
Paola Toni
Una sintetica ma doverosa premessa
Il linguaggio è la “facoltà propria dell’uomo di esprimersi e comunicare tramite un sistema di simboli, in particolare di segni vocali e grafici” (Dizionario Sabatini Colelli)
La semantica si preoccupa di studiare il significato delle parole, la loro combinazione e disposizione nella composizione della frase che racconta e comunica i contenuti che si vogliono trasmettere.
Non si può scrivere nulla se prima non si pensa e non si elaborano riflessioni intorno al tema che si vuole esporre: i significati delle espressioni linguistiche sono idee nella mente. La comprensione del testo avviene quando c’è una condivisione di valori, di significati e di stato mentale tra chi produce il testo e chi lo legge.
John Locke, filosofo inglese del XVII secolo, nel Saggio sull’intelletto umano lo evidenzia bene, ne sottolinea la difficoltà e scrive: “Benché l’uomo abbia una grande varietà di pensieri, e tali che da essi potrebbero trarre profitto e diletto altri come lui stesso, essi stanno tuttavia dentro il suo petto, invisibili e nascosti agli altri, né si potrebbe ottenere che di per se stessi apparissero. E poiché non si potrebbero avere i piaceri e i vantaggi della società senza comunicazione dei pensieri, fu necessario che l’uomo scoprisse qualche segno sensibile esterno, mediante il quale quelle idee invisibili, di cui sono costruiti i suoi pensieri, potessero venire rese note ad altri. … In tal modo possiamo concepire come le parole, che di natura loro erano così adattate a quello scopo, venissero ad essere impiegate dagli uomini come segni delle loro idee”.
I significati e le parole
Le parole si portano dietro tanti significati, diversi a seconda delle conoscenze cognitive, delle proprietà percettive (cosa fanno scaturire nella mente e nel cuore del lettore) e delle relazioni che, all’interno della frase, nascono tra loro.
“Non tutte le parole denotano o nominano un oggetto reale: un’espressione come “Pegaso” potremmo dire che non denota niente perché non esiste nessun cavallo alato….vi sono parole, come ad esempio i pronomi quantificazionali (come “nessuno” in “Non ho visto nessuno”) che non sembrano denotare niente. ….. Ci sono anche parole che da un punto di vista grammaticale sono nomi, ma che non nominano niente : – fare qualcosa nell’interesse di qualcuno – fare qualcosa per conto di qualcuno –
L’oggettività dei significati dipende dall’intersoggettività delle regole che sono accettate e che sono seguite dai membri di una comunità linguistica e che sono dette anche regole dei giochi linguistici. (Marilena Andronico – Teoria dei linguaggi -Università di Ferrara)
Le regole dei giochi linguistici ci portano a Ludwig Wittgenstein, filosofo, ingegnere e logico austriaco (1889-1951) che giunge a pensare che la comprensione dei significati del linguaggio risieda nei suoi svariati modi d’uso nei diversi ambiti della vita quotidiana e il significato di una parola varia in relazione al contesto in cui è inserita. Quindi non un modello statico ma dinamico e vario: questo è il costrutto dei giochi linguistici, sistemi che si evolvono e modificano continuamente.
Linguaggio e realtà
“…..Il pensiero razionale si forma attraverso il linguaggio, noi concettualizziamo la realtà secondo il modello linguistico che viene così ad essere per noi un tutt’uno con la realtà. Ma il linguaggio non è la realtà. Infatti il linguaggio è lineare mentre la realtà vivente è circolare”. (da “Paradosso e controparadosso” AAVV Ed. Cortina).
Il linguaggio descrittivo e lineare costringe nella descrizione di realtà, a suddividere, a spezzettare, a creare una sequenza, un prima e dopo, un soggetto e un oggetto, chi fa l’azione e chi la subisce, una rappresentazione di causa-effetto. Spesso, anzi quasi sempre, porta in sé un giudizio morale.
Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco, esponente della Scuola di Palo Alto, California (1921-2007) sottolineava che il linguaggio che descrive, spiega, confronta, interpreta è il linguaggio indicativo della casualità lineare ma le relazioni umane sono sistemiche cioè circolari. Ne deriva che ognuno di noi, quasi sempre con difficoltà, è in grado di proporre e raccontare la realtà soltanto descrivendone le parti, rappresentandola in fasi e non interamente nella sua complessità, come dovrebbe essere. Per tentare di sopperire a queste difficoltà Watzlawick propone il linguaggio dell’ingiunzione che motiva ad intraprendere un’azione, che crea un effetto autoipnotico o ipnotico su di noi e sugli altri e che induce al fare.
