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L’infanzia e le sue strutture nel Belgio francofono

Enea Nottoli

Redattore e formatore RILA


Struttura e target nei servizi prescolari

Le strutture educative del Belgio francofono si compongono di un servizio per i bambini 0 – 3, le “ecoles maternelle”, e uno per i 3 – 12, suddiviso in bienni, l’ “enseignement fondamental”; dalla rassegna affiora come la formazione del personale e la qualità del servizio siano elementi chiave del sistema educativo.

Il sistema belga è un tipico sistema diviso in due: per i bambini 0-3 anni, nella parte francofona del Belgio, i servizi sono sotto il controllo dell’Ufficio delle Nascite e dell’Infanzia (office de la naissance et de l’enfance, ONE). ONE è un’organizzazione pubblica (parastatale), sotto il controllo del Ministero dell’Infanzia, della Federazione Vallonia-Bruxelles e, le sue due missioni principali sono la salute generale del bambino all’interno della famiglia e dell’ambiente sociale e, regolamentare i servizi di assistenza diurni per i bambini 0-3 anni e le attività extrascolastiche per i bambini 3-12 anni. La regolamentazione include la supervisione, l’accreditamento, la pianificazione dell’erogazione, il finanziamento e lo sviluppo della qualità.

Nella parte francofona del Belgio, l’école maternelle’ è il primo livello educativo all’interno del sistema dell’istruzione. Si tratta di un livello a sé stante che – insieme all’educazione primaria – costituisce l’educazione basilare (chiamata ‘enseignement fondamental’). E’ considerato il livello di apprendimento delle competenze basilari, è gratuito e libero per tutti dai 2 anni e mezzo, ma non è obbligatorio. Le écoles maternelles esistono dal 19° secolo (chiamate ‘écoles gardiennes’ fino a metà del 20° secolo), ed è dal 1880 che sono considerate come parte del sistema educativo, con un programma e una formazione specifica per i professionisti, basata sui principi di Fröbel: circa il 50% di tutti i bambini 3-5 anni, frequentavano un’école maternelle nel 1909.

In Europa, il Belgio ha una posizione leader con il più alto tasso di iscrizioni. Gli obiettivi europei stabiliti a Barcellona nel 2002, per il raggiungimento di un tasso di frequenza del 90% entro il 2010 per tutti i bambini sopra i 3 anni, sono stati di gran lunga superati in Belgio. L’alto tasso d’iscrizione è il risultato di una grande richiesta per l’educazione prescolare e della sua ampia disponibilità. In questo senso, il sistema delle sovvenzioni è di grande aiuto e consente di adattare l’offerta alla domanda, basandosi sul numero di bambini iscritti. Non considera il fatto che il kindergarten non fa parte dell’istruzione obbligatoria che inizia a 6 anni.

La transizione dallo 0-3 al 3-6, dai servizi di assistenza della prima infanzia all’école maternelle così come dalla famiglia all’école maternelle per i bambini che non hanno frequentato i servizi della prima infanzia, non è stata sufficientemente approfondita

Documenti programmatici

Non esistono documenti di questo tipo per i bambini 0-6 anni. Gli attori economici e sociali in entrambi i settori si conoscono a malapena.

Per i bambini sotto i 3 anni, la ONE implementa due strategie riguardanti la qualità: per ciascun servizio la ONE deve approvare un codice di qualità; tre strumenti chiamati “Repères pour des pratiques d’accueil de qualité (0-3 ans)”. E’ composta da 15 punti di riferimento descritti in 3 brochure (‘venire incontro alle famiglie’, ‘venire incontro ai bambini’, ‘sostenere i professionisti’).

Per i bambini 3-6, l’enseignement fondamental’ (3-12 anni), è organizzato in cicli di 2 anni, di cui il primo livello riguarda i bambini 3-4 anni e il secondo livello i bambini da 5 (3° anno di école maternelle) a 8 anni (2° anno di scuola primaria).

A livello nazionale, nel Belgio Francofono, il documento ufficiale descrive ‘le competenze chiave per l’‘enseignement fondamental’, organizzato in fasi educative. Ciascun ente organizzativo scolastico traduce queste competenze chiave in un programma che deve essere approvato / accreditato dal potere centrale (Ministero dell’Istruzione.

Nell’enseignement maternel gli obiettivi sono i seguenti:

– sviluppo della consapevolezza, da parte del bambino, delle proprie potenzialità e promozione, attraverso attività creative, dell’espressione di sé;

– sviluppo della socializzazione;

– sviluppo delle capacità cognitive, sociali, affettive e psicomotorie;

– identificare le difficoltà e gli handicap del bambino e fornire i rimedi opportuni.

