Le sfide per il prossimo futuro
Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia
Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia dalla sua costituzione nel 1980 si impegna a promuovere luoghi educativi di qualità per tutti i bambini nei primi anni di vita.
Una nuova normativa ha istituito il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni e a distanza di cinque anni permangono ostacoli alla concretizzazione del Sistema.
La pandemia ha ulteriormente messo in evidenza ed aggravato le disuguaglianze e le discriminazioni sociali di cui i bambini risultano essere prioritariamente interessati.
In questo scenario complesso riteniamo necessario approfondire riflessioni e individuare importanti e tempestivi interventi che costituiscono l’impegno del GNNI nel prossimo futuro.
- Universalità dell’offerta educativa zerosei: generalizzazione della scuola dell’infanzia con garanzia del tempo pieno e assicurazione dei servizi di trasporto e mensa gratuiti. Espansione dei servizi educativi per l’infanzia 0/3 anni svincolati dalla domanda a servizio individuale con graduale gratuità.
- Garanzia di qualità delle esperienze educative con il rispetto delle singolarità di ognuno con particolare attenzione alle vulnerabilità. Contenimento dei rapporti numerici adulto/bambino. Partecipazione attiva e alleanza con le famiglie.
- Formazione universitaria di base con un percorso specifico unico per l’educazione zerosei.
…
Rivalutazione del ruolo sociale delle professionalità educative del settore zerosei. Garanzia di formazione continua in servizio per tutti.
- Sostenibilità dei costi con la definizione di costi standard per gli affidamenti di servizio. Riduzione delle forme contrattuali verso modalità lavorative e retributive equamente distribuite.
- Governance multilivello del sistema integrato zerosei efficace e concreta con l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Promozione e realizzazione dei coordinamenti pedagogici territoriali.
…
Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia dalla sua costituzione nel 1980 si impegna a promuovere luoghi educativi di qua- lità per tutti i bambini nei primi anni di vita. È con questa finalità che negli anni abbiamo visto riunirsi a noi sempre più educatori e insegnanti, coordinatori pedagogici, amministratori, docenti universitari e ricercatori, esponenti del mondo politico, sindacalisti e gestori di servizi privati, nel portare avanti molte battaglie per il riconoscimento del di- ritto all’educazione fin dalla nascita, l’estensione dell’offerta educativa per i bambini sotto i tre anni, la qualificazione professionale degli operatori, il miglioramento della qualità di tutti i luoghi educativi, nidi, scuole dell’infanzia e servizi integrativi. Hanno fatto da sfondo alla nostra riflessione le nuove consapevolezze sui diritti dell’infanzia espresse a livel- lo internazionale (Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del fanciullo; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile) e a livello europeo (Raccomandazione della Commissione dell’Unione europea del 20 febbraio 2013; Il pilastro europeo dei diritti sociali, undicesimo principio; Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2019).
…
A parziale coronamento di queste battaglie è stata conquistata (Legge 107/2015 e successivo Decreto legislativo 65/2017) una nuova normativa nazionale in cui è istituito un sistema integrato di educazione e istruzione zerosei: – che raccorda i servizi educativi per i bambini sotto i tre anni e le scuole dell’infanzia a garanzia della continuità dell’esperienza dei bambini e delle loro famiglie nel percorso di sviluppo dalla nascita all’ingresso nella scuola dell’obbligo, – in cui sono precisate le identità dei diversi servizi 0-3 ed è garantita la qualificazione professionale a livello universitario anche degli educatori, – in cui sono chiarite competenze e responsabilità dei vari livelli istituzionali, precisati i finanziamenti da parte dello Stato e disegnate strategie per l’estensione dell’offerta educativa e per la sua qualificazione. I successivi documenti, Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei e Orientamenti Nazionali per i servizi educativi per l’infanzia, redatti dalla Commissione zerosei istituita presso il Ministero Istruzione, hanno raccolto gli elementi del- la cultura dell’infanzia costruita in 50 anni di esperienze dei nidi e delle scuole dell’infanzia.
Tuttavia, ancor oggi riscontriamo che la piena realizzazione di un sistema integrato zerosei è tuttora lontana e ancora distante una diffusione territoriale dei servizi capillare ed equa. Anche l’opportunità di accedere a importanti fondi per i servizi educativi 0/3 e per le scuole dell’infanzia nel quadro del PNRR, non sempre è stata accompagnata da adeguate politiche a livello regionale e locale che orientassero l’estensione di nuovi servizi e scuole nel quadro di una programmazione territoriale complessiva.