Il suo maestro, Milton Hyland Erickson, famoso psichiatra e psicoterapeuta americano (1901-1980) suggerisce che il linguaggio dell’ingiunzione si attiva se si “Impara ad usare il linguaggio (e quindi la sua visione della realtà ) del tuo interlocutore per ridurre le resistenze” .
Il testo e la prima frase
Da questa premessa, assolutamente insufficiente per descrivere le potenzialità e i pericoli del linguaggio, si traggono però alcune considerazioni pratiche. La prima è che è molto difficile portare sul foglio i propri variegati pensieri e quindi scrivere richiede impegno e tempo; la seconda è che la realtà sfugge ad una rappresentazione linguistica consequenziale e lineare, ma la terza, e questo ci consola, è che se vogliamo interessare l’altro dobbiamo perdere l’autoreferenzialità del nostro pensiero e proiettare il nostro linguaggio sul mondo di valori, di significati di chi vogliamo coinvolgere.
Tutti gli esperti di comunicazione poi ci dicono che l’inizio, sia di un discorso in pubblico che di una frase scritta di un testo, deve essere considerato e utilizzato come “un amo con l’esca” quindi deve risultare brillante, interessante, appetitoso, adescante: deve saper trattenere il lettore e coinvolgerlo nell’ascolto o nella lettura.
Ma ci ricordano anche che spesso le parole e le frasi scritte esprimono una intenzionalità che forse sfugge a chi ha redatto quel testo.
Dopo queste premesse vi conduco a leggere alcuni incipit di Carte dei Servizi. Inizi molto diversi che denotano intenzionalità differenti e chissà se completamente consapevoli.
Alcuni esempi di prima frase di definizione della Carta dei servizi
1° esempio:
E’ lo strumento di base che regola i rapporti fra Servizio e Utenti, è una “dichiarazione d’intenti” con la quale la Pubblica Amministrazione si fa garante del servizio reso secondo i principi fondamentali richiesti dall’articolo 3 della Costituzione Italiana, dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 oltre che dalla Legge 1044/71 e dalla Convenzione Internazionale del Diritti del Fanciullo (L. 176/91).
2° esempio:
La Carta dei Servizi ha le seguenti finalità: fornire ai cittadini informazioni chiare sui loro diritti, informare sulle procedure per accedere ai servizi, indicare le modalità di erogazione delle prestazioni, assicurare la tutela degli utenti, individuando gli obiettivi del Servizio e controllando che vengano raggiunti.
3° esempio:
La Carta dei Servizi è uno strumento con il quale intendiamo fornirVi tutte le informazioni relative ai servizi educativi offerti dall’asilo nido comunale, in una logica di trasparenza.
4° esempio
Questa “Carta dei Servizi” descrive i servizi offerti dal Servizio Asilo Nido (di seguito, per brevità, Asilo Nido) dell’Ufficio Servizi alla Famiglia dell’Azienda ….. di ….. al fine di favorire un rapporto diretto tra il servizio ed i propri utenti attraverso il rispetto delle disposizioni normative in tema di Qualità dei servizi.
5° esempio
La Carta dei Servizi dei Nidi e delle Scuole dell’infanzia a gestione diretta del Comune di …. è uno strumento di dialogo con i cittadini e si pone l’obiettivo di qualificare le relazioni educative e incrementare la partecipazione dei genitori e dei cittadini nei Servizi Educativi 0/6 anni.
6° esempio
La Carta dei servizi definisce ed esplicita le finalità e gli impegni dei servizi e costituisce un patto fra il Comune di …… e gli utenti, bambini e famiglie, per garantire i reciproci diritti e doveri.
Approcci molto diversi: chi comunica subito l’impianto legislativo e chi ne descrive le finalità, chi sottolinea l’importanza della trasparenza e chi il dialogo e il patto con i cittadini, le famiglie, i bambini. Incipit che creeranno una attrattività o un rifiuto (“continuo dopo la lettura….”), che coinvolgeranno in un sistema di valori condiviso o poco comprensibile. Interessante anche l’esplicitazione del soggetto che scrive ad altri soggetti “…intendiamo fornirVi … etc” o l’asetticità del soggetto Carta.
Alcuni esempi di prima frase di definizione degli Asilo Nido
1° esempio
L’Asilo Nido è un servizio educativo e sociale d’interesse collettivo, fatto di spazi, ritmi, oggetti e persone ed ideato per favorire lo sviluppo armonico del/la bambino/a (0 – 3 anni), integrando, accompagnando e sostenendo la famiglia, attraverso progetti che tengano conto dell’individualità di ognuno e promuovendo una partecipazione attiva alla vita dell’Asilo Nido.
