
Diana Penso
Accoglienza di bambini e famiglie
Siamo vicini, tra tante contraddizioni, paure, difficoltà, attese, alla prossima riapertura di nidi e scuole dell’infanzia. Cosa ci aspetta? Come affrontare la nuova situazione nelle scuole e nei nidi dopo questo lungo periodo di lockdown?
Sta per iniziare un anno con molte incertezze e non sappiamo quante garanzie su una ripresa di normalità.
La percezione di incertezza ci accompagna ormai da parecchi mesi. Difficile definire la situazione che si potrà verificare da metà settembre in avanti. Sono possibili recrudescenze della pandemia, con condizioni che potrebbero essere diverse da regione a regione, o limitate a determinati luoghi (lockdown localizzati).
La ricerca di una situazione valida per tutte le realtà sembra assai riduttiva.
Quello che possiamo fare naturalmente, è prendere le necessarie precauzioni, conoscere le indicazioni dei documenti, da parte del CTS e del MIUR e dell’ISS, senza rinunciare al progetto pedagogico che da sempre muove la nostra azione come professionisti sell’educazione.
Prenderemo tutte le cautele per garantire la salute nostra, dei bambini e delle famiglie, ma intendiamo anche continuare a svolgere il nostro lavoro con professionalità. Non vogliamo che la nostra azione educativa si limiti allo spostamento di bambini da uno spazio all’altro, all’uso di mascherine, alle misurazioni di distanza tra i bambini.
Per questo riteniamo che c’è bisogno di azioni a sostegno della nostra azione educativa, da parte di Stato, Regioni e Comuni.
La sospensione dei servizi educativi e formativi ha determinato una situazione grave e difficile, per tutti, bambini, ragazzi, famiglie, maestri e maestre, educatori e educatrici.
Non solo è cambiata l’organizzazione quotidiana della nostra vita, ma è cambiato il clima emotivo nel quale ci siamo venuti a trovare.
Bambine e bambini si sono dovuti adattare a condizioni di vita completamente cambiate (chiusura delle scuole e dei nidi, permanenza a casa, distanziamento fisico e sociale), un cambiamento inaspettato che ha ostacolato i loro bisogni di sicurezza, di relazioni con gli altri e con il mondo.
Tutti siamo stati colpiti da questa improvvisa chiusura, ma questo confinamento è stato particolarmente grave soprattutto i bambini piccoli, perché per loro, la crescita, lo sviluppo e l’apprendimento sono legati alla socializzazione, allo stare con gli altri, alle relazioni educative e al vivere esperienze in spazi e tempi pensati per loro.
Nidi e scuole sono luoghi di affetti, spazi d’incontri, di gesti di cura, di gioco, di scambi. Per crescere c’è bisogno di spazi adeguati, che permettano esperienze significative di corpo e movimento, che in casa spesso non sono possibili.
Il tempo nelle scuole e nei nidi è fatto di attività, di routine, scansioni ripetitive e rassicuranti dei diversi momenti della giornata, che strutturano e danno senso alle esperienze dei bambini.
I bambini più piccoli hanno sofferto l’assenza di un contesto educativo che promuove il loro sviluppo, di scoperte e di esplorazioni, di materiali che organizza le loro esperienze, in modo variegato e diffuso, attraverso la pratica dei “cento linguaggi” .
Insegnanti e educatori hanno cercato di superare questa difficoltà in molti modi, attraverso la didattica a distanza, che per lo 0-6 è stata giustamente denominata LEAD e cioè legami educativi a Distanza.
Infatti in questa fascia di questa età, in assenza di scuola, più che assegnare compiti, attraverso i linguaggi digitali, sono state mantenute vive le relazioni con i bambini, le famiglie, così come è ribadito anche nel Documento emanato dal MIUR.
E difatti i LEAD nonostante tutti i loro limiti, sicuramente hanno permesso di continuare a mantenere vive le relazioni con i bambini e con le famiglie.
Adesso c’è bisogno di riaprire nidi e scuole; la riapertura dei servizi 0-6 non è soltanto in funzione di una risposta alle esigenze delle famiglie ma costituisce una necessità improrogabile per garantire il pieno diritto alla relazione e all’educazione delle bambine e dei bambini.
