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Proposte per una sfida nella sfida

Claudia Mandrile

Responsabile Missione Educare per crescere insieme dell’Obiettivo Persone – Fondazione Compagnia di San Paolo.

Marzia Sica

Responsabile Obiettivo Persone – Fondazione Compagnia di San Paolo.

Aldo Garbarini

Direttore Direzione Cultura, Educazione e Gioventù della Città di Torino


Rinnovare gli ambienti di cura e apprendimento per i più piccoli con progettazioni interdisciplinari e co-partecipate

Nel PNRR sono previsti ingenti investimenti anche sulle strutture educative e scolastiche. Il rischio è che di fronte a termini stringenti di scadenza per la presentazione dei progetti, venga a mancare una riflessione approfondita e articolata. La Fondazione Compagnia San Paolo, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di autorevoli esperti, ha pubblicato un documento “Suggerimenti orientativi interdisciplinari per la progettazione – Nidi e Scuola d’Infanzia”.

L’educazione è un tema cruciale per il futuro del nostro Paese, perché rappresenta la chiave attraverso cui intervenire per contrastare la povertà educativa e fondare una società più equa in cui siano rispettati i diritti di cittadinanza e a tutte le bambine e tutti i bambini siano garantite pari opportunità di sviluppo delle potenzialità sociali, cognitive, emotive, affettive, relazionali.

Ormai numerose sono le evidenze che dimostrano in modo rigoroso quanto sia fondamentale l’investimento in servizi di educazione e di cura di qualità nei primi anni di vita. Innanzitutto, per la crescita e lo sviluppo armonico dei bambini e delle bambine, dei loro genitori e famiglie, e anche della comunità in cui vivono perché essa stessa di fronte ai bambini si riscopre più umana e più capace di costruire futuri possibili. Ma si tratta anche di un investimento fondamentale per gli impatti sulle economie e sulla capacità di un Paese di generare benessere per tutti.

La Fondazione Compagnia di San Paolo oramai da quasi dieci anni è impegnata sulla prima infanzia. È attraverso sperimentazioni, percorsi di co-progettazione e co-programmazione pubblico e privato, grant-making e azioni di capacity building, strumenti di data management e di valutazione che la Fondazione ha operato e opera per valorizzare, favorire sinergie e consolidare sistemi educativi sempre più competenti. Si intende esercitare un effetto leva importante su risorse pubbliche e del privato sociale (tra cui quelle messe a disposizione dal Fondo per il Contrasto alla povertà educativa minorile attraverso l’Impresa sociale Con i bambini) e al contempo sperimentare su temi di rilievo per informare le policy. Tra questi quello dell’innovazione degli ambienti di apprendimento è un asse sperimentato con Torino fa scuola, progetto realizzato con la Città di Torino, la Fondazione Giovanni Agnelli e la Fondazione per la Scuola.

Il Governo italiano ha elaborato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), organizzato su tre assi strategici (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale) e altrettante trasversalità (inclusione di genere, sostegno all’istruzione, formazione e occupazione dei giovani).  Nell’ambito del Programma “Futura. La scuola per l’Italia di domani” del Ministero dell’Istruzione sono previste 6 riforme e 11 investimenti, tra questi ci sono quelli sulle infrastrutture educative e scolastiche. Lo scorso dicembre sono stati pubblicati gli Avvisi per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici, per la realizzazione di strutture da destinare ad asili nido e scuole d’infanzia, per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, per aumentare la disponibilità di mense.  Agli enti pubblici territoriali viene assegnato un duplice compito – fondamentale per l’attuazione del PNRR. Sono gestori delle risorse loro assegnate e parallelamente pianificatori territoriali e settoriali.

Per concorrere a massimizzare l’impatto e l’efficacia degli investimenti complessivi realizzati, la Compagnia di San Paolo ha lanciato il bando Next Generation Schools rivolto agli enti locali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per consolidare le competenze degli stessi in termini di progettazione interdisciplinare, per accompagnare le diverse fasi di progettazione degli interventi con azioni di formazione e capacity building, per offrire suggerimenti alla progettazione in una logica partecipata.

A tal riguardo, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di autorevoli esperti[1] e delle lezioni apprese anche nel confronto con esperienze internazionali, la Fondazione ha coordinato il lavoro del documento “Suggerimenti orientativi interdisciplinari per la progettazione – Nidi e Scuole d’Infanzia”, che – ispirato alle finalità educative del sistema integrato zerosei – mette a disposizione elementi utili ad accompagnare la fase ideativa, progettuale, realizzativa anche dal punto di vista della gestione del servizio e di elementi pedagogici, legati all’accessibilità, alla fruizione, alla connettività.

