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Per i prossimi 40 anni

Ferruccio Cremaschi

Direttore responsabile Zeroseiup


Le sfide per il prossimo futuro

Intervista a Antonia Labonia, Presidente del Gruppo Nazinale Nidi Infanzia a cura di Ferruccio Cremaschi.

L’inizio della nuova legislatura offre una prospettiva di lavoro di qualche anno in molti settori della politica. Saranno anni segnati dall’applicazione del PNRR e quindi con grandi opportunità. Nel settore dell’educazione sono molti i temi che premono e su cui tutti siamo chiamati a impegnarci. In particolare, per quanto riguarda l’infanzia, è in gioco la realizzazione del sistema integrato zerosei con la realizzazione delle riforme delineate dalla legge, ma ancora in fase di stallo.  Sono nodi che non potranno essere affrontati e risolti senza tenere conto del quadro generale del sistema educativo e formativo compresa la questione della formazione universitaria di educatori e docenti. A conclusione del Convegno nazionale del GNNI, un documento fissa alcuni punti e avvia la discussione.

 

Il GNNI a conclusione del Convegno Nazionale Ripensare ai bambini, presenterà a Pesaro il 2 ottobre un documento “… Per i prossimi 40 anni: le sfide per il prossimo futuro”. Da dove nasce questa scelta e quale è l’obiettivo?

A conclusione della terza sessione del XXII convegno Nazionale di Pesaro il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia presenterà un documento programmatico politico circa le criticità che ancora persistono e che rendono non realizzato il sistema integrato zerosei anni.

L’obiettivo del documento è di sollecitare la discussione e riflessione delle Istituzioni coinvolte nel sistema 0/6, così come incalzare i decisori politici rispetto alle scelte e alle urgenze per l’attuazione dei diritti dell’infanzia. Ed anche il promuovere il dialogo con tutte quelle organizzazioni ed associazioni che si occupano di infanzia per le quali riteniamo di poter essere un punto di riferimento. Non ultimo ribadire quanto il GNNI può mettere in campo attraverso le sue strutture territoriali per promuovere la realizzazione del sistema integrato zerosei.

 

 

A che punto siamo con il lavoro sul sistema integrato?

Dopo 5 anni dalla emanazione del D. Lgs. 65/2017 ancora molti sono i nodi che devono essere sciolti. Primo fra tutti il vincolo per i servizi 0/3 anni della richiesta a domanda individuale e le grandi differenze nell’offerta di posti sul territorio nazionale.

La prevista graduale generalizzazione della scuola dell’infanzia ancora non è stata raggiunta. Il diritto all’educazione dei bambin* più piccoli risulta essere ancora un diritto non esigibile.

La pandemia ha aggravato le differenze e aumentato la povertà educativa oltre che quella materiale. Nonostante i finanziamenti previsti dal PNRR la preoccupazione è forte sulla piena realizzazione in tempi brevi e complessiva.

 

Quali sono i punti forti sottolineati nel documento? Si parla di universalità, qualità, professionalità, …

Crediamo sia indispensabile parlare di Universalità dell’offerta educativa zerosei.

La generalizzazione della scuola dell’infanzia, prevista nel decreto 65/17 ancora non ha trovato piena applicazione. Andrebbe garantito il tempo pieno, cosa che purtroppo in alcune zone del Paese specialmente al Sud non è ancora previsto, con l’assicurazione dei servizi di trasporto e mensa gratuiti. La preoccupazione di alcune organizzazioni sindacali relativamente alle eventuali contrazioni di sezioni per il calo delle nascite, potrebbe essere tranquillamente affrontato con l’erogazione del tempo pieno in ogni scuola dell’infanzia, la riduzione del numero di bambin* per sezione, l’assegnazione di insegnanti con ore di compresenza. Il diritto ad una educazione di qualità non è contrapposto a condizioni lavorative di qualità, anzi tutt’altro. Laddove le condizioni lavorative sono compatibili con il riconoscimento delle competenze e delle necessità di rispetto della persona sotto il punto di vista lavorativo e retributivo, la relazione educativa è stabile, soddisfacente e la motivazione delle insegnanti è sostenuta.

L’espansione dei servizi della prima infanzia 0/3 anni svincolati dalla domanda a servizio individuale con graduale gratuità è l’altro caposaldo dell’universalità del sistema.

Gli studi di varie discipline e i documenti europei ci indicano come strada vincente per la lotta alle disuguaglianze, un investimento precoce e continuo sull’infanzia a sostegno delle capacità genitoriali e intervento sulle vulnerabilità.

Diritto all’educazione come opportunità di sviluppo delle capacità potenziali di ogni persona bambin* e diritto di indirizzarci verso una società più coesa e attenta ai bisogni di ognuno nel rispetto delle diversità.

 

 

Il tema della formazione appare particolarmente caldo…

La formazione iniziale sappiamo essere divisa ancora in due segmenti: lo 0/3 e il 3/6. Riteniamo sia urgente pianificare un indirizzo specifico unico per la formazione di base dello zerosei  che permetta di accedere ad entrambi i segmenti con una logica continuità educativa, nel rispetto delle differenze di specificità dei segmenti, Riconoscere la valenza del ruolo professionale per questa fascia di età come determinante per il futuro dell’educazione di questo Paese, connotandola come una professionalità di alto livello, specifica e indispensabile per lo sviluppo dei bambin* e della società.

Al momento non ci sono ancora proposte sufficientemente adeguate, ma solo ipotesi che devono trovare collocazione nel mondo accademico e riscontro nel mondo dei servizi, i quali stanno soffrendo della carenza di professionisti. Il rischio è di accedere nuovamente a titoli di studio poco idonei o a soluzioni tampone di scarsa qualità.

 

 

Un altro punto al centro dell’attenzione è quello dei costi.

Un servizio educativo di qualità ha dei costi importanti. Innanzitutto, direi che dovremmo spostare il paradigma dei costi su quello degli investimenti. Ormai sappiamo con sufficiente sicurezza che il ruolo svolto dai servizi educativi è una ricchezza per lo sviluppo della persona, per favorire l’inclusione, per il ruolo di prevenzione dei disagi di qualsiasi natura. Ciò costituisce quindi un impegno che esula dal singolo costo.

Volendo intervenire sulle voci che compongono il “costo” una grande parte di questo, tra l’80 e l’85%, è da attribuire al personale. Tale spesa, nel rispetto delle leggi e dei contratti, non è comprimibile. Pertanto, un costo eccezionalmente basso non è compatibile con qualità e rispetto delle norme. A questo si lega il fenomeno degli affidamenti al ribasso d’asta che appunto viola quanto detto finora e il fenomeno dell’abusivismo ove si offre alle famiglie pseudoservizi a prezzi stracciati senza garanzia di alcun aspetto a partire dalla sicurezza, alimentazione, personale, agibilità delle strutture.

 

Quali gli obiettivi a partire dal Convegno?

Il GNNI attraverso i gruppi territoriali può monitorare a livello nazionale l’evoluzione del sistema su ogni territorio, promuovere e attivare momenti di confronto, riflessione e discussione, oltre che attività di documentazione e conoscenza.

Il GNNI si pone come interlocutore e riferimento per le Associazioni e le Organizzazioni per condividere obiettivi e strategie verso il raggiungimento della generalizzazione dei servizi e la tutela dei diritti dei bambini, delle famiglie e degli operatori.

 

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