Questo anche in riferimento a quanto è affermato dalla Costituzione Italiana art. 2 – art. 3 – art. 34, dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (1989), dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (2012), dal documento della Commissione Europea Quality Framework for Early Childhood Education and Care (2014) e dal Decreto legislativo n° 65 del 2017 Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni.
In tutti questi documenti emerge l’impegno da parte delle Istituzioni a creare le condizioni per garantire ai bambini il diritto di crescere e costruire legami relazionali, ricchi e complessi con adulti di riferimento e coetanei.
Considerazioni e condizioni per la riapertura
La situazione pandemia è in continua evoluzione e questo stato di incertezza influisce certamente sulle misure da assumere per assicurare il funzionamento del sistema educativo. Dunque, dovremo convivere con la situazione di incertezza ed abituarci ad un ragionevole adattamento delle prescrizioni.
Oggi sul sito del MIUR si può trovare una sezione, denominata RIENTRIAMO A SCUOLA, dove sono state raccolte tutte le informazioni, i documenti, le risposte alle domande principali che illustrano le modalità di rientro a scuola a settembre per l’anno scolastico.
Questo spazio naturalmente è in costante aggiornamento, a causa delle variazioni e dell’andamento dell’ epidemia.
Sicuramente una grande difficoltà di questa situazione e della prossima riapertura, consiste nel conciliare e mantenere in equilibrio, la ricerca della sicurezza e del diritto alla salute e la riorganizzazione di nidi e scuole dell’infanzia, con il diritto al gioco e all’educazione.
Salute, socialità, educazione non possono essere in contrasto ma devono costituire diritti inalienabili da rendere compatibili nella fase che stiamo vivendo.
Crediamo che il distanziamento, l’igiene, le mascherine non possano costituire le nostre uniche preoccupazioni, dobbiamo pensare a costruire una cornice di senso pedagogico per la riapertura.
Noi sappiamo che scuole e nidi sono luoghi di educazione, di formazione e socializzazione e quindi, anche in tempo di emergenza, le nuove forme organizzative vanno sostanziate con spazi, tempi e attività significative, che rispondano ai bisogni dei bambini.
Il primo punto su cui riflettere è come mantenere i valori, i principi e le buone pratiche sperimentati in questi anni, adattandoli all’obbligo di salute e di sicurezza per il personale educativo, per i bambini, per le famiglie?
Crediamo che ci sia la necessità di definire alcuni aspetti irrinunciabili, che anche in questa situazione di emergenza, assicurino percorsi di cura, di relazione educativa, di movimento, esplorazione, gioco, di narrazione condivisa; abbiamo necessità di indicare gli invarianti pedagogici cioè delle condizioni imprescindibili, senza le quali, la scuola non realizza un progetto educativo e formativo.
- I bambini da zero a sei anni hanno esigenze del tutto particolari, legate alla corporeità e al movimento: hanno bisogno di muoversi, esplorare, toccare, abbracciare.
- Hanno bisogno d’interazione con i coetanei, esigenza che si esprime soprattutto in situazioni di gioco, di vicinanza fisica e di contatto, di scambio e condivisione.
- La relazione tra i bambini e gli adulti è la condizione per conferire senso a una struttura educativa per piccoli, che si caratterizza innanzitutto come esperienza sociale e affettiva.
- I piccoli poi hanno bisogno di esplorare lo spazio, manipolare materiali, svolgere e fare esperienze concrete.
Questi aspetti sono elementi essenziali dell’esperienza di crescita di ogni bambino e vanno salvaguardati anche nei nuovi modelli organizzativi di emergenza che verranno individuati.
Dovremo prevedere comunque una diversa organizzazione didattica che preveda:
- Corresponsabilità educativa
- Gli spazi e l’ organizzazione degli ambienti
- Organizzazione dei gruppi ( Le micro-sezioni o bolle)
- Il tempo e l’organizzazione della giornata educativa
L’accoglienza quotidiana
- Il ruolo del gruppo educativo e dell’ educatore/insegnante
Corresponsabilità educativa
Accogliere un bambino significa accogliere anche la sua famiglia.
