Educazione alla vivibilità e metodo Reasearch Based Learning©
Emanuela Fellin e Ugo Morelli
Adesso sappiamo di sapere di non essere sopra le parti come specie umana sul pianeta Terra.
Questa consapevolezza, certo non del tutto diffusa e assodata, tuttora parziale ed incompleta, mostra però di non bastare per cambiare idee e comportamenti correlati alla vivibilità, al paesaggio, all’ambiente e alla natura.
Non si traduce, infatti, in azioni e comportamenti coerenti ed efficaci ai fini di consentire una vivibilità efficace a noi e alle altre specie viventi.
In particolare siamo noi della specie homo sapiens i principali responsabili della crisi della vivibilità, intesa come equilibrio dinamico sufficientemente efficace e duraturo nelle interdipendenze tra comportamenti, demografia, economia, cultura in un ecosistema.
I nostri comportamenti sono basati tuttora su un modello ECO-DE-BE [che pone a priorità le ragioni dell’economia some se fossero indipendenti (ECO), e solo in secondo luogo considera la demografia e l’equilibrio demo-economico (DE), per trattare i comportamenti come fattore residuo (BE)].
Non riusciamo a tutt’oggi a generare modelli di comportamento BE-DE-ECO (tali da porre a priorità i comportamenti, compresi quelli connessi alla demografia, per integrare in essi l’economia).
Ciò sembra accadere non tanto e solo per ragioni tecniche ma per “ignoranza ignorata”; per il modo in cui educhiamo le nostre menti e i meccanismi che governano le nostre emozioni e i nostri pensieri: quegli stessi meccanismi che molto spesso si trasformano in veri e propri nemici dei nostri buoni propositi e ci portano a ottenere esiti indesiderati e comunque contrari ai nostri stessi auspici.
La principale fonte di rischio è, allora, nelle nostre menti e nei modi in cui ci educhiamo e educhiamo le nuove generazioni. Ovvero nel sistema corpo-cervello-mente che dà vita ad azioni e movimenti inappropriati a generare comportamenti adatti a una vivibilità possibile per noi e le altre specie viventi sul pianeta Terra.
L’educazione, come azione per tirar fuori da noi stessi potenzialità e capacità inespresse e cercare forme di vita appropriate nella coevoluzione con gli altri e il mondo, può agire per affrontare resistenze e difese, processi di path dependence e di compassion fade e altre forme di ostacoli affettivi e cognitivi, ma soprattutto per favorire l’evoluzione e l’emancipazione di comportamenti immediati e pratici verso modi di essere e di agire adatti a creare una vivibilità possibile negli ecosistemi in cui viviamo.
Teoria e metodo si combinano nell’approccio Research Based Learning© messo a punto e sperimentato in questi anni nell’educazione riguardo ai problemi globali e controversi e, in particolare, nell’educazione alla coevoluzione con la natura, all’ambiente, al paesaggio e alla vivibilità.
Emanuela Fellin
Pedagogista clinica; responsabile del Programma Unesco per la formazione e la ricerca scientifica, Muse, Museo delle scienze, Trento; responsabile dei Laboratori di ricerca e applicazione presso il corso di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Università degli Studi di Bergamo.
Ugo Morelli
Professore di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni e di Clinical Psychology of Groups and Institutions presso l’Univesità degi Studi di Bergamo; Direttore scientifico del World Natural Heritage Management Master Unesco, Trento, e della Rete della formazione e della ricerca della Fondazione Dolomiti Unesco.