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Ritorno tra i banchi – 24 maggio 2020

I diritti dei bambini e le misure di cautela per il coronavirus in Germania (nidi e scuole d’infanzia)

Roger Prott

Inclusi nel lockdown completo che si è avuto in tutta la Germania dalla prima metà di marzo di quest’anno, nidi e scuole d’infanzia (e le strutture collegate) hanno sospeso i loro servizi in generale.

All’inizio c’era solo un’eccezione a questa misura: i genitori che lavorano nei cosiddetti lavori di sistema, ad esempio negli ospedali, nei vigili del fuoco, nella polizia, potevano portare i loro figli nei servizi quando erano genitori single e/o se nessuno dei genitori poteva restare a casa. Avevano il permesso di portare i loro figli, ma dovevano affrontare i limiti di orari ridotti.

Queste misure sono state prese per decisione della cancelliera federale Angela Merkel insieme ai Primi Ministri di tutti i 16 Länder che formano la Repubblica Federale Tedesca. Essi, naturalmente, hanno deciso solo dopo aver consultato i principali istituti per la salute, la sanità e la sicurezza e altre istituzioni rilevanti.

Sebbene questa misura generale sembri una chiara Linea Guida comune, in pratica significava che in alcuni servizi il personale doveva occuparsi del 5% dei propri bambini, mentre in altri servizi quasi il 50% dei bambini era coinvolto.

In aprile, dopo ulteriori dibattiti in ambito politico, le autorità hanno accettato di aprire il blocco a esigenze più “individuali”, ovvero di adeguare il provvedimento a livello statale. In questo modo, è stato possibile dichiarare più professioni rilevanti per il sistema e permettere l’accesso ai servizi  anche per i bambini con “bisogni personali” e a rischio. Queste misure non hanno aumentato in modo significativo il numero di bambini assistiti.

A partire da questo passo, si è detto che il ragionamento “più pedagogico” dovrebbe far parte del dibattito, limitando lentamente ma costantemente la regola della sicurezza igienica. Il Ministro federale per la famiglia e l’infanzia, insieme ai Ministri competenti di tutti gli Stati, ha elaborato ulteriori linee guida per un ulteriore riconoscimento da parte della Cancelliera e dei primi Ministri. Hanno partecipato anche rappresentanti significativi della società come i sindacati degli insegnanti, le chiese e altri.

Questi gruppi, tra l’altro, si sono poi riuniti in tutti i 16 Stati, elaborando progetti futuri per tornare a una vita normale.

Ormai tutti i 16 Stati hanno dichiarato che apriranno tutti i servizi per tutti i bambini – se possibile – a settembre. Questa data si riferisce al prossimo anno scolastico e varia con il suo inizio da fine agosto a fine settembre. A fine maggio c’è solo uno Stato, la Sassonia, che ha già aperto tutti i servizi per tutti i bambini. Ogni bambino è accolto nel suo servizio, tranne quando mostra segni di malattia o quando il personale è stato ridotto in modo significativo.

Questa è la situazione attuale in Germania – in generale. Da questa breve relazione la situazione può sembrare ragionevole. Ciò che non emerge è PERCHÉ la situazione è così. Nella prima fase si sono dovute adottare misure igieniche per combattere il coronavirus. Nel frattempo, la società tedesca, sta lottando per tornare alla normalità. Per quanto riguarda i bambini, in realtà, ogni decisore e opinionista parla del diritto di ogni bambino a frequentare i servizi e le scuole per la prima infanzia. Quello che non dicono è che vogliono i bambini nei servizi sociali perché c’è la necessità di riportare i genitori al lavoro. Anche altri, come i sindacati, dichiarano di sostenere il diritto dei bambini, ma mettono al primo posto l’interesse del personale e non solo. Secondo le loro dichiarazioni, più del 30% del personale può essere classificato in uno dei gruppi a rischio coronavirus – il che significa che più del 30% dei bambini non potrebbe avere il suo insegnante/educatore.

Per il personale non può funzionare il ritorno al lavoro, si potrebbe dire. Ma perché no? L’unico compito richiesto è quello di sorvegliare che i bambini rispettino le regole e i limiti!

In realtà, tutte le misure discusse finora non hanno quasi nulla a che fare con le esigenze dei bambini: la composizione dei gruppi è limitata a soli cinque bambini, i tempi sono limitati e divisi in turni mattutini e pomeridiani, il gioco è permesso solo in aree designate (e faccio notare che i bambini tornano al loro vecchio servizio), i bambini dovrebbero giocare “insieme” mantenendo una distanza di due metri …

Questo è ciò che succede quando in Germania i diritti dei bambini vengono garantiti, ad esempio il diritto di giocare con gli amici in gruppi e spazi ben noti.

Nessuno parla delle contraddizioni tra la sostanza dei diritti e il compromesso che emerge dalla realtà delle proposte.

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