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E tutte le vite che abbiamo vissuto
e quelle che dobbiamo ancora vivere
sono piene di alberi e foglie che cambiano.

(Virginia Woolf)

 

 

L’intenzione è quella di promuovere un tempo e uno spazio di riflessione e di confronto, certo sul periodo odierno, ma soprattutto sul tempo che verrà domani, o che forse è già qui oggi.

Ci piace pensare che la scuola estiva possa assomigliare ad una sorta di maratona pedagogica, la maratona si sa è una corsa costruita sulla distanza che necessita di una grande preparazione psicologica oltre che fisica. Tradizionalmente la maratona chiude i giochi olimpici e noi vorremmo che questa maratona di pensiero potesse mettere un accento verso la fine di questo anno scolastico e senza paura, ma con molta speranza, potesse riaccendere speranze ed energie per il prossimo anno.

Tre sono le parole attorno a cui ruota la scuola estiva per maratoneti educativi: incertezza, vulnerabilità e resilienza. Pensiamo possano rappresentare stati emotivi e di pensiero che abbiamo attraversato tutti quanti, che ci hanno accomunato in questo periodo, e che possano aiutarci ad immaginare il presente prossimo. Avremo bisogno di coltivare fiducia in noi stessi e negli altri per riattivare i processi relazionali ed educativi e fidarsi è un atto di coraggio e di vulnerabilità al tempo stesso.

Significa consegnare fiducia ad altri e ciò richiede di attivare energie e risorse che molto hanno a che fare con le dimensioni di resilienza. Immaginare il presente può essere un modo per dire che abbiamo bisogno della nostra storia e della storia dei servizi per poter trovare nuove forme e possibilità a gesti e situazioni che ben conosciamo. Significa disporre di sicurezze ma al contempo considerare le certezze come oggetti a volte sopravvalutati e che possono ostacolare scoperte.

Nel corso della scuola potremo godere di due ulteriori video interventi aperti al confronto e alla discussione:

 

giovedì 17 giugno dalle 17,00 alle 19,00

 

Il curricolo implicito dell’etica pubblica. Come avviare al “BENE COMUNE”

Cinzia Mion

Sono più di vent’anni che ci interessiamo di etica pubblica e sono più di vent’anni che cerchiamo invano di sensibilizzare la scuola e i suoi docenti a fare il salto di qualità ed impostare l’educazione alla cittadinanza, più o meno intesa sempre come educazione civica, a diventare invece attenzione alla cosiddetta etica pubblica. Ci vuole soltanto un po’ di coraggio e non temere di essere accusati di fare riferimento al cosiddetto stato etico. Dovrebbe avere la precedenza, rispetto a questa improbabile evenienza, la consapevolezza che l’Italia è un Paese con un deficit intollerabile di etica pubblica in cui la maggior parte dei cittadini preferisce far ricorso alla “furbizia” piuttosto che essere onesti ma correre il rischio di essere considerati “fessi”. Ammettere che i livelli di corruzione raggiunti dal Paese hanno toccato standard indecorosi non sembra poi così azzardato. Bisognerebbe avere la determinazione di accettare la sfida che un altro atteggiamento è possibile, che un'altra consapevolezza senza ipocrisie ed infingimenti può essere raggiunta, che un’educazione diversa è ottenibile per provare a cambiare consuetudini. A tale proposito ricordiamo che già negli anni 50 E. Banfield aveva definito il popolo italiano affetto da “familismo amorale”, modalità per cui si giustifica tutto ciò che si fa per il proprio “tornaconto” o per la propria famiglia, anche se va contro la collettività.

Bisogna perciò partire dall’età dallo 0-6 per iniziare ad avviare l’educazione alla cittadinanza, intesa come attenzione alla comprensione e realizzazione del “bene comune”.

 

lunedì 21 giugno dalle 17,00 alle 19,00

 

Quale bambino? Idee degli adulti sul bambino di oggi

Elena Luciano

e

Caterina Satta

ne parlano in dialogo con i partecipanti

I bambini e l’infanzia sono conoscibili attraverso le tracce e gli sguardi degli adulti, che sono intrisi di idee, valori, saperi, attese e stereotipi in merito a chi siano i bambini e a chi possano essere o diventare.

Ma come possono essere concepite e costruite le immagini d’infanzia?

Come le si può problematizzare?

Qual è il loro potere d’azione nelle progettualità educative dei servizi rivolti ai bambini?

 

 

 

22/23 e 24 giugno dalle 17,00 alle 19,30

 

Lavoro aperto: cosa è cambiato con la pandemia?

Beatrice Vitali

La pandemia ha portato ad una ridefinizione degli assetti, non solo a livello organizzativo.

Ha posto dei vincoli e ha limitato le scelte, a volte rendendo difficoltosi eventuali processi di cambiamento all’interno dei servizi educativi.

Nei tre incontri previsti, si cercherà di individuare l’essenza del Lavoro aperto e di capire come questo può essere realizzato nonostante i vincoli.

Durante i tre incontri si forniranno spunti teorici ed esempi concreti in un clima di scambio e di riflessione di esperienze che vedrà protagonisti tutti i membri del gruppo.