Si tratta di un documento che – seppure nato ai fini del Bando Next Generation Schools – ha l’ambizione di offrire spunti di riflessione anche oltre il perimetro di questa azione specifica. L’intento è quello di sostenere una cultura tesa a strategie programmatorie di medio periodo che insieme alla dimensione fisica dell’intervento consideri e pianifichi fin da ora gli aspetti di ordine pedagogico, gestionale e di progettazione condivisa.  11 sono i punti trattati: apertura al territorio, flessibilità dell’offerta e accessibilità del servizio; adozione di un approccio multidisciplinare e partecipato; spazi educativi e di cura attenti alla qualità e temperatura dell’aria, alla luce e al comfort acustico; sostenibilità dei materiali; impatto ambientale dell’edificio e il contato con la natura; la sicurezza rispetto a rischi sismici, idrogeologici, sanitari; la gestione e la programmazione del servizio; l’infrastrutturazione tecnologica.

Il senso contenuto nei “Suggerimenti” è l’invito a voler operare attraverso una dimensione progettuale ampia e condivisa, necessaria al perseguimento del miglior esito possibile.

è infatti un obiettivo senz’altro condiviso da molti che i fondi stanziati dai recenti bandi sull’edilizia 0 6  debbano servire ad innescare un processo virtuoso che permetta, tra le regioni ma anche all’interno dell’ambito territoriale di ogni singola regione, di alzare il livello complessivo dell’offerta di servizi educativi, in tal modo almeno raggiungendo le quote di copertura previste dal contesto europeo.

Per perseguire questo obiettivo, sembra quindi necessario che la presentazione dei progetti sia dimensionata non solo sulle caratteristiche strutturali ed edili, ma anche sul più ampio contesto sociale e operativo di riferimento.

In sostanza, non si tratta solo di costruire nuovi edifici o di recuperarne di già esistenti, ma di pensare a questi come strutture agite all’interno di un territorio da una pluralità di soggetti che con questi servizi interagiscono e che dagli stessi si attendono determinate risposte.

Questo dovrebbe implicare, ad esempio, l’attenzione alle specifiche dinamiche sociali e territoriali in cui il nido (o altri possibili servizi educativi) andrà ad operare, considerando anche, tra tutte le dimensioni possibili, l’andamento demografico, che ben sappiamo essere oggi una variabile in grado di rendere potenzialmente obsoleti in pochi anni gli obiettivi prefissati. Così come l’andamento dei contesti produttivi e di lavoro che possono interessare nel medio periodo i nuclei familiari è un altrettanto indicatore di evidente importanza: finché questi servizi rimarranno compresi nei cosiddetti “servizi a domanda individuale” il costo dei medesimi a carico delle famiglie –in assenza di politiche pubbliche a sostegno- continuerà ad essere un fattore di congelamento della potenziale domanda.

Così come, in relazione all’andamento del mercato del lavoro, potrebbe anche assumere declinazioni diverse nel tempo la stessa domanda, cercando una flessibilità dell’offerta che i servizi, se progettati anche per questa ipotesi, potrebbero fornire.

Per questo, la progettazione condivisa è elemento richiamato nei “suggerimenti”, perché la capacità di coinvolgere i potenziali attori, dagli operatori del settore alle risorse umane e strumentali presenti sul territorio, appare essere una dimensione utile e necessaria per questi obiettivi. Sapere accompagnare gli anni che intercorrono tra l’auspicata approvazione del progetto e la definitiva consegna dell’immobile con una attiva interazione tra chi nell’ambito comunale dovrà poi gestire i servizi e chi, nel territorio, di questi servizi usufruirà può favorire una dimensione che connoti da subito l’edificio come una componente attivamente riconosciuta e non una “cattedrale nel deserto”.

Non ultime, quindi, le forme di gestione che saranno adottate; sia che si individui la conduzione diretta o quella esternalizzata, i “suggerimenti” richiamano anche in questo caso alcune dimensioni procedimentali che andrebbero da subito considerate per giungere “senza sorprese” al miglior avvio, per la qualità dei servizi resi e per la loro accessibilità e inclusività, della struttura realizzata.

[1] Il documento “ Suggerimenti orientativi interdisciplinari” è stato redatto grazie al contributo di Mario Cucinella, Valentina Porceddu, Valentina Torrente, Aldo Garbarini, Susanna Mantovani,  Luisa Ingaramo, Marco Bagnasacco, Giulia Bau’, Fabrizio Serra, Fabrizio Zucca, Tiziano Vecchiato, Cinzia Canali, Lorenzo Benussi, Caterina Ginzburg, Marzia Sica, Claudia Mandrile, Francesca Repetto.

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