Nella ripartenza delle attività dei servizi del sistema integrato 0 – 6, il rapporto tra il servizio educativo o la scuola e la famiglia gioca un ruolo fondamentale, per la corresponsabilità educativa che va condivisa, al fine di garantire il rispetto delle previste condizioni di sicurezza.
Sarà dunque fondamentale costruire un percorso volto a coinvolgere i genitori attraverso un patto di alleanza educativa, finalizzato al contenimento del rischio.
Nel periodo di chiusura dei servizi si è cercato di mantenere un dialogo significativo con le famiglie, si è dato vita alla co-educazione, nella condivisione di riflessioni e attività, attraverso occasioni virtuali di vicinanza e di confronto e in molti casi come raccontano le esperienze svolte, i legami si sono rinforzati e la conoscenza reciproca è aumentata.
Questa dimensione ora non deve essere persa, ma al contrario alimentata; dopo la distanza che nonostante le sue criticità ci ha avvicinato, oggi va praticata una presenza al fine di trovare nuove forme di dialogo, nuovi modi di essere comunità educante.
Ora più che mai devono essere coltivati l’accoglienza, l’ascolto, il sostegno, la condivisione di responsabilità, in una situazione che ancora merita attenzione e rispetto di regole concordate.
È fondamentale firmare un patto di corresponsabilità per condividere scelte e norme a tutela della salute. Ogni servizio dovrà fornire informazioni sul progetto funzionale della riapertura e sui protocolli adottati a garanzia della salute di tutti, bambini e adulti.
La corresponsabilità non va intesa semplicemente come scambiare e limitare la responsabilità a una semplice firma a una liberatoria ma come alleanza con le famiglie, alle quali forse verrà chiesta una diversa organizzazione dei tempi lavorativi, organizzativi e familiari.
Pensiamo all’ipotesi di ingressi con aperture scaglionate. O al fatto di evitare affollamenti nel momento dell’ingresso e all’uscita e alla differenziazione degli accessi in sezione.
Oppure in caso di insorgenza del contagio, il protocollo prevede che i genitori siano chiamati dalla scuola, per prelevare l’alunno e intraprendere il successivo percorso di accertamento con la ASL.
Allo stesso tempo, al personale educativo viene chiesta una riorganizzazione delle modalità lavorative e ai bambini una riorganizzazione delle loro esperienze e delle loro relazioni interpersonali. Tutti siamo chiamati a fare una parte e lasciare e/o modificare abitudini e consuetudini.
Gli spazi e l’ organizzazione degli ambienti
Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, naturalmente dovremo assumere alcuni accorgimenti igienico-sanitari necessari, consapevoli comunque che gli spazi, così come i tempi e l’organizzazione dei gruppi dei bambini, assumono una grande funzione pedagogica nel curricolo implicito ed esplicito della scuola 0-6.
Sappiamo che l’ambiente adeguatamente predisposto ha una rilevanza primaria poiché lo spazio trasmette messaggi e offre la possibilità ai bambini di essere protagonisti del proprio processo di apprendimento, favorisce l’esercizio autonomo delle potenzialità, lasciando emergere le diverse abilità.
L’apprendimento infatti, non è qualcosa che va dall’adulto al bambino in maniera trasmissiva, ma è un processo che il bambino costruisce in una interazione dinamica con l’ambiente che lo circonda.
Allo stesso tempo, i bambini devono poter vivere lo spazio come un contenitore affettivo e relazionale, che consente loro di condurre esperienze adeguate al loro desiderio di esplorazione e di conoscenza della realtà, in connessione con le proprie inclinazioni personali e con le proprie esigenze emotive e affettive.
Deve perciò rimanere anche nella nuova situazione, un impegno specifico volto a realizzare uno spazio come luogo di affetti, di emozioni, di relazioni, di opportunità di esplorazioni e di gioco.
Le indicazioni anti-Covid chiedono di valutare con l’attenzione l’uso degli spazi, con preferenza per una stabilità di assegnazione allo stesso gruppo di bambini, anche modificando le abituali destinazioni.
