Effetti dell’asilo nido sulle capacità cognitive e non cognitive dei bambini
A Siracusa si è tenuta la XVIII Conferenza Europea della Fondazione Rodolfo Debenedetti “Child Care Policies“. Durante i lavori sono stati presentati due rapporti:
- “Effetti dell’asilo nido sulle capacità cognitive e non cognitive dei bambini” a cura di Andrea Ichino, Margherita Fort e Giulio Zanella.
- “Child care policies in the US,UK and Italy”a cura di Daniela Del Boca, Christopher Flinn, Daniela Piazzalunga, Chiara Pronzato, Giuseppe Sorrenti e Matthew Wiswall.
Il I° rapporto coordinato da Andrea Ichino raccoglie i dati che riguardano una città italiana in cui sono presenti circa 70 asili nido pubblici, privati o convenzionati. Ogni anno sono disponibili circa 1.500 posti-nido, a fronte di una domanda proveniente da circa 2.000 famiglie. Quindi ogni anno sono esclusi 500 bambini, il 25% di quelli che presentano domanda di ammissione.
Il gruppo ha studiato gli effetti dell’asilo nido su:
- quoziente intellettivo
- sui tratti della personalità e problemi di comportamento
- salute
Q.I. = La frequenza del nido in età 0-2 anni ha effetti negativi sul quoziente intellettivo dei bambini nel medio termine.
Comportamento = Lo studio non registra alcun effetto significativo sui tratti della personalità.
Salute = La frequenza al nido genera vantaggi in termini di salute, riducendo la probabilità di essere sovrappeso all’età di 8-14 anni. L’effetto è più forte per i bambini che per le bambine.
I risultati di questa ricerca suggeriscono,secondo il gruppo di studio:
- Il rapporto educatori/bambini è da tenere in seria considerazione per prevenire effetti negativi sullo sviluppo cognitivo.
- Sono possibili eterogeneità di genere sugli effetti del nido sui tratti cognitivi, pertanto, alcune differenziazioni nel trattamento di bambini e bambine nei nidi potrebbero essere desiderabili.
- Gli standard nutrizionali a età 0-2 anni sono importanti per ridurre la propensione all’obesità infantile e pre-adolescenziale.
Il II° rapporto coordinato da Daniela Del Boca, per quanto riguarda il caso italiano, analizza il rapporto tra nido e sviluppo cognitivo dei bambini in un contesto di razionamento dei posti-nido.
Per stimare l’effetto della frequenza al nido sullo sviluppo cognitivo utilizza i dati delle prove INVALSI e arriva alla conclusione che una maggiore disponibilità di posti nido a livello provinciale è associata ai migliori risultati nei test INVALSI che valutano le capacità linguistiche dei bambini.
Lo studio valuta anche l’impatto della forte differenziazione geografica nelle modalità con cui viene fornito il servizio, arrivando alla conclusione che i benefici in termini di sviluppo cognitivo derivanti dalla frequenza al nido risultano più ampi nei comuni in cui i criteri di selezione tendono a selezionare una platea di beneficiari con un maggior numero di famiglie con background socio-economico svantaggiato.
Sulle conclusioni di questi due Rapporti della Fondazione De Benedetti mi sembrerebbe giusto che si aprisse un dibattito tra gli operatori del settore e non solo.
Parliamone.