Login
Registrati
[aps-social id="1"]

Piano per la ripresa, se la politica non dà i numeri

Carlo Cottarelli
Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani,
Visiting Professor durante il secondo semestre dell’a.a. 2019/2020
presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi

Parole, parole, parole, cantava Mina. E il documento del Governo datato 15 settembre dal titolo “Linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza – #NextgenerationItalia” di parole ne ha tante. O, meglio, ne ha tante rispetto ai contenuti. E rispetto ai numeri, davvero pochi.

(…) Il documento parte dal Piano di Rilancio presentato da Conte in giugno che definiva tre linee strategiche, declinate poi in nove direttrici. Le Linee guida, che, si dice, sono coerenti con il Piano di Rilancio, contengono invece “un’asse portante” (la transizione verde e digitale), quattro “sfide” (tra cui, di nuovo, “sostenere la transizione verde e digitale”), sei “missioni” divise in un numero di “cluster” (perché mai dobbiamo usare parole inglesi?), nei quali verranno inseriti i singoli “progetti”. Seguono poi le cosiddette “politiche e riforme di supporto” al Piano. Insomma, la scala gerarchica è indubbiamente complessa.

L’attenzione dei media si è concentrata sulle sei missioni: digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture per la mobilità, istruzione formazione e ricerca, equità (sociale, di genere e territoriale) e salute. Niente da eccepire sulla scelta di questi temi, però…

Un primo problema è che, se si voleva dare il senso di un piano strategico, per quanto abbozzato, sarebbe stato necessario indicare quanto si intendeva investire in ognuna di queste aree. Così hanno fatto i francesi nella presentazione del loro piano, peraltro già dettagliato anche in termini di progetti. Noi no. Non c’è un numero che dia l’idea di quanto possa essere l’impegno finanziario, e implicitamente la priorità assegnata, per ognuna di queste missioni. (…)

Secondo problema: all’interno delle varie missioni ci sono importanti omissioni. Tra le più grosse è l’assenza di riferimenti al potenziamento dell’offerta di asili nido e, in generale, di asili, che sono fondamentali per la formazione di capitale umano e per l’equità sociale e di genere. Ma nelle sei missioni delle Linee guida non ve n’è traccia. C’è invece un accenno a pagina 17 delle slide, che dovrebbero riassumere le Linee guida. Ma allora il Governo vuole rafforzare o no gli asili?

Mi rendo conto di essermi concentrato soprattutto sulle critiche, non riconoscendo che tanti spunti importanti sono inclusi nelle Linee guida. Ma, dopo mesi di discussione ci si poteva aspettare qualcosa di più concreto e definito. Insomma, forse non siamo proprio a “carissimo amico”, come si diceva una volta, ma ancora non appare una chiara strategia fatta di numeri e non di parole.

da Repubblica, 20.09.2020

Lascia un commento