La maggioranza dei residenti nel condominio di Via Anfossi 36 a Milano ha fatto causa al nido “La locomotiva di Momo“che ha sede in quel condominio perché se ne vada e in primo grado ha vinto.
Finalmente è stata trovata una strada per chiudere i nidi: laddove non riescono i sindaci possono riuscire i condomini!
Il nido sarà costretto a trasferirsi perché “il vociare dei bambini che entrano ed escono disturba gli abitanti del palazzo”. I nidi pubblici non bastano neanche a Milano per accogliere tutte le richieste e allora il Comune si appoggia ai privati in convenzione. Difficilmente però si riesce a trovare un nido come la “Locomotiva di Momo” che ha 600 metri quadrati luminosi per cento bambini (e 21 persone che lavorano con contratto) e di fronte il parco. La struttura è stata completamente insonorizzata ma le maestre osano portare i bambini fuori al parco. Per tenere però sotto controllo la vivacità dei piccoli si sono inventate “la bolla del silenzio” durante il passaggio dal nido al parco. Sospira un’educatrice “Loro quasi non osano respirare, tutti zitti e ordinati attraversano quel vialetto”. Perché bisogna conoscere un altro miracolo a Milano: l’Assessore Chiara Bisconti si è battuta per l’apertura dei cortili al gioco dei bambini. Quindi la crociata dei condomini raggiunge un doppio obiettivo ridà “valore e prestigio” al condominio e fa piombare il parco in un silenzio di tomba.
Qualche pagina prima il Corriere della Sera dava notizia che fra pochi mesi gli ultra 65enni supereranno i piccolissimi tra 0 e 4 anni. Quindi se già è facile ora prendersela con i bambini, d’ora in avanti lo sarà sempre di più visto che si tratta di una minoranza clandestina perché non ha diritto di voto. Visto l’aria che tira, farebbero bene a preoccuparsi anche le maestre che si occupano di bambini. Stanno aumentando in modo sproporzionato rispetto al passato le denunce di insegnanti di nidi e infanzia per maltrattamenti e di conseguenza prende piede la richiesta di installare le telecamere di sorveglianza all’interno delle strutture per l’infanzia. In provincia di Modena le stesse forze politiche contrarie all’accoglienza degli immigrati stanno raccogliendo firme per l’istallazione delle telecamere. Come se non fosse abbastanza stressante lavorare con i bambini fino a 66 anni, d’ora in poi oltre alla sindrome di burnout funzionerà lo stesso meccanismo che tocca alle guardie carcerarie: vivono in prigione anche loro.
Una bolla di silenzio circonderà la voce della vita dei bambini.
Abito sulle colline del Friuli, 20 km a nord di Udine, un paese di 6700 abitanti, ho la fortuna di avere un grande giardino dove durante le vacanze i miei 4 nipotini (10, 8, 6, 5 anni) si divertono tantissimo fra giochi , risate, grida, allegria ecc. Attirano anche i bambini del vicinato, che, ASSURDO e INCREDIBILE nei loro giardini non si può camminare sull’erba, VIETATO giocare a palla……a nascondino….arrampicarsi sugli alberi…
CORRERE……SALTARE…..GIOCARE…..RIDERE… VIETATO ESSERE BAMBINI!!!!!!
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