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Il giornalino delle notizie dei bambini

Michela Pluda

Funzionario di Direzione di Circolo Settore Servizi per l’Infanzia del Comune di Brescia

Emanuela Navarretta

Insegnante Scuola dell’infanzia Caionvico


Fatti di quotidiana straordinarietà della Scuola Caionvico

 

Una esperienza di documentazione, per le famiglie e il territorio, con il desiderio di contrapporre la bellezza quotidiana, vista con gli occhi dei bambini, al carattere per lo più sfavorevole della cronaca adulta. Perché “le grandi cose accadono di rado, le piccole sempre in ogni momento” (Brioschi-Petit).

Questo progetto, nato in modo spontaneo durante un dialogo con i bambini, è sorto dal desiderio di valorizzare le esperienze positive, di concentrare l’attenzione sullo straordinario nell’ordinario, perché di notizie positive ce ne sono tante e tutti i giorni. Ma è come se, nella percezione collettiva, fosse valido il detto, pur rimestato, “buona nuova, nessuna nuova”.

Durante una conversazione libera con i bambini riguardo a “cosa leggiamo sui giornali” e “cosa dicono i telegiornali quando mamma e papà li ascoltano”, è emersa l’idea di notizia e di stampa come accanimento di cronaca nera:

Alex “i giornali parlano delle persone che fanno gli incidenti”

Anna “ma anche dei cattivi e dei ladri che rubano”

Paolo “oppure delle case che bruciano”

Ines “una volta c’era scritto anche di un signore che era stato male”

Leonardo “sempre cose brutte, che si uccidono; non possono dire di quando Dart Fener è tornato buono”?

Abbiamo allora deciso, insieme ai bambini, di trasformare i pensieri e le scoperte compiute a scuola nel gruppo dei compagni, in un mezzo di informazione per i genitori e per gli abitanti del quartiere, in modo da fare circolare notizie concrete e rassicuranti. Il nostro fine, quali adulti che progettano e strutturano le esperienze educative a partire dagli interessi dei bambini per poi svilupparli e raggiungere obiettivi educativi più ampi, era quello di provare a contrastare il dominante bias della negatività a causa della cui forza psicologica, gli elementi negativi catturano maggiormente la nostra attenzione e vengono ricordati più a lungo. Non solo per sentirci meno insoddisfatti, ma anche per farci un’idea più equilibrata del mondo, rompendo il cortocircuito: attenzione alle cattive notizie – ricordo esclusivo di cattive notizie – previsione di ulteriori cattive notizie – attenzione alle cattive notizie e così all’infinito.

Per prima cosa abbiamo sfogliato qualche giornale tutti insieme e ci siamo soffermati su notizie diverse, positive, che non occupavano le prime pagine, ma comunque testimoniavano occasioni felici: l’inaugurazione di un nuovo parco, una nonna al centesimo compleanno, uno spettacolo di chitarre in piazza. La conclusione, colta dai bambini, è stata che sulla stampa si parla anche di notizie spensierate e che ci sentiamo più sereni quando ci vengono presentati argomenti simili.

Luca “questa notte non faccio i brutti incubi”

Donald “questo giornale è molto più bello”

Vittorio “dopo dormito lo dico alla mia mamma che suona la chitarra anche lei”

La proposta di pubblicare un giornalino con gli accadimenti della scuola, da distribuire nell’edicola del quartiere e nel parco confinante, ha catturato immediatamente l’entusiasmo dei bambini, dai piccoli di 3 anni ai grandi di 5, ognuno con la propria idea “in testa” di cosa scrivere: il gioco preferito; l’angolo segreto del giardino; quella volta che sono venute le nonne a giocare a tombola; la storia del topo Battista che le maestre hanno raccontato travestite da topo con i baffi e da bibliotecaria con i tacchi; quella volta che Lucia mi ha portato il ghiaccetto perché mi ero fatto male…ed è stato da subito un fiume di parole. I bambini hanno spontaneamente individuato molte occasioni gioiose che potevano diventare una notizia per chi non vive la scuola “da dentro”, dimostrando il desiderio di comunicare con l’esterno sotto forma di gioco di scambio e di ricerca.

Abbiamo pertanto studiato un progetto editoriale con lo scopo di sostenere nei bambini la capacità di comunicare, di esprimersi, di confrontarsi e di orientarsi nelle diverse esperienze ed emozioni sperimentate, per la durata di un intero anno scolastico. Nel contempo abbiamo coltivato il desiderio di avvicinare sempre più al nostro servizio le famiglie, ma anche l’opinione pubblica del territorio circostante, portando i genitori e il quartiere stesso a sentirsi parte della vita scolastica. Oltre a queste ragioni, avevamo anche l’aspirazione di dare testimonianza delle scuole dell’infanzia come “luogo per vivere, nel quale è possibile stare bene e crescere con agio” (Becchi e Bondioli, 2012), attraverso scorci di vita quotidiana. Abbiamo accolto in questo modo il compito cui ci rimandano le Indicazioni Nazionali per il Curricolo “In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, e è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria”.