Educare le/alle emozioni

Michele Cagol

Alcune questioni teoriche della pedagogia delle emozioni
La complessità della relazione emozione-ragione (fin dalle prime età della vita)
Esperienze emotive e pensiero riflessivo
Emozioni e intercultura
Oltre le emozioni di base?
La ricerca per i bambini
Emozioni, comunicazione ed emergenza Covid-19 (al Nido e alla Scuola dell’infanzia)
Presentazione di studi di caso sulla autoconsapevolezza emotiva nei bambini della scuola dell’infanzia e del primo ciclo della primaria

Analisi e discussione di esperienze educative emotive dei/delle partecipanti

 

Coscienza ecologica e Presenza: assumere in prima persona il cambiamento necessario in educazione

Daniela Ghidini  e Marianna Vaccalluzzo

Lo scorso anno, al termine del lockdown, sentivamo la spinta a lanciare il cuore oltre l'ostacolo, per poter immaginare e osare nuovi sguardi, nuove posture, nuova creatività.
In questo anno di svolta, abbiamo maturato sempre più la convinzione e il desiderio di assumer-ci in prima persona la responsabilità di dichiarare e cercare attuazioni possibili per quei cambiamenti indifferibili, non solo in educazione, ma anche nelle nostre vite: la crisi ecologica planetaria ci dice che nulla è più rimandabile, siamo in debito con la Terra, e questo richiede di recuperare un rapporto con la natura, le risorse, il fuori, che ci riconnetta in maniera profonda ad essa e alle cose essenziali. [Non possiamo chiederlo ai bambini e ai giovani se non lo viviamo in prima persona]. Altrettanto in crisi sono le persone, le relazioni, la scuola, la famiglia, le Chiese tradizionali: le fragilità più evidenti dell'essere umano e delle principali istituzioni sociali, mostrano in maniera molto chiara la necessità di coltivare innanzitutto in noi stessi qualità sempre più profonde e autentiche di Presenza, per poter camminare nell'incertezza senza chiuderci in forme di isolamento e arroccamento difensive. La qualità e consapevolezza della mia presenza nel qui e ora, è l'unica via per poter realmente entrare in relazione con le tante diversità che quotidianamente incontriamo e siamo chiamati a scoprire.

 

 

29/30 giugno - 1° luglio dalle 17,00 alle 19,30

 

Le relazioni a distanza e la cura degli sguardi: verso una tecnologia amichevole

Diana Penso

Al tempo del lockdown e della chiusura dei Servizi, ci siamo incontrati sugli schermi e sulle Piattaforme con bambini, genitori, colleghi, amici...

Gli sguardi, i toni della voce, i sorrisi hanno colmato i vuoti e le separazioni, hanno annullato la mancanza del corpo: attraverso il digitale, la distanza si trasformava in presenza.

La presenza digitale durante questo tempo ha cambiato e sta cambiando la mentalità delle persone, a partire dai bambini piccoli, ha generato diverse organizzazioni del lavoro, nuove possibilità di comunicazione anche per creare relazioni plurime soprattutto tra persone che condividono progetti comuni.

Al momento della prossima ripresa, appare importante condividere cosa abbiamo imparato da questa esperienza. Cosa non vogliamo perdere, quali valori e qualità dell’esperienza educativa vorremmo tenacemente salvaguardare, utilizzando tutte le risorse che possiamo utilizzare.

 

1 incontro
La scoperta e l’esperienza digitale durante il lockdown

2 incontro
La costruzione di un ambiente digitale di ascolto e relazione, per favorire una pedagogia diffusa

3 incontro
La comunicazione digitale si trasforma in una tecnologia amichevole

Riflessioni e pratiche nella relazione con le famiglie per insegnanti che ce la stanno mettendo tutta!

Laura Borghi

L'esperienza della pandemia ha avuto un forte impatto sulle identità personali e professionali, sulle funzioni dei contesti educativi e sociali, sulle relazioni interne e con le famiglie.

Mai come oggi educatori/trici e insegnanti si sono dovuti re-interpretare nel proprio ruolo con sfide nuove a talvolta contrastanti, tra il tenere dentro ma a distanza, stare in una relazione mediata da strumenti (pc, mascherine...), integrare nella funzione educativa quella sanitaria.

Quali preoccupazioni abbiamo provato e quali ancora ci rimangono?

Come prendere il meglio di ciò che è stato e immaginarci futuri contesti relazionali che garantiscano benessere ai professionisti, ai bambini e alle famiglie?

Adulti/bambini: un ecosistema di relazioni e apprendimento: che cosa abbiamo imparato da due anni di lockdown?

Marco Fibrosi

La situazione di spaesamento che si è venuta a determinare con il lockdown ha prodotto un rimpianto, una nostalgia del passato e un desiderio di “futuro nel passato”. Si è fatta strada in molti il bisogno di una “Retrotopia” un ritorno a un tempo passato fatto di certezze o di consuetudini sedimentate. Nei servizi ci sì è rimboccati le maniche e si sono messe in atto strategie, progettualità per rispondere a questa situazione.

È possibile alla luce di questi movimenti in “andata e ritorno” andare a ri-guardare le certezze consolidate con occhio critico? Provare a rileggerle con “occhio straniato” per trovare “l’inconsueto nel noto” (Brecht)

Il corso si propone di ripensare e approfondire quello che i vincoli determinati dal lockdown hanno “sottratto” e quello che possono invece aver “aggiunto” come miglioramento dell’ecosistema educativo.

Queste le premesse come possibile chiave di lettura rispetto ai temi che verranno affrontati:

  • Analisi dell’esperienza di vita dei bambini: le relazioni e gli apprendimenti in senso olistico
  • Dall’analisi alle ipotesi di progettazione educativa
  • Il rapporto con le famiglie tra distanza e vicinanza
  • Il gruppo di lavoro degli adulti: dal sentimento di impotenza alla responsabilità. Le forme e i modi della comunicazione.

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