Anche lo spazio mensa dovrà rispondere a specifiche norme di sicurezza (si potrà pranzare in sezione) e dovranno essere serviti (o impiattati) porzioni mono-uso, evitando usi promiscui.
Gli spazi per il riposo (personalizzati) dovrebbero essere ad uso esclusivo di gruppi stabili o opportunamente separati.
Per questi motivi, in questa situazione di emergenza e con la necessità di organizzare piccoli gruppi, sarà compito della scuola o del nido di rintracciare ulteriori spazi disponibili (sezioni, antisezioni, saloni, atrii, laboratori, atelier) spazi aggiuntivi, che superino l’idea di sezione, nei corridoi, nelle palestre, nei cortili ma anche nel territorio e riconvertirli in spazi distinti e separati per accogliere stabilmente gruppi di relazione e gioco.
Accanto a tutte le riflessioni relative alla strutturazione degli spazi interni, si sottolinea l’importanza di ripensare e riprogettare possibilità educative negli spazi all’aperto rappresentati dal giardino o dai cortili che nidi e scuole hanno a disposizione.
Sicuramente la realizzazione di attività all’aperto garantirà che l’esperienza formativa si svolga in sicurezza poiché si realizza un ambiente per sua natura areato e in condizioni favorevoli al richiesto distanziamento fisico. Ma pur ritenendo di fondamentale importanza l’educazione in natura, uscire fuori all’aperto o giocare con elementi naturali, non sono di per sé garanzia di esperienze formative.
Anche il fuori va organizzato in modo significativo, l’ambiente esterno, come gli altri ambienti, va progettato, preparato in anticipo e curato di continuo dagli adulti.
L’ambiente naturale poi costituisce uno spazio ricco di sollecitazioni; un prato, un bosco, un giardino offrono spunti interessanti per svolgere percorsi di esplorazione, scoperta e costruzione di conoscenze.
Organizzazione dei gruppi ( Le micro-sezioni o bolle)
Il distanziamento
Nidi e scuole dell’infanzia sono luoghi di socialità e di relazione all’interno dei quali bambini e bambine da 0 a 6 anni di età realizzano esperienze e apprendimenti. In particolare con i bambini piccoli, il rapporto educativo è prevalentemente un corpo a corpo, un abbracciarsi, incontrarsi, toccarsi in una relazione continua.
Luoghi che prevedono l’intimità del contatto tra educatori, insegnanti e bambini e la vicinanza nelle interazioni tra bambini e bambini, dove spesso ci troviamo a consolare, asciugare il pianto, fare un cambio,prevedendo rapporti di intimità.
In questa fascia di età poi è impossibile evitare il contatto corporeo, le relazioni, gli apprendimenti, il gioco, le routine si sviluppano attraverso modalità dirette, di vicinanza fisica.
Per questi motivi, in tutti i Documenti emanati dal MIUR che fanno riferimento allo 0-6, il tema del distanziamento è da intendersi come distanziamento sociale e non come distanziamento individuale; ecco perché si organizzeranno piccoli gruppi stabili di bambini/e ciascuno con un adulto stabile di riferimento, in uno spazio fisico stabile. Né è possibile adottare regole rigide (come imporre il distanziamento) perché questo snaturerebbe le modalità tipiche della relazione educativa, la naturalezza e dei comportamenti.
Sarà cura delle educatrici e delle insegnanti adottare, nei momenti di scambio ravvicinato, le corrette misure preventive a tutela della salute.
Si parla di “bolla” o micro-sezione quando si immagina che il gruppo sia formato sempre dagli stessi bambini, abbia gli stessi insegnanti/educatori e ausiliari di riferimento, usufruisca di spazi appositamente riservati sia all’interno che all’esterno della scuola.
In ogni bolla o micro sezione poi verranno poi allestiti diversi centri d’interesse leggibili, pensati, con materiali di facile sanificazione, regolati nella qualità e nella quantità rispetto alle caratteristiche del gruppo dei bambini.