Inoltre, i servizi 0/3 sono tuttora considerati a domanda individuale in una prospettiva che: – disconosce l’importanza dell’educazione nei primi anni di vita per il benessere attuale dei bambini e lo sviluppo delle loro potenzialità, – non considera il fondamentale contributo dato da servizi educativi di qualità al contrasto della denatalità, all’espressione di una genitorialità più consapevole, alla prevenzione di disagi psicologici e fisici di adulti e bambini, alla realizzazione di una società in cui la coesione e la solidarietà sociale non siano solo utopia ma concreta realtà.
L’obiettivo della generalizzazione quantitativa e qualitativa della scuola dell’infanzia, anch’esso contenuto nella nuova normativa, non è ancora stato affrontato in maniera articolata con un esame approfondito degli ostacoli che nei diversi territori ancora tengono lontane alcune famiglie, come l’assenza di procedure e criteri di accesso adeguati, l‘organizzazione di orari e calendari non corrispondente ai bisogni, la mancanza dei servizi mensa e trasporto e il loro costo. Spesso è ancora assente nei decisori politici una chiara visione sul come garantire ai bambini la continuità del percorso educativo zerosei e alle loro famiglie la condivisione dell’esperienza educativa e scolastica in maniera significativa e nel tempo.
…
La pandemia, che ha travolto il mondo intero, ha portato in primo piano il fatto che le forti disuguaglianze nella con- dizione sociale ed economica delle famiglie investono con particolare intensità i bambini nel nostro Paese in misura superiore alla media europea. Il Consiglio dell’Unione europea nella Raccomandazione del 4 giugno 2021 ha stabilito una Garanzia per l’infanzia affinché ogni bambino e ragazzo a rischio di povertà e di esclusione sociale abbia accesso effettivo e gratuito a servizi di educazione e cura nella prima infanzia, a istruzione di qualità, nutrizione sana e alloggi adeguati; e ha imposto agli stati dell’Unione degli obblighi di spesa per questa finalità a gravare sul Fondo sociale europeo Plus.
È quindi uno scenario complesso quello con cui dobbiamo confrontarci. Emergono alcuni nodi problematici maggiori che richiedono ulteriori riflessioni e specifici interventi da parte della nostra associazione su cui far convergere il nostro futuro impegno a livello nazionale e nei diversi territori.
Nodo 1
L’universalità deve caratterizzare tutta l’offerta educativa zerosei. Parlare di universalità vuol dire farsi carico della complessità delle condizioni sociali e culturali delle famiglie. Significa richiedere un’offerta educativa inclusiva che sappia accogliere tutti i bambini e rispetti le diversità di bisogni e condizioni dei bambini e delle loro famiglie. Tutto ciò si declina in una serie di obiettivi interconnessi: – una maggiore disponibilità di posti nei servizi 0-3 in tutti i territori superando il 33% come Livello Essenziale delle Prestazioni attualmente previsto nella legge di Bilancio 2022, e l’abolizione della loro condizione di servizio a domanda individuale, – la determinazione di criteri di priorità e procedure per l’accesso inclusivi sia nei servizi 0-3 che nelle scuole dell’infanzia, – l’estensione del tempo pieno e della refezione nella scuola dell’infanzia anche nei territori che ne sono attualmente più sprovvisti, – la riduzione dei contributi delle famiglie con una progressiva estensione delle fasce di gratuità sia per le rette dei servizi 0-3 che per i servizi aggiuntivi nella scuola dell’infanzia (mensa e trasporto), – una maggiore corrispondenza degli orari e calendari di tutti i servizi 0-3 e delle scuole dell’infanzia ai bisogni delle famiglie, – la presa in carico del problema della mobilità di bambini e famiglie in contesti urbani disagiati, – la costituzione di Poli per l’infanzia come opportunità di integrazione tra ambiti professionali diversi per consentire continuità progettuale ed educativa delle esperienze dei bambini e occasione per le famiglie di meglio esercitare la partecipazione attiva e democratica al mondo dell’educazione.
Nodo 2
La qualità dell’esperienza educativa è l’altra dimensione che realizza il diritto all’educazione dei bambini nello zerosei. Gli interventi che la realizzano sono obiettivi più che familiari nelle nostre riflessioni. Si tratta di: – conte- nere i rapporti adulto-i/bambini sia nei servizi 0-3 che nelle scuole dell’infanzia entro limiti che consentano interazioni significative tra bambini e adulti e il rispetto delle particolarità di ciascuno, – realizzare una quotidianità serena connotata da tempi distesi, – promuovere la socialità tra bambini e favorire la loro partecipazione all’interno di un ambiente educativo inclusivo e democratico, – sostenere le esperienze e le riflessioni dei bambini e offrire loro opportunità di apprendimento. Tutto ciò all’interno di percorsi educativi di cui l’aspetto fondamentale sia il rispondere agli interessi dei bambini soddisfacendo i bisogni di ciascuno in base alla loro unicità e singolarità e senza perdere di vista i bambini con bisogni educativi speciali, le situazioni di svantaggio e vulnerabilità di qualsiasi natura.
