La “Pedagogia nera” appartiene a tutto quel che non vediamo, come i batteri, come i raggi X. Non pensate che sia pedagogia; è vita, la vita più intensa che c’è ed è velenosa e nera come la morte. E come la vita e come la morte è molto difficile da vedere mentre la si vive e mentre la si muore. La violenza continua e quotidiana sui bambini, l’autoritarismo più abrasivo e pericoloso perché nascosti dalle buone intenzioni e molte volte da una fede bigotta, sono solo alcuni primi indicatori di massima, ma poi i meccanismi a cui furono ad esempio sottoposti i bambini nelle famiglie tedesche e non solo tedesche nel corso di oltre due secoli, sono stati compartimentati in un amore e in una mentalità subdolamente autoritaria che mentre propone il meglio, lo rinnega e lo perverte. Emerge qualcosa di oscuro e inquietante in ogni educazione, una specie di ombra, di negativo nella dialettica dell’illuminismo pedagogico. Per questo si può dire che la pedagogia nera è qualcosa che si fa ma non si dice e che si sviluppa come una sorta di macumba transgenerazionale attraverso la petulante ripetizione delle più progredite intenzioni pedagogiche.
Che cosa è la pedagogia nera?
Che cosa può fare la pedagogia?
Come costruire una visione positiva?
Quali sono le dimensioni e le caratteristiche del fenomeno della violenza sull’infanzia?
In che modo la pedagogia nera può consentire di aprire uno spazio pubblico di riflessione?
Pedagogia nera: intervista a Paolo Perticari
La Redazione di Zeroseiup intervista Paolo Perticari
Proteggere i bambini che nessuno protegge dalla pedagogia nera e dalle sue conseguenze
Prima parte
Paolo Perticari prosegue la coraggiosa e approfondita analisi attraverso la pedagogia nera per riflettere sulle radici del male, sulle leggi in vigore e su quelle auspicabili ma, soprattutto, sui bambini che stiamo crescendo