“Quando un bambino ha pochi passatempi li esplora in modi variegati. Se invece sono tanti cala inevitabilmente la concentrazione”.
Elena Dusi, Roma
“Cosa fa un bambino con troppi giocattoli? Prende il cesto e lo rovescia. Il pavimento diventa un campo minato e lui inizia a dedicarsi a altro”. Antonio Di Pietro, referente per l’Italia del Gruppo di ricerca internazionale sul gioco Cemea, scherza così su una ricerca che stride con l’istinto di tanti parenti: «Quando un bambino ha pochi giocattoli, li usa di più, si concentra su di essi; li esplora in modi variegati e creativi» scrivono gli psicologi dell’Università di Toledo, nell’Ohio su Infant Behavior and Development. “Il suo gioco – in una parola – diventa di qualità migliore”.
Attenzione e concentrazione- qualità preziose come mai in questo periodo – scricchiolano di fronte a un eccesso di stimoli. Per dimostrarlo gli psicologi americani hanno preso 36 bambini tra 1,5 e 2,5 anni e li hanno messi in una stanza con dei giocattoli: prima solo 4, poi 16 insieme (da notare che ognuno a casa ne aveva una media di 90 a attenderli); Poi i ricercatori si sono messi a osservare senza intervenire (salvo in caso di “comportamento distruttivo).
Con 4 giochi, i bambini sono passati dall’uno all’altro in media 10 volte. Con16 giochi, quasi 20 volte, trascorrendo con ciascun oggetto la metà del tempo. Ogni gioco è stato esplorato e usato in 11 modi diversi nella versione “sobria” dell’esperimento, in 7 modi in quella “lussuosa”.
Secondo una statistica inglese, ciascun bambino ha 238 giocattoli ma ne usa solo12, lasciando il 95% nel cesto (pronto per essere rovesciato). «Il cesto è in genere usato per i panni sporchi. È questo il valore che diamo ai giochi dei nostri figli?» si chiede Dì Pietro. «Ogni oggetto dovrebbe avere una sua dignità e quindi un suo spazio nella casa. Altrimenti rischiamo di cadere nel “frastuono ludico”».
L’Isat racconta che fra 3 e 5 anni i bambini in Italia trascorrono 3 ore e 5 minuti giocando. L’88% delle femmine ama le bambole, il 73% dei maschi le macchine e i trenini. «Il concetto di ridurre la confusione, evitando di sottoporre il bambino a troppi stimo1i, non è nuovo in pedagogia» conferma Antonella Costantino, presidentessa della Società italiana di neuropsichiatria infantile e direttrice dell’omonimo reparto al Policlinico di Milano. «Questo vale anche per i giochi educativi e per i libri. Un buon compromesso può essere quello di presentarli al bambino a rotazione: 4 per volta a esempio, per permettergli di conoscerli a fondo e poi eventualmente rinnovarli».
da La Repubblica, 7 dicembre 2017
I bambini ricevono troppi regali e giocattoli in questi giorni. Penso che si confondono e non sanno con quale giocattolo giocare per primo. Inoltre, molti giocano in tenera età con i videogiochi e non vanno più fuori a giocare. Ho comprato a mio figlio una hoverboard durante il periodo di covid e ora la sto imparando insieme a lui. Spero che i bambini ora, durante il periodo di covid, non pensino che non si debba giocare all’aperto. È certamente importante di non dare ai bambini troppi giocattoli. Tuttavia cmq penso che tutto ciò che fanno all’aperto sia importante.
Questo mi fa pensare alla mia infanzia. Ho 54 anni. Avevo un bel giardino con alberi da frutta dove ci poteva arrampicate a mangiare cigliege. Usavamo gli stracci per travestirci e ci inventavamo storie che recitavamo. Usavamo anche la terra con intenti artistici. Insomma tutto ci serviva per giocare.????