
Francesco Tonucci
Una volta gli spazi di gioco dei bambini erano gli spazi che non servivano ai grandi: la scarpata fra la strada e il campo, la capanna degli attrezzi, il sottoscala, il cortile, il marciapiede. In questi spazi i bambini erano liberi e poco controllati, condizioni necessarie per un gioco vero. Oggi le case sono certamente più belle, più comode, ma tutti gli spazi servono, sono super-utilizzati e non potranno quindi essere “occupati” dai bambini. Allora si sono inventati per loro spazi specializzati: la camera dei bambini, per la quale è nato un fiorente commercio di mobili, di arredi, di poster, ma dove i bambini stanno volentieri; i cortili condominiali, dove il controllo degli adulti è massimo e dove generalmente il gioco è proibito; i giardini pubblici che non tengono conto dei bisogni dei bambini e che sono spesso da questi disertati. Mi sono convinto del fatto che noi adulti non siamo capaci di pensare, progettare le cose per i bambini. Se veramente vogliamo pensare ai bambini dovremmo lasciare loro degli spazi. Non più spazi progettati per bambini ma spazi lasciati ai bambini, al loro libero uso, alla loro creatività, alla loro progettualità. Questo vale per le case, per i parchi pubblici, per i cortili condominiali, per i giardini delle scuole…
Non quindi giardini accuratamente spianati perché sia più facile controllare i bambini. Non giochi stereotipati e strettamente finalizzati a specifiche attività come le giostrine, le altalene, gli scivoli, quasi che i bambini siano un po’ come criceti o pinguini. Giocare significa evasione, autonomia, rischio, invenzione. Spazi quindi mossi, con collinette, buche, acqua, siepi, muretti, mattoni, ghiaia. Dove ci si possa nascondere, dove si possano inventare spazi diversi, quelli dell’avventura e della fantasia. E di questi spazi è importante averne tanti, piccoli, vicini a casa, dove poter andare da soli, piuttosto che pochi, grandi, raggiungibili solo con l’accompagnamento dei genitori che quasi sempre comporta un vestito “buono” e la proibizione di sporcarsi, quindi di giocare. Ma anche i cortili condominiali potrebbero essere spazi buoni se realizzandoli si pensasse un po’ anche ai bambini e se nei regolamenti si desse loro il primo posto. Infine sono buoni spazi per giocare le strade, i vicoli, le piazze; occorre solo ridurre lo strapotere delle macchine, ridare ai bambini la possibilità di uscire di casa per giocare.
Le città, soprattutto quelle grandi, non sono pensate per i bambini. E gli spazi progettati ad hoc per i bambini orientano eccessivamente il loro fare; quindi non offrono la possibilità di giocare liberamente, di inventare nuovi contesti/storie/regole. Di costruire nuove metafore. Grazie !