
Amilcare Acerbi
Maestre e professori sono tornati in cattedra ed hanno riavuto anche la loro pedana. Da lì sopra, grazie alla DAD, hanno impartito lezioni per tre mesi ai loro scolari/alunni e grazie a Whats app, Skipe, Zoom e altre piattaforme hanno tentato di raccogliere i risultati individuali delle proprie indicazioni. Nessun brusio, nessuno scambio di nascosto tra gli allievi, tanto meno risultati di lavori di gruppo. Con un’unica tacita promessa di fondo: alla fine dell’anno “saremo buoni”. I genitori, stremati e frastornati, hanno tirato un sospiro … di rassegnazione, contando nel sollievo di una riapertura delle scuole.
Se potessi ancora “trafficare direttamente” con gli insegnanti preparerei per il ritorno e la riapertura di classi e scuole a Settembre 2020 un’accoglienza tutta Rodariana, predisponendo uno spazio permanente dedicato alla Grammatica della fantasia, da frequentare nel corso dell’anno e riprendere e rafforzare così il dialogo diretto tra i bambini e i ragazzi, la cooperazione nella soluzione, la invenzione condivisa, la narrazione a più voci.
Ridarei il potere della parola per costruire una socialità nuova: non solo l’incontro quotidiano con il vociare spontaneo, confuso, con cui gli uni cercano di sopraffare la voce degli altri, in classe, in corridoio, lungo i marciapiedi, ma un gestire parole e pensieri in una condivisione di status, che si fa profonda, basata sull’assaporare il ritorno a vivere insieme, con la possibilità di condividere, confrontarsi, contrapporsi, non solo per abusare “dell’oggi” ma per rendersi conto che tassello dopo tassello la qualità delle relazioni può dar vita ad una comunità, di adulti e ragazzi (nulla sarà come prima ??!!).
Partirei dall’esercizio con il binomio fantastico. Proverei a verificare quanto fantastica possa essere la formula “distanziamento” e “sociale” per misurare gli effetti che ha prodotto e come dal vissuto la fantasia di ciascuno ne possa trarre una narrazione.
Poi andrei oltre, con altre ipotesi suscitate sempre dalle proposte di allievi che si associano nell’invenzione; senza interferire, dopo aver fornito un primo esempio di Rodari:
Il cane con l’armadio
l’armadio del cane
il cane sull’armadio
il cane nell’armadio
ecc.
Ognuna di queste figure offre lo schema di una situazione fantastica da sviluppare – scrive Rodari – la parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare. Non c’è vita, dove non c’è lotta….. Ma è bene, dice anche, scegliere il binomio fantastico con l’aiuto del caso…
Imposterei due mesi intensi di giochi linguistici tra gli allievi della classe, utilizzando i meccanismi di invenzione fantastica suggeriti, descritti e motivati nella Grammatica della Fantasia: “Che cosa succederebbe se…., L’errore creativo…. A sbagliare le storie …. Che cosa accadde dopo … Insalata di favole … Storie per ridere … Il sasso nello stagno … L’uso dei prefissi … La matematica delle storie. Un signore aveva trenta automobili. La gente diceva: Uh, quante automobili!! … Quel signore aveva anche trenta capelli. E la gente diceva: Ih, che pochi capelli ha quel signore … Finì che dovette comprarsi una parrucca.
E concluderei entro dicembre questo percorso in cui La parola si fa teatro. Scriveva Rodari Ognuno che abbia qualche pratica di organizzazione sa quanto ai ragazzi piaccia recitare, interpretare parti anche modeste, quanto piacciano le maschere, i travestimenti, le truccature e quanto godano , anche quando affettano il contrario, nel dire poesie e filastrocche. Lo spazio ha un ruolo assolutamente di primo piano nel mobilitare le energie infantili, cominciando da quelle fisiche; significa dunque allestire un ambiente magico, interamente agibile: una moquette dove correre, sdraiarsi, rotolarsi, fare la lotta e pedane che diventano isole, navi, zattere, castelli; un’avventura comincia su una pedana per continuare su una seconda, una terza e così via. Maschere, personaggi storici, elementi fantascientifici, tic del mondo contemporaneo: una miscela adatta a far ridere, a contribuire alla creazione di autonomi percorsi teatrali. Attorno al gruppo di piccoli attori, mettere in moto altri con incarichi particolari, trovarobe, costumista, suggeritore, macchinista, elettricista, scenografi, ecc.
E dopo questo confronto di comunità, finale, in Dicembre, in cui l’incontro scaturisce dalle invenzioni degli allievi, e forse dopo aver messo in rete centinaia di video clip, avvierei da Gennaio altri percorsi di composizione fantastica, che traggano spunto dalla vasta produzione letteraria di Rodari, in un susseguirsi di appuntamenti laboratoriali.
Provo ad attribuire alcuni titoli: La fabbrica delle avventure finte ovvero la preparazione di percorsi virtuali se la fine non vi piace riscrivetela voi, e ancora La parola si fa colore, dove ci si metta alla prova come illustratori di scritture rodariane, traendo ispirazione dai molti stili che gli artisti hanno sperimentato negli anni; e da ultimo La parola si fa testo, per esercitarsi nel giornalismo alla Rodari … si dispone di certi dati, bisogna decidere sulla loro combinazione. In questa decisione entrano calcoli di varia provenienza, fantastici, basati sul puro movimento delle immagini; morali, in riferimento ai contenuti; del sentimento, in riferimento all’esperienza; ideologici, se viene a galla un messaggio da chiarire.
Rileggere la realtà, cercarne le contraddizioni, osservare le cose da un altro punto di vista, a contrastare l’omologazione del pensiero con un esercizio di divergenza.
Un signore molto piccolo di Como
una volta salì in cima al Duomo.
E quando fu in cima
era alto come prima
quel signore micropiccolo di Como.
Festeggerei così e capitalizzerei il centenario della nascita creando un laboratorio rodariano permanente, dove esercitare immaginazione e creatività, in ogni scuola, o almeno nei più di duecento istituti italiani cui è stato attribuita l’intitolazione Rodari.