Un percorso di educazione interculturale e di educazione linguistica a sostegno del bilinguismo precoce
DESCRIZIONE GENERALE DELLA RICERCA
La varietà linguistica e culturale dei bambini del nido nel quale lavoro è stata al centro del progetto didattico: un esempio concreto di educazione interculturale con la partecipazione dei genitori stranieri impegnati in attività e in momenti di riflessione sulla condivisione delle pratiche educative. Il progetto è poi andato oltre all’approccio pedagogico interculturale e ha considerato i bambini stranieri nel ruolo di apprendenti di italiano L2 con motivazioni, caratteristiche e bisogni specifici determinati dall’età e dall’eterogeneità dei paesi di provenienza delle famiglie.
Fase 1: il dialogo interculturale
Le educatrici hanno intrapreso un percorso di confronto e di scambio con i genitori attraverso incontri pomeridiani che hanno permesso lo scambio di idee, emozioni, sensazioni, aspettative legate al primo impatto con il nido e con particolare riferimento all’approccio culturale e operativo che delle educatrici.
Fase 2: valorizzazione delle lingue d’origine
L’azione di valorizzazione delle lingue d’origine si è rivolta ai genitori: i bambini non possiedono ancora le competenze quali la scrittura e la lettura e la formazione dell’identità linguistica passa in primo luogo dalla considerazione che i genitori hanno della propria lingua materna. Le lingue d’origine sono state usate in diverse occasioni ed è stato realizzato un poster con le informazioni generali nelle sette lingue presenti al nido (francese, spagnolo, arabo, rumeno, ucraino, inglese, tedesco).
Fase 3: l’italiano L2
Con una videocamera sono state riprese tre attività didattiche. La successiva analisi del parlato ha previsto un tipo di trascrizione interazionale (pause e delle sovrapposizioni di turni), paralinguistica (intonazione, tono e ritmo), multimodale (elementi non-verbali della comunicazione) secondo le convenzioni di trascrizione della CA Conversation Analysis (Atkinson e Heritage 1984, Jefferson 2004). Nel primo video, la lettura ad alta voce, emergono le principali caratteristiche del linguaggio narrativo: il distacco dalla situazione presente con acquisizione dei tempi verbali diversi (presente/ pass.pross. /pass. remoto), avverbi e connettivi temporali/causali (quando, perché), uso della dimensione discorsiva del linguaggio attraverso pronomi personali, segnali discorsivi (c’era una volta) che danno coesione alla narrazione e favoriscono l’acquisizione di un lessico articolato distaccato dal contesto immediato. Nel secondo video, la tombola dei frutti, l’educatrice riveste il ruolo di regista dell’attività, moderatrice dei flussi del parlato e dei turni di parola; pronta a intervenire per gestire la comunicazione riequilibra i rapporti sociali garantendo a tutti il coinvolgimento e le stesse possibilità d’intervento. L’educatrice offre al bambino un contesto stimolante per le abilità linguistiche e l’uso pragmatico della lingua: saper pronunciare le parole, saper cogliere il significato di un messaggio e associare una parola a un suono specifico mettendo in atto strategie di trasparenza (parlare lentamente, ripetere tante volte le stesse parole, fare pause più lunghe) e usando strategie extralinguistiche per mantenere alta l’attenzione. Nel terzo video, il gioco sensoriale delle spezie, l’educatrice programma una scoperta guidata di sensazioni ed emozioni, apprese e ricalate nella realtà, con l’obiettivo di aiutare i bambini nella creazione del pensiero e alla successiva verbalizzazione. L’educatrice favorisce i flussi di parlato e alterna momenti di parlato referenziale all’uso di strategie linguistiche che variano tra fenomeni di elaborazione e di semplificazione del discorso.
OBIETTIVI
- Formazione dell’identità culturale legata alla propria lingua d’origine vista in relazione con lingua e modelli di vita differenti
- Accogliere le differenze, riconoscerle, dare risposte a bisogni e aspettative nuove delle diverse famiglie
- Sviluppare nuove strategie educative e riorganizzare i propri saperi e modalità didattiche
- Valorizzare le lingue d’origine e renderle visibili all’interno del nido
- Analizzare l’input linguistico di italiano L2 delle educatrici e riflettere sul modello di lingua offerto ai bambini stranieri
METODOLOGIA
L’itinerario ha previsto:
- Due incontri con i genitori, stranieri e autoctoni, per riflettere sui modelli educativi offerti dal servizio
- Un incontro con i genitori stranieri per la realizzazione di un poster plurilingue. Una volta scelti i testi, la traduzione è avvenuta nei rispettivi ambienti familiari con il coinvolgimento quindi di tutta la famiglia
- Tre attività didattiche (lettura libro, tombola, gioco sensoriale: le spezie) riprese con videocamera e successiva analisi del parlato delle educatrici
RISULTATI
Il nido si conferma un contesto privilegiato di confronto e apprendimento linguistico. I bambini sono a contatto con una lingua la cui esposizione è sostenuta e guidata con modalità espressive modificate (teacher talk, foreigner talk, baby talk). Lo stile articolato e le scelte di registro diverse garantiscono ai bambini stranieri, il cui unico modello linguistico dell’italiano è spesso quello del nido, la ricchezza strutturale e funzionale necessaria al successivo successo scolastico. La valorizzazione delle lingue d’origine dimostra che la nostra società riconosce prestigio ad alcune lingue e lo nega ad altre influendo sul loro mantenimento: molte famiglie hanno ceduto in favore della L2 e relegato il ruolo della lingua materna al solo ambito dell’oralità con perdita di competenze, soprattutto grafiche, che determineranno per le seconde generazioni l’abbandono della L1.
BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA
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Contento S., Crescere nel bilinguismo, Roma, Carocci, 2010
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