Per dare vita al nostro giornalino mensile, abbiamo dedicato due ore a settimana con appuntamenti a cadenza bisettimanale ad ogni gruppo di piccole dimensioni ed età omogenea, scegliendo diverse modalità di costruzione/ricostruzione della notizia. Sono stati coinvolti a turno i bambini di tutte e tre le fasce di età, secondo gli interessi e le capacità maturate: a volte sono state le insegnanti a mostrare fotografie rilevanti (selezionate collegialmente in precedenza), a chiedere ai bambini di commentare e ricostruire l’esperienza vissuta; a volte sono stati i bambini stessi a scattare le fotografie di qualche angolo o momento caratteristico particolarmente significativo chiedendo spontaneamente in prestito la macchina fotografica nelle veci di piccoli reporter; altre volte è stato chiesto ai bambini di rielaborare, attraverso un disegno, l’esperienza vissuta per poi far narrare ai compagni quanto elaborato. Nella descrizione de “la scuola nel nuovo scenario” dalle Indicazioni Nazionali si legge, infatti “la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare un senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini”. Una vivace occasione, inoltre, per connotare la competenza digitale dei bambini in un compito ben definito così come delineato negli obiettivi enunciati dall’ONU nell’Agenda per il 2030 “i nostri ragazzi anche se definiti digitali, spesso non sanno utilizzare le macchine…sono tutte abilità che vanno insegnate. Tuttavia le abilità tecniche non bastano. La maggior parte della competenza è costituita dal saper cercare, scegliere, valutare le informazioni…per non nuocere a se stessi e agli altri”.

I momenti “redazionali” di confronto nel piccolo e medio gruppo sono divenuti vere e proprie occasioni di condivisione di immagini significative, di materiali e di racconti dei protagonisti che in questo modo ragionavano sul valore delle esperienze vissute e contribuivano a ricostruire la crescita di ciascuno nel gruppo: “è attraverso la parola e il dialogo tra interlocutori che si rispettano reciprocamente, che si costruiscono significati condivisi e si opera per sanare le divergenze, per acquistare punti di vista nuovi, per negoziare e dare un senso positivo alle differenze, così come per prevenire e regolare i conflitti”.

La documentazione delle esperienze attraverso il nostro giornalino ha rappresentato un’occasione per rallentare il tempo e attivare la riflessione intorno a quanto si è vissuto insieme, per ripercorrere le proprie tracce e prendere coscienza delle proprie conquiste, per sentirsi protagonisti delle proprie esperienze. Il motto del nostro giornalino è infatti stato “lascia una traccia dietro di te, ritroverai sempre te stesso”.

Per i bambini non si è trattato di un mero esercizio descrittivo e di memoria, ma di un gioco che voleva alimentare la fiducia in loro stessi, attraverso lo sguardo valorizzante dell’adulto che aveva selezionato per loro dei passaggi di crescita sotto forma di fotografie, e con loro, nel gruppo, rifletteva su di essi.

Il bambino che sperimenta adulti interessati nei confronti del suo fare quotidiano si sente valorizzato e rafforza la fiducia nelle proprie competenze e potenzialità (Malavasi e Zoccatelli, 2012). Un altro aspetto che attiene alla documentazione sotto forma di giornalino, costruita insieme ai bambini e rivolta alle loro famiglie, riguarda il piacere di poter rivedere e assaporare a casa, principalmente con i genitori e i nonni, quelle tracce in grado di restituire momenti di vita da cui i familiari sono normalmente esclusi. Contribuendo a fare dell’educazione un fatto di “rispecchiamenti” nei diversi contesti in grado di leggere e valorizzare la storia personale di ognuno fatta di sviluppo delle autonomie, di relazioni, di emozioni legate alla scoperta e alla vita tra i pari.

Per restituire inoltre la completezza dell’esperienza di vita alla scuola dell’infanzia, abbiamo suddiviso le notizie dei bambini in diverse rubriche con diverse prerogative tratte dal documento di orientamento ministeriale per le scuola dell’infanzia:

 

 

  • EVENTI SPECIALI: incontrarsi

A questa età, dunque, si definisce e si articola progressivamente l’identità di ciascun bambino e di ciascuna bambina come consapevolezza del proprio corpo, della propria personalità, del proprio stare con gli altri e esplorare il mondo. Sono gli anni della scoperta degli adulti come fonte di protezione e contenimento, degli altri bambini come compagni di giochi e come limite alla propria volontà.

  • FATTI DEL GIORNO: giocare, muoversi, imparare ad imparare

Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche che si realizzano nella sezione e nelle intersezioni, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in un’equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della giornata e si offrono come «base sicura» per nuove esperienze e nuove sollecitazioni”.

  • SPECIALE LABORATORI: ricercare

L’esperienza diretta, il gioco, il procedere per tentativi ed errori, permettono al bambino, opportunamente guidato, di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti. Ogni campo di esperienza offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuri.

  • PAROLA ALLE FAMIGLIE: tanti punti di vista

Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise.

Il progetto, valutato in base alla partecipazione e interesse mostrato dai destinatari (genitori e passanti del quartiere), e dal grado di coinvolgimento degli autori (tutti i bambini della scuola), si è rivelato efficace e particolarmente generativo. La costante riflessione del gruppo riportata sulla stampa ha contribuito ad ampliare quantità e qualità dello scambio dialogico sia all’interno del gruppo dei bambini, sia nell’ambito familiare:

mamma di Angelica “quando leggo il giornale adesso mi chiede di trovare una bella notizia e leggergliela. E tutte le volte è lo spunto per parlare di qualcosa di diverso”;

mamma di Leonardo “vuole leggere il giornalino insieme la sera prima di andare a dormire e poi arricchisce di particolari sempre nuovi le notizie. Prima quando gli chiedevo cosa aveva fatto a scuola, ottenevo la stessa anonima risposta: ho giocato”.

Maestra della sezione girini “sono sempre più partecipi nel proporre le notizie di cui parlare nel giornalino. Nel giro di pochi mesi hanno assaporato il gusto di parlare di sé e delle proprie emozioni”.

Vivere un percorso e vederlo riprodotto, apre allo stupore e al desiderio di capire di più: non è forse questo il senso della stampa e di coloro che vi scrivono?

 

 

Bibliografia

Malavasi L., Zoccatelli B. (2012), Documentare le progettualità nei servizi educativi, Ed. Junior, Bergamo.

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