Nuove ricerche avvisano: da molti nemici invisibili i bimbi si difendono da soli.
Meglio saperlo fin dal primo momento. Perché poi con l’età anche i pericoli crescono …
Vittorio Zucconi
Racconta una vecchia filastrocca semiseria sul rapporto fra neonati, succhiotti e genitori:
Quando al primo figlio cade il ciucciotto per terra, la madre si fionda a sterilizzarlo subito, possibilmente in acqua bollente.
Quando al secondo figlio cade il ciucciotto, la madre lo sciacqua sotto l’acqua corrente.
Quando al terzo figlio cade il ciucciotto, mamma se lo strofina contro il vestito e glielo rimette in bocca.
Quando al quarto figlio cade il ciucciotto, la mamma lascia che se lo recuperi da solo, eventualmente battendosi col cane che lo ha mordicchiato golosamente.
Quiz: quale, fra queste quattro, è la decisione igienicamente corretta?
Essendo ormai rara una famiglia con quattro figli, la storia del succhiotto caduto difficilmente trova riscontri empirici, ma una nuova ricerca condotta congiuntamente da facoltà di Pediatria e Immunologia americane e australiane su migliaia di bambini seguiti fino all’età adulta tende a insinuare il sospetto che il componimento numero quattro sia il più saggio e il più vantaggioso a lungo termine.
Gli studiosi non hanno pretese di conclusioni drastiche o di indicazioni cliniche. Hanno soltanto osservato che i giovani adulti che da bambini erano stati più esposti ai comuni germi tra i quali nuotiamo, che avevano usato il ciuccio caduto o addirittura (orrore per la mia mamma che dal cielo sta scagliando fulmini contro le università australiane e americane) si erano mordicchiati le unghie ricettacolo di ogni microschifezza, tendono a soffrire poi molto meno di allergie, intolleranze alimentari e comuni infezioni stagionali.
Non è questo il primo, né sarà l’ultimo, studio epidemiologico che avanza il dubbio, soltanto il dubbio, che la nostra moderna ossessione per la sterilizzazione dell’ambiente nel quale il neonato comincia il suo viaggio nel mondo possa essere controproducente.
Contenute, se non eliminate, le grandi e micidiali epidemie grazie ai vaccini che restano profilassi indispensabile, l’esposizione ai comuni germi che nessuna precauzione può eliminare – essendo parte essenziale della vita sul pianeta quanto lo siamo noi umani – può aiutare il sistema immunitario dell’adorata creaturina. Può insegnargli a mobilitarsi contro nemici esterni e riconoscerli anziché rivoltarsi contro se stesso, essendo il sistema immunitario un instancabile attaccabrighe che non sa mai stare senza far niente.
Da genitore e da nonno, senza alcuna conoscenza scientifica, non offro consigli. Ho vissuto troppo intensamente la “sindrome del primo nato” per non sapere quanto sia irresistibile. Al primo starnuto, brivido o mal di pancia mi chinavo sulla culla della mia prima nata con mascherina chirurgica e guanti di gomma, nel timore di infettarla. Con il secondo nato, maschera, guanti, precauzioni, di succhiotti o di gingilli da mordicchiare scomparvero e i due figli sono cresciuti senza apprezzabili differenze di cagionevolezza o di fragilità. Nessuno raccomanda che i bambini bevano l’acqua delle pozzanghere come i cani o si mangino le unghie, ma l’ossessione della sterilizzazione può essere controproducente per loro, oltre che nociva all’igiene mentale dei genitori con tendenze maniacali.
E la stessa ansia che ci travolge quando, anni più tardi, la neonata sopravvissuta all’aggressione dei germi uscirà da sola alla sera per la prima volta e vorremmo farla scortare da squadre di eunuchi (non si sa mai, anche con le guardie del corpo) armati di scimitarre. O quando ci troveremo a immaginare automobili e motorini circondati da ciambellone di gomma per attutire ogni caduta o urto.
Ci si rassegna a fatica al pensiero che i nostri neonati, i nostri figli, dovranno vedersela con le stesse minacce batteriologiche, virali oppure – le più pericolose – umane che affrontiamo noi e commetteranno i nostri stessi errori. Poi ci si rassegna a non considerare ogni lecca lecca caduto per terra e succhiato una bomba biologica, come adombra la ricerca, e ogni ragazzo uno stupratore con pulsioni omicide.
Magari ricordando quello che mio padre mi disse, davanti alla mia prima figlia: «Stai calmo e ricordati che i figli crescono nonostante i genitori».
Ddonna, 30 luglio 2016