
Enea Nottoli
Breve introduzione storica
La Catalogna, attraverso il suo “corpo insegnanti/educatori”, è sempre stato attento al rinnovamento e all’innovazione prendendo in esame le nuove correnti pedagogiche. Ad inizio XX secolo i cultori della pedagogia diedero vita alle conversazioni pedagogiche di Girona e, con il tempo, tale azione si espanse in tutto il territorio della regione dando vita alla Federazione Nazionale Insegnanti della Catalogna.
Un viaggio pedagogico che non si è più fermato passando attraverso la Forest School di Rosa Sensat (primo direttore), la Scuola di Mare diretta da Pere Vergés fino alla Domènech guidata da Artur Martell. Nel 1914 veniva, poi, organizzata la prima Summer Shool promossa da Alexander Galì, con l’obiettivo di migliorare la formazione degli insegnanti.
Tutto questo movimento è stato fondamentale e determinante nel diffondere le teorie della nuova scuola e, ancora oggi, la New School, è alla base della concezione pedagogica.
Venne così teorizzata la partecipazione attiva dei bambini a costruire le proprie conoscenze, attraverso pratiche educative basate su esplorazione e sperimentazione, dando importanza e priorità all’utilizzo di materiali naturali e alle attività all’aria aperta.
Dopo la Guerra Civile del 1936 fu creato il Nuovo Consiglio della Scuola Unificata (CENU) al fine di attuare una pedagogia laica, libera, mista ecc. Tre anni dopo, tutto ciò, fu spazzato via dalla dittatura franchista: gli aderenti al CENU furono perseguiti, imprigionati o esiliati.
Caduta la dittatura, con l’avvento della democrazia, si arrivò allo Statuto di autonomia.
Nel 2009 il Parlamento catalano ha approvato la CEC, la prima legge sulla formazione catalana, strumento attraverso il quale poter migliorare l’educazione dei bambini e dei giovani.
La coesistenza tra una legge statale e una regionale non è sempre facile. Tutto ciò è reso possibile dagli insegnanti che, progettano esperienze educative di alto livello e che, non hanno mai interrotto il filo conduttore che li unisce alla loro tradizione.
Considerazioni preliminari
I cicli 0-3 e 3-6 sono spesso separati anche fisicamente e, tutto ciò influenza sia le metodologie pedagogiche che le pratiche educative.
Non è facile il rapporto e la condivisione tra educatori e insegnanti così come tra insegnanti stessi: la visione del bambino e il modello educativo non sono condivisi, così come le proposte educative, la preparazione degli spazi, i rapporti con i bambini e le famiglie spesso non sono correttamente interpretate.
L’associazione Rosa Sensat, preoccupata da questo andamento, ha cominciato a proporre occasioni di incontro e riflessione; in seguito a ciò insegnanti e educatori hanno cominciato a stabilire legami e a promuovere esperienze di continuità.
Curriculum Istruzione infantile – Primo ciclo
La scuola deve offrire ai bambini e alle bambine, pieno sostegno e un supporto coerente ed efficace nel loro sviluppo personale e sociale.
È indiscutibile che, in questa prima fase, ci debba essere uno stretto rapporto di collaborazione tra istituzione educative e famiglie. Offrire meccanismi di partecipazione e collaborazione, attraverso i quali fornire alle famiglie informazioni sul monitoraggio e lo sviluppo educativo dei bambini, sia negli incontri che nelle interviste.
Nello 0-3 si darà particolare rilievo allo sviluppo delle abilità “oratorie”, in modo da rendere, sin da subito, il bambino autonomo.
Altro aspetto fondamentale è educare i bambini a vivere e convivere nel mondo reale, attraverso lo sviluppo di un equilibrio motorio, cognitivo, integrazione e performance emotiva e personale, relazione sociale.
Il decreto 101/2010 afferma che lo scopo dell’educazione è quello di contribuire allo sviluppo emotivo e affettivo dei bambini, allo sviluppo delle capacità fisiche e motorie, sociali e cognitive; il tutto sempre in collaborazione con le famiglie, fornendo un clima e un ambiente di fiducia.
Il team educativo deve sviluppare o adottare il progetto educativo. Nel progetto devono essere specificati i principi che dovrebbero guidare questo percorso, come ad esempio prendersi cura dei bambini e l’istruzione, oltre ai modi di prendere le decisioni che guideranno il processo educativo.
Il curriculum è un orientamento per i professionisti, i quali sono i responsabili dell’organizzazione dello spazio, del tempo, delle attività e, inoltre, del mettere in atto strategie importanti per il raggiungimento del massimo sviluppo del potenziale dei bambini, nel rispetto dei loro diritti, interessi e contributi. Il tutto sempre in collaborazione con le famiglie.
Curriculum Istruzione infantile – Secondo ciclo
Il curriculum del secondo ciclo ha una struttura più aperta, in modo che si possano progettare e organizzare proposte educative, condizioni strutturali e pedagogiche che permettano lo sviluppo relazionale, emozionale, motorio e cognitivo del bambino.
La famiglia è considerata il motore educativo primario e, deve condividere il compito educativo.
L’insegnate è visto come facilitatore dell’apprendimento, come colui che deve essere coerente con il progetto della scuola e con il contesto sociale.
- Rafforzamento delle capacità
Il bambino deve evolvere come persona; diventare un membro attivo della società; assumere gradualmente quelle capacità fondamentali per il proseguo del proprio percorso di crescita.
- Imparare ad essere e ad agire in modo sempre più autonomo
Conoscenza e padronanza del proprio corpo in movimento; sviluppare la sicurezza affettiva, cercando un’immagine positiva del se e degli altri; acquisire autonomia nelle azioni quotidiane; agire in modo sicuro e efficace.
- Imparare a pensare e comunicare
Sviluppare attività matematiche; sviluppo delle attività comunicative (linguaggi vari per vari ambienti); osservare e esplorare l’ambiente; rafforzare le competenze nell’identificazione dei rischi e agire di conseguenza.
- Imparare a vivere e abitare il mondo

Vivere nella diversità; la relazione con gli altri; acquisire schemi per l’autonomia personale, la collaborazione con il gruppo e l’integrazione sociale.
Conclusione
Il curricolo dell’educazione infantile primo e secondo ciclo è un documento fondamentale, attraverso il quale il team di educatori e insegnanti devono costruire un percorso performante sui bambini e sulle bambine.
L’autorità delle famiglie non viene messa in discussione o in secondo piano, al contrario è una componente fondamentale con la quale camminare e, quando ciò risulta possibile, condividere la crescita del bambino.
L’autonomia, la capacità di sapersi confrontare con il mondo circostante e la consapevolezza del se e degli altri è, almeno nella prima fase 0-6, un qualcosa di imprescindibile; il fine ultimo dell’equipe educativa, formata da istituzioni, insegnanti e famiglie, deve essere quello di creare un cittadino autonomo in grado di prendere decisioni autonome e personali.