Etica dell’essenziale e oltrenero pedagogico
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Eppure possiamo dirlo. Né Celan né Levi dopo aver scritto le loro opere si sono dati la morte. La morte li ha rincorsi lungamente prima di afferrarli. Perché essi stessi credevano che il loro lavoro di testimonianza possedesse un segno dirimente l’odio, un qualcosa che potesse valicare il confine del nero, assorgendo quale fondamento della luce ritrovata oltre il buio totale.
A loro avviso ciò non è avvenuto e la fine suicida li ha accolti ambedue. Che cosa manca? Il fluire della morte, la turgida lentezza dell’insegnamento postremo: l’affermazione che i due potessero dedurre senz’ombra di qualsivoglia smentita l’odio non è debellato. Si potrebbe affermare che questi suicidi non siano stati cagionati da Auschwitz o dalla sua memoria indelebile, ma dal comportamento culturale delle società post seconda guerra mondiale.
Dario Arkel
ISBN: 979-12-80549-00-6
Numero di pagine: 92
Allegati:
Descrizione
Eppure possiamo dirlo. Né Celan né Levi dopo aver scritto le loro opere si sono dati la morte. La morte li ha rincorsi lungamente prima di afferrarli. Perché essi stessi credevano che il loro lavoro di testimonianza possedesse un segno dirimente l’odio, un qualcosa che potesse valicare il confine del nero, assorgendo quale fondamento della luce ritrovata oltre il buio totale.
A loro avviso ciò non è avvenuto e la fine suicida li ha accolti ambedue. Che cosa manca? Il fluire della morte, la turgida lentezza dell’insegnamento postremo: l’affermazione che i due potessero dedurre senz’ombra di qualsivoglia smentita l’odio non è debellato. Si potrebbe affermare che questi suicidi non siano stati cagionati da Auschwitz o dalla sua memoria indelebile, ma dal comportamento culturale delle società post seconda guerra mondiale.
Romina Petrini –
4. Il “mio” Korczak
Quando conobbi Janusz Korczak, biografia, testimonianze e i suoi lavori, ebbi un sussulto. Rimasi sconvolto non solo leggendo dalla sua fine, il modo di andare incontro alla morte pur potendola sfuggire, non solo per aver fatto testimoniare con il corteo ordinato, musicante e brulicante dei 203 bambini dell’orfanotrofio ebraico (Dom Sierot), il senso della vita contro la morte- e cioè aver fatto trionfare l’innocente e laborioso bambino sul potere sterminatore degli adulti impazziti richiamando alla reazione lo stremato popolo ebraico-; no, non solo per questi versanti, già di per sé pietre miliari per l’intera umanità e apertura ad una concezione di pensiero che mai prima di allora si era vista, no, non solo tutto questo… in lui lo stupore più grande mi derivò dalla modernità rivoluzionaria del suo pensiero altamente lirico e intriso di gioia. La capacità di resilienza e la volontà di credere nel futuro, per quello che può rappresentare nella intrinseca qualità, non già nella quantità.
Dario Arkel
Bel pezzo! Complimenti!
Romina Petrini –
Il saggio prezioso
4. Il “mio” Korczak
Quando conobbi Janusz Korczak, biografia, testimonianze e i suoi lavori, ebbi un sussulto. Rimasi sconvolto non solo leggendo dalla sua fine, il modo di andare incontro alla morte pur potendola sfuggire, non solo per aver fatto testimoniare con il corteo ordinato, musicante e brulicante dei 203 bambini dell’orfanotrofio ebraico (Dom Sierot), il senso della vita contro la morte- e cioè aver fatto trionfare l’innocente e laborioso bambino sul potere sterminatore degli adulti impazziti richiamando alla reazione lo stremato popolo ebraico-; no, non solo per questi versanti, già di per sé pietre miliari per l’intera umanità e apertura ad una concezione di pensiero che mai prima di allora si era vista, no, non solo tutto questo… in lui lo stupore più grande mi derivò dalla modernità rivoluzionaria del suo pensiero altamente lirico e intriso di gioia. La capacità di resilienza e la volontà di credere nel futuro, per quello che può rappresentare nella intrinseca qualità, non già nella quantità.
Dario Arkel
91 pagine una più preziosa dell’altra.
Maria