
Enea Nottoli
Il cammino condiviso da alunni, docenti e famiglie verso la consapevolezza dell’essere autonomi all’interno di un percorso didattico condiviso
La visita alla Evangelische Schule “Dr Eckart Schwerin” avvenuta nel periodo dal 5 al 13 di Maggio 2017, ha coinciso con un ben più ampio programma di scambio culturale all’interno del progetto Erasmus, a cui L’Istituto Comprensivo Don Aldo Mei di San Leonardo in Treponzio, Capannori, ha partecipato con grande trasporto nel triennio dal 2015 al 2017. Italia, Portogallo, Germania, Turchia, Inghilterra e Martinica hanno attivato un percorso di scambio tra studenti, docenti e soprattutto tra i diversi modi di pensare e di concepire il sistema scolastico. I ragazzi coinvolti, tra i 10 e i 18 anni a seconda del Paese coinvolto, hanno ospitato e a loro volto sono stati ospitati, entrando in contatto con l’idea concreta di integrazione.
L’ultimo incontro si è svolto ad Hagenow, cittadina di circa 13.000 abitanti ad un’ora da Amburgo e appartenente all’ex Germania dell’Est. Durante il soggiorno, oltre alle varie attività extrascolastiche e scolastiche, ho potuto assistere al regolare svolgimento delle lezioni e, dunque, confrontarmi con un sistema scolastico diverso da quello abituale. La struttura è privata e di ispirazione religiosa, evangelica, ma la cosa che maggiormente sorprende è la ricerca non tanto della fede religiosa, quanto della completa autonomia del bambino.
Un punto questo di fondamentale importanza, attorno al quale ruota tutta la struttura della scuola, non solo quella fisica ma anche quella didattica in cui si tende a mettere in risalto proprio l’individuo come essere unico e successivamente come membro di una congregazione.
Chi si aspetta di visitare una scuola rigida, sotto lo stretto controllo della religione ne rimane completamente deluso e spiazzato, poiché nonostante ci siano momenti dedicati alla preghiera, questi risultano essere meno invasivi di quanto non lo siano indirettamente nella scuola italiana o in qualsiasi altra scuola pubblica. Tutto sembra essere vissuto in modo molto sereno e naturale, senza interventi drastici o “ingombranti”.
L’indirizzo della scuola
La scuola ha sicuramente un’impronta religiosa, mette in evidenza alcuni dei capisaldi della religione evangelica quali il guardare alle diverse pedagogie “sotto il comando di Dio”, insegnare agli alunni l’amore caritatevole di Dio, la visione cristiana dell’uomo e un orientamento educativo verso la parola delle sacre scritture.
La scuola è stata fondata da un gruppo di genitori nel 2003 ed è stata riconosciuta dallo Stato.
Gli studenti sono divisi in anni: dal 1° al 4° si forma il blocco iniziale dove gli studenti lavoro in modo misto senza distinzione di classe e, dove, la lezione frontale ancora non fa la sua presenza. Gli alunni del 5° e 6° anno continuano a lavorare in gruppi misti, ma nel percorso didattico comincia a fare la sua presenza la lezione frontale, proprio in preparazione a ciò che avverrà nella scuola pubblica secondaria.
L’educazione all’interno della scuola è intesa come un percorso non solo didattico, ma preparatorio a ciò che sarà la vita reale. I principali aspetti sono:
- Educazione come auto-apprendimento del bambino con l’acquisizione di auto-determinazione delle competenze con l’apprendimento che assume un senso di scoperta attraverso un metodo naturale;
- Esplorazione than-life dell’ambiente di apprendimento;
- Imparare l’uno dall’altro, attraverso la rivisitazione la contestualizzazione di alcuni approcci pedagogici: Montessori, Petersen, Freinet e Freire;
- Educazione come aiuto per gli studenti nel loro cammino verso l’indipendenza.
Una serie di indicazioni molto chiare, in grado di delineare sin da subito un approccio moderno e contestualizzato della didattica, in grado di essere non solo da supporto in quanto strumento di apprendimento concettuale, ma soprattutto come strumento attraverso il quale raggiungere la propria autonomia e indipendenza.
La pedagogia viene rivisitata in modo moderno e adeguata a quelle che sono le richieste dell’utenza, alle esigenze del futuro prossimo e del presente.
Ovviamente anche per gli insegnanti che si avvicinano a questa scuola esistono delle “regole” o meglio, delle indicazioni ben precise:
- Accettare la personalità degli studenti e di rispettarli a prescindere dalle loro prestazioni fisiche e mentali;
- Rendere le lezioni un momento di “vita”;
- Accettare i punti di forza e di debolezza degli studenti;
- Far vivere agli studenti la scuola non solo come un luogo di apprendimento ma anche come un luogo di vita.
È dunque un percorso condiviso che associa la parte didattica a quella esperienziale e, in cui, ognuna delle parti in causa porta la propria esperienza finalizzata alla crescita individuale, collettiva e reciproca.
I luoghi del sapere
Ciò che contraddistingue un percorso educativo da un altro non risiede esclusivamente nei contenuti, bensì in altri elementi quali la struttura e la dislocazione delle aule adibite ai vari apprendimenti.