2° esempio
L’asilo nido si propone come un servizio educativo e sociale di interesse pubblico; favorisce l’armonico sviluppo psico-fisico e l’integrazione sociale dei bambini nei primi tre anni di vita, in collaborazione con le famiglie, nel rispetto della loro identità culturale e religiosa.
3° esempio
L’asilo nido è un servizio educativo per la prima infanzia che assicura la coerenza educativa in continuità con l’ambiente familiare e svolge, nella comunità locale, funzioni di formazione permanente per la promozione di una cultura della prima infanzia (cultura di attenzione all’infanzia e diritto all’educazione e all’identità).
Chi presenta l’organizzazione e la relazione con le famiglie, chi sottolinea lo sviluppo armonico e l’integrazione sociale tra le diverse identità culturali e religiose e chi ne evidenzia le funzioni di promozione della cultura della prima infanzia: Già solo la prima frase della definizione di Asilo Nido, oggi Nido d’Infanzia, fa immaginare territori e ambienti diversi, con necessità specifiche dei cittadini, delle famiglie e dei bambini ma si percepisce anche il grande impegno, da parte di chi ha scritto il testo, per mettere in evidenza il valore dei servizi.
Alcuni esempi di prima frase di definizioni delle finalità della Carta
Un po’ più di difficoltà di scrittura si rileva nella descrizione delle finalità.
Ecco alcuni esempi di frasi inerenti la parola Partecipazione:
1° esempio
I nidi d’infanzia valorizzano e sostengono la partecipazione delle famiglie con particolare riguardo all’accoglienza, al dialogo e al confronto costante.
2° esempio
Gli utenti possono esprimere la propria valutazione sul grado di soddisfazione della qualità dei servizi offerti e presentare suggerimenti e reclami che potranno aiutare a migliorare il nostro servizio.
3° esempio
Gli utenti hanno diritto di accesso alle informazioni che li riguardano (nel totale rispetto alla discrezione imposta dal trattamento dei dati personali), e sono gradite le osservazioni e i suggerimenti per migliorare il Servizio.
4° esempio
Gli utenti possono esprimere la propria valutazione sul grado di soddisfazione della qualità dei servizi offerti e presentare suggerimenti e reclami che potranno aiutare a migliorare il nostro servizio.
I significati sono diversi: vanno dall’accoglienza, al dialogo, al confronto e ad una possibile valutazione del servizio; altri propongono una partecipazione limitata al diritto di accesso alle informazioni, anche se poi “sono graditi suggerimenti” mentre alcuni ne sottolineano l’importanza volta al miglioramento del servizio.
Sempre, tra le finalità, vengono esplicitate situazioni come queste.
Semplificazione
In linea con la Direttiva Europea Servizi 2006/123/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 l’Ufficio sta operando con impegno sul fronte della semplificazione amministrativa con lo scopo di snellire le procedure burocratiche a carico degli utenti.
L’intendimento della Semplificazione fa onore a quel servizio ma credo che chiunque abbia letto la descrizione non si senta rassicurato! L’uso delle sigle e dei numeri dell’impianto legislativo spesso appesantisce e crea una percezione faticosa e complessa.
Interessante anche questa parola che spesso è accompagnata da altre. Ecco alcuni esempi:
Eguaglianza
L uguaglianza si fonda sul riconoscimento delle diversità. Essere diversi è una ricchezza per tutti e
quindi è nella diversità che a tutti, nel Nido, devono essere garantiti gli stessi diritti.
Eguaglianza dei diritti degli utenti:
La parità di diritti è assicurata a tutti gli utenti.
Eguaglianza e Imparzialità
Osserviamo il principio di eguaglianza per tutti i nostri utenti, che hanno diritto ad un trattamento imparziale, secondo i criteri dell’obiettività e dell’equità.
Uguaglianza
I nidi d’infanzia accolgono tutti i bambini in età che richiedano l’ammissione,compatibilmente con il numero dei posti disponibili, senza alcuna distinzione, garantendo pari opportunità, equità, giustizia e cortesia.
Oltre ai significati, le differenze sono anche legate alle quantità di parole che si usano. Estrapolando le finalità dalle varie Carte dei Servizi, a volte la sinteticità è data dal fatto che alcuni concetti sono già stati espressi in capitoli precedenti, ma importante evitare le trappole che le parole, con la loro autonoma intenzionalità, possono costruire a nostro danno e a scapito della nostra consapevolezza.