a cura di Marianna Langella e le Mileggiamè
A Genova c’è un luogo affacciato sul mare che è il più grande spazio dedicato alla letteratura per bambini e ragazzi nella città: la biblioteca Edmondo De Amicis.
Qui si possono ascoltare, magari un sabato pomeriggio, accoccolate sul tappeto morbido, le Mileggiamè , un gruppo di lettura ad alta voce per bambini grandi e piccoli. Oppure potete trovarle una mattina in una scuola, ad animare un teatrino Kamishibai, o ancora, in un pomeriggio estivo, nella piazza di un paesino dell’entroterra, a leggere di alberi e tracce di lupi.
È evidente che si divertono le Mileggiamè, a leggere forte e soprattutto a farlo insieme. Sono diverse per età, formazione ed anche stili di lettura. Però sempre più si riconosce un’idea comune nella scelta dei libri e nell’interagire con i bambini che si hanno di fronte.
Negli ultimi venti anni, anche a Genova come in Italia, è cresciuta una gran passione per la lettura ad alta voce. Una pratica che è uscita dalle case del secolo scorso, quando la televisione non c’era ancora e la sera si ci ritrovava ad ascoltare storie e a sfogliare pagine di libri con tante parole e poche illustrazioni. A volte le librerie, le biblioteche, le associazioni culturali sono i luoghi dove nascono e si sviluppano questi gruppi interessati a dare voce e sguardi a storie e a pagine di carta. E poi, nonostante i dati allarmanti sulle scarse percentuali di lettori nel nostro paese, che ci pongono fra gli ultimi in Europa, già da tempo si assiste ad una inversione di tendenza, almeno per quanto riguarda l’offerta per l’infanzia, con una produzione qualitativamente di alto livello coniugata ad una nuova sensibilità editoriale.
Vedendole tutte insieme è inevitabile chiedersi come si sono incontrate, come è iniziata la loro esperienza, qual è la loro provenienza.
Nel 2009 abbiamo frequentato insieme, alla Biblioteca De Amicis, un corso sulla lettura ad alta voce, “Leggimi forte”, rivolto a genitori, nonni, ed educatori su come e cosa leggere ai bambini. Francesco Langella e Luisa Savoia hanno organizzato gli incontri con letture e riflessioni. Dopo questo percorso abbiamo deciso di sperimentarci in un gruppo di lettura ad alta voce che avrebbe animato i sabati in Biblioteca. Al gruppo iniziale si sono poi aggiunte altre lettrici. La scelta del nome è stata veloce: Graziella con uno schiocco di dita ce l’ha messo su di un piatto d’argento ed è subito piaciuto a tutte. Il senso è evocare il linguaggio infantile in una forma semplice e diretta, come fanno i bambini: LeMileggiamè. Ci siamo sedute intorno ad un tavolo partendo da esigenze diverse. Qualcuna pensava ad un domani prossimo da pensionata , altre avevano scoperto da poco gli albi illustrati e ne erano rimaste affascinate , qualcuna desiderava sciogliere quella naturale timidezza che si prova a parlare in pubblico, c’era chi desiderava conoscere meglio i “librini” per i più piccoli per prepararsi e allenarsi alla nonnitudine.
Un gruppo eterogeneo per età, provenienza e formazione: a questo punto siamo curiosi di conoscervi.
Tra di noi ci sono ex insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, una educatrice, una archivista appassionata di ricerca bibliografica che già da piccola avrebbe voluto leggere ai bambini. Graziella, grafica, si è fatta contagiare dalla passione per gli albi illustrati frequentando le educatrici del nido; per Laura, che si occupa di disagio psichico, il raccontare e raccogliere le parole degli altri è parte del proprio impegno.
Per alcune di noi la passione per la lettura ha radici profonde nell’infanzia, ”nelle letture serali del mio papà”, dice Lorenza. Lo stesso per Alba, appassionata lettrice che continua a perdersi nell’incanto delle biblioteche.
Per altre è parte integrante di un percorso professionale: Ludovica, con la sua tesi in etnografia africana, oggi è responsabile della Biblioteca africana Borghero di Genova ed esperta di fiabe africane. Per le insegnanti la lettura è stata una consuetudine che ha arricchito le giornate a scuola ed intorno alla quale sono nati eventi, progetti, incontri.
Nell’introduzione si accennava ad alcuni luoghi in cui è possibile ascoltarvi ma vorrei sapere di più sulla vostra attività
L’inizio è stato avventuroso. Una giornata piena di vento nel Porto Antico di Genova.
