Mi è tornata in mente la poesia di Gianni Rodari:
C’è una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri, professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle
quando ho visto la foto di Omran, salvato dalle macerie di Aleppo dove si spara ancora per la tregua che non c’è. Omran ha 5 anni, perciò è nato che c’era la guerra, è cresciuto in guerra, non ha mai visto un giorno di pace. Il suo sguardo ha dato una lezione al mondo intero. Insieme a lui sono stati estratti dalle macerie i suoi fratelli di 1 e di 3 anni, Omran spera di salvarsi insieme a loro.
Come Ahmed, 13 anni, che dal’Egitto è venuto da solo in Italia per salvare suo fratello Farid, affetto da piastrinopedia.
Omran e Ahmed hanno tenuto una lezione magistrale sul tema della fratellanza.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e cosi cosi.
Omran resta solo nell’ambulanza. Non piange, non parla. Si passa la mano sul viso, come fanno i bambini appena svegli. Ma capisce che c’è qualcosa di strano: è il sangue che gli scende dalla testa. Lo guarda ma neanche allora piange. Rimane in silenzio fino a quando nell’ambulanza arrivano i suoi fratelli.
Ci sono esami tutti i momenti, ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Omran, che avrà 20 anni nel 2030, chissà se potrà andare a scuola, correre, giocare con i suoi fratelli. Se imparassimo la lezione che ci ha detto, potrebbe accadere.