L’ulteriore sfida che oggi dobbiamo affrontare è come mettere in relazione l’esperienza educativa nei servizi 0/3 con quella nella scuola dell’infanzia, preservando l’articolazione delle proposte rispetto ai due periodi evolutivi ma trovando intrecci e percorsi di continuità all’interno di un impianto progettuale coerente da zero a sei anni. Questa sfida ci chiama a sollecitare nuovi confronti e riflessioni per evidenziare le possibili criticità e le tante buone pratiche.
La qualità dell’offerta educativa zerosei poggia anche sul coinvolgimento delle famiglie e la creazione di forti alleanze educative tra i genitori fruitori del servizio e tutti gli operatori. Oggi è ancor più importante di ieri aprire lo sguardo e l’azione anche alle famiglie che pur non utilizzando i servizi stanno affrontando la responsabilità dell’educazione di un bambino piccolo. Sarà essenziale per questo anche l’attivazione di reti territoriali che mettano in relazione tutti i servizi che a vario titolo si occupano di bambini da zero a sei anni (sociali, sanitari, culturali, sportivi, ecc.) per arricchire la riflessione e integrare gli interventi.
Nodo 3
Uno degli aspetti fondamentali per garantire servizi educativi di qualità è la professionalità educativa di chi opera nel settore zerosei. La legge 107/2015 ha riconosciuto la necessità di un titolo di studio di livello universitario anche per gli educatori 0/3 come già applicato per la scuola dell’infanzia. Attualmente, tuttavia, la formazione universitaria presenta percorsi separati per educare nello 0/3 o nel 3/6 (in quest’ultimo caso anche con accesso a numero chiuso).
Riteniamo che sia indispensabile procedere all’attuazione di una formazione universitaria di base con un percorso specifico unico per l’educazione zerosei che qualifichi professionalmente per entrambi i segmenti garantendo la continuità dell’esperienza educativa offerta ai bambini.
Contemporaneamente occorre rivalutare socialmente il ruolo di chi lavora nel settore dando visibilità all’educare e alla qualità che i servizi educativi promuovono quale bene comune per l’intero Paese. È necessario evitare che la scelta della professione educativa nell’infanzia sia una scelta residuale rispetto ad altre professioni e dare nuovo rilievo all’importanza che tale professione riveste nella formazione delle nuove generazioni, obiettivo strategico e prioritario del nostro Paese. L’espansione dei servizi prevista dal PNRR richiederà un numero importante di educatori/insegnanti che le università non riusciranno a formare in tempi brevi e che va ad aggravare ulteriormente l’attuale carenza. Pertanto, è urgente ipotizzare delle soluzioni temporanee ma che mantengono la garanzia di qualità della formazione.
La formazione in servizio continua a sostegno dell’evoluzione della professionalità educativa è prevista dalla normativa ma ancor non sempre e non ovunque organizzata. Anche le insegnanti delle scuole dell’infanzia statali non sempre ne fruiscono e raramente in contesti di collegialità dove sia possibile il confronto e la riflessione tra chi opera nelle stesse scuole o sezioni. Inoltre, essa deve costituire occasione di scambio e avvicinamento tra i due segmenti del sistema ze- rosei per tracciare un possibile sviluppo condiviso della progettazione.
Il coordinatore pedagogico svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la professionalità educativa di educatori e insegnanti e nell’accompagnare e sostenere i gruppi nella progettazione e realizzazione del progetto educativo. È, quindi, indispensabile che tutti i servizi educativi e le scuole dell’infanzia possano fare riferimento a un coordinatore pedagogico. È, inoltre, essenziale che anche la professionalità dei coordinatori pedagogici sia arricchita da iniziative di formazione in servizio continua loro dedicate e dal confronto all’interno dei coordinamenti pedagogici territoriali attivati a livello locale e regionale.
Nodo 4
Affinché sia possibile lo sviluppo e il consolidamento di un’offerta educativa zerosei di qualità bisogna prestare nuova attenzione alla sostenibilità del costo dei servizi, nella consapevolezza che si tratta di un tema fondamentale che non può essere eluso attraverso modalità di cosiddetto efficientamento economico.