Eccoci a Lettura tour 2009 sabato 10 ottobre.
L’incertezza era tanta, il vento soffiava forte ma abbiamo fatto la nostra parte nella maratona di storie all’aperto.
E, subito dopo, le Mileggiamè sono diventate, e sono ancora, una presenza regolare nello spazio di lettura del sabato alla De Amicis. Leggiamo nello spazio morbido ad anfiteatro, pensato anche per i piccolissimi. Sapevamo che non sarebbe stato semplice leggere e farsi ascoltare in uno spazio che invita al movimento e al gioco. Ma chi ha mai detto che per ascoltare una storia bisogna stare sempre fermi? I temi delle letture sono i più diversi: “Storie matte” a Carnevale, “Storie di Lupi” “Storie per crescere”, “Babbe letture” a Natale….


Siete presenti anche ad altre iniziative al di fuori della Biblioteca Edmondo De Amicis ?
Ci piace leggere all’aperto per le strade o nelle piazzette, luoghi che sembrerebbero non adatti alla lettura ma che ci permettono di raggiungere anche bambini che non frequentano le biblioteche, ad esempio in uno spazio gioco, al Festival Suq al Porto Antico, nell’ambito del “Flashbook – letture a ciel sereno” nell’entroterra genovese. Poi ci sono le scuole che ci chiedono letture a tema, anche in occasione di ricorrenze come la Festa della Liberazione o il giorno della Memoria, o su argomenti oggetto di Unità Didattiche o progetti. E ancora eventi ed iniziative, come il Maggio dei libri.


Oltre ai libri illustrati avete utilizzato altri strumenti per raccontare storie?
Talvolta abbiamo accompagnato la lettura di libri, testi o poesie con un tappeto musicale o con la proiezione di immagini a tema. Poi è accaduto che in una biblioteca lontano da Genova abbiamo scoperto il Kamishibai, “teatro di carta “. E’ una forma di narrazione giapponese che si avvale dello scorrimento di immagini in successione attraverso una cornice, ciascuna accompagnata dal proprio testo narrativo. La cornice che sostiene le immagini è progettata per diventare una valigia che si apre e si chiude. Per questo le storie Kamishibai si chiamano storie in valigia. Quel teatrino è diventato un supporto prezioso che le Mileggiamè utilizzano spesso per la forza evocativa ed il coinvolgimento delle immagini. Oggi può essere considerato un genere della letteratura infantile e anche in Italia si pubblicano storie per Kamishibai. Abbiamo scoperto che ha appassionati in Spagna, Germania, Svizzera, Messico e Marocco. Questo genere di narrazione ci ha avvicinato ai testi di Tara M.McGowan e Carhy Spagnoli, studiose che l’hanno identificato come strumento per insegnare il processo di scrittura e lavorare sulla comprensione dei testi


È evidente il vostro piacere di leggere ad alta voce ma, secondo voi, qual è la sua azione educativa ?
Leggere ad alta voce fa bene a chi legge e noi lo sperimentiamo, ma l’importanza della lettura ad alta voce è oramai riconosciuta a livello internazionale. Donata Ripamonti, docente di letteratura per l’infanzia a Milano Bicocca, scrive: “Numerose ricerche hanno ampiamente dimostrato che l’educazione alla lettura fin dalla primissima infanzia è un’attività fondamentale per lo sviluppo di abilità linguistiche cognitive, emotive, percettive”. Ascoltare storie stimola la curiosità, educa lentamente all’ascolto, aumenta i tempi di concentrazione e avvia i bambini molto piccoli verso i processi immaginativi.
Per papà e mamme, stare con un libro in mano vicino ai propri figli bambini è certamente un positivo segno di intimità, un desiderio di comunicare e di ascoltarsi. A volte i ritmi di lavoro e le difficoltà della vita quotidiana rendono le comunicazioni fra genitori ripetitive e faticose: inserire, con determinazione e dolcezza, l’abitudine di sfogliare un libro insieme in un momento della giornata può davvero far scoprire, anche ai genitori, la meravigliosa sensazione di rilassarsi con una storia. Nelle nostre letture cerchiamo di favorire la presenza di bambini ed adulti insieme. A volte scopriamo sguardi di adulti meravigliati e stupiti di vederci cantare e ripete parole con il ritmo da “filastrocchiere”che Bruno Tognolini ci ha insegnato.
