
Amilcare Acerbi
Amilcare Acerbi
Mi chiedo e molti si saranno chiesti “che cosa ci può essere di nuovo in una rivista e in un sito che si rivolge a insegnanti e educatori?” Ed io che cosa ci metterei, a partire dalla mia esperienza con insegnanti, genitori, bambini?
1. Innanzitutto un Manifesto Pedagogico, molto inusuale, non di enunciazioni ma di proposte. Dunque UN GROSSO INVITO a leggerlo, criticarlo e segnalare quali sono i punti che nel lavoro di tutti i giorni realizzate. Parliamone, perché credo che non tutto sia così scontato.
2. Vorrei valorizzare non solo il lavoro vostro, non facile oggi, ma IL SENSO PROFONDO sia delle attività che svolgete con gli allievi, sia del disagio e della fatica nella gestione dei rapporti con i genitori.
3. È possibile che il giusto e il non giusto, IL POSSIBILE E IL PROIBITO nelle scuole, lo giudichino gli operatori delle ASL o i pompieri e non voi, che educate e conoscete da vicino ogni bambino?
4. Se tutti dichiarano e voi stesse dichiarate nei documenti programmatici che è fondamentale che i bambini acquisiscano abilità e crescano “autonomi”, nel concreto con 25 bambini per classe, in scuole dell’infanzia e primarie, o sette/otto piccolini negli asili nido, COME SI PUÒ FARE? Come si costruiscono e gestiscono centri di interesse, gruppi di interclasse, gruppi misti?
5. COME SI ATTREZZA un cortile o un giardino che non sia la brutta copia di un campo giochi, che cioè educhi, costituisca un esercizio quotidiano di libertà, ma nel contempo risulti sicuro? Come si gestisce? Voi come fate?
6. SE ABOLISSIMO la festa di Hallowen, la festa del nonno, della mamma e del papà, la sfilata di Carnevale, la preparazione della festa di Natale, le colombe di Pasqua, le castagne d’Autunno, le margherite di Primavera, che ne sarebbe delle nostre giornate con i bambini e dei rapporti con i genitori? E ancora, nel “gioco libero”, il bambino da che cosa viene liberato?
7. Perché portare i bambini nei musei? Perché anche nei musei dell’arte contemporanea, così apparentemente astrusi e provocatori? Ma è giusto parlare di ARTE INFANTILE? Tutti sanno che negli anni sessanta un direttore didattico ha fondato una Pinacoteca dell’arte infantile, nei pressi di Brescia, che tutt’ora è viva e vegeta?
8. I bambini sono cambiati. I GENITORI SONO CAMBIATI. Le coppie spesso “scoppiano” dopo pochi anni di unione. Alcuni bambini vengono allevati e educati da due donne o da due maschi che convivono e li adottano. Non è che anche il lavoro di educatore e di insegnante è cambiato? Forse le istituzioni dovrebbero riconoscere che ha già ha assunto nuovi contorni professionali. C’è bisogno di “supporti” non casuali; va premiato l’impegno aggiuntivo e nuovo di relazione e assistenza a bambini e genitori. E’ un nuovo lavoro, molto specialistico, ben diverso dall’insegnare nelle classi delle scuole primarie. Forse siamo proprio di fronte ad un utile modello e progetto Zero/sei come propone il Parlamento!! Perché negarlo sindacalmente?
9. Infine c’è qualcuno nella rivista e nel sito che vuole parlare e ascoltare gli insegnanti, con continuità e con interesse? Ebbene sì. Mi propongo come mediatore, disposto anche a venire da voi per ascoltare e raccogliere esperienze e problematiche. PROVATE A SCRIVERMI E SE VOLETE OSPITATEMI, per incontrare voi e se volete anche i genitori.
Amilcare Acerbi. Coordinatore pedagogico per i comuni di Pavia, Cremona e Torino. Coautore di Spazi ludici, 30 progetti per aree gioco in interno e all’aperto – ed. Maggioli; L’Europa delle differenze, percorsi di lettura – ed. Unicef; Segni e disegni, città a confronto sull’espressività infantile: Cremona, Pistoia, Torino, Reggio Emilia, Rezzato – ed. Junior; Città creaTTiva, come creare luoghi “rodariani” dove esercitare immaginazione e creatività – ed. Pironti; Il gioco è di più, manuale per la progettazione e gestione di ludoteche, centri gioco e luoghi di aggregazione – ed. Junior; Musei, non musei, territorio, modelli per una pedagogia urbana e rurale – Franco Angeli editore. Consulente culturale e pedagogico di molti comuni e istituzioni italiane. Progettista nel 1978 e responsabile per alcuni anni della prima fattoria didattica /City Farm italiana, a Pavia e del Parco della fantasia ispirato a Gianni Rodari, nel 2000, a Omegna, così come nel 1987 del Centro per la cultura ludica di Torino e ideatore nel 1999, sempre a Torino, della rete dei centri di cultura per l’infanzia e l’adolescenza. Ora titolare dell’Atelier di pedagogia creativa.
acerbiad@libero.it