Nella scuola di Hagenow la struttura risulta piuttosto interessante con una serie di aule adibite all’attività scolastica, quattro al piano terra per i primi quattro anni ed una al secondo piano per il quinto e sesto anno; oltre a queste, nella struttura principale ci sono l’aula di musica e inglese, l’aula per incontrarsi tutti insieme, l’aula per le attività manuali, per l’insegnamento della religione e, ovviamente, uno spazio dedicato agli insegnanti.
Oltre al blocco centrale, all’esterno esiste un secondo blocco dentro il quale troviamo la palestra, l’aula per la ceramica e il mosaico, l’aula per l’attività di inglese con i computer connessi e una lim oltre ad una stanza utilizzata per il corso pomeridiano di cinematografia.
Gli spazi esterni sono ampi e ben congeniati: due campi da calcetto con terreno in sabbia (la sabbia è presente ovunque all’esterno), uno spazio con giochi strutturati e una serie di spazi per il gioco libero oltre ad un campo in cemento per la pallacanestro.
Non manca nemmeno l’angolo dell’orto scolastico: non curato all’eccesso o artefatto, ma molo naturale e in cui si vedono le mani dei bambini e non degli adulti. Qualche erbaccia qua e la rende il tutto molto armonioso e naturale.
Così come allo stesso tempo non mancano angoli bui, dove l’occhio degli insegnanti non può arrivare e, dove l’attività dei ragazzi si svolge in modo completamente autonoma, senza l’ansia di chi deve controllare.
Lo spazio interno ed esterno denotano sicuramente una certa attenzione al tutto più che al particolare, con la netta sensazione che ogni ambiente abbia come scopo principale la possibilità di essere vissuto e sfruttato appieno dagli utenti, siano essi gli alunni, gli insegnanti, i genitori oppure dei semplici visitatori.
Fuori da ogni classe ci sono gli angoli per i giacchetti e le scarpe, visto che a scuola si sta o scalzi oppure con delle ciabatte; non c’è la precisione museale, c’è il giusto caos che un’utenza indipendente tra i 6 e i 12 anni può creare. Qualche scarpa è nel mezzo mentre qualche giubbotto è per terra, ma ciò che importa è che nessun adulto si intromette in questa gestione.
La scuola di Hagenow non è un luogo-museo, bensì un luogo che viene vissuto in ogni suo interstizio e in ogni istante della giornata.
Le aule
La prima sensazione che si prova entrando nelle aule al piano terra è quella di essere dentro una scuola che sperimenta il modello senzazaino, oppure di essere all’interno di una struttura adibita alla scuola dell’infanzia. Un tavolo messo in un angolo si presenta come la cattedra, mentre il resto dell’aula è divisa in angoli di lavoro che si alternano, nella parte centrale, con gruppi di tre-quattro banchi uniti tra loro frontalmente. In ognuna delle aule esiste una lavagna sulla quale vengono scritte le indicazioni didattiche della settimana, un angolo adibito alla condivisione in cerchio, stando seduti per terra sopra un tappeto circolare, una zona cucina oltre ad una zona computer e ad una dedicata alla lettura.
Oltre ai tavoli messi frontali troviamo anche una serie di scaffali e, in ogni aula un mobile circolare dentro il quale vengono tenuti tutti quei materiali, che durante la giornata sono indispensabili per lo sviluppo delle attività sia didattiche che ludico-didattiche. Ogni aula è un ambiente completo, un luogo dove gli alunni possono trovare tutti ciò di cui hanno bisogno e dentro il quale, in fasi alternate possono anche mangiare. È dentro, infatti, che si consumano la merenda e il pranzo proprio per sottolineare la poliedricità e la non esclusività del luogo: del resto anche il cibo, la sua fruizione e la sua struttura fanno parte di un percorso didattico completo in cui tutti gli elementi sono strettamente collegati.
Le aule dunque si presentano come elementi completi, dentro le quali è possibile svolgere una serie di attività che vanno dalla didattica pura alle attività laboratoriali.
Il panorama cambia leggermente nella classe al piano superiore dove gli alunni del quinto e sesto anno svolgono le loro attività. Qui i banchi assumono una posizione più similare a quella della scuola tradizionale anche se disposti a ferro di cavallo, mentre la cattedra è posta frontalmente ai banchi stessi e difronte si apre una lavagna molto ampia.
Così come la didattica anche gli ambienti si modificano a seconda delle esigenze future: questi alunni si troveranno ben presto a fare i conti con la scuola pubblica e dunque vengono preparati per affrontare un nuovo percorso.
Ciò che accumuna tutte e cinque le classi sono la ricchezza di materiali, di opportunità e la divisione in angoli di lavoro; all’interno della stessa classe sarà quindi possibile trovare un gruppo di bambini che fanno matematica, un gruppo che si approccia ai giochi strutturati, un gruppo che disegna e una sola bambina che legge indisturbata in angolo. Decisamente qualcosa di insolito in una struttura tradizionale, ma che ricorda molto i servizi per l’infanzia, dove la possibilità di scelta risulta essere, almeno in alcuni casi, più ampia ed anche individualizzata.
Documentazione:
Amburgo, servizi NOA e non solo: la scuola primaria di Hagenow