Il RAV Infanzia come strumento formativo-riflessivo
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Il volume si propone di attivare un percorso di riflessione per innescare un processo di sensibilizzazione all’utilizzo formativo-riflessivo del RAV Infanzia sul territorio nazionale.
Gli obbiettivi principali sono:
1) Mettere alla prova il RAV-infanzia come strumento di valutazione formativa-riflessiva, cioè volto alla riflessione sul contesto valutato al fine di accrescere la consapevolezza e l’intenzionalità professionale degli insegnanti; elaborare e mettere in atto interventi per migliorare l’offerta formativa rivolta ai bambini.
2) Definire peculiari indicazioni per orientare l’utilizzo del RAV- infanzia in senso formativo-riflessivo.
a cura di Enrica Fontani
contributi di Jerome Bruner, Cinzia Mion, Diana Penso, Mario Maviglia, Andrea Bobbio, Anna Bondioli, Giancarlo Cerini, Enrica Fontani, Claudia Lichene, Donatella Savio
ISBN: 978-88-99338-30-5
Numero di pagine: 104
Allegati:
Descrizione
Il volume si propone di attivare un percorso di riflessione per innescare un processo di sensibilizzazione all’utilizzo formativo-riflessivo del RAV Infanzia sul territorio nazionale.
Gli obbiettivi principali sono:
1) Mettere alla prova il RAV-infanzia come strumento di valutazione formativa-riflessiva, cioè volto alla riflessione sul contesto valutato al fine di accrescere la consapevolezza e l’intenzionalità professionale degli insegnanti; elaborare e mettere in atto interventi per migliorare l’offerta formativa rivolta ai bambini.
2) Definire peculiari indicazioni per orientare l’utilizzo del RAV-infanzia in senso formativo-riflessivo.
“L’autovalutazione è un processo ormai accolto favorevolmente dalle scuole italiane. Il RAV è stato compilato da tutte le istituzioni. Semmai il problema è tradurre il processo di valutazione in un vero percorso di miglioramento, e questo passaggio non è scontato.
A volte sembra prevalere la logica dell’adempimento formale (“così abbiamo tutti i documenti a posto: PTOF, PdM, RAV, PAI, ecc.”) e spesso manca il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica. Dunque, non si deve sprecare un’occasione importante come questa, perché il RAV-infanzia: si inserisce nel processo di sviluppo del sistema integrato 0-6 (aiutando la scuola dell’infanzia a rinsaldare la sua identità pedagogica ed organizzativa); facilita il confronto tra i diversi modelli educativi (scuole statali, comunali, private paritarie) per consolidare gli elementi di qualità comuni; responsabilizza le scuole nei processi di rendicontazione sociale (evitando che prenda piede la mania delle telecamere in classe…); stimola gli insegnanti in processi di riflessione, formazione, ricerca, confronto, per promuovere un profilo professionale“ competente”.
Il RAV, però, non è semplicemente uno schema da riempire rispondendo alle domande. Ci sono delle attività preliminari indispensabili da compiere. Ad esempio, occorre disporre di molti dati informativi sul funzionamento delle scuole (orari, spazi, risorse, strutture) e sulla progettualità (metodi didattici, forme di osservazione, rapporti con i genitori, ecc.) che dovranno essere forniti dai sistemi statistici (MIUR, ISTAT, Invalsi, ecc.) o che dovranno essere richiesti alle scuole stesse con un apposito analitico questionario. Ma, soprattutto, dovranno essere “provati” gli strumenti per osservare lo sviluppo dei bambini, rilevare il loro “benessere”, attraverso un delicato rapporto tra lettura qualitativa e possibili indicatori quantitativi (es.: check di frequenza piuttosto che scala di giudizio). Occorre dunque un “rodaggio” preliminare, prima di generalizzare l’impresa.” (Giancarlo Cerini)
Jerome Bruner (1915-2016) ricercatore statunitense, psicologia cognitiva e culturale
Cinzia Mion, dirigente scolastica, formatrice.
Diana Penso, MCE Roma.
Mario Maviglia, dirigente tecnico MIUR.
Andrea Bobbio, professore associato confermato presso l’Università della Valle d’Aosta per il settore scientifico di Pedagogia generale e sociale.
Anna Bondioli è professore ordinario di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia.
Giancarlo Cerini, dirigente tecnico per i servizi ispettivi in Emilia Romagna.
Enrica Fontani, docente scuola secondaria 2° grado, formatrice.
Claudia Lichene, insegnante di scuola dell’infanzia statale, sta svolgendo un dottorato di ricerca all’Università di Pavia.
Donatella Savio, Ricercatrice universitaria di Pedagogia Generale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia.
Indice
Enrica Fontani
Introduzione
Giovanna Zunino
5 domande alla Presidente dell’INVALSI, Anna Maria Ajello
Parte I – Il contesto culturale della scuola dell’infanzia
Jerome Bruner
(2016). L’infanzia e la cultura: un racconto
Intervista a J. Bruner, traduzione di K. Masucci, adattamento e commento di C. Pontecorvo
Cinzia Mion
L’idea “implicita” di bambino
Diana Penso
Il senso del curricolo nella scuola dell’infanzia
Mario Maviglia
Qualità del servizio scolastico e modelli organizzativi nella scuola dell’infanzia
Parte II – Le specificità dell’autovalutare e valutare nella scuola dell’infanzia
Andrea Bobbio
Appunti per una storia della valutazione nella scuola dell’infanzia
Anna Bondioli e Donatella Savio
Il RAV in un quadro di valutazione formativa
Giancarlo Cerini
Un RAV anche per l’infanzia?
Enrica Fontani
(2017). Scuola dell’infanzia, un’identità difficile tra assimilazione e differenziazione
Claudia Lichene
(2017). Valutare, valutarsi, sentirsi valutati
Parte III – Appendice
Conclusioni e indicazioni per la sperimentazione 2017
Bibliografia di riferimento
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