Gli Enti locali che hanno la principale responsabilità di erogare i servizi educativi per l’infanzia soffrono spesso di bilanci non adeguati alla loro gestione e necessitano di un sostegno economico sempre più importante da parte del governo nazionale e regionale così come di sostegno professionale per una programmazione maggiormente pertinente e che accolga la ricerca di un equilibrio tra gli aspetti di qualità e il contenimento dei costi. Ciò per consolidare e implementare la gestione diretta dei servizi e orientare correttamente l’eventuale scelta di affidamento a terzi.
Nei bandi di affidamento dei servizi educativi occorre affrontare alcuni ostacoli importanti che impediscono la qualità del servizio e sviliscono la professionalità degli operatori. Occorre, dunque: – costruire capitolati adeguati alla natura e qualità del servizio educativo e che prevedano durate dei contratti tali da garantire una ragionevole continuità dell’esperienza educativa; – definire un costo standard del servizio/bambino sotto il quale non sia possibile affidare servizi in gestione indiretta; – superare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa nella valutazione degli affidamenti.
Come tutti sappiamo, il maggior costo del servizio è dovuto al costo del lavoro. Garantire qualità è garantire stabilità del personale, adeguatezza dei contratti e clima sereno degli operatori. A tal fine sarà necessario operare nella direzione di una riduzione del numero attuale dei contratti dedicati al settore 0/6 (auspicabile un contratto unico) con un adeguamento della retribuzione che non costituisca discriminazione e migrazione del personale tra datori di lavoro diversi con l’obiettivo di un miglioramento contrattuale e delle condizioni di lavoro. Ogni gestore di servizio educativo 0/3 o di scuola dell’infanzia, che sia pubblico, del mondo cooperativo o dell’iniziativa privata, dovrebbe garantire pari opportunità lavorative e retributive. Sarà indispensabile che gli Enti affidatari di servizi vigilino attentamente affinché non vengano adottate forme contrattuali non adeguate o servizi che, differenziandosi apparentemente da quelli previsti dalla normativa (per esempio baby-parking), possano sfuggire ingannevolmente a ogni controllo ponendosi al di fuori del sistema integrato.
Nodo 5
Il D.Lgs. 65/2017 ha delineato l’intero sistema di governance del sistema integrato zerosei assegnando ad ogni livello istituzionale competenze e responsabilità specifiche. Occorre quindi che ognuno rispetti quanto a cui è tenuto, cercando di massimizzare gli interventi attraverso un dialogo proficuo e continuo. Si rende urgente procedere all’adeguamento di tutte le normative regionali al D.Lgs. 65/2017 valutando la possibilità di concordare in maniera omogenea i requisiti standard dei servizi 0/3 in sede di Conferenza delle regioni, per evitare disequilibri nella qualità del servizio offerto e nella sua sostenibilità economica.
Una governance efficiente ed articolata del sistema integrato sul territorio ha necessità di due interventi essenziali: la creazione di tavoli interistituzionali a vari livelli (centrale, regionale e locale) con la presenza di tutte le istituzioni coinvolte (l’Amministrazione regionale, l’Ufficio scolastico regionale e le rappresentanze degli Enti locali) e l’attivazione in ogni territorio dei coordinamenti pedagogici territoriali, che costituiscono lo strumento indispensabile per garantire la qualità dell’offerta educativa in ogni territorio.
La realizzazione di un sistema integrato zerosei di qualità come espressione del diritto all’educazione fin dalla nascita e base essenziale di un successivo percorso educativo e scolastico richiede interventi importanti che non possono essere ulteriormente dilatati nel tempo. È necessario che il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, a livello nazionale e mediante i gruppi territoriali, monitori l’evoluzione del sistema su ogni territorio, promuovendo e attivando momenti di riflessione e confronto e attività di documentazione e conoscenza. Ciò richiede un impegno coordinato, sostenuto da forte convinzione e grande spirito collaborativo, un lavoro impegnativo e costante nelle diverse sedi istituzionali a livello nazionale e locale. La nostra associazione ha una storia che documenta che tale impegno ci ha sempre caratterizzato nel passato. Possiamo e dobbiamo indirizzarlo per affrontare le nuove sfide che la complessità del mondo di oggi ci presenta.
Il Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, ribadendo la propria disponibilità al confronto e al dialogo con tutti coloro che si battono per la realizzazione di un’educazione di qualità per tutte le bambine e tutti i bambini, si pone come interlocutore e riferimento per altre Associazioni e Organizzazioni per condividere obiettivi e strategie per la tutela dei diritti dei bambini, delle famiglie e degli operatori.
Non si può attendere oltre, il presente è qui ed ora.