In base agli ambienti disponibili, alla loro organizzazione e alla dimensione dei piccoli gruppi, sarà possibile progettare e programmare esperienze e attività, organizzando per questo rotazioni tra gruppi purché sia evitata la possibilità di mixing o intersezione dei gruppi e previa disinfezione dei locali.
Ciascun gruppo utilizzerà di norma la stessa stanza o lo stesso spazio per l’intero arco della giornata, consumando il pasto nello stesso spazio e se necessario, effettuando il riposo in tali zone, garantendo il necessario distanziamento.
Nei nidi e nelle scuole dell’infanzia è possibile che due gruppi adulto-bambini occupino la stessa stanza, purché le dimensioni del locale lo consentano; è tuttavia necessario mantenere separati i due gruppi. Materiali e giocattoli dovranno essere ad uso esclusivo di ciascun gruppo e/o sanificati prima del passaggio da un gruppo all’altro.
Il tempo e l’organizzazione della giornata educativa
Le misure a tutela della salute impongono il ripensamento oltre che degli spazi e dei gruppi dei bambini, della giornata educativa che deve essere riprogettata, seguendo le indicazioni di cautela e sicurezza. Allo stesso tempo il gruppo educativo deve dare vita a una quotidianità che sia di qualità, prevedendo una organizzazione dei compiti e delle routines che non lasci spazio all’improvvisazione.
Dovremo accogliere bambini che riprendono la frequenza dopo aver vissuto momenti di difficoltà, di privazioni di socializzazione e di stimoli, dopo aver vissuto un periodo di discontinuità, ed è per questo fondamentale utilizzare strategie mirate a ricostruire una nuova continuità.
Bambini che hanno dimenticato spesso le regole della convivenza con altri pari, della scansione delle routines, così importanti nelle acquisizione delle autonomie e che dovremo riprendere.
È fondamentale immaginare una giornata educativa con ritmi lenti e rilassati, che consentano il rispetto dei tempi individuali e la possibilità di svolgere ogni azione con calma.
Le azioni educative devono dunque favorire, prima di ogni altra cosa, la tranquillità emotiva, lavorando per restituire al bambino fiducia e protagonismo.
Ogni azione messa in campo da educatrici e insegnanti non potrà prescindere dalla cura, intesa come disponibilità a porre attenzione all’individualità di ognuno, con uno sguardo capace di comunicare al bambino che è importante per l’educatrice/insegnante, che è lì per lui, per accogliere ogni suo bisogno.
Nella prima fase della riapertura andranno riprogettate tutte le occasioni della cura del corpo, del pranzo e del riposo pomeridiano, per mettere insieme una buona organizzazione, con le indicazioni igienico-sanitarie, come il frequente lavaggio delle mani, accompagnato ad esempio da una filastrocca o da un piccolo canto.
L’accoglienza quotidiana
Il momento dell’accoglienza e del commiato hanno bisogno di una particolare progettazione in considerazione del fatto che le famiglie non potranno accedere direttamente al servizio, almeno nella prima fase di riapertura.
Non ci può essere una regola fissa nell’organizzazione, ma ogni nido e scuola dovrà immaginare tale routine in considerazione delle possibilità o dei limiti strutturali di ogni singolo servizio
Si dovranno prevedere modalità per l’accoglienza al mattino in accordo con il personale ausiliario che avrà l’importante compito non solo di controllare i flussi in entrata e in uscita, ma anche di sanificare i locali e accompagnare le attività che si svolgono nel corso della giornata.
Saranno individuati, se possibile, percorsi differenziati di entrata/uscita per ridurre al minimo il rischio di mixing e di assembramento.
All’interno dell’orario di apertura del servizio sarà possibile organizzare, per ciascun gruppo di bambini/e e in accordo con le famiglie, orari scaglionati per l’ingresso e l’uscita, al fine di ridurre al minimo gli affollamenti
Per i servizi che non si possono avvalere degli spazi esterni, è fondamentale avviare una progettazione dello scaglionamento dei flussi di entrata e di uscita, al fine di evitare il concentrarsi di genitori negli orari più sensibili.
