intervista a Nice Terzi a cura di Ferruccio Cremaschi
L’appuntamento a Palermo del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia per il tradizionale Convegno biennale, richiama l’attenzione sui problemi attuali dell’infanzia e sugli snodi cruciali delle riforme derivanti dal Decreto 65.
Siamo all’occasione tradizionale ogni due anni del Convegno del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia. In che momento culturale e politico per l’infanzia cade questo incontro?
Stiamo attraversando un periodo eccezionale per le politiche verso l’infanzia nella Comunità europea e nel nostro Paese. L’infanzia e i suoi servizi educativi, grazie alla proposta di legge 1260 del 2014, confluita in parte nella legge 107/2015 e al decreto legislativo 65/2017, hanno goduto di una nuova attenzione e di un rilancio.
In particolare il decreto legislativo ridisegna una nuova governance del sistema di educazione e di istruzione per bambini da zero a sei anni che coinvolge Stato, Regioni, Amministrazioni comunali chiamati a fare ognuno la sua parte. Finalmente i servizi educativi sono stati trasferiti al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e viene riconosciuta l’importanza dell’investimento nei primi anni di vita per il futuro di ogni bambino e per superare disfunzionalità derivanti dal contesto famigliare e sociale. La condizione indispensabile è però la qualificazione dell’offerta formativa e il convegno vuole immettere nel circuito dei servizi e delle scuole dell’infanzia approfondimenti, idee innovative, confronto di esperienze e di culture educative diverse.
Perché il Gruppo va a Palermo?
Il GNNI è stato già a Palermo con un suo convegno nell’anno 2000 e in questi anni siamo stati presenti con l’attività del nostro gruppo territoriale. Abbiamo colto l’occasione in quest’anno che vede Palermo capitale italiana della cultura per sottolineare e collocare la cultura dell’Infanzia in quest’ambito ampio cui appartiene. Il nostro Gruppo si occupa della diffusione della cultura dell’infanzia e della qualità dei servizi educativi. E desideriamo oggi, con la nostra presenza, testimoniare e sostenere l’importanza di investire fortemente sui Servizi educativi e sulle Scuole d’Infanzia nel Sud del nostro Paese.
Perché la scelta di un titolo e un sottotitolo emblematico e significativo?
Narrare le infanzie. Diversità differenze diritti doveri. Narrare le infanzie al plurale significa occuparci di tutte le infanzie, quelle che vediamo ogni giorno nei nostri servizi, quelle che non vediamo, che rischiano di restare nell’ombra e significa anche allargare lo sguardo alle condizioni dell’infanzia nel mondo, significa esplorare le differenze come complessità costruttive e non riducibili a illusorie semplificazioni. Il tema delle differenze e diversità è stato sempre presente nella nostra riflessione insieme a tutti gli altri aspetti che attengono agli interventi e alla responsabilità educativa degli adulti e con questo convegno intendiamo focalizzare la riflessione in modo più mirato su di essi in quanto rappresentano un tema fondamentale e trasversale a tutto il mondo della scuola Stiamo vivendo un momento innovativo fondante per l’attuazione del sistema integrato 0/6 che si allarga anche al mondo dei livelli scolastici successivi. Nei nostri convegni cerchiamo di affrontare le questioni più problematiche che interpellano il mondo educativo ma anche tutta la Comunità. Sono temi che affrontiamo non solo sul piano educativo ma con il contributo di altre discipline come l’antropologia, la psicologia, la sociologia e contributi culturali e linguaggi diversi.
Come siete arrivati alla scadenza del Convegno? Quale lavoro di preparazione e riflessione c’è stato nel periodo precedente?
A livello territoriale, a livello di riflessione accademica e scientifica …
C’è stata una preparazione che è iniziata già l’indomani dell’ultimo convegno attraverso un coinvolgimento dei gruppi territoriali che, in rete con altre associazioni che a vario titolo s’interessano d’infanzia per sostenere lo scambio delle buone esperienze che si sviluppano nelle diverse aree del Paese e per aprire il dialogo intorno alle prospettive e possibilità che nell’ultimo anno si sono sviluppate. Ritengo significativo l’impegno nel promuovere la conoscenza del documento europeo sulla qualità (Quality Framework) attraverso la traduzione in lingua italiana dello stesso e la realizzazione di seminari tesi all’approfondimento dei diversi elementi che costruiscono qualità in un confronto che ha impegnato diversi gruppi territoriali e che ci colloca maggiormente all’interno di un’ottica europea. La riflessione sul tema della qualità degli interventi si è allargata anche ad ambiti universitari che, come nel caso di Pavia hanno promosso in collaborazione con il GNNI e Zeroseiup una serie d’iniziative che, nello stile ormai consolidato, apre il confronto tra esperienze concrete e contributi teorici.
Anche la proposta di questo titolo è nata all’interno di un lavoro comune allargato. Tutto questo ha prodotto le ipotesi che sono state confrontate con il Comune di Palermo e che ha condiviso e fatto proprio il progetto di questo convegno.
Il convegno viene indicato come momento all’interno del Progetto FACE. Di che cosa si tratta?
Il Gruppo Nazionale partecipa a FA.C.E. – Farsi Comunità Educanti, progetto presentato da Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi e finanziato dal bando Prima Infanzia promosso dall’impresa sociale Con I bambini. Diversi partner del progetto sono di Palermo (in primis il Comune stesso). Ci è parso importante dare visibilità a questa iniziativa che coinvlge territori molto significativi sul piano dell’impegno educativo.
Il progetto, della durata di 36 mesi, si propone di potenziare l’accesso ai servizi educativi e di cura dei bambini di età 0/6 anni attraverso la promozione della partecipazione delle famiglie, a partire da quelle in condizione di marginalità socio-economica.
L’obiettivo finale, cui sono finalizzate tutte le azioni progettuali, è quello di creare le condizioni per la costituzione di comunità educanti che portino a una ridefinizione delle politiche educative nei 4 territori coinvolti nel progetto: Reggio Emilia, Teramo, Napoli, Palermo.
Attraverso i percorsi partecipativi e i tavoli di coprogettazione si creeranno o intensificheranno le reti tra gli attori coinvolti nei servizi educativi e di cura rivolti all’infanzia, a partire dall’ampia compagine di partner promotori del progetto: Amref Health; Enel Cuore Onlus; Fondazione E35; Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia; Reggio Children srl; Collegio Carlo Alberto; Comune Napoli; I.C. 70 Marino Santa Rosa; Remida Campania; Comune Palermo; I.C. Sperone Pertini; Ass. Cuore Che Vede; Ass. Nuovamente; Comune Reggio Emilia; Cooperativa Comunità Educante; Comune Teramo; I.C. Zippilli – Noè Lucidi; Ass. Deposito dei Segni; Teramo Children.
Il convegno non è mai un evento isolato a se stante. Che cosa vi proponete e vi aspettate dal dopo Convegno?
I nostri convegni sono sempre un punto di arrivo e di partenza insieme. Anche questa volta i temi e i contenuti che queste questioni cruciali mettono in campo continueranno a essere materia di studio, di discussione nei diversi territori che inevitabilmente si troveranno ad affrontare concretamente questi snodi. Sul territorio siciliano in particolare desideriamo sostenere il gruppo territoriale, che si è fortemente impegnato per questo evento, a sviluppare lo scambio e la riflessione dal punto di vista di promuovere la qualità e l’estensione dei servizi educativi e delle scuole.