digitale nel sistema educativo 06

Gabriele Lugaro
Apriamo questa rassegna di articoli che CED – Centro Educazione Digitale curerà per la rivista ZeroseiUp con una serie di indicazioni programmatiche in merito al modo in cui il digitale a parer nostro potrebbe entrare nei sistemi educativi 06. Nel prendere atto dell’incontrastata presenza dei dispositivi digitali nei contesti familiari già dalla primissima infanzia affronteremo, nel corso dei vari articoli, alcuni argomenti per noi fondamentali attorno ai quali potranno svilupparsi pratiche e riflessioni condivise in merito a un’integrazione dei linguaggi digitali nelle comunità scolastiche ed educative.


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Accompagnamento zerosei

Roberto Maurizio, Marzia Sica, Claudia Mandrile, Patrizia Calabrese, Daria Rabbia

Un percorso di rielaborazione a partire dalle esperienze progettuali di contrasto alla povertà educativa con bambini nella fascia 0/6 anni, curato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con Impresa sociale Con i Bambini per i progetti del Bando Prima infanzia 2016 attivi nelle regioni Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta.

Promuovere qualità e innovazione nei servizi 0-6 anni

Nel contributo si mette a fuoco il ruolo centrale nonché strategico dell’educazione nei primi mille giorni di vita; viene presentato, a tal proposito il Bando Next Generation Schools, per ottimizzare gli interventi previsti dal PNRR nel Programma “Futura – La Scuola per l’Italia di domani” e per valorizzare l’integrazione tra progettazione architettonica, educativa e didattica di spazi innovativi, aperti al territorio, sicuri, connessi, flessibili e sostenibili nel tempo per infrastrutture che possono diventare centri civici di rigenerazione urbana, culturale e sociale.

La scuola al contrario

Piero Bianucci – La Stampa – 06 Dicembre 2022

 

L’Istruzione ha perso l’aggettivo “pubblica”, 700 scuole spariranno, soldi tolti alla formazione per darli a scuole private e burocrazia. Due libri invitano a ragionare sulle “scienze della formazione”, parole che Umberto Margiotta sostituì a “pedagogia”. Francesco De Bartolomeis a 104 anni pubblica un libro sull’importanza di esporre all’arte i bambini da 3 a 6 anni. Mai semplificare ciò che è complesso. D’Azeglio batte Cavour.

La nuova denominazione “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, una uscita infelice del suo titolare Giuseppe Valditara, il taglio di finanziamenti alla scuola e l’Eduscopio 2022 della Fondazione Agnelli suggeriscono qualche riflessione a proposito della disciplina che una volta si chiamava Pedagogia (era così al tempo dei miei esami con Luigi Pareyson e Pietro Chiodi all’Università di Torino) e ora si chiama Scienze della Formazione…

Pedagogia della memoria

Dario Arkel

“La Storia di per sé non insegna comportamenti virtuosi, abbisogna per educare dell’empatia con le vittime. Della cultura dell’anima”, ecco che diventa necessario che la pedagogia si occupi del dolore dei bambini, non solo con il dovuto distacco delle “ricerche storiche”, bensì tramite l’empatia.


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Educazione e natura per un agire riflessivo

Il primo passo per l’elaborazione di un processo di riprogettazione di pratiche e strategie operative per rifondare modelli pedagogici ed esperienze educative è una profonda riflessione sul rapporto uomo-natura e sulle conseguenti implicazioni sul piano educativo e formativo.

Ilaria Mussini ci accompagna e propone alcune possibili piste esplorative e operative.

L’educatore e gli interventi di assistenza educativa scolastica

Alessandra Bai

Il modo di leggere e interpretare la realtà, l’attitudine e l’atteggiamento con il quale si intessono le relazioni per le persone impegnate in educazione divengono aspetti ai quali dedicare attenzione, sulle quali riflettere e formarsi. Di fatto costituiscono l’impronta di un profilo professionale che voglia mettere in atto pratiche educative sostenibili e inclusive.


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Educazione e natura per un agire riflessivo (2° parte)

Ilaria Mussini

Nella pratica dei servizi di Correggio, progettare contesti di esperienza secondo un approccio in senso ecologico, ha permesso di focalizzare l’attenzione sulla cura delle interazioni e sulle qualità eco-sistemiche dei processi attivati.


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