Per le sezioni che usufruiscono di un affaccio diretto al giardino, l’accoglienza delle famiglie potrà essere prevista anche nello spazio esterno, strutturando ad esempio uno spazio per facilitare i genitori che devono spogliare i bambini o per quei bambini che hanno bisogno di un momento della “coccola” prima di affidarsi alle cure dell’educatrice/insegnante.
Si potranno creare apposite zone di accoglienza, prevedendo se è possibile anche nello spazio esterno, zone riservate a ciascun gruppo di bambini/e.
Anche le modalità di accesso dei bambini e delle bambine nelle rispettive sezioni e la loro consegna alle educatrici e alle insegnanti di riferimento, verranno organizzate in relazione ai diversi contesti e in base alle diverse strutturazioni degli spazi disponibili, evitando il più possibile il passaggio dei genitori nella struttura; per accedere alle zone accoglienza interne all’edificio i genitori dovranno indossare idonei soprascarpe e non sarà loro consentito l’accesso nelle sezioni.
Non sarà possibile portare oggetti e materiali da casa, ad esclusione dell’abbigliamento necessario all’eventuale cambio dei/delle bambini/e, e dei pannolini in pacco integro che dovrà essere igienizzato all’ingresso nella struttura. Il ciuccio, se utilizzato, dovrà essere ad uso esclusivo del servizio. La sterilizzazione sarà a cura del personale della struttura.
Oltre i 6 anni di età, chiunque acceda all’interno della struttura dovrà indossare la mascherina e dovrà igienizzare le mani. Genitori e operatori, quotidianamente, firmeranno sull’apposito registro dichiarando la sussistenza delle condizioni di salute necessarie per l’accesso al servizio (vista l’inevitabile condivisione degli oggetti, si porrà attenzione a igienizzarsi le mani anche immediatamente prima di eseguire queste operazioni).
Il ruolo del gruppo educativo e dell’ educatore/insegnante
Nell’immaginare la riprogettazione dei servizi, è utile ripartire da quanto abbiamo appreso anche durante il periodo di chiusura rispetto all’importanza dei nidi e delle scuole, come luoghi di educazione, di relazione, di sostegno alle famiglie.
Per fare questo è indispensabile partire dal gruppo educativo, che è chiamato a progettare una nuova idea di nido e di scuola dall’identità forte, leggibile, condivisa, trasmissibile alle famiglie, capace di rendere esplicite le proprie scelte metodologiche e didattiche.
Ogni educatore/insegnante dovrà essere protagonista in questo processo in modo da potersi riconoscere nelle scelte che saranno compiute.
È importante che ognuno possa dare voce alle difficoltà, ai dubbi, al possibile disorientamento personale, per trovare nel gruppo la forza e le strategie comuni al fine di affrontare una situazione nuova.
Per realizzare scelte in modo partecipato e condivisibile con i genitori, è necessario attivarsi come gruppo capace di riflettere nello scambio, per affrontare al meglio situazioni impreviste e nuove, attraverso un ascolto attivo, un atteggiamento empatico, sostegno, poiché tutti abbiamo bisogno di essere sostenuti e di sostenere, un sostegno da ricevere grazie a percorsi formativi mirati che rinnovino la motivazione dell’essere educatore/insegnante e il senso della professione da esercitare con consapevolezza.
Ogni nido e ogni scuola deve sentirsi al proprio interno una comunità capace di connettersi comunque anche al territorio, di fare rete, immaginando forme nuove di educazione, attraverso le risorse esterne, siano esse offerte dalla natura, con progetti di Outdoor Education, o dai luoghi della città, quali cortili, piazze, parchi, biblioteche, botteghe artigiane, spazi sociali e culturali, con proposte di didattica diffusa.
In questo senso la cura e l’educazione dei più piccoli potrà divenire una responsabilità che riguarda tutti e tutta la comunità. È importante sottolineare che nulla può essere lasciato al caso e all’improvvisazione, ogni scelta dovrà essere guidata dalla riflessione e la verifica sulla base degli obiettivi che il gruppo si propone di raggiungere.
Una ottima sintesi in un quadro obiettivamente complicato