Cosa consigliare a giovani genitori, insegnanti e a tutti quelli che desiderano stare vicino ai bambini con un libro da leggere o una storia da raccontare ?
Vi diciamo con energia “FATELO”, senza se e senza ma. Preparate la vostra voce, non con esercizi di dizione o corsi di teatro ma usatela e riascoltatela senza vergogna. Cantate tiritere e filastrocche, leggete con calma ad alta voce, lentamente e dando un tempo al respiro. Preparate la voce nel tempo dei nove mesi della gravidanza. Vi consigliamo come meraviglioso esercizio la lettura de “I canti dell’attesa” di Sabrina Giarratana. Lo spazio della lettura dovrebbe essere un luogo fisico e della mente che spinga al raccoglimento ed alla concentrazione, un luogo al riparo da rumori, chiacchiere e movimenti. Identifichiamo uno spazio nelle nostre case (il lettone, il lettino, la poltrona preferita di papà). A scuola, sovente basta un angolo con mensole e una cesta colma di libri ed un luogo diventa “nostro”, riconoscibile anche in uno spazio scolastico. Si potrebbe pensare ad un tappeto, cuscini, sedie e qualche tavolino, dove i libri possano esser disposti su mobili o scaffali immediatamente raggiungibili dai bambini che possono così scegliere i loro preferiti guardandoli e riguardandoli in completa libertà.
Sul divano c’è una piccola valigia di cartone vintage qua e là decorata da illustrazioni. Dentro e fuori un ventaglio di libri. Sono i vostri libri del cuore?
Ognuna di noi ha nel cuore libri che ama leggere e rileggere perché piacciono ai bambini e piacciono ancor di più se chi legge comunica il suo divertimento nel farlo.
Inevitabile condividere nel gruppo la propria bibliografia personale. I titoli e le storie che si affacciano sono molti e diversi, anche se prevalgono i libri illustrati.
Eccone alcuni:
Sembra questo sembra quello di Maria Enrica Agostinelli
A caccia dell’orso di Michael Rosen e Helen Oxenbury
Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak,
Che rabbia di M.D’ Allance
Zuppa di sasso di Anais Vaugelade e A. Morpurgo
Il Mostro peloso, di Henriette Bichonnier e Pef
Le streghe di Roald Dahl e Q. Blake
L’incredibile storia di Lavinia di Bianca Pitzorno e E. Bussolati
La città che sussurrò di Jennifer Elvgren
Poi ci sono titoli e personaggi ormai storici: alcune di noi sono invecchiate sfogliando le storie della cagnolina Pimpa e hanno scoperto dagli anni 80 i “Cappuccetti” ideati da Bruno Munari. Ed ancor oggi ci divertiamo a leggere drammatizzare ad esempio la fiaba popolare russa “La Rapa” o “A caccia dell’orso”.
Qualche desiderio delle Mileggiamè realizzato ?
Andare alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna è diventato un appuntamento. Siamo ritornate più volte, per affacciarci, con grande stupore, su un mondo che ha per protagonisti autori, editori, illustratori. E per riempirci gli occhi di libri. Solo lì si possono vedere dal vivo persone e personaggi, sentirli raccontare di sé. Siamo state testimoni della prima volta a Bologna della casa editrice Uovo Nero che crea libri dedicati a tutti i bambini, con accorgimenti “speciali” anche per quelli che hanno difficoltà motorie e/o di lettura”; abbiamo visto per la prima volta in carne ed ossa Kvéta Pacovskà: un corpo minuto, il volto di una persona che è nata nel 1928. L’abbiamo guardata da lontano, osservata nello stand dove firmava i suoi libri. Abbiamo ascoltato Bruno Tognolini suscitare emozioni ed evocare immagini presentando il suo libro “Il giardino dei musi eterni”. Abbiamo scoperto, seduto al tavolo ad incontrare giovani illustratori di tutto i mondo, Katsumi Komagata, nel prestigioso stand della casa editrice francese Trois heures. E ci è anche capitato di ricorrere i nostri scrittori preferiti o intravedere un vecchietto aprire il suo portfolio di illustrazioni in uno stand americano e riconoscere il più famoso degli illustratori italiani.
Un altro sogno realizzato: abbiamo organizzato a Genova due sabati speciali con due dei nostri scrittori preferiti per conoscere da vicino il loro lavoro sulle rime e sulle storie e farli conoscere a maestre e maestri: nel 2015 Bruno Tognolini e nel 2016 Janna Carioli .