Le attività psicomotorie sono obbligatorie e i professionisti specializzati hanno il compito di organizzarle in ciascuna struttura per i più giovani.

Da notare riguardo alla transizione: Esistono delle classi d’accoglienza (‘classes d’accueil’) organizzate per i bambini 2,5-3 anni, in tutte le scuole. I bambini sono iscritti su base continuativa durante l’anno scolastico.

I principi educativi in atto

Per i bambini sotto i 3 anni la diversità è una regola, per motivi strutturali legati al basso livello di formazione del personale. Il principale fattore di diversità è l’importanza della formazione continua che differisce da un servizio all’altro. I corsi di formazione sono gratuiti, coordinati e finanziati dalla ONE, ma si svolgono fuori dai servizi. Questo è un problema perché porta a una carenza di personale nei servizi, durante le sessioni formative. Il primo fattore di omogeneità riguarda il sistema: ONE ha recentemente introdotto i consulenti pedagogici affiancati ai coordinatori/ispettori regionali per tutti i servizi, privati e sovvenzionati. Per i bambini 3-6 c’è diversità fra i servizi perché i metodi in cui le “competenze chiave” si traducono nella pratica variano (per definizione). Anche in questo caso il contributo dei coordinatori/ispettori serve a ridurre l’eterogeneità. Le difficoltà legate alle differenze socioculturali e alla presenza di bambini svantaggiati variano a seconda della situazione locale.

Uno studio condotto in lingua francese su dati raccolti nel settore educativo nella città di Bruxelles, ha dimostrato come i bambini che hanno frequentato il 20% dei kindergarten con il più basso livello di qualità, secondo un indice socioeconomico che descrive il quartiere di residenza degli studenti, hanno un ritardo nell’apprendimento del 28% nel terzo anno di scuola primaria. Lo studio riguarda esclusivamente il 3% dei bambini che hanno frequentato il 20% dei kindergarten con classificazione più alta.

Un altro aspetto importante emerso da questo studio è indubbiamente la ricchezza linguistica, sinonimo in questo particolare contesto di ricchezza culturale, poiché la maggior parte dei bambini nati a Bruxelles sono multilingue. Per circa metà dei nascituri, le loro lingue native non saranno né l’olandese né il francese, mentre la lingua ufficiale a scuola sarà la loro seconda, terza o quarta lingua. Il multilinguismo dei bambini di famiglie immigrate è troppo spesso visto come un problema e un impedimento al successo scolastico. Al contrario, per i bambini che parlano il francese, l’olandese, l’inglese o il tedesco, gli “espatriati”, il multilinguismo è visto come una risorsa fondamentale a Bruxelles..

La partecipazione delle famiglie

Un attento esame della situazione (adozione di leggi ed elaborazione degli strumenti di riferimento) ha sottolineato la necessità di ri-valutare il ruolo delle famiglie come evoluzione dei servizi della prima infanzia. Ma le esperienze sul campo dimostrano un divario fra il contenuto prescrittivo delle leggi e la loro implementazione in modi diversi. Ci sono delle tensioni a seconda dei livelli: accessibilità ai servizi per tutte le famiglie, oltre alla qualità dell’assistenza per ciascun bambino e per la sua famiglia. Secondo Camus Camus et al., è possibile osservare tre logiche sul campo: la logica dell’ “assimilazione” (molto frequente), la logica della “convenienza” (per soddisfare il più possibile le aspettative dei genitori, probabilmente più frequente nel settore privato) e la “continuità per il bambino” (basandosi sul dialogo). La predominanza del dialogo facilita i rapporti individuali con ciascuna famiglia. A livello amministrativo non ci sono genitori rappresentanti.

In ambito 3-6, la legislazione belga prevede che le associazioni parentali siano rappresentate sul “Participation Board” di ciascuna scuola. La loro missione è quella di facilitare le relazioni fra i genitori e le “comunità educative”, come ad esempio sostenere l’implementazione di progetti nel mondo scolastico, facilitare l’organizzazione dei momenti di scambio e di incontro fra i genitori e gli educatori.

Un’importante organizzazione per la famiglie è la Ligue des familles, la quale offre servizi, informazioni e lobby. Si tratta di un’associazione pluralista, che lavora a livello individuale, di gruppo e politico. Questa organizzazione è invitata a tutti gli eventi importanti e partecipa ai processi di consultazione con le famiglie e i bambini.

 

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